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Autore: ARed    02/05/2016    7 recensioni
Bella ed Edward stanno insieme, si amano molto, ma sono giovani e pieni di sogni, lei Los Angeles, lui New York. Troppo distanti, perciò decidono di lasciarsi senza urla e senza rancori, pur amandosi.
Cinque anni dopo, si ritrovano a Los Angeles, si erano sentiti in quei anni e si erano anche visti. Avevano un ruolo importante l'uno nella vita dell'altro, anche se non facevano più le loro lunghe chiacchierate. Diventano amici, ma siamo sicuri che un amore come il loro si possa limitare ad una, se pur bellissima, amicizia?
" Non parliamo più io e te"
" Già.. se non si tratta di Los Angeles o di New York"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Jessica | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..
Il giorno della cena a casa di Edward è arrivato, Bella si prepara e lo raggiunge a casa sua, ma c'è solo lei. Emmet, è stato chiamato d'urgenza al pronto soccorso, Alice e Jasper sono bloccati a New York, e Jessica ha perso l'aereo.
Cenano solo loro due, scherzano, cantano, ballano, si baciano e fanno l'amore, nessuno dei due se ne pente, ma sanno di aver sbagliato.
Bella torna a casa ed Edward esce con Jessica..

CAPITOLO 8 Bella - Edward
NON PENTIRSI

Parte I

Los Angeles - Novembre 2016

BELLA

Tornai a casa e piansi, piansi perché quello che era successo era stato bellissimo, piansi perché non sarebbe dovuto succedere, piansi perché avevo tradito Jacob, piansi perché non riuscivo a pentirmene.
Alice ed Emmet mi trovarono  così sul divano di casa, non mi ero nemmeno accorta che loro fossero entrati.
<< Bella che succede?>>, mi chiese preoccupata Alice, mettendosi davanti a me.
<< Nulla.. dov'è Jasper?>>, domandai sollevando lo sguardo, ma non vedevo nulla, i miei occhi erano ancora pieni di lacrime.
<< In aeroporto, aveva il volo per Seattle oggi, ricordi?>>, si ricordavo, sarebbe venuto qui a Los Angeles sabato e la domenica sarebbe ripartito per Forks.
<< Si>>, risposi cercando di ripulirmi il viso.
<< Bellina che succede?>>, domandò Emmet sedendosi accanto a me, erano preoccupati entrambi.
<< È successo qualcosa ieri sera a cena?>>, chiese Alice sempre più preoccupata.
<< Ti siamo mancati così tanto che hai pianto tutta la notte per noi?>>, mi domandò l'orso facendomi sorridere, magari ci fossero stati loro.
<< Ho combinato un casino..>>, era inutile nasconderlo a loro.
<< Cosa hai fatto?>>
<< Ci siamo baciati>>
<< Davanti a Jessica!?>>, domandò l'orso scandalizzato, ma io negai con il capo.
<< Non c'era. C'eravamo solo io e lui>>, parlai senza guardare nessuno, il mio sguardo era fisso al pavimento.
<< Oh.. vi siete solo baciati vero?>>, domandò Alice, che aveva già capito tutto.
<< No..>>, il mio era un sussurro.
<< Vi sarete spinti leggermente oltre, non avete fatto..>>, disse Emmet, mettendola quasi sul ridere.
<< Abbiamo fatto quello che fanno due persone quando fanno l'amore Emmet!>>, dissi alzando la voce e urlando verso di lui, Alice mi tratteneva per le spalle.
<< Bella calmati>>
<< Vi lascio sole, Bella mi dispiace..>>, disse salendo le scale ed andando in camera sua.
Alice mi abbracciò stretta a lei, ed io cominciai a piangere di nuovo, << Ho tradito Jacob..>>.
<< Shh, va tutto bene>>
<< No Alice, non lo dire>>
<< Tu non te ne accorgi, ma la chimica che c'è tra voi due fa quasi paura..>>
<< Non dovevamo..>>
<< L'avete voluto entrambi, conoscendoti non avrai nemmeno bevuto sapendo che dovevi guidare te!>>, annuì, mi conosceva troppo bene.
<< Alice è stato bellissimo, con lui mi sono sentita come mai con nessun altro, nemmeno con Jacob..>>, avevo bisogno di parlarne.
<< Tu non te ne sei pentita..>>, la sua non era una domanda.
<< No, non me ne sono pentita..>>
<< Ti ha fatto un succhiotto>>, disse Alice indicando il mio collo, immediatamente l'immagine di lui che divorava di baci il mio collo comparve e mi fece sorridere.
<< L'ha sempre fatto, era il suo modo per dirmi che ero sua..>>
<< Ma non lo sei..>>, mi ricordò lei ed aveva ragione, non lo ero.
Spensi tutto quella domenica, Emmet mi chiese scusa, Alice cercava di tranquillizzarmi, ma era impossibile, continuavo a pensare a quella notte, che aveva la capacità di essere giusta e sbagliata nello stesso momento.
Il lunedì per distrarmi mi ero catapultata sul lavoro, anche sera inutile, sentivo ancora i suoi baci, le sue carezze addosso, ed era una sensazione bellissima.
<< Alice non ti ho chiesto, se c'è Bella!>>, disse urlando una voce, fuori dal mio ufficio. Conoscevo benissimo quella voce, Edward, ed era arrabbiato, ne aveva tutte le ragioni.
<< Edward sta lavorando!>>
<< Non me ne frega nulla!>>, disse entrando nel mio studio.
<< Bella, mi dispiace>>, si scusò Alice.
<< Va tutto bene>>, le dissi ed Edward chiuse la porta del mio ufficio.
<< È stato bellissimo, ma non doveva succedere!>>, disse sedendosi davanti a me, dicendomi le stesse parole che gli avevo scritto prima di andarmene.
<< Che vuoi Edward?>>
<< Come cosa voglio, Bella?>>, domandò alzando la voce.
<< Abbiamo sbagliato, non doveva succedere..>>, perché non capiva?
<< Ne dovevamo parlare e tu sei sparita, lasciandomi uno stupido biglietto!>>, era incazzato.
<< Mi dispiace!>>, dissi alzandomi e andando a sedermi davanti a lui.
<< Perché te ne sei andata?>>, domandò dolce.
<< Jacob.. io l'ho tradito>>, avevo tradito la persona che amavo.
<< Anch'io ho tradito Jessica..>>, disse in un sussurrò facendo una smorfia di dolore.
<< Mi dispiace..>>, mi dispiaceva per tutto, per la sua schiena, per Jessica, per Jacob.
<< Non mi fa male per colpa tua.. ieri ho giocato a basket, dovevo sfogarmi>>, ammise.
<< Edward..>>, perché lo faceva, la sua schiena non avrebbe retto un allenamento.
<< Te ne penti? Perché io non ci riesco..>>, negai con il capo.
<< Chanel diceva "Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto", anche se è sbagliato>>
<< Già sbagliato.. ma è stato bello,  sembrava di essere tornati a prima..>>, sorrideva, era stato più che bello.
<< Cullen non avremmo dovuto.. ma è stato.. bello>>, a lui non potevo mentire, sorrise alle mie parole.
<< Non abbiamo utilizzato precauzioni>>
<< Pillola>>, dissi e sembrò fare un sospiro di sollievo.
<< Bene, non abbiamo più nulla da dirci..>>, disse alzandosi.
<< No, non lo dire a Jessica, mi sento così in colpa..>>, lei era così buona, le avevamo fatto del male.
<< Non lo farò, tanto non succederà più..>>, non so perché ma quelle parole mi fecero male.
<< Bella?>>, disse rientrando nel mio ufficio.
<< Dimmi>>
<< Emmet non lo sa vero?>>, cavoli aveva ragione, annuì e feci una faccia dispiaciuta.
<< Ok, forse oggi è meglio non andarci..>>, disse facendo un mezzo sorriso.
<< No, tu ci vai, non ti farà nulla.. sa che è stata colpa di entrambi>>, avrei chiamato Emmet per dirglielo, non poteva prendersela con Edward, doveva essere professionale.
Da quel giorno non lo vidi più, mi catapultai sul lavoro, consegnai il progetto della scuola ad impatto zero ai finanziatori, a gennaio il consiglio avrebbe approvato o meno il progetto. Sentivo Jacob tutti i giorni, non riusciva a raggiungermi, doveva sempre lavorare, non aveva tempo per me. Forse era meglio così, non sarei riuscita a guardarlo negli occhi, dopo quello che avevo fatto.
Alice mi parlava, cercava di farmi capire, ma non c'era nulla da capire, avevo sbagliato. Mi disse di valutare i miei sentimenti per lui. Cosa provavo io? L'avevo amato con tutta me stessa, non avevo mai smesso, poi è arrivato Jake, ha preso il suo posto, tutto qui, non c'era nulla da capire. Io e lui non potevamo tornare insieme, quel noi si era spezzato cinque anni prima.
Quello che era successo tra me ed Edward non mi sembrava reale, è come se stessi guardando un film, una vita non mia, che avrei commentato una vota uscita dalla sala, perché non era successa a me. Non era vero, di questo dovevo convincermi, se volevo smettere di pensare a lui e a quella notte.

Parte II
Forks - Dicembre 2016

EDWARD

Dovevo dimenticare quella notte, lo dovevo a Jessica. Era un mese che non la vedevo e non la sentivo, con Emmet continuavo la fisioterapia,  sapevo che sapeva di quello che era successo tra me e Bella, ma non mi aveva mai detto nulla. Solo una volta mi disse che se ne avessi voluto parlare, lui c'era. Sapevo di potermi fidare di lui.
Avevo raggiunto Forks per le vacanze di Natale, mi piaceva passare del tempo in famiglia, mi aiutava a non pensare, a non pensare a lei. Mamma era felice di riavermi a casa, papà mi aveva visitato ed aveva confermato la diagnosi fatta a New York, solo attraverso la fisioterapia avrei potuto tornare a giocare. Emmet mi aveva concesso due settimane di pausa, con la promessa che avrei fatto degli esercizi giornalieri che lui mi aveva insegnato accompagnati da una leggera corsa ogni mattina. Certo il clima di Forks non era quello di Los Angeles, ma non rinunciavo mai alla mia corsetta ogni mattina. Fu durante una delle mie corsette, che una mattina la vidi. Era bellissima come sempre, ma mentre usciva dalla farmacia, aveva lo sguardo perso, sembrava preoccupata. Sapevo di farmi del male, ma non m'interessava, volevo parlare, chiederle come stava, io non stavo bene. Dopo aver fatto l'amore con lei, mi ero reso conto di aver vissuto in apnea per cinque anni, solo con lei ero riuscito a respirare davvero. Dopo quel messaggio ero tornato sott'acqua, dove mi aspettava Jessica, che aveva la straordinaria capacità di rendere tutto più semplice, di farmi sorridere, di appiattire le mie vere emozioni, sostituendole con altre più superficiali, quelle che non raggiungono il cuore.
<< Ciao>>, le dissi appena alzò il suo sguardo su di me, sembrava sorpresa di vedermi.
<< Ciao>>, rispose lei in un sussurro, stringendo forte tra le mani la busta della farmacia. 
<< Come stai?>>
<< Bene..>>, disse avvolgendosi nel suo cappotto, il clima di Forks era decisamente diverso da quello di Los Angeles.
<< Cosa hai preso in farmacia? Stai male?>>, ero preoccupato per lei, era da un mese che non la vedevo, mi guardò quasi terrorizzata, << Bella?>>.
<< Ho un ritardo>>, disse in un sussurro, ma io riuscì a cogliere le sue parole, aveva un ritardo, quindi poteva essere..
<< Hai preso un test?>>, le domandai e lei annuì.
<< Hey tranquilla, ci sono io>>, le dissi prendendole le mani gelate.
<< Mi dispiace, prendevo la pillola, ma non so.. io..>>, balbettava la mia Bella, la presi per mano e cominciai a camminare.
<< Andiamo a casa..>>, lei mi guardò preoccupata, << Non c'è nessuno, mamma e Rose sono andate a prendere i regali e papà è in clinica>>, la rassicurai.
Lei sorrise, e non disse più nulla fino a casa, cercavo di nasconderlo ma anche io ero agitato, non era una cosa programmata. Certe cose ti colpiscono all'improvviso e diventano le cose più belle che mai ti fossero successe.
Bella si chiuse nel bagno di camera mia e ne uscì poco dopo con il test in mano, << Allora?>>, domandai avido di sapere.
<< Calma Cullen, bisogna attendere tre minuti>>, mi disse, sembrava essersi tranquillizzata.
<< Bella?>>, avevo paura di chiederglielo, non volevo accusarla di nulla.
<< Sono stata con Jacob prima di avere il ciclo, quindi è tuo..>>, disse arrossendo, ed io ero felice, non so spiegare il perché, lo ero e basta.
<< Hey, se ci sei, sappi che il tuo papà non ti lascerà mai solo>>
<< Parli come se ci fosse..>>, disse sorridendo, era così dolce.
<< Parlo come se ci fosse, perché se ci fosse non vi lascerei mai>>, ero convinto delle mie parole, quello di avere dei figli era sempre stato un desiderio che ci accumunava. Solo con Bella mi vedevo padre.
<< Promettilo>>
<< Promesso>>, le dissi accarezzandole le pancia, volevo che ci fosse il mio bambino li dentro.
I tre minuti passarono, il test era girato sul lavandino, Bella lo guardava terrorizzata, anche io avevo paura, non stavamo insieme, ma io Bella la amavo, avrei lascito Jessica per lei e il nostro bambino.
<< Puoi guardare te?>>, chiese ed io annuì prendendo il test.
<< Falso allarme>>, ero deluso, speravo fosse positivo, ma non lo era, il test era negativo. Bella sospirò, sorrise, ma non era un sorriso che raggiungeva il suo sguardo.
<< Credo sia meglio così, avrebbe solo complicato le cose..>>, annuì, aveva ragione.
<< Bella?>>
<< Dimmi>>, rispose lei facendosi una coda, il succhiotto che le avevo fatto era sparito.
<< Tu lo ami?>>, dovevo sapere.
<< Mhm..>>, disse guardandomi confusa.
<< Jacob>>
<< Si>>, rispose senza guardarmi negli occhi, prima di lasciarmi da solo ed uscire, non la seguì, c'era lui nella sua vita. Quel bambino non ci avrebbe unito, ci avrebbe solo divisi, Bella mi avrebbe odiato, Jacob l'avrebbe lasciata, sarebbe stata infelice, a causa mia. 
Uscì a fare due passi, avevo bisogno d'aria pulita, lei non mi voleva, non avrebbe voluto quel bambino da me.
Il 23 dicembre le strade di Forks erano deserte di pomeriggio, per questo uscivo a camminare, non volevo vedere nessuno, non volevo farmi compatire o sentire i pettegolezzi delle persone al mio passaggio.
<< Fermo ragazzo!>>, mi disse un vocione alle mie spalle, una voce autoritaria e ferma, che poteva appartenere solo al capo Swan, mi voltai e lo vidi, sorrisi ma il mio sorriso si spense appena notai la figura di Jacob accanto a lui.
<< Capo Swan che piacere>>, dissi avvicinandomi e stringendogli la mano.
<< Bella mi ha detto che non devi correre, solo camminare!>>, mi rimproverò ed io alzai le mai in segno di resa, aveva ragione, sorrisi al fatto che Bella gli avesse parlato di me.
<< Lui è.. Jacob>>, era una mi impressione o disse quel nome con freddezza, forse non gli piaceva.
<< Si, ci siamo incontrati a Los Angeles>>, dissi e Jacob sorrise cordialmente annuendo.
<< Cosa ci fate in giro per Forks?>>, domandai.
<< Sono uscito per far vedere al ragazzo Forks..>>
<< Ah, ti piace?>>, domandai al "ragazzo", Charlie proprio non lo digeriva.
<< Si, ma Seattle è meglio>>, disse divertito e Charlie lo fulminò con lo sguardo, aveva perso molti punti con quell'affermazione.
<< Edward, lui non ne capisce la bellezza!>>, disse a me facendomi ridere, beh Forks non era il massimo, però era la nostra città, era il posto dove eravamo cresciuti, era casa, non l'avrei cambiata per nulla al mondo, mai.
<< Cittadino!>>, mi beccai un'occhiataccia da parte di Jacob e un sorriso da parte di Charlie, punti in più per me.
<< Simpatici!>>, altri punti in meno..
<< Comincia a fare freddo, credo che nevicherà, ti va un tè?>>, mi domandò ed io non potei non accettare, mi piaceva troppo vedere Charlie terrorizzare Jacob, e vi assicuro che il Capo Swan terrorizza.
Andammo a casa Swan, era da Natale dell'anno scorso che non ci mettevo piede, quante cose erano cambiate in un anno. L'anno scorso io e Bella c'eravamo solo scambiati gli auguri e poi più nulla, c'eravamo ignorati quasi per tutta la sera, non avevamo nulla da dirci, solo cose futili, cose che non interessavano a nessuno.
Cominciammo a fare discorsi da uomini riscaldandoci con una tazza di tè, Bella non era in casa, era andata a fare la spesa, forse era meglio così.
<< Certo Los Angeles non è New York, ma si sta bene>>, dissi prendendo un sorso di tè.
<< Come ti sei trovato nei New York Knicks?>>, mi domandò Charlie curioso, non era avido di sapere.
<< Bene, l'inizio è stato complicato, sai giocare con dei professionisti mi faceva sentire insignificante..>>
<< Hai rinunciato a Bella per realizzare il tuo sogno, sono felice che entrambi ce l'avete fatta..>>, era fiero di entrambi, tutti lo erano.
<< Si.. alla fine è stato meglio così, ognuno si è concentrato sui propri obbiettivi>>, parlammo di basket e vidi anche Jacob interessato, non era una brutta persona, solo un po'... ecco non proprio simpatica, ecco.
Ero seduto sulla poltrona e avevo la visuale della cucina, ed è da li che vidi entrare Bella dalla porta di servizio, con le borse della spesa.
<< Se mi scusate un attimo, vado in bagno>>, non so perché lo dissi, non ne avevo la necessità, volevo solo parlare con Bella.
<< Certo, sai dov'è il bagno>>, mi disse gentile Charlie, io annuì e salì le scale, facendo attenzione a non farmi vedere da Bella.
Entrai in camera sua e una miriade di ricordi mi colpì, io e Bella passavamo pomeriggi interi in quella camera, ad amarci, a ridere, a scherzare, a litigare e poi a fare la pace.
Sulla scrivania c'era ancora la nostra foto del diploma, ne avevo una copia anche io in camera mia, sorrisi non l'aveva spostata. Sentì la porta della camera aprirsi e Bella entrare, << Mai sei matto? Mi hai fatto prendere un colpo!>>, disse alzando la voce, non volevo che gli altri ci sentissero, perciò mi avvicinai a lei e le tappai la bocca con la mano, << Shh, non urlare, non volevo spaventarti>>, le dissi calmo e divertito dalla sua reazione
<< Cosa ci fai te qui?>>, mi domandò lei cercando di riprendersi dallo spavento che le avevo fatto prendere nascondendomi in camera sua.
<< Stavo passeggiando per le stradine di Forks e il capo Swan mi ha invitato a prendere un tè, tutto qui..>>, risposi prendendole il volto tra le mani e catturando le sue labbra in un bacio, lei rimase immobile per qualche secondo per poi accettare il bacio, in pochi attimi le nostre lingue si trovarono a combattere una bellissima battaglia che nessuno dei due voleva vincere, solo per far durare quel bacio in eterno. La presi in braccio e la feci sedere sulla sua vecchia scrivania continuando quella dolce battaglia, amavo baciarla.
Bella mettendo entrambe le sue mani sul mio petto mi allontanò da lei, << Scendi giù, si accorgeranno della tua assenza>>, disse evitando il mio sguardo.
<< Bella..>>, dissi avvicinandomi.
<< Non qui..>>, le posai un bacio sulla fronte e, facendo il minor rumore possibile, scesi giù, non so perché lo feci, anzi lo sapevo mi mancava lei, i suoi baci, il suo essere semplicemente lei.
In salotto c'erano ancora Charlie e il damerino, che parlavano, o meglio quest'ultimo parlava.
<< Allora che si dice?>>, domandai a Charlie, che non stava ascoltando, Black doveva capire che non era gradito in casa.
<< Oh..>>, Black venne salvato da Bella che in quel momento entrò in salotto, fingendo di essere appena rientrata in casa, era una brava attrice.
<< Buongiorno uomini>>, disse avvicinandosi al padre e posandoli un bacio sulla guancia, poi fece finta di accorgersi della mia presenza e sorprendendomi mi abbracciò ed io ricambiai assaporando il profumo dolce dei suoi capelli.
<< Edward, ciao>>
<< Ciao anche a te Bella>>, lei sorrise ed io stampai quell'immagine nella memoria, era bellissima.
<< Ciao tesoro>>, salutò il suo ragazzo che la stava per baciare le labbra, ma lei si voltò e lui le baciò una guancia. Che cosa combinava?
Bella si sedette accanto a Jacob e lui le mise una mano intorno alla vita con fare possessivo, mi dava estremamente fastidio, però vedevo lei serena e tranquilla, quindi andava bene. Se fossimo tornati insieme, la distanza ci avrebbe allontanato ancora e avremmo finito con l'odiarci sta volta, era meglio così. Io avevo Jessica, con lei ero tranquillo, ci stavo bene ed a modo mio la amavo.
<< So che hai fatto una cena per la casa nuova, com'è andata ragazzo?>>, domandò Charlie prendendosi un sorso di tè, sapesse come era andata non sarebbe così tranquillo, vidi Bella leggermente agitata.
<< Bene.. c'eravamo solo io, Bella ed un mio amico di Los Angeles>>, dissi mentendo, a Jacob non avrebbe fatto piacere sapere che avevamo cenato da soli.
<< Così pochi?>>, chiese stupito.
<< Alice era rimasta bloccata a New York dalla tempesta di neve..>>
<< Già ricordo.. vi siete divertiti?>>, perché quell'interrogatorio? Era in modalità poliziotto, non mi piaceva.
<< Sì, il mangiare era sublime..>>, decisi di puntare sul cibo, era un suo punto debole, amava la cucina.
<< Non dirmi che hai cucinato te!>>, mi prese in giro.
<< Tranquillo papà se fosse stato così non sarei qui ora!>>, rispose Bella facendo ridere Jacob, che mi guardava in modo truce.
<< Simpatica.. comunque il secondo dolce è stato spettacolare..>>, dissi lanciando un'occhiata maliziosa a Bella.
<< Addirittura due? Che cosa avete mangiato?>>, chiese Black baciando i capelli di Bella, era un gesto mio quello!
<< Tiramisù per primo e mousse al cioccolato con fragole, a sorpresa..>>, non mi ero immaginato quel finale di serata, ma non mi era per niente dispiaciuta.
<< A sorpresa?>>, domandò Charlie, speravo non avesse notato le mie occhiate a sua figlia.
<< Emm, ho preparato io il dolce, non sapevo se a tutti piacesse il tiramisù così all'ultimo, ho preparato la mousse..>>, disse lei ricambiando le mie occhiate ed arrossendo. Quanto avrei voluto continuare a perdermi nel suo sguardo.
<< Non me l'hai mai preparata la mousse!>>, no caro amico era una mia esclusiva. Calmati Edward, sono fidanzati possono fare quello che vogliono, mi ricordò la mia coscienza.
<< Rimedierò>>, disse Bella alzandosi e dirigendosi in cucina.
<< Allora Jake, hai visto l'ultima partita dei Seattle Mariners?>>, domandò Charlie, a lui s'illuminarono gli occhi.
<< Si Capo Swan>>, ridevo dentro di me, Charlie non gli aveva dato il premesso di chiamarlo per nome.
Cominciarono così a parlare di schieramenti e tattiche di gioco, forse il baseball era l'unico punto a favore di Jacob, per il resto Charlie lo odiava, almeno a me dava tale impressione.
Sgattaiolai in cucina, impegnati com'erano nella loro conversazione, non si sarebbero accorti della mia assenza.
Bella stava preparando la cena, era di spalle e non si accorse della mia entrata. Non resistetti la presi per i fianchi e cominciai a darle baci sul collo, la desideravo tremendamente, ogni parte di me voleva il suo corpo.
<< Edward>>, disse in un sospiro che mi eccitò ancora di più, era completamente appoggiata al mio petto, le mie mani cominciarono a vagare sul suo corpo.
<< Per favore..>>, aveva ragione, non potevamo, mi staccai da lei. Dovevo dimenticarla, lei amava Jacob, non me.
<< Scusa>>, le dissi quando si voltò verso di me.
<< Perché sei qui?>>
<< Te l'ho detto prima, mi ha invitato tuo padre>>, risposi sedendomi sul tavolo della cucina, era il mio posto da sempre.
<< Puoi.. puoi evitare di dire certe cose?>>, domandò appoggiandosi al bancone, mantenendo le distanze da me.
<< Era la verità, quello che è successo tra noi quella sera, è stato bellissimo>>, non mi pentivo di quella notte, l'avrei ricordata come il nostro addio.
<< Sì, ma non deve più succedere>>, disse fredda. Per lei era stato solo sesso, io invece, ci avevo fatto l'amore con lei quella notte.
<< Cosa non deve più succedere?>>, domandò Charlie entrando in cucina con il damerino.
<< Che Edward rifiuti il mio invito di rimanere a cena con noi sta sera>>, mi stava cacciando in grande stile, aveva ragione non avevamo più nulla da dirci.
<< Già.. ho promesso a mamma che sarei tornato a casa per cena, sarà per un'altra volta>>, risposi per mantenerle il gioco.
<< Con cosa fai gli spaghetti? Aglio e olio?>>, domandò Jacob vedendo la pasta che bolliva sul fuoco.
<< Bella odia l'aglio..>>, non lo sopportava minimamente, come faceva a non saperlo? Era il suo ragazzo, per diamine!
<< Ah>>, fece con una faccia da schiaffi.
<< Io vado, ci vediamo Charlie, Bella>>, salutai uscendo da quella casa dove l'aria stava diventando irrespirabile per me. Come poteva dire di amare Bella, se non sapeva nulla di lei?

BELLA
Edward mi aveva fatto prendere un colpo in camera mia e subito dopo mi aveva regalato uno dei baci più belli e voluti della mia vita, per questo non avevo baciato Jake in salotto, non volevo togliere dalle mie labbra il sapore di Edward.
Questo mi faceva sentire tremendamente in colpa, dovevo smettere di tradire Jacob, io lo amavo, non quanto Edward, ma lo amavo e con lui avrei vissuto una vita tranquilla, nulla ci avrebbe divisi, ed anche lui mi amava.
Volevo poter tornare a casa assieme, non lo volevo lontano chilometri per una stupida partita ogni week-end, volevo litigarci e poi fare pace immediatamente e non aspettare la fine di una trasferta. Perché col tempo ci saremmo odiati, ed io non volevo odiare la persona che più avevo amato in vita mia. Non volevo.
Per questo Jake era la scelta migliore.
<< Potresti anche accontentarti Bella, ma è così che si diventa infelici>>, mi disse papà sedendosi accanto a me su divano, Jake era ripartito per Seattle, diceva di avere un incontro di lavoro, non avevo chiesto altro, poco m'interessava.
<< Di cosa papà?>>
<< Di Jacob, non fraintendermi, è un bravo ragazzo ma non è..>>
<< Edward>>, finì io la frase per lui.
<< Vi ho visti prima, non mi sono sfuggite le occhiate che vi lanciavate>>, come aveva fatto? Lo guardai sorpresa.
<< Tesoro non sorprenderti sono un poliziotto, certe le cose le noto subito!>>, ero sua figlia e mi dimenticavo certi particolari.
<< Jacob per me è tranquillità, casa..>>, cos'era Jacob per me?
<< Amore casa è il posto dove ti senti al sicuro, dove ti senti felice, dove tutto quello che fai lo ritieni giusto, dove non ti penti di nulla..>>, quello era Edward.
<< Papà.. sono così confusa>>, dissi tra le lacrime, lui mi abbracciò facendo adagiare la mia testa sul suo petto.
<< Segui il tuo cuore amore mio, lui ti ama>>, scossi il capo.
<< C'è Jessica..>>, Edward amava lei, ero io che dovevo dimenticarmi di lui, dovevo concentrarmi su Jacob, lui era il mio futuro.

Ciao a tutte, allora cosa ne pensate?
Uno dei due è tremendamente confuso, ma seguiranno i loro cuori? Nessuno dei due, però, se ne pente. Questo vorrà pur dire qualcosa..
Un bacio a tutte 
Alma❤️

Ps. ora vado a godermi il mio cuginetto (ha solo 5 giorni), poi mi rimetto a scrivere, ci vediamo giovedì!

   
 
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