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Autore: Bunny05    02/05/2016    3 recensioni
Cosa accade quando due mondi completamente diversi si incontrano?
La protagonista sarà costretta a cambiare il suo modo di vita, che è molto burrascoso, e entrare in un nuovo mondo, fatto di persone diverse da lei, di situazione diverse dalle sue. Nuove conoscenze, amicizie e amori sconvolgeranno la sua vita. Scoprirà che le persone di cui è circondata non sono proprio come le vede e che hanno qualcosa di più profondo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sentimenti.

<< Cosa è successo? >> mi domanda la direttrice, lentamente si alza dalla sedia, le mani appoggiate alla scrivania e rimane li a guardarmi con quei suoi occhi profondi che cercano di scavare dentro di me, sono un po’ nervosa, tengo le mani unite dietro la schiena mentre i capelli mi bagnano la maglietta, << Niente >> rispondo senza guardarla, << Non devi mentirmi >> ribatte lei facendo quasi un mezzo sorriso, si sposta lentamente, fa il giro della sua scrivania e ci si mette davanti appoggiandosi ad essa, in modo tranquillo, ordinato, quasi elegante, << Non le sto mentendo, li ho portati io in piscina >> continuo, << Non intendevo questo >> dice poi le continuando a guardarmi, << Cosa intende allora? >>, << Cosa è successo? Voglio sapere perché l’hai fatto! >> dice, << Perché ne avevo voglia >> faccio spallucce io << E gl’altri si sono uniti a me, penso che l’abbiano fatto per tenermi d’occhio >>, << Tenerti d’occhio da cosa? >> domanda poi lei, mi sembra di fare un interrogatorio, << Non lo so >> borbotto poi, << Puoi dirmelo >>, lentamente con la mano mi fa il gesto di sedermi sulla poltroncina difronte a lei, io esito ma poi mi dirigo verso di essa e mi ci siedo << Allora, perché i tuoi amici pensano di doverti tenere d’occhio? >>, << Credono che potrei esplodere >>, << Perché? >> chiede diretta, ma nei suoi occhi c’e qualcosa di profondo, di unico. << Non lo so, sono convinti che prima o poi io esageri, accumulo tante piccole cose, e forse è vero >> dico più tra me e me che alla direttrice, << Cosa sono queste piccole cose? Qual è il motivo che ti ha spinto stanotte a non seguire le regole? >>, << Non l’ho fatto per questo >> borbotto, << Martina, non hai mai trasgredito una regola fino ad ora, è strano che tu abbia cominciato solo ora, questo mi fa pensare che è successo qualcosa, qualcosa che ti ha scosso profondamente >>, << Francisco >> dico io deglutendo << Da quando è successa quella cosa, ho ricominciato a pensare a quanto io sia diversa, a quanto io mi senta fuori luogo qui >> alzo lo sguardo e guardo negl’occhi Miranda che ha uno sguardo dolce << E poi cos’è successo? >>, << Mi hanno fatto notare che qualsiasi sforzo io faccia, verrò sempre vista come la ragazza diversa, la randagia presa per strada, io sarò sempre questo non importa quanto mi impegno, pensando di non esserlo, lo sono e lo sarò sempre >>… << Mi sono detta, perché stare a tutte queste stupide regole, perché stare qui a sprecare il mio tempo se non servirà a niente, se non cambierà mai il modo in cui le persone mi vedono, ok io vengo dalla strada ma sono anche altro ma le persone non lo vedranno, vedranno in me solo la parte brutta >>, << La parte che li spaventa >> finisce lei la frase, << Senti Martina, è vero, le persone in te vedranno sempre la ragazza venuta dalla strada, ma le cose cambiano, se ti sforzi, se raggiungerai dei traguardi, sarai la ragazze venuta dalla strada che si è fatta in quattro per non esserlo più, sarai forte più di qualsiasi altra persona che competerà con te nella vita, sarai quella che ha lottato con tutte le sue forze, una modello da imitare, perché è facile stare in alto se si parte dall’alto, ma è molto più difficile se si parte dal basso e quando una persona come te raggiunge un livello alto, potrebbe conquistare qualcosa di importante. Come mi vedi? >> chiede poi lei << Dimmi quello che pensi >>, io rimango un po’ stupita dal discorso, molto vero e sincero, ma ancora di più dalla domanda, << Come una donna forte, insomma gestisce questo posto, deve essere una donna potente, sembra determinata, che sa quello che fa >>, << Se io sono così, lo puoi essere anche tu >> dice scandendo bene le parole, << Ma è diverso, io sono ostacolata dal mio passato, crede che dopo quel che è successo, quello che ho fatto, io posso diventare come lei? >>, << Si, lo credo. Qualsiasi cosa tu voglia fare devi solo essere la migliore, la più forte, la più combattiva e non arrenderti mai, ci sarà sempre una chance, e non importa chi sei, da dove vieni o cosa hai fatto, se a te non importa, usa la tua debolezza come un arma, non lasciare che ti fermi, che ti controlli >> è tutto così strano, così profondo, il mio cuore ha rallentato il suo battito, nessuno mi aveva mai detto queste cose, nessuno mi aveva mai fatto credere in me stessa in questo modo, << Ha ragione, io… mi dispiac…>>, << Vai a dormire Martina, domani è un altro giorno, e ricordati che io sono sempre qua >>, << Grazie >> dico solo, è come se volesse chiudere il discorso così, so che vuole che io ci pensi, vuole che io ci rifletta su tutto quello che mi ha detto.
 
Quando esco dalla direzione mi avvio verso il dormitorio, tengo la testa alzata verso il cielo, guardo le stelle, la luna, mi domando se davvero c’è un mondo la fuori pronto ad accettarmi, se riuscirò a essere qualcuno, qualcuno che viene considerato per le sue doti e non per la sua provenienza, ma ci vorrà tempo, prima che io diventi una donna come la direttrice, sempre se ci arriverò, io non parto dall’alto. Quando apro la porta dell’edificio degl’alloggi, un ombra mi spaventa. << Ehi >> sento dire e poco dopo il volto di Jorge compare alla luce, << Jorge, che ci fai qui? >>, << Ti aspettavo >>, << Cosa? >> chiedo confusa, << Come è andata? Ti ha dato qualche punizione, o richiamo? >> domanda nervoso, << No, no niente di tutto ciò, abbiamo… abbiamo solo parlato, ovviamente non dovrò più farlo, peccato mi sono divertita in piscina >> dico in modo sarcastico e ridacchio, poi abbasso lo sguardo pensierosa, << Sei sicura di star bene? >>, << Si, ho solo un po’ di pensieri, sai solite cose, ma non preoccuparti per me >>, << Io mi preoccupo per te >>, << Non devi, davvero Jorge, >> ripeto io, non deve far così, perché dentro di me sta succedendo qualcosa che non so spiegare o forse sì, ma è difficile ammetterlo, << So badare a me stessa >> dico poi avviandomi verso le scale per andare verso l’alloggio, Jorge mi segue senza dire più una parola, ma sento i suoi occhi trafiggermi e il mio cuore aumenta il battito, in tutto questo silenzio rimbomba nelle mie orecchie. Il suo comportamento mi confonde, tutto questo preoccuoarsi per me, il fatto di satrami sempre vicino, non so a cose credere, non so cosa pensare, ma qualsiasi cosa lui provi per me deve finire, perchè è pericoloso, perchè questa situazione può metterci nei guai e perchè anche io inizio a provare queste cose e anche se cerco di soffocarle non ci riesco perchè lui, il suo comportamento fa raffiorare tutto ciò che cerco di reprimere. Quando arrivo al mio alloggio mi volto verso Jorge che mi sta difronte, << Buonanotte >> dico io un po’ innervosita, << Buonanotte Martina >> risponde lui dolcemente e nell’oscurità guardo la sua ombra allontanarsi. Quando entro Mechi in piedi nel salotto è intenta a fare avanti e indietro, << Pensavo non tornassi più >> dice appena mi vede entrare e mi si getta al collo abbracciandomi << Dimmi che è tutto ok, che resti qua, che non ti mandano via >>, sembra una mitraglietta, parla molto velocemente ed è molto nervosa ma felice di vedermi, << No, tranquilla, è tutto ok, non ti sei liberata di me >> dico io e l’espressione di Mechi si rilassa e sorride felice, << Mando un messaggio a Lucas e gli dico che è tutto ok >> dice trotterellando verso il tavolo per afferrare il suo cellulare, << Perché dovresti dirglielo? >> chiedo io curiosa, << Perché è molto premuroso e era in pensiero per te, è molto dolce >>, << Non mi conosce nemmeno >>, << E’ fatto così >> borbotta lei, qualcosa di strano mi salta nella mente, questo Lucas come può essere saltato fuori dal nulla, essere così interessato a Mechi, così di punto in bianco e interessarsi così tanto di lei e di tutto ciò che la circonda se la conosce da poco tempo, c’è qualcosa che non mi torna, << A cosa pensi? >> mi chiede poi Mechi vedendomi pensierosa, << Niente, stavo pensando all’incontro con la direttrice, sono molto stanca perciò vado a dormire >>, Mechi annuisce sorridendo mentre scrive al cellullare un messaggio per il suo nuovo e sospettoso ragazzo. Quando mi addormento la mia mente mi catapulta in un incubo. Sono una bambina, una piccola bambina dentro a una casa vuota, sono seduta sul pavimento e in parte a me, in un seggiolone un bambino sta piangendo a dirotto, è un rumore fastidioso, allora con le mie piccole manine mi copro le orecchie, non voglio più sentirlo, mi fa male, non voglio che pianga, non voglio che soffra, ma non so come farlo smettere. << Smettila di piangere >> urlo con la mia vocina, << SMETTILA >>, dio solo sa quanto vorrei che non piangesse, che fosse sereno e tranquillo, poi una luce mi invade, invade tutta la stanza, una luce potentissima e mi ritrovo sdraiata in terra, quando apro gl’occhi intorno a me non c’è nulla, vedo tutto bianco, come uno spazio infinito da dove non si può scappare, ora sono una ragazza, sono ritornata grande, quando mi sollevo difronte a me, un ragazzino dai capelli mori e scompigliati mi guarda, un sorriso beffardo, un aria sbarazzina, è lui. << Francisco? >> domando e lui cambia espressione, << E’ colpa tua >> dice, << Cosa? >> chiedo io cercando di alzarmi in piedi, ma mi sento davvero affaticata, << Mi hai lasciato solo >>, << Io… io non volevo >> gli dico afferrandogli le spalle e poco dopo scompare riapparendo alle mie spalle, mi volto velocemente, << E’ tutta colpa tua >>, io sono senza parole, non so cosa dire, vorrei sprofondare all’inferno, perché è vero, è ciò che penso anche io, è colpa mia se me l’hanno portato via. Lentamente le lacrime iniziano a rigarmi il volto, mi accascio al suolo, cado sulle ginocchia, << Mi dispiace >> dico tra i singhiozzi, la testa bassa per nascondere la vergogna << Volevo solo salvarti >>, << E io sono rimasto solo >> risponde lui sparendo di nuovo nel nulla, ma questa volta senza tornare mai più.
 
Mi alzo di scatto dal letto, sono già quasi cinque giorni che faccio lo stesso sogno, ho chiamato Josh, lui dice che quel sogno interpreta la parte di me che mi dà colpa, che non è realmente Francisco a darmela e quindi devo stare tranquilla perché non è colpa mia, ma perché allora mi sento sempre più giù? Sempre più colpevole ogni volta che ci penso? << Sei pensierosa? >> chiede Facu avvicinandosi a me, sono seduta nel cortile dell’accademia, mi sto rilassando sotto il sole per non pensare più, ma è così difficile smettere di pensare, calmare la mente, spegnerla per qualche minuto, << Ciao Facu >> lo saluto voltandomi a guardarlo, << Che ci fai qui da sola? >> chiede poi lui sedendosi in parte a me, << mi rilasso? >> dico con una faccia buffa << O almeno ci provo >>, << Io suono quando sono nervoso e non voglio pensare più a niente >>, << Anche tu? >> domando in modo sarcastico << Come Mechi, ma io non voglio suonare, o cantare o qualsiasi altra cosa abbia a che fare con la musica >>, << Volevo dire semplicemente che devi solo trovare qualcosa che ti distragga >>, << Spero di trovarla presto >> dico io << Se no potrei impazzire e andare fuori di testa, una pazza in accademia >>, << Sarebbe divertente >> esclama lui ridacchiando << Almeno succede qualcosa di esaltante qua dentro >>. Ridacchio un po’, << Tu come stai? >> chiedo poi io, << Bene, benissimo fra poco è il mio primo anniversario con Alba, sono felice >>, << Si vede >> dico io << Alba è fortunata >>, << Io sono fortunato >> esclama poi lui << La amo >>, << E’ davvero una cosa bella >> dico poi abbassando lo sguardo, << Non so cosa farei senza di lei, spero di non perderla mai, ne morirei >>, << Ti capisco, non per quanto riguarda l’amore ma per quanto riguarda perdere qualcuno che ami >>, << Io ci tengo all’amore, è una cosa importante nella vita, la più importante, tutto si riduce sempre all’amore, l’amore fa grandi cose ma provoca anche le peggiori >>, << Si ti do ragione >> borbotto io << E’ per questo che io non voglio l’amore nella mia vita, ho già perso troppo >>. Lui mi guarda mentre strappa qualche filo di erba dal prato verde, << Io morirei se dovessi stare con qualcuno con cui non voglio stare, insomma, voglio vivermi a pieno l’amore e non essere costretto a provarlo, un po’ come Jorge, ma d’altronde cosa vuoi fare, è difficile per lui uscire da questa situazione, sicuramente sua madre farebbe di tutto per farlo tornare con Stephie, anche rovinargli il futuro se servirebbe a farlo tornare con lei >>, << Perché pensi che lui non voglia stare con Stephie? >> gli domando, lui ridacchia, << Seriamente me lo chiedi? Lui non la guarda, non la guarda mai, quando sono insieme non ti fanno provare niente, quando vedi due che si amano lo senti anche tu, senti questa passione, questa voglia di stare insieme e fidati che Jorge e Stephie non ti fanno sentire niente di tutto ciò. Lui non la ama e ultimamente si nota sempre di più, non so perché >>, << Tu credi che ci sia un motivo? >> chiedo curiosa, << Si, credo che lui si sia preso una cotta per un'altra >> dice e io mi sento sbiancare, << Forse si sta solo rendendo conto che Stephie è veramente perfida e che non può stare con una cosi anche se ne è costretto >>, << Può essere >> risponde lui << Ma secondo me c’è qualcuno che è entrato nel suo cuore >> dice fissandomi, il mio respiro rimane sospeso nell’aria. << Eccovi qua >> dice Alba avvicinandosi correndo, << Ciao amore >> dice Facu puntando gl’occhi su di lei illuminata dal sole, << E’ tutto ok? >> domanda vedendo la mia faccia un po’ titubante, << Benissimo >> rispondo io << Il tuo ragazzo ti ama così tanto che mi ha quasi fatto venire il diabete >> dico alzandomi e pulendomi i pantaloni dai residui d’erba, << Lo so, è tanto dolce >>, << Con te sempre dolcezza >> gli fa l’occhiolino lui e mi scappa una risata, << Vi lascio soli >> bisbiglio maliziosa e Alba mi fa un faccia divertita mentre mi allontano. Mentre cammino verso gl’alloggi vedo Stephie venire verso di me, << Eccola qua >> dice con un tono da superiore, << Lasciami in pace >> dico senza fermarmi, << Non ti lascerò mai in pace >> continua lei, io mi fermo e mi volto, a passi svelti mi metto difronte a lei, << Non mi interessa ciò che hai da dire, intesi? >> il mio sguardo è fermo e severo, lei rimane senza parole. Mi volto per andarmene, << Troverò il modo di distruggerti >> mi urla, mi volto camminando all’indietro, << Non importa >> ripeto vedendola diventare rossa. Potrei essermi appena rovinata la vita, ma non potevo più farmi toccare da lei in quel modo, nel profondo, nella mia anima. Ma credo anche che più di tanto non possa fare, che non possa superare i limiti, non potrà mai scoprire ciò che mi tormenta, è una cosa troppo riservata e lei non può avere accesso a quelle informazioni, ma comunque potrebbe starmi addosso ancora di più per vedere se crollo, ma io devo resistere, devo farlo per me.
 
Le lezioni sono finite, nei corridoi non c’è quasi più nessuno, sto tornando nella mia aula perché ho dimenticato il libro di storia sotto il banco, i miei passi rimbombano nei corridoi praticamente vuoti, incrocio gli sguardi dei pochi ragazzi presenti, che camminano e entrano nelle aule per fare le loro lezioni. Afferro il mio libro e poi esco dall’aula infilandolo nella borsa tracolla e sbatto contro qualcuno. << Scusa >> dico, quando alzo lo sguardo su un ragazzo alto, dai capelli riccioli e gl’occhi color nocciola che mi sta guardando male, << Stai attenta a dove vai >> dice in modo arrabbiato, << Ti ho chiesto scusa >> rispondo io in modo tranquillo ma confuso, << Dovrò buttare questi vestiti siccome li hai toccati tu >>, << Come scusa? >> dico io guardandolo storto, << Hai capito bene, mi fai schifo, non dovresti essere qua >> borbotta il ragazzo con un ghigno malefico, << Non mi conosci, come fai a dirlo? >> domando, questa cosa di giudicare senza conoscere mi è sempre data sui nervi, perché la gente è sempre pronta a criticarmi senza sapere niente su di me, etichettandomi e basta? << Io se fossi in te me ne sarei già andato >> esclama poi il ragazzo, << Beh, io non sono te >> gli rispondo, << Sei sporca >> mi insulta lui e il mio sguardo diventa di sfida. Lo guardo in silenzio, sono un po’ scioccata, sto per rispondergli, per contrattaccare, infondo sono abituata a questo e so difendermi benissimo, << Qualche problema? >> la voce di Jorge mi raggiunge, quando mi volto lo vedo dietro di me, guarda quel ragazzo in malo modo, con gl'occhi socchiusi e li sguardo che ribolle di nervosismo << No, nessun problema >> rispondo io mentre Jorge mi affianca, << Il principe azzurro che viene a salvare la principessa, che poi tanto principessa non è >> ride il ragazzo, << Come osi? >> chiede Jorge, << Jorge lascia stare >> dico mettendomi difronte a lui e appoggiandogli una mano sul petto per farlo indietreggiare ma l'altro ragazzo si affretta a rispondere, << Difendi la randagia? >> chiede indicandomi, con gl’occhi sbarrati facendo finta di essere stupito, << Non chiamarla così >>, << Randagia >> ripete lui << E’ quello che è >>. Nei gl’occhi di Jorge vedo qualcosa, la rabbia e intuisco quello che sta per accadere. << Jorge non farlo! >> durlo ma è troppo tardi, in un secondo la mano chiusa a pugno di Jorge finisce dritta in faccia al ragazzo. Jorge fa qualche passo all’indietro respirando profondamente, il ragazzo si tiene la mano al labbro mentre io sconcertata guardo tutto, << Cosa succede qua? >> esce da una porta la professoressa Alonso.

Siamo in infermeria, l’insegnante ci ha portato qui, Jorge ha le nocche della mano un po’ sbucciate, l’altro ragazzo è nell’altra stanza a farsi medicare il labbro. Sono seduta in parte a Jorge sul lettino, << Sei stato stupido >> gli dico io quando rimaniamo soli, << Ti stava insultando >>, << Beh per tua informazione so difendermi e non solo verbalmente ma anche fisicamente >>, << Mi sono arrabbiato >>, << Non devi arrabbiarti per me >> gli dico io guardandolo negl’occhi, per qualche secondo che sembra un eternità, in modo incisivo per fargli capire che non può fare così, che capisco cosa gli frulla in testa ed è sbagliato. Distolgo lo sguardo e guardo in basso, << Ok Jorge, dobbiamo parlare di questa cosa >>, << Di cosa? >> mi guarda lui confuso, << Di… di quello che proviamo, l’uno per l’altra >>. Lui rimane a guardarmi senza parole, << Non possiamo >> continuo io alzando lo sguardo e incrociando il suo, << Perché? >> chiede lui sembra confuso ma in qualche modo anche contento perchè ho parlato al plurale e il fatto di sapere che anche io provo certe cose l'ha sollevato, << Perché è sbagliato >> continuo io, lui continua a guardarmi, << Oh Jorge, dobbiamo rinnegare ciò che proviamo, per il nostro bene, non possiamo provare queste cose l’uno per l’altra, e dobbiamo fermarci ora prima che non possiamo più tornare indietro >> dico appoggiando una mano sopra la sua, una cosa così semplice ma che dentro di me la sento così potente, << Quello che provo per te non so nemmeno spiegarlo, è tutto così strano, sei arrivata, non ti conoscevo nemmeno eppure mi sembrava di averti nel mio cuore da sempre >>, << Jorge, ti prego…>>, faccio un sospiro profondo << E’ sbagliato, io non lo so cosa provo ma so che se andiamo avanti così ci faremo del male, ci sono troppi problemi tra noi >>, << Troppi? >> chiede lui posando il suo sguardo sulla mia meno appoggiata alla sua, << Per prima cosa siamo troppo diversi, veniamo da due mondi completamente diversi, poi c’è tua madre che chissà cosa farebbe, molto probabilmente sarebbe disposta ad uccidermi >> ridacchio io con la voce un po’ rotta e gl’occhi lucidi, << Poi ci sarebbe Stephie che mi rovinerebbe la vita e la rovinerebbe anche a te senza lasciarci stare. Sarebbe comunque impossibile, quindi dobbiamo lasciarci queste cose che proviamo alle spalle, dobbiamo essere solo amici senza che i sentimenti si mettano fra di noi >>, << Lo capisco ma… >>, << Niente ma Jorge, non puoi difendermi così, non puoi prenderti la colpa come volevi fare dalla direttrice, io ti ringrazio per questo, nessuno nella mia vita mi ha fatto sentire come mi fai sentire tu, ma è sbagliato, è pericoloso. Tu devi continuare la tua vita con Stephie e io devo continuare a lottare per la mia >>, vedo il suo volto rattristarsi, ora che capisco che tutto questo succede per un motivo, perché proviamo qualcosa l’uno per l’altra, devo fare in modo che questo non rovini le nostre vite. Lui mi sta guardando, io lentamente appoggio la mia fronte alla sua << Grazie Jorge, per tutto, sei la persona che vorrei sempre al mio fianco >> dico con un tono dolce, che quasi non riesco a credere di essere io a dire e a provare quelle cose, << Sarà difficile per me lasciar andare quei sentimenti >> dice lievemente << Voglio solo… >> inizia a parlare, ancora fornte contro fronte, occhi negl'occhi, poi mi posa una mano sulla guancia lentamente, allontana la sua fronte dalla mia, << Solo uno, per ricordarlo >> dice avvicinandosi a me e appoggiando le sue labbra sulle mie, in un modo così dolce, quel contatto mi fa venire la pelle d'oca,dentro di me qualcosa esplode, rispondo a quel leggero bacio ed è la cosa più sensazionale, più viva che io abbia mai provato, sento il suo corpo teso, preso dalle emozioni, come se stesse lasciando andare quello che ha trattenuto fino ad ora. Un bacio così dolce, così puro.

P.s: Ciao a tutti, eccoci qua con un altro capitolo. Ringrazio tutti quelli che leggono la storia e spero che vi piaccia. Siamo arrivati a uno dei momenti importanti della storia, Jorge e Martina parlano di quello che provano, e Martina mette in chiaro che è complicato, troppo complicato, ci sono troppe cose che ostacolano tutto questo, Stephie, la madre di Jorge, la situazione in cui si trova Jorge e anche quella di Martina, stare in sieme per loro sarebbe un disastro, ma Jorge comunque la bacia, voleva sentirla, voleva provare solo una volta, per ricordarsi di lei, di quello che prova per lei. Ora vi saluto a lunedì con il prossimo capitolo! un bacio e un abbraccio a tutti.
 
   
 
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