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Autore: fredster    02/05/2016    1 recensioni
La donna non ama essere protetta se non da chi allo stesso tempo è un pericolo. - Karl Kraus, Di notte, 1918.
Che cosa fareste voi se una sera tutte le vostre certezze dovessero vacillare? Quante sfumature del Bene conoscete?
Nell'Illinois esiste una piccola cittadina poco conosciuta, una cittadina in cui la normalità ha sempre avuto la meglio su tutto il resto. Ma dopo la quiete arriva sempre la tempesta, giusto?
Benvenuti a Calumet, una cittadina in cui si lotta per amore e per la sopravvivenza.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Human
 
Gli eroi non esistono nella realtà: sono solo uomini comuni che fanno ciò che sentono giusto. *


Calumet City, Illinois.
 
 
Le ultime luci del giorno coloravano il cielo di svariate sfumature di rosso e arancione. Il tramonto era decisamente la parte della giornata che Sarah preferiva maggiormente, non solo per tutti quegli incredibili giochi di colore ma anche perché vedere il sole tramontare significava finalmente lasciarsi scuola e compiti alle spalle per qualche ora.
- Allora, sarai la mia accompagnatrice stasera? -
la voce squillante di Rebecca ed il suo braccio sottile attorno alle spalle la riscossero dai suoi pensieri. Sarah sollevò gli occhi al cielo, o in quel caso verso il soffitto della scuola, e dopo qualche istante rispose
- No, lo sai come vanno queste cose. . . passerai la serata a bere mentre io mi annoierò a morte su un qualche divano sul quale avranno probabilmente versato qualche drink e finirò accanto a qualche coppia che ci darà dentro talmente tanto da arrivare a perdere la sensibilità alla lingua.. come se tutto ciò non bastasse, ti dovrò portare a casa mia completamente ubriaca sperando che mia madre faccia degli straordinari in ospedale affinché non perda l'idea di bambina dolce e assolutamente ignara della vita che conserva di te -
Sarah fece una breve pausa da quel suo lungo discorso senza preoccuparsi troppo di nascondere il velo di ironia che traspariva da ogni singola parola che aveva pronunciato. 
- Credo proprio che passerò.. -
aggiunse voltandosi verso l'amica rifilandole un'occhiata divertita. Convincere Becca non era mai stato facile, soprattutto quando quest'ultima decideva di mettersi un'idea in testa e di non abbandonarla per nessun motivo al mondo.. e, quasi sempre, Sarah finiva per essere trascinata in questo circolo vizioso in maniera più o meno consenziente. 
- Sarah .. - la voce di Becca era suonata come una specie di preghiera - Per favore? -
aggiunse sperando nella sua amica. Sarah, dal canto suo, iniziò a camminare verso l'uscita del liceo superando Becca e dandole le spalle. Lei e Rebecca erano amiche ancora prima di nascere, le loro due mamme erano rimaste incinta più o meno nello stesso periodo e probabilmente avevano firmato la loro amicizia mentre i due feti si rigiravano nella placenta. Spesso Sarah si chiedeva come potessero andare così d'accordo considerati i loro gusti estremamente differenti e, il più delle volte si rispondeva che se non fosse stato per le loro madri le due ragazze non si sarebbero mai presentate nemmeno per sbaglio. Ma le voleva un bene infinito, questo purtroppo doveva ammetterlo.. ed era questo il motivo per cui finiva col lasciarsi trascinare in ogni sua più o meno folle idea. 
- No, grazie. In televisione trasmettono un documentario sulla vita degli insetti in Tanzania, credo che lo guarderò -
aveva risposto senza voltarsi nella sua direzione lasciando però comparire un sorriso sulle sue labbra sottili. In quella frazione di secondo, Becca camminò abbastanza velocemente da superarla e posizionarsi tra le ed il grosso ingresso della scuola.
- Andiamo.. ti prego, ti prego, ti prego? -
ripetè unendo le mani in segno di preghiera. Sarah roteò gli occhi e si lasciò sfuggire un gemito di rassegnazione
- Ti odio, Becca. Sul serio, ti detesto -
pronunciò lasciando ciondolare le braccia lungo il corpo. 

Alle sette in punto, la serratur di casa Vanscott scattò e Sarah fece il suo ingresso nel piccolo corridoio che dava sul seggiorno e sulla cucina. I Vanscott non avevano mai avuto la fortuna di vantare un patrimonio spropositato e sua madre le aveva spesso raccontato che quella piccola casetta di cui andava tanto fiera, lei e suo padre se l'erano guadagnata con tanti sacrifici. D'altro canto, una famiglia composta da solo due donne, una delle quali ancora liceale, non poteva essere troppo ricca. Richard Vanscott era morto diciotto anni prima mentre andava in ospedale a vedere la sua piccola donna arrivata al mondo. . . nascere a Calumet nel mese più freddo delll'anno non era stata una coincidenza brillante e suo padre era finito nell'oceano mentre cercava di attraversa il vecchio ponte a tutti i costi per raggiungere l'ospedale. Sarah non lo aveva mai conosciuto ed era riuscita a vedere il suo viso in qualche foto prima che sua madre relegasse tutti i vecchi scatoloni con la sua roba in cantina. 
- Mamma, sono a casa -
aveva urlato affinché la donna potesse sentirla. Sarah in realtà passava gran parte del suo tempo in solitudine e non sapeva mai con certezza quando sua madre sarebbe rientrata dal lavoro.. l'unica valvola di sfogo, infatti, per la donna era sempre stata anche la sua più grande passione, il lavoro. Essere un'infermiera non era certo facile ma la madre di Sarah aveva preso quel lavoro come una sorta di missione divina e dalla morte del marito faceva qualsiasi turno pur di non passare troppo tempo in quella casa che una volta aveva raccolto tutto il loro grande amore. A volte sua madre le mancava più di quanto le potesse mancare un padre che non aveva mai conosciuto. Ma Sarah non voleva essere tanto egoista da rinfacciarglielo. In tutti quegli anni era stata ugualmente una buona madre, un'amica ed una confidente. . sebbene le loro conversazioni avvenissero sulla soglia di casa o sul divano dopo un'estenuante giornata di lavoro. 
Lo sguardo della piccola bruna si spostò lungo il corridoio mentre lasciava scivolare lo zaino sul pavimento. Sua madre aveva ricoperto ogni centimetro di quella casa con le loro foto e la sua preferita restava sempre una sola.. lei appena nata tra le braccia di sua madre.
- Ciao tesoro, com'è andata a scuola? Ti ho lasciato la cena nel microonde. . scusami se sono un fantasma in questi ultimi giorni ma che tu ci creda o no siamo rimaste solamente in tre in tutto il reparto -

sua madre si lasciò sfuggire un leggero sospiro mentre infilava la giacca pesante che Sarah le aveva regalato lo scorso compleanno.
- Non preoccuparti, pensavo comunque di vedermi con Becca quindi.. -
Sarah lasciò la frase a metà ricambiando un dolce sorriso a sua madre prima di sentirla sussurrare un sii prudente unito ad un ti voglio bene prima di vederla uscire dalla porta di casa ed inoltrarsi nella fredda serata di Calumet.
Se sua madre glielo avesse chiesto, in realtà, Sarah avrebbe rinunciato a tutte le feste del mondo anche solo per una cena con lei. 
Si concesse un profondo respiro abbandonando la giacca lungo il corrimano delle scale e, lentamente, percorse l'unica via che l'avrebbe condotta nella sua stanza. La camera di Sarah era esattamente come l'aveva lasciata.. il letto disfatto con il pigiama al contrario tra le coperte, la finestra che dava sul giardino dei vicini di casa leggermente socchiusa e dei quaderni ancora aperti sulla scrivania. Sarah si lasciò cadere sul letto come se non lo vedesse da settimane e socchiuse gli occhi. . non aveva idea di cosa mettere quella sera né di dove fosse quella dannata festa ma nella sua mente era chiara un'unica cosa, avrebbe rimpianto come ogni volta il suo comodo divano.
La vibrazione del cellulare la riscosse dai suoi pensieri e si lasciò sfuggire un sorriso mentre sullo schermo del telefono compariva un collage in cui Becca le mostrava due acconciature seguito dalla descrizione "capelli su come una sexy hostess oppure giù in stile casalinga pronta ad una notte di fuoco?". Sarah scoppiò a ridere sonoramente confortata dall'assenza di qualsiasi essere vivente nella sua casa che potesse prenderla per pazza e digitò una risposta: " non ci credo che tu l'abbia scritto realmente. .  comunque voto per i capelli sciolti e sexy" e una volta inviato il messaggio si concesse un breve sonno rigenerante prima di infilarsi sotto la doccia.

 
Qualche ora più tardi, Sarah e Becca fissavano l'enorme vialetto d'ingresso di casa Carter. Un vialetto all'inizio del quale non riuscivi nemmeno a scorgere la facciata di quella villa immensa. Sarah si voltò verso l'amica con uno sguardo interrogativo
- A casa dei Carter? Ma fai sul serio? -
le aveva rivolto una domanda piccata fissandola in attesa di una sua qualche risposta.
- Le loro feste non sono male e poi sono stati Tracy e Caleb ad organizzarla, lo sai che loro sono abbastanza tranquilli -
aveva detto Becca unendo una scrollata di spalle alle sue parole. 
I Carter erano con ogni probabilità la famiglia più ricca e numerosa di tutta Calumet e delle cittadine vicine. I signori Carter erano abbastanza conosciuti in città sebbene nessuno ci avesse mai realmente scambiato più di tre parole ed ogni volta se ne stavano per i fatti loro.. avevano inoltre tre figli, due gemelli, Tracy e Caleb, che avevano un anno in meno di Sarah e poi, primo fra tutti, avevano messo al mondo niente di meno che Travis Carter. Travis non era certamente famoso per l'allegria che invece spiccava nei suoi due fratelli minori, né poteva vantare di avere la loro stessa loquacità e capacità di mettere a proprio agio le persone.. se non portasse il loro stesso cognome probabilmente nessuno penserebbe a lui come ad uno dei fratelli Carter. Sarah lo aveva visto diverse volte a scuola e, come tutte le altre ragazze, non era certo rimasta immune al fascino dei suoi capelli biondi che facevano da contorno ad un viso perfettamente delineato, così come non poteva dirsi lontana dall'apprezzare quell'aria misteriosa e ribelle che gli conferiva la sua figura colorata da una serie di svariati tatuaggi. 
Insomma, carattere a parte di certo Travis era un bel vedere. Al contrario di lui, Sarah aveva conosciuto i suoi due fratelli minori ed un paio di volte era persino uscita in compagnia di Tracy che, come una specie di principessa moderna, si defilava ogni sera intorno alla mezzanotte. I Carter, comunque, restavano un grosso punto interrogativo per quasi tutta la comunità di Calumet. 

- Okay, all'una in punto parte il taxi. Fatti viva per quell'ora o perdi la corsa -
per una volta il tono di Sarah non ammetteva repliche e, mentre osservava la sua migliore amica simulare un cenno militare prima di partire alla volta del tavolo con gli alcolici, la bruna iniziò la sua lotta verso la conquista di un angolo di divano sul quale restare seduta fino all'ora concordata.


 
 
Salve,
Ho deciso, dopo una lunghiiiiissima pausa, di ributtarmi nel mondo delle fanfiction. Questa volta si tratta di una storia fantasy che ho voluto provare a proporvi. Questo capitolo è più che altro introduttivo per spiegare il contesto, il personaggio principale e un po' quella che  è stata, è e sarà la sua storia. 


* La citazione è stata presa da questo articolo - http://www.anpas.org/storie-di-gente-d-anpas.html
  
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