Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: MisterXPaulPollo    02/05/2016    0 recensioni
Io sono la Dama Bianca, sono la regina di questo regno.
Io, non ho sentimenti.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Io sono il dolore.
Io sono la fine.
Io sono odio e sono amore.
Le mie mani non creano.
Le mie mani distruggono.
Frammenti di tempo faticosamente accostati tra loro come un intarsio complicato.
Frammenti di ricordi meticolosamente intrecciati come la trama di un arazzo.
Distrutti.
Veloci come un dito che preme un pulsante, letale come un bombardamento.
A volte penso che potrei spaventarmi, per quanto spesso vengo nominata, ma non posso spaventarmi.
Non mi è concesso.
Io sono la Dama Bianca.
Io non ho sentimenti.
Se li avessi, nessuno morirebbe, nessuno sarebbe costretto a separarsi da chi ama.
La vita continuerebbe a esistere, ed io sparirei in quell’oblio buio come la notte, un elisio eterno.
Ma come ogni notte ha la sua luna, così questo oscuro mondo mi vede regina.
Io sono la Dama Bianca, sono la regina di questo regno.
Io, non ho sentimenti.

26/04/1937 – Guernica, Spagna

Cammino solitaria in mezzo a queste persone, le attraverso, loro non possono vedermi. Non ancora.
Quanto velenoso può essere l’ultimo pasto di un uomo che non sa che sta per morire? Quanto dolorosa può essere l’ultima risata di una madre che ride del volto radioso del figlio? Quanto amaro può rivelarsi il sì di quella giovane sposa?
Non so cosa provano tutte queste persone, ignare della mia imminente e pesante presenza.
Io sono sempre esistita, ho presenziato all’evolversi dell’uomo, il vano tentativo della scienza di potermi estirpare nell’arco delle ere. Ho visto l’uomo schiacciato dal mammut, ho visto la donna stroncata nella gioia del parto, ho visto corpi imbalsamati per garantire all’anima un futuro migliore nel mio regno, ho visto i pagani bruciare sul rogo, ho visto vite logorate dalla peste, ho visto il bambino ucciso da un colpo di baionetta, ho sentito la gente che chiamava a gran voce il mio nome mentre si privavano della vita, ho visto ed ho chiamato a me i poveri e i potenti senza alcuna distinzione, ho visto..
Alzo lo sguardo al cielo, consapevole che a momenti il presente prenderà forma, e quelle risa, quei momenti felici e spensierati, il gusto del buon vino ed il sapore del buon cibo si trasformerà in cenere e macerie, in dolore e distruzione.
E così sarà, e così deve essere.
Le mie mani sono congiunte all’altezza del grembo, strette in una silenziosa preghiera che annuncia l’inizio.
Socchiudo gli occhi ormai completamente neri, macchiati del peccato umano, schiudo le labbra rosse, intrise del loro sangue, mentre un filo di vento accarezza il tessuto bianco intrecciato dal sottile filo delle loro anime.
Poi, l’inferno si trasforma in terra.
Le fiamme si ergono imponenti sopra le loro mortali esistenze, tutto brucia sotto il loro caldo sospiro, tutto si corrode alimentando l’odio di chi ha permesso tutto questo.
Vengo invocata, le loro anime mi reclamano smuovendo la mia candida veste, i miei occhi si riempiono del loro peccato, le mie labbra accolgono il loro sangue senza neanche sfiorarlo.
Io sono la Dama Bianca, io non ho sentimenti.
Sono la regina di tutte quelle anime che si aggrappano al sottile intreccio del niveo abito, rendendolo sempre più pesante, secondo dopo secondo.
Cammino lentamente tra quelle fiamme che non possono ferirmi, porgo le mani a quegli spiriti che non riescono ad abbandonare il terreno involucro, lacerati tra la vita ed il mio regno immortale.
Le aiuto ad aggrapparsi al mio puro velo di salvezza. Senza macchia, senza menzogna.
Cammino, sempre più lentamente.
Il fardello che le mie esili spalle cercano di sorreggere è pesante, fisicamente doloroso per un essere umano quale non sono.
Alcuni spiriti che attendevano il mio arrivo mi porgono le mani in segno d’aiuto, rispettosi nei confronti della loro regina, sebbene la mia schiena si stesse incurvando come una vecchia ingobbita dalle fatiche di una vita passata.
Allungo le mani verso le loro, le stringo con bramosa forza, aggrappandomi ad esse come un bambino che si aggrappa alla madre, terrorizzato dal mondo che lo circonda. Mi assicuro a queste, perché ogni passo ha ormai il peso di una montagna.
Tutto intorno a noi continua ad ardere, le fiamme continueranno a deglutire pezzi di mura, case, alberi, animali, persone. Tutto continuerà ad infiammare l’odio e l’ignoranza umana.
Tutto brucerà fino a quando i sopravvissuti, stanchi di tutto questo, non crolleranno nel dolore ed affogheranno nelle loro lacrime.
Abbasso per un secondo il cupo sguardo, i miei occhi non assorbono alcun peccato da quel corpo, il suo sangue sulle mie labbra stona con quello delle altre,e  la sua anima, è una macchia ben più chiara nel resto del tessuto.
Sposto di poco lo sguardo verso quella piccola anima priva di qualsiasi peccato, che si posa ai miei piedi leggiadra come una piuma. La osservo non riuscendo a provare pietà per quel bambino che si unirà al cordoglio.
Io sono la Dama Bianca, io non ho sentimenti.

«TU.»

Un urlo straziante richiama la mia attenzione, costringendomi a spostare lo sguardo da quella piccola nube bianca incorporea, alla donna che ne regge il mortale involucro ormai inutile.

«Come puoi fare questo? Come puoi portare via l’unica cosa buona che io abbia mai fatto? Come puoi essere così crudele? »

Quella giovane madre riesce a vedermi, mi fissa con i suoi occhi grandi e verdi colmi di odio e lacrime, punta le mie orbite nere come una zebra che cerca di scappare dal morso dalla leonessa. La zebra è consapevole di non poter più fuggire, ma nonostante le devastanti ferite, nei suoi occhi vi si legge ancora la speranza di potercela fare.
Faccio forza sulle mani di quelle due rispettose anime, che hanno sorretto i miei pesanti passi per assumere nuovamente una dignitosa posa, degna della regina che sono. Le porto entrambe al ventre, la osservo, ma ancora non rispondo.
Cerco di comprendere i suoi sentimenti, ma non ci riesco.
 Vorrei poterli provare a mia volta, ma non posso.
Io sono la Dama Bianca, io non ho sentimenti.

«Io sono la Dama Bianca, io non ho sentimenti. Puoi odiarmi, maledirmi, ma non puoi vendicarti, e tu lo sai.
Sono la regina del regno infinito, e l’unica luce in questo oscuro mondo. »

«Lui è così piccolo.. »

«Lui non è il solo ad essere entrato nel mio regno quest’oggi, e non è stato il primo infante che ho accolto alla mia corte, né sarà l’ultimo. »

«Si perderà nell’immensità di quello che tu chiami regno. »

« È solo un’altra stella nel firmamento. »

«Perché sei qui, Dama Bianca, perché fai tutto questo a noi uomini? »

Un passo in avanti, un altro, e poi un altro ancora, cammino piano, inginocchiandomi stancamente di fronte a lei, trovando un po’ di sollievo dal pesante fardello che trascinavo. Le orbite nere come l’oceano più profondo, adesso si specchiavano nel verde smeraldo dei suoi, dai quali riesco perfino a vedere i lineamenti marcati del mio volto circondato dalle morbide ciocche bianche, la pelle diafana, la fronte alta e gli zigomi pronunciati. Dei lineamenti così aspri e contrastanti rispetto a quelli della giovane, che avvolsi con le mani fredde come le notti d’inverno.

«Se io non esistessi, l’ignoranza e la perfidia umana avrebbe reso l’uomo incontrollabile. L’uomo non è fatto per vivere pacificamente, l’uomo è nato per infliggere dolore anche involontariamente. L’uomo, è dolore figlia mia. »

« Se questo è il dolore a cui è destinato l’uomo, io non voglio viverlo. Portami con te, o ridammi mio figlio.»

«Non è ancora il tuo momento. Devi vivere per comprendere, o morire per distruggere. »

«Sono morta, nel momento in cui hai chiamato a te l’anima di mio figlio. Se distruggere la felicità umana, mi permetterà di restare con lui, allora è il tuo regno che scelgo. »

«Così sia. Vestirai il nero vessillo del tuo egoismo, al quale intreccerai il filo dei peccati umani. Ti farai carico del suo straziante peso, e mi seguirai nel percorso eterno del mio cammino senza mai parlare. In cambio del silenzio eterno, tuo figlio giacerà per sempre tra le tue braccia, e nessuno potrà mai separarvi. Così sia, e così sarà.»

Lentamente, come mi ero avvicinata, posai le rosse labbra su quelle della giovane donna che chiamavo a me. Un bacio glaciale, un bacio che ruba vitalità, sogni, speranze. Un bacio che distrugge frammenti di tempo, intrecci di ricordi, un bacio veloce, un bacio letale.
E così, in un ultimo respiro, anche il suo involucro mortale si inchina alla potenza del fuoco.
Dalle ceneri si alza una marionetta immortale, che stringe tra le braccia il corpo del figlio avvolto da bende nere.
Mi alzo faticosamente da terra, porto le mani sul ventre e la osservo camminare tra le anime, consapevole del compito da svolgere, del peso da sopportare. Da quando esisto, non sono mai riuscita a comprendere i sentimenti umani. Perfino quella donna mi è estranea.
Per un attimo, durante il suo ultimo respiro, credo di averla sentita dire “Grazie, mamma.”
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: MisterXPaulPollo