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Autore: L S Blackrose    02/05/2016    0 recensioni
« Per sempre all'inverno ella apparterrà ».
Questa è la maledizione che grava su Gwen, splendida e impavida principessa del clan MacWarden. Da che ha memoria, il gelo che porta dentro di sé è sempre stato l'unica costante della sua vita.
Ma ci sono fuochi che nemmeno il ghiaccio può estinguere: ardono in segreto nel più freddo dei cuori e sciolgono ogni ostacolo imposto dal fato.
E se le fiamme destinate a salvare Gwen avessero i riflessi del cielo, il profumo della luce del sole...e la celebre caparbietà dei Vandemberg?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Axel Vandemberg, Bryce Vandemberg, Nuovo personaggio, Stephen Eldrige
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Prologo



 

 

C'era una volta, in un regno lontano e plasmato nella neve, una Principessa. Aveva tutto ciò che ognuno potrebbe desiderare: una famiglia amorevole. Potere, forza e bellezza. Una voce da usignolo che poteva sciogliere perfino il più freddo dei cuori. Un radioso futuro.

Ma si sa, il male per natura desidera possedere le cose più pure e belle, e, ahimè, quella Principessa non fece eccezione.

Un mattino d'inverno, un viaggiatore bussò alle porte del castello. Accolto con la tipica calorosità del Nord, che tanto contrasta con i paesaggi innevati delle vette, il misterioso forestiero si inchinò ai reali e chiese udienza.

Il Re, dopo aver scambiato uno sguardo con la moglie, lo invitò con un cenno ad esprimere la propria richiesta. Così il viandante disse loro: « Maestà, ho un solo desiderio. Chiedo in moglie vostra figlia ».

I sovrani, stupefatti, gli risposero che la Principessa era ancora una bambina. Una volta cresciuta e in età da marito, lui avrebbe potuto ripresentarsi assieme agli altri pretendenti per aspirare alla sua mano e al trono, come decretava la legge.

Lo straniero incappucciato, tuttavia, si ribellò con asprezza alle gentili parole del Re. Disse che non era disposto ad aspettare, lui voleva la Principessa e la voleva subito, non fra dieci anni. Allora il sovrano si alzò dallo scranno in preda all'ira e gli intimò di andarsene e di non tornare mai più.

La risata dello sconosciuto, tagliente e dolorosa come una lama ricoperta di ghiaccio, fece tremare i vetri alle finestre e gelare il sangue della Regina. Ella, che aveva ereditato da sua madre il sottile intuito che sfociava nella preveggenza, cercò di riappacificare gli animi dei due uomini, ma il forestiero la interruppe con un gesto della mano. « A nulla varranno le vostre suppliche, mia Regina. Oramai ho deciso ». Alzò le dita pallide e affusolate, puntandole verso di loro. Nella sala ogni candela si spense, le vetrate si ruppero in mille pezzi e la neve riempì in poco tempo il pavimento di pietra.

Con quella manifestazione di potere, l'uomo rivelò la propria identità: era uno degli Spiriti della Neve, padroni delle tempeste e signori dei venti.

I suoi occhi cerulei si posarono in quelli del Re. « Con queste parole io vi maledico, maestà. Che la neve e l'inverno mi siano testimoni. Se non posso avere la Principessa per me, ella non sarà di nessun altro ».

Un silenzio attonito seguì quell'orribile profezia. La Regina si aggrappò al braccio del marito, prima di inginocchiarsi ai piedi dello Spirito e implorare clemenza. Avrebbe fatto qualsiasi cosa, disse. Qualsiasi cosa pur di salvare la figlia, anche a costo della propria vita.

Ma lo Spirito non accolse le sue suppliche. Si dimostrò implacabile e spietato, come lo strato di ghiaccio che nei fiordi impediva alle navi di salpare.
« Così voglio e così sarà. Bella e pura la Principessa crescerà, ma ogni anno, sulla sua pelle, la neve il suo marchio gelido imprimerà. All'età di vent'anni il suo cuore reclamerò e per sempre all'inverno ella apparterrà ».

Il Re, dapprima impietrito, si fece avanti e sguainò la spada. Lo Spirito maligno rise ancora e la tormenta che imperversava nella sala si intensificò. Accecato dai fiocchi di neve che gli turbinavano intorno, il sovrano chiuse gli occhi e tentò un affondo con la lama.

Come era giunta, la tempesta cessò.

Lo Spirito era scomparso: unica traccia del suo passaggio, il soffice strato di neve al suolo.

Ma le sue perfide e crude parole risuonarono nel cuore dei sovrani fino alla fine dei loro giorni.










* * * * * * *


Ciao a tutti!

Questa è la mia prima ff su Black Friars, nata dopo aver terminato l'ultimo libro. E' il mio umile tributo alla straordinaria Virginia de Winter e alla sua saga, che mi ha appassionato e fatto sognare.

Non sarà un racconto lungo: prevedo circa dieci capitoli, forse meno. E avrà come protagonista l'incubo dei becchini, comunemente noto anche come Bryce Vandemberg. E' il personaggio a cui mi sono affezionata di più, mi ha fatto ridere e riflettere, quindi perché non scrivere qualcosa su di lui?

Spero che il prologo vi abbia incuriosito, alla prossima.

Lizz






 

 
   
 
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