Tutti vorrebbero la mia vita. Cammino per strada e percepisco le ondate di invidia che trasudano da tutte le ragazze infelici delle proprie misere esistenze. E l'ammirazione dei ragazzi con gli ormoni in subbuglio. Con la coda dell'occhio li percepisco spogliarmi con lo sguardo. Sento le parole di rimprovero con cui le loro fidanzate li ammoniscono. E in effetti, non c'è che dire, la mia vita vista da fuori pare perfetta: un ragazzo bellissimo e pazzo di me, un fisico che può far concorrenza a quello di una top model, un conto in banca considerevole, delle amiche che mi vogliono bene e che farebbero di tutto per me. Una facciata splendida, davvero invidiabile. Invidiabile come la recita che metto in scena giorno per giorno. Ma un passo falso e l'intero spettacolo crolla, la facciata si sgretola, i mattoni cadono infrangendosi al suolo con un rumoroso tonfo e ciò che resta non è che un cumulo di macerie. Questa sono io: una funambola che cerca perennemente di rimanere in equilibrio tra la vita perfetta che sembro avere e la voragine priva di fondo che rischia di inghiottirmi. Le giro attorno, lascio che un piede ci penzoli sopra, che si avvolga delle sue tenebre, la contemplo sorridendo, pensando che ancora una volta l'ho fatta franca. Ma so che non sarà sempre così: so che prima o poi il passo falso arriverà e il mio corpo verrà avviluppato dall'oscurità. Ripiomberà nella desolazione da cui si è appena ripreso, se così si può dire. Lo sento sempre più debole, consumato. Lo percepisco incespicare e sbilanciarsi ogni volta più vicino al baratro. Colgo il gelo dell'oscurità sempre più vicino, ormai riesce ad accarezzarmi la pelle, lasciandosi dietro una scia nero pece. Sento le voci sussurrate sempre più vicine, mi pare quasi di capire cosa dicano.