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Autore: Otacon_96    02/05/2016    0 recensioni
nasce come racconto breve, vuole diventare una saga
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole del tramonto rischiarava vermiglio la valle. Gli alberi stavano abbandonando le loro prime foglie e, poco a poco, l'estate cedeva il passo all'autunno e poi all'inverno. Lento ma inesorabile sarebbe arrivato ancora una volta.

La Valle era incolta come al solito, difficilmente qualche stolto si azzardava a toccare quelle terre.

Eppure manteneva sempre un'aria austera ed ordinata, di una bellezza selvaggia, ma anche composta ed armoniosa.

Le grandi querce rosse si stagliavano solitarie e la cingevano in un abbraccio di rami e foglie, guardiane eterne di quel luogo silenzioso. Pochi alberi erano cosi' grandi ed antichi nel continente, uno spettacolo che pochi altri luoghi potevano vantare.

Sulla quercia più alta, a Sud della valle, un piccolo uomo era intento a fumare la pipa. Seduto su un ampio ramo, scrutava l'orizzonte, mentre i piedi ciondolavano in modo scomposto e la lunga barba ondeggiava al vento.
Il volto tondo gli conferiva un'aria da bambino, tradita soltanto dall'espressione indurita dal tempo. gli occhi verdi osservavano curiosi e stanchi il finire del giorno.

“Sapevo di trovarti qui, vecchio” Disse una voce tra le foglie.

Il piccolo uomo non si scompose, diede un tiro più lungo degli altri con la pipa e accennò un sorriso.

“Hai idea di che diavolo sta succedendo nel continente?” Continuò la voce.

“Nella misura in cui posso sapere cosa succede nel mondo vivendo nei boschi, almeno finché non deciderai di rendermi partecipe di cosa ti preoccupa cosi' tanto da portarti qui da me, in questa splendida giornata di fine estate, nel mentre io mi godo la mia pipa” Rispose il vecchio, aggrottando le bianche e folte sopracciglia.

“Focolai di un morbo a nord, nella Capitale.. il contagio inizia ogni volta da grandi città per poi spandersi nel resto del continente, prima le città dei mercanti dell'est, poi a ovest nel Restfalian e adesso anche tra le mura della Capitale” Continuò la voce.

“E quando arriverà nel Sud curerò i malcapitati nella valle, gli intrugli non mi mancano mai, come non mancano medicine nel resto del continente..”

“Non è questo il punto” disse la voce, ansante.

“I guaritori dicono che si tratta di magia, una magia che non conoscono e di cui non si conoscono gli effetti.. per ora sono riusciti a fermare il contagio e ad evitare il panico con dei palliativi, ma è solo questione di tempo e...”

“Sarà il Caos, l'impero si sgretolerà ed altre sventure, la solita storia, che alla fine si risolve anche senza scomodare questo vecchio scorbutico. Comunque, fatti vedere, sono stanco di parlare al vento” Concluse il piccolo uomo.

Dapprima le foglie si mossero, come a rivelare una figura imponente celata agli occhi. Poi un corpo sottile, quasi impalpabile, si mostrò al suo interlocutore.

Una Figura femminile, dalle forme sinuose e sfuggenti, fornita di lunghe ali argentee che partivano dalle braccia, e morbide piume sulle estremità del corpo. Una bellezza esotica, che stonava con il corpo tozzo dell'uomo.
“Certo che se mi è riuscito qualcosa in questa vita.. beh, quella cosa sei te, Sven”

“Oh smettila vecchio, non riesci proprio a prendermi sul serio, l'intero continente è in peric..”
“E la mamma come stà?” La interrompette l'uomo senza lasciarla finire.
La donna alata sbuffò, poi con aria di rassegnazione esordi': “La Mamma sta bene, lo sai che è preoccupata e che vuole che torni.. Ma adesso basta, dammi retta un attimo”
“Va bene va bene, non sia mai che non ti prenda sul serio. Coraggio, dimmi quello che mi devi dire”
Rispose con tono accomodante il suo interlocutore.

“Sei convocato a palazzo, ordine del primo consigliere, hanno mandato me perché... beh, l'ultimo messaggero che ti hanno mandato..”
“Sarebbe una storia divertente da raccontare Sven, quel ragazzo alla fine deve solo imparare ad essere meno insistente” Rispose il vecchio trattenendo a stento una risata.

“Comunque, confido che mi seguirai” Continuò la donna alata.

“Lo so, il primo consigliere usa ancora questi sporchi mezzucci, usare te per arrivare a me. Allora, qual è il programma?”

“Ufficialmente non dobbiamo farci vedere insieme, adesso sono un cavaliere alato e il mio ordine mi impone la massima riservatezza. Nessuno deve sospettare perché sono qui e chi devo scortare”
Disse con un sussurro Sven, come a voler enfatizzare il senso di segretezza della missione che doveva compiere.
“Ah ma smettila bambina mia, adesso mi faccio chiamare Bash. Sai, per tutti sono poco più che un eremita che veglia sulle querce, un vecchio pazzo alla stregua di tanti altri” Continuò il vecchio uomo.

“Comunque sia, Bash, stanotte devo rimediare un Aviacarro per noi due. Io nasconderò le mie ali e tu farai il vecchio pazzo che dici di essere, daremo comunque nell'occhio, ma..”
“E' sempre meglio che vedere un cavaliere alato e l'ultimo dei druidi, dico bene?” Concluse Bash.

   
 
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