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Autore: _Son Hikaru    02/05/2016    5 recensioni
Non pubblico da un bel po' e ho deciso di tornare in pista con una One Shot dedicata a Thranduil e ad una parte del suo passato, che mai avrebbe raccontato perchè troppo orgoglioso per ammettere le proprie debolezze.
Spero di avervi incuriositi almeno un poco.
Buona lettura
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Thranduil
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Anche un re può avere paura…
 
 
 
Non era passato  molto tempo da quando suo padre era morto, lasciandogli come eredità il comando di un vasto regno.
Tuttavia Thranduil non aveva avuto il tempo per piangere la morte del padre, perché questi gli aveva lasciato come primo compito quello di vincere la guerra che lo aveva strappato alla vita. Ed ora si trovava a capo dell’esercito di elfi.
 Il cuore gli batteva forte per l’agitazione, e la preoccupazione di non essere all’altezza del padre e il solo pensiero di non riuscire a comandare le sue truppe lo tormentava, tanto che dopo la morte del padre non era più riuscito a scivolare nel suo solito sonno vigile.
Giunti finalmente in uno spiazzo non troppo distante dal campo di battaglia, i soldati sistemarono l’accampamento montando per prima la tenda del loro nuovo sovrano. Non appena questa fu pronta Thranduil non indugiò ad entrarvi, sperando di poter trovare finalmente riposo.
I secondi però passavano tramutandosi con una lentezza snervante in minuti e poi in ore, ore che il re elfico trascorse ad occhi aperti.
Irritato e quasi furioso con il sonno che non voleva accoglierlo decise di uscire dalla sua tenda e di controllare che i suoi soldati stessero bene, e che nessuno di loro fosse terrorizzato come lui dall’imminente battaglia. E nel qual caso uno di loro lo fosse stato lui non avrebbe certo esitato a mettere da parte i propri timori per confortarlo e infondergli coraggio.
Passò lo sguardo su ogni elfo che si trovava fuori dalle tende per sistemare armi, armature e a rifocillare a dovere i poveri cavalli che erano stati costretti a cavalcare per tutto il giorno, ma solo uno fra questi lo colpì più degli altri: era alto e magro, dalla muscolatura ben modellata e lunghi e fluenti capelli castano chiaro.
Con le mani affusolate accarezzava una giumenta dallo splendido manto color sabbia.
Thranduil lo guardò, era isolato da tutti gli altri, e curioso di vederlo in volto decise di avvicinarvisi.
“Hai una splendida giumenta” disse
L’elfo sussultò nel sentire la voce chiara e melodiosa del suo re “Vi ringrazio mio signore”  disse mettendosi sull’attenti. Le spalle rigide e i muscoli tesi come la sottile corda di un violino sorpresero non poco Thranduil, che ancora non era riuscito ad abituarsi a tutte quelle cerimonie e formalità.
“Rilassati pure soldato” lo pregò poi con un sorriso appena accennato. Alle sue parole il soldato si rilassò, me le sue spalle rimasero ugualmente tese, come se di fatto fosse agitato per qualcosa. E il pensiero che quel qualcosa potesse essere proprio la guerra che avrebbero dovuto affrontare l’indomani costrinse Thranduil a chiedergli:
“Sei forse agitato per domani?” e sperava in cuor suo che la risposta del soldato non fosse negativa, perché sapere di non essere l’unico agitato quella notte lo avrebbe di sicuro confortato.
Il soldato rimase per qualche istante in silenzio, come se strigliare la sua giumenta richiedesse tutta la sua concentrazione
“A dire il vero, mio signore, lo sono e molto perché questa è la mia prima guerra” fece una piccola pausa per osservare il re che non accennava a rispondere, e per timore che potesse considerarlo un debole, o peggio ancora di aver deluso le sue aspettative aggiunse: “Spero però che con queste mie parole voi non mi vediate come un debole”
Thranduil lo osservò con attenzione, i suoi occhi verde smeraldo erano coperti da uno spesso velo di preoccupazione e timore, e lo fecero sentire incredibilmente vicino a lui. Condividevano entrambi le stesse paure, e Thranduil sentì di potergli confessare senza timore ciò che lo tormentava in quei giorni.
“Anche io sono spaventato”
L’elfo sussultò sentendo quelle parole, puntando subito gli occhi verdi, ora più luminosi di prima, in quelli del giovane sovrano
“Dite sul serio?”
“Sì” rispose lui, e con non poca esitazione aggiunse “Mio padre è morto ed io ho ereditato il suo regno ed ogni sua responsabilità, e tra queste vi è anche la guerra, il comando dell’esercito e la vostra vita, che io devo proteggere. Se io sbagliassi nel darvi un ordine o fossi troppo precipitoso e ad uno di voi succedesse qualcosa non potrei mai perdonarmelo” sospirò amaramente iniziando a carezzare con dolcezza la giumenta del suo soldato.
“Da ragazzino ero certo fosse facile essere re, ma ora mi rendo conto che è un compito davvero difficoltoso e doloroso. Io non credo di essere in grado di sopportare il peso che deriva dalla morte dei miei soldati”
Sorpreso dalla sincerità e la semplicità delle parole con le quali il suo re gli aveva parlato, e rincuorato nell’apprendere che perfino un re poteva provare paura, decise che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di confortarlo in qualche modo.
“Questa è la tua prima guerra e certo non sarà l’ultima. Quando saremo sul campo di battaglia dovrai svuotare la mente da tutto e da tutti, il tuo unico pensiero dovranno essere i nemici. Ma ti sentirai confortato dalla consapevolezza che ogni tuo compagno sarà lì per aiutarti e che ognuno di loro, me compreso, avrà nel cuore le tue medesime paure. La morte per noi Elfi è lontana, ed arriva solo con la guerra ed è normale che tu ne abbia timore”
Thranduil parlò per primo perché questo era il compito di un vero sovrano: infondere coraggio ai suoi soldati dimenticando completamente i propri timori.
“Vi ringrazio mio signore” disse con un profondo inchino. La voce velata da una grande emozione per aver ricevuto quelle parole di conforto proprio dal suo re. Ma anche lui voleva aiutarlo per ripagarlo di tutta la sua gentilezza.
“Ma non dovete dimenticare  che noi combattiamo per proteggere voi e il popolo e che se voi moriste a causa di un nostro errore le nostre anime sarebbero tormentate dai sensi di colpa per l’eternità. Noi abbiamo il compito di proteggere colui che si adopera per governare con saggezza il nostro regno,e morire per proteggervi sarebbe l’onore più grande a cui possiamo aspirare noi soldati” fece una pausa tornando a guardare Thranduil negli occhi e sorridendo finì dicendo “Voi siete un bravo sovrano, con le vostre parole avete appena dimostrato di tenere a noi e sono certo che vostro padre sarebbe molto fiero”
Commosso dalle sue parole Thranduil non riuscì a fare altro se non a sorridere a quell’elfo che lo aveva confortato senza ridere dei suoi timori.
 
 
 
L’indomani la guerra fu sanguinosa e dura. L’esercito di Thranduil aveva vinto, a discapito però delle vite di molti soldati, fra i quali vi era purtroppo anche il giovane elfo che era riuscito a calmare l’animo del re, il quale si trovava ora in una tenda assieme a lui.
“Sopravvivrai, ne sono certo” disse lui stringendogli piano la mano tremante. Sentiva gli angoli degli occhi pungere e le lacrime spingere prepotentemente per lasciare i suoi occhi
“No mio signore. Sento ormai che la vita mi sta abbandonando, ma sono lieto di aver protetto la vostra.” Mentre parlava suo volto sporco di sangue e innaturalmente pallido del giovane soldato si dipinse un piccolo ma bellissimo sorriso.
Gli occhi di Thranduil si fecero lucidi e questa volta non fece nulla per trattenere le lacrime che silenziose scorrevano sul suo volto.
“Non piangete per me” biascicò l’elfo
“Come posso non farlo?” domandò Thranduil con la voce rotta dal pianto “Mi hai dato conforto nonostante la tua paura. Non potrò mai scordare ciò che hai fatto per me” fece una piccola pausa asciugandosi le lacrime con il dorso della mano libera “Ti prego, prima di lasciare per sempre questo mondo rivelami il tuo nome così che io possa ricordarti come meriti” la voce ancora tremante per il pianto
“Legolas”
Con queste ultime parole, quasi sussurrate, e il sorriso sulle labbra, il giovane elfo dai capelli castani morì, abbandonando per sempre la Terra di Mezzo per dirigersi alle Aule di Mandos dove avrebbe finalmente trovato riposo.
 
 
Quando anni dopo venne alla luce il primo figlio del re questi gli diede nome Legolas in onore di quel soldato che lo aveva confortato prima della guerra, e che aveva perso la vita per proteggerlo.
Non lo avrebbe mai dimenticato.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice<3
Salve a tutti, non scrivo storie sul signore degli anelli da parecchio tempo, anche perché ultimamente ho avuto così tanto da fare con la scuola che mi è risultato parecchio difficile riuscire a pubblicare qualcosa.
Questa storia su Thranduil, personaggio che io personalmente amo alla follia per l’alone di mistero in cui è avvolto il suo passato, mi è venuta in mente una delle ultime volte in cui ho avuto la febbre quest’anno.
Quel giorno, non chiedetemi perché, ma dopo un bel sonnellino sul divano avvolta nella mia bella copertina di lana, mi sono chiesta come Thranduil avesse affrontato la morte del padre e tutto ciò che ne seguiva. Premetto che io non so assolutamente come suo Oropher sia morto e come Thranduil sia divenuto re di Bosco Atro, ma quel giorno ho pensato che poteva essere morto in guerra, mi sembrava una cosa alquanto plausibile visto che è l’unico modo in cui un elfo può morire. E mi sono chiesta quale sarebbe potuta essere la reazione di Thranduil, anche lui può provare paura e ho cercato in qualche modo di sviluppare una storia proprio su questo lato diciamo “umano” di Thranduil.
Spero non vi dispiaccia la mia idea sul perché del nome di Legolas ^^
Detto questo spero che la storia vi sia piaciuta, ringrazio chi commenterà, chi starà in silenzio nascosto nel buio.
Accetto qualsiasi critica purché costruttiva, e per pietà sono umana ho dei sentimenti non siate troppo cattivi, potete criticare anche con gentilezza se non avete gradito la storia.
Hika <3 
  
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