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Autore: Tinucha    03/05/2016    3 recensioni
"È la mia droga." "La droga crea dipendenza e poi uccide." "Sono già dipendente e sto morendo lentamente." Mercedes mi lancia una tenera occhiata "Tu lo ami." "No." rispondo fermamente, lei scuote il capo "Si, invece."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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POV LODOVICA
Rimasi ferma, immobile, a guardare le nostri dita intrecciate ed il sorriso smagliante di Diego contornare il suo bellissimo viso. << Mi hai baciata. >> << Si, e lo farei ancora. >> carezzò le mie labbra << ..e ancora. >> si avvicinò pericolosamente << ..e ancora. >> le morse scherzosamente facendomi mugugnare. << Non mugugnare per così poco, bambolina. Presto capirai davvero per cosa ne vale la pena. >> deglutii, irrigidendomi e lui continuò a sorridere. Nonostante non me ne rendessi conto, pian piano dipendevo da lui, nonostante non volessi ammetterlo, io ero sua. << Cosa vuoi fare? >> mi domandò dolce, disegnando dei cerchi immaginari sul palmo della mia mano. << Vorrei..vorrei.. >> ma l'unica cosa che mi saltava in mente erano le sue labbra sulle mie. Mi andava bene tutto. L'importante era che fossi con lui. << Ti va un gelato? >> propose notando la mia difficoltà. Annuii immediatamente ricambiando il suo sorriso ed insieme ci sedemmo ad un bar ordinando due coni. Mangiai con gusto il mio gelato al cioccolato sotto il suo sguardo divertito. << Perché mi fissi? >> domandai una volta che ci alzammo per andarcene. << Hai la bocca sporca di gelato, e giuro che muoio dalla voglia di fare quello che fanno i ragazzi nei film. >> << E allora perché non lo fai? >> gli sorrisi sensuale sentendo il mio cuore scalpitare quando avvicinò di nuovo le sue labbra alle mie. Si staccò di poco. << Ti dirò un segreto: "Avevi le labbra pulitissime, moretta." >> << Ed adesso te ne dirò uno io: "Lo sapevo benissimo, moretto." >> ed una volta che la mia mano fu nella sua riprendemmo a camminare come due semplici ragazzi innamorati. 





POV CANDELARIA
Piansi, piansi fino allo sfinimento. Tenendo gli occhi sigillati nei suoi versai tutta me stessa. Non mi ero mai sentita così stanca, sfinita, sfiancata, nemmeno quando avevamo fatto l'amore fino a perdere il respiro. Mi carezzò una guancia con quel tocco così dolce da sfigurare e stonare con la sua personalità prepotente ed arrogante. Stava piangendo anche lui. Lui. Ruggero. Il Ruggero che non aveva mai visto l'ombra di una lacrima sul suo viso. Il ragazzo dai cento difetti riparati dal suo unico pregio. Aveva solo un pregio. Mi amava. E gliene sarei stata infinitamente grata. 



POV RUGGERO
La guardai impotente maledicendomi. Ero solo un idiota. Con le dita tremanti pecorsi il suo viso di velluto, quasi come quello di una bambola di porcellana e scostai lentamente una ciocca di capelli dal suo viso. Non sapevo cosa sarebbe successo, e volevo godermi a pieno ogni singolo attimo fuggente. << Hai mille pregi, bimba. Mille. Ma un unico difetto, che ti spinge a spegnere i tuoi sorrisi e ad accettare il mostro che è in me. >> singhiozzò e premurosamente poggiai le mie labbra all'angolo delle sue labbra. << Amarmi, rossa. Amarmi è il tuo unico difetto. >>


POV MARTINA
L'affermazione di Tessa mi aveva spiazzata e non poco. Per tutto il tempo ero rimasta in silenzio, seduta sulle gambe di Jorge che sorridendomi rassicurante mi aveva stretta a se. Anche il ritorno verso casa era stato silenzioso, per tutto il tempo avevamo tenuto le mani congiunte ed io avevo fantasticato su di noi. Ci avevo immaginato alle prese con dei bambini che scorrazzavano per la casa, avevo sorriso come una stupida, risvegliando un sorriso smagliante anche sulle labbra di Jorge. << Tutto bene? >> mi domandò parcheggiando sotto casa, ed io annuii interdetta. << Ti ho vista molto pensierosa e tesa, dopo la constatazione della piccola Tessa. >> << Non preoccupartene. >> << Si invece, io mi preoccupo, piccola. >> chiusi gli occhi, quelle parole suonarono perfette. << Voglio. >> << Vuoi cosa? >> domandò aggrottando la fronte divertito. Mi sporsi verso di lui posando la testa sul suo petto ed alzando la testa per guardarlo. << Non lo so, voglio..fare l'amore con te, avere dei bambini, essere felice. >> sorrise carezzando i miei capelli con la mano sinistra ed avvicinando le sue labbra alle mie. << Avrai ciò che vuoi. >> sussurrò roco << Devi solo prendertelo. >> sorrisi << Quindi sei mio? >> sorrise << Dal primo giorno in cui hai messo piede nella mia vita. >> << Io non sono tua, però. >> << Questo è quello che credi. >> soffiò sempre più vicino, fino a far scontrare le nostre labbra. << Non voglio appartenere a nessuno. >> soffocai un gemito avvertendo la sua mano fredda piantarsi sul mio fianco caldo, al di sotto della maglia. << Apparterrai a me. >> con una mossa mi portò a cavalcioni su di lui e sorrise malizioso. << Appartieni già a me. >> si corresse facendo giocare i nostri nasi. Il mio respiro si fece pesante, la sua voce roca, la tensione decisamente densa e palpabile. << Forse dovrei rientrare. >> proposi avvertendo le sue labbra baciare la mia mascella, per poi scendere avide a bagnare la pelle sensibile del mio collo. << Già, dovresti. >> annuì strusciando il suo naso nell'incavo della mia scollatura. Trattenni il fiato, e mi fu definitivamente impossibile respirare quando si avventò sulle mie labbra, impossessandosene. Fu padrone di ogni mio singolo gemito, di ogni mio singolo sospiro. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo al mio corpo. Avevo bisogno, bisogno di qualcosa di più, qualcosa che andasse oltre i baci. Avevo bisogno, bisogno di sentirlo dentro di me. Le sue mani carezzarono il mio ventre risalendo sempre più su fino a stringere quasi con possesso il mio seno. Ansimai, stringendo e tirando le punte dei suoi capelli, cominciando a muovermi su di lui. Rispose alle spinte, ed entrambi sembravamo fregarcene di essere in auto, in strada. << Maledette barriere. >> ringhiò a voce bassa. Mi baciò ancora, e ancora, e ancora. L'ossigeno nei nostri polmoni sembrava non svanire mai. Scesi impacciata con le labbra a baciare il suo collo e lui gettò la testa all'indietro godendosi le mie attenzioni. Un ticchettio proveniente dal vetro ci fece ricomporre. Diego era dinanzi a noi, sotto la pioggia a guardarci sconvolto. Io e Jorge ci guardammo e dandogli un veloce bacio a fior di labbra sgattaiolai fuori salutando mio cugino a testa bassa. Il mio ragazzo abbassò il finestrino salutando con un: << Ciao ragazzi. >> ed un Diego impietrito rimase immobile sotto la pioggia. << Mi sa che ho sottovalutato la situazione. >> disse solo seguendomi in casa dove zia Clara e zio Ezequiel ci aspettavano seduti a tavola. Mi sedetti salutando, seguita ancora da Diego che non proferì parola e cominciai a mangiare. << Come mai in ritardo, ragazzi? >> domandò zia Clara bevendo un sorso d'acqua. << Perché non lo chiedi a Martina, mamma? >> roteai gli occhi scuotendo il capo << Io e Jorge abbiamo tardato un po', c'era traffico. >> << Diego perché brontoli? >> << Perché stavano scopando nel vialetto di casa. >> ironizzò lui. La forchetta che aveva tra le mani lo zio cadde rovinosamente nel piatto procurando un rumore assordante, mentre lui sbiancò lanciandosi un'occhiata d'intesa con zia Clara. Tirai un calcio a mio cugino che sembrò pentirsi della sua confessione. << Va bene, erano in auto e non stavamo proprio scopando. >> gli sorrisi, ma uno di quei sorrisi alla: "Dopo facciamo i conti." ed annuii voltandomi di nuovo a guardare marito e moglie. << Ci stavamo solo baciando. >> la cena proseguì silenziosamente e quando facemmo per alzarci gli zii presero parola. << Martina tu rimani in cucina, vogliamo parlare con te. >> mi preparai psicologicamente a quello che avrei dovuto subire a causa di Diego sedendomi di fronte ai due. << Tu lo sai..ecco..come nascono i bambini? >> mi sbattei una mano sulla fronte << Non vorrete mica farmi il discorso sul sesso, vero? >> li guardai sbuffando << So che lo fate per il mio bene, come una mamma ed un papà, ma sono cresciuta in strada come i miei amici, e beh..lì certe cose si vengono a sapere subito. >> << Ma..tu..?! >> scossi il capo vigorosamente sbarrando gli occhi << No, no, no. >> e alzandomi di fretta e furia corsi di sopra aprendo la porta di Diego. << Domani dirò a Lodovica delle tue erezioni quando guardi le sue foto in costume da bagno. >> sgranò gli occhi e non ebbe nemmeno il tempo di obiettare che mi richiusi la porta alle spalle sorridendo soddisfatta e mi trascinai svogliata fino alla camera da letto.



POV JORGE
Quando finii di cenare mi sedetti a guardare un po' di televisione assieme ai miei genitori che accoccolati sul divano si stringevano sussurrandosi parole dolci. Scossi il capo ridendo, prendendo il cellulare per inviare un messaggio a Martina, e trattenni a stento un sorriso quando esattamente in quell'istante il telefono mi vibrò tra le mani con il nome di Martina. Aprii il messaggio scoppiando in una stupida risata ed attirando l'attenzione dei miei.


"Diego ha detto agli zii che stavamo facendo sesso sfrenato in macchina."
"Potremmo sperimentarlo."
"Vuoi farmi incazzare anche tu?"
"Quello di farti incazzare è il mio unico scopo nella vita, piccola."
"Non chiamarmi piccola quando fai l'idiota."
"Hai il ciclo?"
"Possibile." scossi il capo scattando una foto ai miei genitori ed inviandogliela.
"Dimmi che non diventeremo così smielati da vecchi."
"Ma neanche per sogno! Comunque sono carini."
"Anche io sono carino."
"Tu non sei carino, un coniglietto è carino. Tu sei da stupro, Jorge."
"Ormoni in subbuglio, Stoessel?"
"Colpa del ciclo."
"Sei ancora incazzata con me?"
"Sempre."
"Beh..se fossi lì ti bacerei..ovunque."
"Smettila."
"Perché?"
"Perché mi viene caldo e sto già sotto il piumone, non ho voglia di scrollarmelo di dosso." 
"Toglilo."
"EH?!"
"Togliti il piumone di dosso." sentii i pantaloni farsi stretti, al pensiero di lei, con addosso una stupida magliettina che le copriva a malapena il suo generoso fondoschiena, sola, in un letto così grande.
"Col cazzo, qui si gela."
"Stavo provando a fare del sesso telefonico."
"BLEAH, sei disgustoso!"
"Ti sarebbe piaciuto."
"Continua a crederci."
"Posso chiamarti? Se ne va in cancrena il dito a forza di scrivere."
"Va bene, ma scordarti il sesso telefonico."
"Uffa, okay. Sei noiosa." inviai per poi alzarmi e liquidarmi con un: << Vado fuori a fare una passeggiata. >>
Martina rispose al primo squillo. << Io non sono noiosa. >> tuonò acida << Hai ragione sei acida, dovremmo scopare. >> sentii il suo fiato corto perforarmi quasi il timpano e sorrisi cominciando a camminare nel giardino per poi lasciarmi andare a sedere. << Scherzavo, sai? >> << E se ti dicessi che ho voglia di fare l'amore, adesso? >> << Correrei da te. >> << Beh..voglio fare l'amore, ma non correre da me. >> ridacchiò ed io la seguii a ruota per poi tornare serio. << Correrei da te anche se mi dicessi che hai bisogno di un abbraccio, o di qualcuno che ti stringa dopo un incubo. >> quasi potei vederla sorridere << Lo so. >> mi morsi le labbra avvertendo un suo sbadiglio << Allora, niente sesso telefonico, piccola? >> << JORGE! >> mi rimproverò << CAZZO, MI HAI ROTTO UN TIMPANO! >> sbottai ridendo << Non farò sesso telefonico con te..non stanotte. >> aggiunse poi maliziosa facendomi scuotere il capo divertito. << Buonanotte piccola. >> << Buonanotte, amore mio. >> sorrisi come un ebete chiudendo la chiamata << Parliamo del sesso telefonico o del "piccola", tesoro di mamma? >> sgranai gli occhi trovandomela alle spalle sorridermi in modo abbastanza inquietante. << Ma-mamma. >> sorrisi innocentemente alzandomi di scatto << Dovrei andare a dormire, sono già le.. >> << No, è ancora presto figliolo facciamo una chiacchierata. >> e la facemmo. La chiacchierata peggiore della mia vita. Decisamente da dimenticare. La facemmo. 

   
 
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