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Autore: Gray Qrow    03/05/2016    1 recensioni
Ho sempre ritenuto la mia una grande famiglia. Insomma, due sorelle, un fratello e una mamma non formano poi una famiglia così piccola. Vi chiederete perché manca mio padre : i miei genitori divorziarono quando ero molto piccola , percui lui non ha mai realmente fatto parte della mia vita.
Di lui so molto poco , solo che vive dall’altra parte della città e che tradì mia mamma 6 volte.
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: B-Bomb/Lee Minhyuk, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Triangolo
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Capitolo 1

Ho sempre ritenuto la mia una grande famiglia. Insomma, due sorelle, un fratello e una mamma non formano poi una famiglia così piccola.
Vi chiederete perché manca mio padre : i miei genitori divorziarono quando ero molto piccola , percui lui non ha mai realmente fatto parte della mia vita.
Di lui so molto poco , solo che vive dall’altra parte della città e che tradì mia mamma 6 volte. Tra l’altro non porto nemmeno il suo cognome, ma quello di mia mamma, Lee.

Non ho mai sentito la mancanza di mio padre, la vita scorreva tranquilla per noi. Ma un giorno alla mamma venne diagnosticato un cancro in fase terminale. Un mese di vita. Non avevamo altri parenti in vita : mamma era figlia unica, i nonni erano morti prima della nostra nascita . Soli. E lei fu costretta a fare l’unica cosa possibile : mandarci da papà. Ci disse di stare tranquilli, che eravamo suoi figli e ci avrebbe amato.

Pur essendo tre fratelli siamo molto diversi, sapete?
Minhyuk è il più grande e il più maturo, ama molto la musica anche se cerca di negarlo, probabilmente perchè è una passione che abbiamo preso da nostro padre. Io e mia sorella, 3 anni più piccole di lui, siamo invece molto diverse.
Hyemin è molto più femminile di me, per esempio: ama truccarsi quando esce, si veste in modo femminile e alla moda, cura i suoi capelli ; e poi ci sono io : Mina , mascolina forse anche più di mio fratello ( a volte penso di essere io il vero uomo di casa ), amo i vestiti extra large, mi trucco solo per le occasioni importanti e ho letteralmente solo un paio di tacchi. Noi due poi non ci somigliamo neppure, poiché siamo eterozigoti. Ma io e mia sorella abbiamo una cosa in comune: un armadio al quasi solamente pieno di vestiti neri.

Di cosa stavo parlando..? AH GIA’. La morte della mamma.

Chi prese peggio la morte della mamma fu mio fratello, Minhyuk. Lui ha sempre odiato papà, profondamente. Non credo di aver mai visto amore nei suoi occhi quando si parlava di lui. Per quanto riguarda me e mia sorella, ne eravamo prettamente indifferenti, senza odio né amore. Ma non avevamo scelta e il giorno del trasloco arrivò in fretta. Forse troppo.

Nostro padre abitava dall’altra parte della città, e l’appartamento che dividevamo con mamma dovette restare vuoto. Minhyuk avrebbe potuto diventarne proprietario solo ai 21 anni compiuti. Ne aveva solo 19 percui non poteva, in quel momento.
Papà viveva in una grande casa in mattoni : non ho mai capito che lavoro facesse, ma doveva certamente avere molti soldi. Giunti lì, scaricammo le valigie dal pullman e ci fermammo ad ammirare la casa.
- Bella casa, no? – chiesi contenta ai miei fratelli, sperando di risollevare il morale almeno un po’. Minhyuk teneva ancora il muso, Hyemin invece sbuffava e chattava con qualche amica, che aveva dovuto lasciare nella vecchia scuola. Ah già, avremmo dovuto cambiare scuola, data la lontananza. Che merda. Ho sempre odiato dovermi ambientare, per questo speravo di andare d’accordo con i miei fratellastri.

Fui io a suonare il campanello, come si poteva facilmente pianificare.
Venne ad aprirci un qualcosa di vagamente simile a uno gnomo. Era alto più o meno quanto noi, quindi dedussi che probabilmente si trattava di uno dei miei fratelli ; mi presentai cordialmente :

- Buongiorno sono Mina, questa è mia sorella gemella Hyemin e mio fratello maggiore Minhyuk. Se non abbiamo sbagliato indirizzo, da oggi vivremo qui. – il ragazzo mi salutò sorridente e prese la mia valigia.

- Felice di conoscerti! Io sono Taeil , ora a breve qualcuno verrà ad aiutarci con le valigie. JIHO, JIHOON VENITE SUBITO, ABBIAMO VISITE. – sentimmo dei passi per le scale e due figure sbucare all’improvviso.
Erano forse quanto di più alto io avessi mai visto.
Cominciai a canticchiare il motivetto de L’Attacco dei Giganti , facendo scoppiare a ridere mia sorella, che aveva capito la battuta.
Il più basso dei due si presentò come Jiho, più grande di noi di alcuni mesi , mentre l’altro si rivelò essere il “ piccolo di casa”, Jihoon , di un giorno più grande di noi, tra l’altro.
Ci aiutarono a portare le valigie al piano superiore e ci presentarono la nostra stanza.
Io e Hyemin avremmo dormito assieme, essendo le uniche ragazze, mentre Minhyuk sarebbe finito in camera con un tale Yukwon che a detta di Taeil era “ un tipo strano ma con cui si può convivere”. Domandai curiosa dove fosse papà, ma mi dissero che purtroppo era in viaggio di lavoro e sarebbe tornato la mattina successiva, motivo per cui quella sera avremmo mangiato solo noi fratelli.
D’un tratto vedemmo un ragazzo curioso affacciarsi sul nostro uscio : capelli abbastanza lunghi, bel sorriso, orecchini di dubbio gusto, bei vestiti, occhi stretti.

- Oh buon cielo, lasciatemi sola con lui un secondo e non sarò padrona di me stessa .- mi sussurrò mia sorella e io dovetti trattenermi dallo scoppiare a ridere :

- Salve ragazze, benvenute in famiglia, io sono Yukwon e spero davvero che vi troviate bene. – ci disse contento. Ma che fagottino di tenerezza.

- Manca qualcuno? – chiesi sarcastica a Taeil , visto quanti fratelli erano usciti fuori ; lo vidi annuire e ci fece segno di seguirlo : si fermò a qualche porta di distanza, bussando alla porta con moderata forza :

- Kyung, posso entrare? – domandò e , ricevendo un mugolio sommesso in risposta, aprì la porta.

Un ragazzo non troppo alto stava provando qualcosa a una tastiera, con delle cuffie : le tolse e finalmente si girò verso di noi e … oh buon cielo, avrei voluto qualcuno lì a sorreggermi. Era tutto ciò che di più bello potesse esserci.

-Piacere, sono Kyung. Avevo dimenticato il fatto che dovreste arrivare oggi , percui scusate se non vi ho accolto. Stavo studiando per un esame importante, percui ero sovrappensiero.-

-Nessunissimo problema! – mi affrettai a rispondere – anzi ora togliamo il disturbo così torni a studiare, mh? Bye bye. – dissi e , imbarazzata come poche volte in vita mia, corsi fuori dalla stanza assieme a mia sorella, che oramai tratteneva a stento una fragorosa risata.
Taeil uscendo fece un rapido riepilogo: - Dunque avete conosciuto me, Jiho, Jihoon, Kwon , Kyung… chi manca? – restò in silenzio poi di bottò lo vidi alterarsi – MA CHE DOMANDA IDIOTA, CHI PUO’ ESSERE? AHN JAEHYO DOVE DIAVOLO SEI? – d’un tratto una porta davanti a noi si aprì e ne uscì la reincarnazione di Gesù Cristo in abs e asciugamano in vita.

- EHY, COSA CAZZO URL- oh ciao.- disse notando la nostra presenza – siete amiche di Taeil?- : quest’ultimo lo fulminò con lo sguardo e un silenzio calò tra di noi.

-….Era oggi, vero?-

- Già. –

- E l’ho dimenticato, giusto? –

- Mh-mh.-

-E sono un coglione, ho ragione? – , il maggiore annuì e l’altro ragazzo fece una smorfia e si chiuse in bagno, urlando nel mentre qualcosa come “ Comunque benvenute” .

Taeil sospirò pesantemente e alzò le spalle mormorando qualcosa come “ Giuro che non siamo tutti così imbecilli” per poi guidarci verso la cucina.
Caso volle che mamma morisse poco prima dell’ inizio della scuola, verso marzo. Scoprimmo in seguito che aveva già preso accordi con papà , che aveva pagato la retta scolastica e comprato le divise.
La scuola che frequentavano i miei fratelli era un edificio che racchiudeva ogni indirizzo possibile.
Erano fondamentalmente due edifici comunicanti : in uno vi erano le sezioni relative agli istituti tecnici e generici ( nda. L’istituto generico è praticamente come il liceo. ) , nell’altro vi erano gli indirizzi artistici (Potevano mancare? Ovviamente no. ) .
Taeil fu molto bravo nell’illustrarci tutto nei minimi dettagli, dalle divise, alle regole, alla scuola : era facilmente intuibile che fosse il più grande di noi.

La giornata passò in fretta e presto arrivò ora di cena : i ragazzi scesero tutti puntualissimi e iniziarono a preparare la tavola, mentre io , Minhyuk e Hyemin aspettavamo in piedi ; notai accanto al frigo una lista con dei nomi scritti sopra , due per ogni giorno .

- Cosa sono questi? – chiesi curiosa attendendo risposta, che mi venne data da Yukwon :

- Sono i turni per apparecchiare, sparecchiare e lavare i piatti. Due di noi a turno lo fanno ogni giorno. Oggi sarebbero stati di turno Kyung e Jiho, ma siccome siete arrivati voi, lo facciamo tutti assieme da bravi fratelli. – gli altri annuirono, tranne Jaehyo, troppo occupato a capire come mettere la tovaglia .

A tavola apparecchiata, cercammo di assegnare i posti a sedere : io venni presa per un braccio da Jihoon che ripeteva qualcosa tipo “ Tu vicino a me, vero Mina? Vero?” con una quantità infinita di vero dopo la domanda e , poiché mi sembrava simpatico, accettai di buon grado. Jiho e Kyung presero posto vicino a Jihoon, Taeil di fronte a noi, affiancato da U-kwon , Hyemin e Minhyuk mentre Jaehyo prese posto accanto a me, dal lato opposto. A capotavola vi era poi un posto vuoto, presumibilmente occupato da papà, considerando la mancanza di altre figure in famiglia. Mangiammo e chiacchierammo allegramente, raccontandoci qualcosa gli uni degli altri, era un bel clima : sembravamo un gruppo di amici , e andava bene così, visto che non saremmo riusciti a presentarci come fratelli, visto che ci conoscevamo da appena qualche ora.
Finita la cena, mi offrii volontaria di sparecchiare, cosa che generalmente mi divertiva fare anche nella mia vecchia casa, specialmente se potevo canticchiare.

- Ma no Mina, tranquilla, ce ne occupiamo noi, tu vai a disfare le valigie. – disse un Jiho estremamente premuroso , interrotto da un Jaehyo sorridente :

- Dai ragazzi voi andate, le do una mano io . A volte mi va di fare il bravo fratello maggiore. – suscitando una risata più o meno generale ( l’ unico a non ridere fu Minhyuk, che fece una faccia abbastanza confusa) , dunque, il suddetto riuscì a convincerli .
Chiacchieriammo un po’ mentre iniziavamo a sparecchiare e mi fece ridere parecchie volte : era parecchio impacciato a dispetto dell’apparenza. All’inizio ammetto di aver pensato che potesse essere una testa vuota , un babbeo, ma mi ero ricreduta.

- Come mai si è offerto di aiutarmi lei? Non sembra un gran lavoratore.- dissi scherzosamente

- Facciamo così : prendilo come un modo per farmi perdonare della brutta figura di prima . – disse ridacchiando, e io risi con lui. Terminato di sparecchiare, iniziammo a lavare i piatti , canticchiando allegramente , come in una moderna versione di Cenerentola o Biancaneve.
D’un tratto fece una battuta che ricordo mi fece morire dal ridere e feci cadere un piatto a terra, che stranamente non si ruppe ; mi piegai per prenderlo e accadde un qualcosa che fino a quel momento credevo esistesse solo nei drama : ci piegammo entrambi e prendemmo il piatto sfiorandoci le mani. Pensate termini qui? NO. Alzammo la faccia nello stesso momento. Capite? LO STESSO MOMENTO. E non so se avete la più pallida di quanto lui possa essere stato figo, perché io la ho. Credo di ricordarmi a memoria ogni suo poro a causa di quella scena. Fatto sta che ci guardammo per istanti incredibilmente lunghi, poi io decisi di alzarmi e terminare di pulire : potrei giurare per un minimo secondo di aver visto dispiacere nei suoi occhi.
Una volta terminato, rigorosamente senza dire una parola, ero sul punto di andarmene quando mi sento trattenere per un braccio : “ O buon dio , o santo cielo, aiuto.” penso istintivamente per poi voltarmi ; lui era lì che mi fissava nello stesso modo di prima :

- Ti serve qualcosa..? Ho sbagliato qualcosa nel mettere a posto? – chiesi preoccupata .

Lui scosse la testa e mi fissò ancora , per poi lasciarmi andare :

- No, no. Va tutto bene. Tutto bene. – ripetè , uscendo dalla cucina.

Lo fissai confusa per poi salire anche io ; tornando all’inizio , dicevo : ho sempre ritenuto la mia una grande famiglia . In seguito capii che una famiglia di 4 persone non è grande, in confronto a una da 10 : da quel giorno infatti avrei dovuto abituarmi alla nuova vita con mio padre e i miei 6 strambi fratellastri.

  
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