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Autore: Abbykat    03/05/2016    0 recensioni
La genesi di Neo Roanoke: qualcosa non va.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Gundam Seed e i suoi personaggi sono proprietà di Hajime Yatate e Yoshiyuki Tomino, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

THE GOOD SOLDIER
scritta da Abbykat, tradotta da Alessia Heartilly

"Bentornato, Comandante Lorrnoke," disse il medico.

Chi?

"Ci hai fatto preoccupare per un po'. Per favore, non provare ancora a muoverti troppo. Le tue ferite stanno ancora guarendo."

Ferite... Come aveva fatto a ferirsi? Poteva sentire il dolore fioco che gli correva sul viso e su quasi tutto il corpo, ma-

Ignorando il consiglio del medico e il dolore più forte che arrivò quando si mosse, si portò una mano a esplorare le bende che gli coprivano il viso. "Ahi." La voce gli uscì sabbiosa, come se non fosse stata usata. "Cosa... è successo?"

"Ah," disse il medico, e si fermò per un momento. "Da quello che ci è stato detto, il tuo mobile suit è stato seriamente danneggiato a Jachin Due, dopo che la nave che stavi difendendo è esplosa."

Lui si accigliò, e sentì tirare la crudezza che gli attraversava la guancia e che gli scendeva tra gli occhi. Mobile suit, sì, ma... "Non può essere vero."

"È un miracolo che tu sia sopravvissuto," disse il medico.

La nave che stavi difendendo è esplosa. Era sbagliato. Ne era sicuro, ma quando cercò di richiamare alla mente cosa fosse successo davvero, tutto quello che ottenne fu un vuoto confuso e un mal di testa.

"La buona notizia," continuò il medico, "è che sei in via di piena guarigione. Sei un uomo molto resistente, Comandante Lorrnoke."

"Non è il mio nome."

"-Scusa?"

"Il mio nome," disse. "È-"

Lui si fermò.

"Il tuo nome è Neo Lorrnoke," gli disse dolcemente il medico.

"-Che razza di nome è quello?"

"Sei un Tenente Comandante dell'EAF," continuò l'altro, come se lui non avesse parlato. "Abbiamo confermato la tua identità basandoci sui rapporti OMNI."

Io mi chiamo... Neo?

"Hai avuto un'esperienza molto traumatica," disse il medico. "Non è sorprendente che i tuoi ricordi siano... confusi, o bloccati. Non sforzarti. Con il tempo e molto riposo, dovresti essere in grado di ricordare di più. Di solito, è quello che succede in casi come questo."

Lui si accigliò guardando il soffitto, e cercò di ricordare cosa fosse successo prima della battaglia.

"Ti consiglio di provare a riposare. Hai ancora una lunga strada da fare per guarire."

Il nome della sua nave.

"Se hai bisogno di qualcosa per il dolore," disse il medico, "non esitare a chiamare un'infermiera."

Il nome del suo Ufficiale Comandante.

"Ti lascio risposare, adesso."

Qualcosa.

Dopo che il dottore se ne fu andato, rimase a fissare il soffitto e cercò di ricordare il suo nome.

*~*~*~*~*

Ebbe alcuni visitatori nelle settimane successive, ufficiali d'alto rango dell'EAF. Nessuno di loro sembrava familiare, ma d'altra parte, nessuno di loro affermò di averlo conosciuto personalmente. Lo salutavano e lo chiamavano Comandante Lorrnoke, e dopo un po' smise di sembrare che stessero parlando a qualcun altro.

Gli dicevano tutti la stessa cosa, con parole diverse: abbiamo perso molti uomini. Abbiamo bisogno che torni al lavoro.

All'inizio era gratificante, ma dopo svariate visite del genere, la loro urgenza iniziò a disturbarlo. La guerra in teoria era finita - o no?

Quando lo chiese, gli portarono una copia del suo rapporto di servizio. In mancanza di qualsiasi altra cosa da fare a parte stare a letto e sentire male, lo studiò, cercando tra le lettere regolarmente stampante una qualsiasi cosa che avesse senso.

Tenente Comandante Neo Lorrnoke. Data di nascita: 29 novembre, C.E. 42. Gruppo sanguigno: O. Nessun parente prossimo.

Questo sono io?

Lesse la lista delle missioni di stanza e degli schieramenti, nomi di posti e basi e navi, ma non si aprì nessuna porta nella sua memoria. Erano solo nomi su una pagina: Terza Flotta. GAT-01 Strike Dagger. Servizio con onore, Battaglia di Porta Panama.

Questo è... tutto di me?

Che altro ci doveva essere?

Fissò per un lungo momento l'ultima missione: nave da battaglia Dominion, classe Archangel, distrutta durante la battaglia di Jachin Due, 27 settembre, C.E. 71. 'Dominion' non significava niente per lui, ma 'Archangel'...

Lui ne chiese notizie, e gli dissero che la Dominion era l'unica nave di classe Archangel commissionata - un prototipo di nave da trasporto che non aveva, sfortunatamente, funzionato secondo le aspettative.

Non gli sembrava accettabile, ma forse era senso di colpa.

*~*~*~*~*

Dormiva spesso, una fuga dal disagio delle ferite che guarivano e la pura noia di essere bloccato in un letto d'ospedale con niente da fare e pochi visitatori. E gradualmente, i ricordi trapelarono.

A volte ci inciampava semplicemente sopra, come trovando qualcosa che aveva dimenticato di possedere, mentre pensava a qualcos'altro che improvvisamente gli portava alla mente un'associazione.

A volte sognava in technicolor febbricitante, e si svegliava con i ricordi improvvisamente freschi e restaurati. Ricordava la Dominion, in frammenti slegati, anche se i ricordi non smisero mai del tutto di sembrargli non a posto, in qualche modo, come se fossero stati dipinti con i colori sbagliati. Jachin Due non si risolse mai in qualcosa di più chiaro di una confusione di spazio luccicante ed esplosioni e luce accecante, ma quando sognava di Panama, la vista del personale dell'OMNI che si arrendeva, abbattuto a colpi d'arma da fuoco dai piloti della ZAFT, rimaneva con lui con chiarezza brutale anche dopo che si svegliava boccheggiando e sudando freddo, e per un po' non dormiva più.

Pezzo per pezzo, rimise insieme la sua identità, abbinando stralci di ricordo alla cornice dei fatti del suo rapporto di servizio. Ma nulla dissolveva l'attanagliante senso di qualcosa che mancava, e i sogni che più voleva ricordare - quelli da cui a volte si svegliava caldo di una rabbia senza fonte, ma più spesso caldo di un sentimento per cui non aveva un nome - non importava quanto rimanesse fermo dopo essersi svegliato, cercando di richiamare un qualsiasi dettaglio chiaro a cui aggrapparsi, quei sogni si dissipavano sempre come vapore, e la serenità che sentiva svegliandosi diventava fredda e vuota.

Nessuno che lo conosceva andò mai a trovarlo.

*~*~*~*~*

Alla fine gli tolsero le bende dal viso, e per la prima volta poté guardarsi allo specchio. Un estraneo ricambiò il suo sguardo, con capelli biondi troppo cresciuti e spettinati, e strisce di cicatrici livide che gli attraversano la guancia e il naso.

Fu allora che le infermiere smisero di guardarlo negli occhi.

Una volta che fu guarito abbastanza da alzarsi, si buttò nella terapia riabilitativa; sembrava che non potesse controllare la sua memoria, ma almeno poteva riacquistare il controllo del suo corpo. Era un obiettivo per cui lavorare, e la soddisfazione che veniva dal ricostruire regolarmente muscoli e resistenza, dal rimpiazzare il dolore delle ferite che guarivano con il dolore più onesto dello sforzo, e dall'essere finalmente in grado di muoversi senza alcun dolore, per la maggior parte riempiva i vuoti dentro di lui lasciati dalle larghe fette di memoria che non tornarono mai.

Fu dopo una di quelle sessioni che l'Ammiraglio Sutherland tornò a visitarlo, stavolta in compagnia di un uomo che non indossava un'uniforme Omni. "Comandante Lorrnoke," disse, "voglio presentarti Lord Djibril," e Neo guardò duramente l'uomo che un Ammiraglio dell'Alleanza Terrestre chiamava 'Lord'.

C'era qualcosa in questo Djibril che non era sicuro gli piacesse - qualcosa nel modo in cui si comportava, o forse erano i suoi occhi - ma un soldato non disonorava un Ammiraglio sulla base di qualcosa di così nebuloso come un sentimento. "Signore," disse, e inclinò la testa con quello che sperava fosse rispetto sufficiente a superare l'esame.

Djibril incontrò i suoi occhi solo per un istante prima di distogliere lo sguardo con un'espressione di disgusto accigliato, come le infermiere, come tutti. "Stai guarendo molto velocemente," disse. "È un peccato che non abbiano potuto fare di più per le cicatrici, però. Deve essere difficile ricordare il tuo fallimento ogni volta che ti guardi allo specchio."

La simpatia insincera nel tono dell'uomo fece stringere i denti a Neo. Tenne la bocca chiusa.

"Beh," continuò Djibril con disinvoltura, "forse posso aiutarti con quelle. Sono qui per farti un'offerta, Neo. Mi sarebbe utile qualcuno con le tue abilità nell'81° Battaglione Mobile Indipendente."

"Non sono familiare con quella divisione," rispose Neo.

Djibril sorrise, astutamente. "No, non lo sei, vero."

"Anche se attualmente siamo in pace," disse l'Ammiraglio Sutherland, "l'intelligence ci ha dato ragione di credere che PLANT non intenda aderire ai termini dei nostri trattati. Per quanto riguarda noi, abbiamo le mani legate. Non possiamo fare niente per difenderci senza violare noi stessi i trattati."

"Quindi state parlando di operazioni di copertura," disse Neo.

"Il capitano dell'81° risponde solo a me," gli disse Djibril. "E qualsiasi richiesta di uomini o equipaggiamento sarà soddisfatta senza domande con ciò che la OMNI ha di meglio da offrire, per permettere che il battaglione abbia la giusta libertà d'azione. Sono sicuro che puoi capire quanto è importante per me avere qualcuno in quella posizione su cui posso contare per l'esecuzione degli ordini."

C'era una dissonanza in tutta la questione, un ronzio statico in fondo alla mente di Neo - una sensazione di tradimento di cui non poteva del tutto indicare la ragione. Allora non sarebbe stata pace, dopo tutto, nonostante tutta la carneficina che aveva comprato la possibilità di averla.

E di era la colpa di questo?

E cosa altro aveva ritenuto di poter fare con se stesso, quando la guerra era tutto ciò di cui aveva una qualche memoria?

"Allora?" lo incoraggiò Djibril, in attesa. "Posso contare su di te, Neo?"

Neo inclinò la testa in un cenno di assenso rigido. "Sì signore."

"Eccellente." Sembrò maliziosamente compiaciuto. "Puoi vederla come una seconda possibilità, per rimediare a Jachin Due."

*~*~*~*~*

Dopo, camminando da solo nel corridoio, passò accanto a una donna che indossava l'uniforme OMNI e i segni di tenente. Non era nulla di straordinario, con i capelli castani e un corpo abbastanza carino, ma affatto familiare, e non poté immaginare che cosa di lei lo avesse spinto a guardarla di nuovo. Ma quando lo fece, per un momento, per caso, si guardarono negli occhi.

Lei fece una smorfia e distolse lo sguardo, a disagio, mentre lo superava.

Lui si fissò allo specchio più tardi, e la cicatrice lo fissò duramente di rimando, ancora scorticata e vivida sul suo viso, un simbolo di fallimento.

*~*~*~*~*

Gli diede una sensazione fredda, la prima volta che si mise la maschera e si vide con metà faccia nascosta, impassibile e anonimo, ma era meglio che non essere in grado di incontrare i suoi stessi occhi allo specchio.

*****
Nota della traduttrice: come sempre, ogni commento sarà tradotto e inviato all'autrice, così come ogni sua eventuale risposta sarà riportata come risposta alla recensione (nei siti che lo permettono) o comunque sul mio blog.
Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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