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Autore: _heartbeat_    03/05/2016    3 recensioni
-Domani Swan!I pensieri negativi rimandali a domani, come delle scuse quantomeno dovute a tutta Storybrooke e le più sincere e vere a tuo figlio- riprese fiato, poi si ricordò di non aver finito il suo discorso.-Ah, un’ultima cosa, dimenticavo questo...-
Emma non ebbe il tempo di chiedere o mostrarsi stupita che si vide arrivare la mano di Regina dritta in una guancia.
Il dolore le annebbiò la vista per un attimo prima che si risvegliasse.
-E questo?-
-E’ per avermi fatto tanto male, se prima ti punivo mi avresti uccisa quindi meglio ora che mai-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Drriiinnn!!
Per quale diamine di mago! Il campanello stava suonando da quasi mezzo minuto e nessuno era ancora andato ad aprire, urlai un disperato Henryyy! nella speranza che mio figlio mi sentisse e decidesse di scendere dal suo letto fatto di fumetti e grovigli di cuffie per la musica e venisse ad aiutarmi.Non ero nella condizione ideale per aprire la porta e accogliere un ospite.
Drriiinnn!
Il rumore si fece più insistente di prima e anche più frequente, Henry lo diedi per morto ormai e mi rassegnai a scendere le scale in tuta, maglia larga e molletta nei capelli.Ero inguardabile.Che imbarazzo!
Drriiiiiinnnnnnn!!
Feci gli scalini a due a due, non mi sarei meravigliata se fossi caduta a faccia all’ingiù e mi fossi spappolata per terra, urlai uno Sto arrivando che mi si strozzò in gola e per poco non inciampai nel tappeto dell’ingresso.
Drriinnn!
E vabbè però che cavolo, se avevo detto che stavo arrivando voleva dire che stavo arrivando, se continuava a suonare non ci mettevo mica meno, anzi, ce ne misi di più per ripicca.Questo era uno dei pochi tratti della vecchia me che ancora mi piaceva sfoderare specialmente con certe persone precise, lì sì che mi soddisfavo.Dovevo dire che era quasi terapeutico, meglio di ogni medicina.
Drriinnn!
Arrivai alla porta ed ero pronta per urlare in faccia al malcapitato la maledizione più malvagia che mi fosse passata per la testa.Magari lo avrei trasformato in zanzara, così sarebbe stato più facile da schiacciare o meglio in un pesce rosso, Henry ne voleva uno da un pezzo e non credevo esistesse peggiore tortura che essere l’animaletto domestico di quella bestiola di mio figlio.Già, quella sarebbe stata la pena ideale.
-Razza di sciagurato rompiballe, che cosa vai rompendo alla mattina così presto?- dissi con tanto di voce teatrale degna di una delle star più brave di Broadway.
Lo sciagurato, o meglio la sciagurata, alzò gli occhi per guardarmi e non appena incontrò il mio sguardo sorrise appena.
-Buongiorno anche a te Regina!- mi salutò allegramente appoggiandosi distratta allo stipite della porta.
Emma.
E certo, non potevo mica non immaginarmelo che sarebbe stata lei.E pensare che avrebbe fatto una brutta fine da lì a cinque secondi, poverina, me la immaginavo mentre saltellava trasformata da pesce con i capelli biondi e la giacchetta di pelle che aveva sempre.
-A cosa devo il piacere della tua visita?- domandai non ricordando particolari avvenimenti o strani torti che potevo averle fatto questa volta.
-Si da il caso che io sia qui, a palazzo, su invito della Regina stessa- mi rispose sorridendo.
Ma che cavolo, io ti stavo per fare qualcosa di brutto e tu continui a sorridermi come se non avessi pensato nulla, così mi uccidi Emma Swan, mi uccidi di brutto perchè io adoro quel tuo dannato sorriso e anche la tua giacchetta di pelle.In poche parole adore te, e questo è...strano.
-Davvero?- non ricordavo proprio, mi guardò e io la guardai e poi mi riguardò e di nuovo la guardai e alla terza volta che lei mi guardava e io la guardavo decise che era meglio tirare fuori quel foglio stropicciato sul quale riconobbi la mia scrittura ordinata e pulita.
Ovviamente il foglio in origine era stato elegante e pulito a sua volta ma nelle mani di Emma anche un granello di polvere sarebbe stato stropicciato.Era inevitabile.
-Carissima e mai desiderata Emma, lo so che IO...sottolineato tre volte Regina, tre volte...non chiedo mai favori a nessuno nè tantomeno a te perchè diciamocelo, non ti lascerei sola a casa mia neanche se la casa fosse in demolizione...che carina, mi salveresti da morte certa, un briciolo di cuore lo hai anche tu allora...vorrei, questa volta e solo questa, fare un’eccezione alla regola chiedendoti una mano per una sorpresa ad Henry, una grande sorpresa.Prometto che ti concederò qualche spazio libero in più con tuo figlio.Augurandoti una settimana ricca di imprevisti e lavori faticosi, la tua amata Regina.P.S suona quante volte vuoi a tuo rischio e pericolo- lesse Emma imitando la mia voce e rendendola più altezzosa e infantile.
Ah certo, ora mi ricordo, la sorpresa, Henry, Emma, il muro bianco e la pittura.
-Immagino che tu voglia entrare- dissi facendola accomodare nell’ingresso sempre guardandola come a volerla studiare.In realtà credo di aver passato così tanto tempo a studiare le sue mosse, i suoi interessi, i suoi passi falsi, le sue debolezze che non ero riuscita ad imparare il suo carattere sbarazzino e autonomo, non mi ero abituata a vederla al mio fianco alla guida di Henry, non l’avevo vista ccome Emma.Ed ora era lì, in piedi davanti a me ed era solamente Emma.
-Vuoi qualcosa da bere?Caffè, Tè, acqua?- lo chiedevo per cortesia, perchè in fondo ero una regina ed ero raffinata, dovevo esserlo per ricordarmi la parte buona di me stessa.Lo chiesi invano perchè sapevo che Emma non avrebbe accettato nulla di mio, non dopo che avevo programmato di stecchirla con una sfogliatella alle mele avvelenate direttamente dalla produzione ad origine protetta della foresta incantata e con tanto di morso di Biancaneve.Il morso del nemico aveva aggiunto un profumo speciale, oserei dire vendetta essiccata al sole e conservata e stagionata sotto le macerie di Storybrooke e dintorni.
Ma ora, avendo Emma lì, non pensavo alla vendetta o alla sorpresa, pensavo ad Emma.
-Dove cominciamo?- la guidai per un corridoio al secondo piano fino ad una stanza enorme con grandi finestre che avevo già fasciato e preparato alla trasformazione.Emma buttò a terra lo zaino e trafficò al suo interno tirando fuori pennelli e rulli e una maglia bianca e un paio di pantaloncini neri davvero molto corti che contrastavano con la sua pelle chiara.Come se fosse la cosa più naturale da fare Emma si tolse lavecchia maglia e mise quella bianca, dopo fece lo stesso con i pantaloncini.
Diosss!Non dovevo pensare in quel modo, non di Emma, non in quella situazione ma cavolo, aveva un corpo spettacolare e non avevo potuto fare a meno che guardarla spogliarsi con gli occhi sgranati e la bocca asciutta arrossendo pian piano alla vista del reggiseno nero di pizzo e alle mutande abbinate.Quando ebbe finito mi si avvicinò e, con grande comicità, mi chiuse la bocca ridendo.
-Che?- feci io confusa sapendo benissimo di essermi incantata.
-Mi sembrava di aver visto la tua bocca scendere sempre più giù e cadere verso il basso mentre mi spogliavo- bastarda, i doppi sensi non li reggo.Ammetto che sei stata brava a provocarmi, hai colto l’occasione ma mi farò perdonare.
-Io non ti stavo guardando-
-No, hai ragione scusa, eri troppo occupata a spogliarmi con gli occhi, non pensavo ti facesse un effetto del genere vedendo una ragazza seminuda, pensavo ti piacessero solo i principi, non le principesse-
Infatti non mi piacciono le principesse o tecnicamente sì perchè tu sei una sorta di principessa nelle favole e di sicuro lo sei per me però...cavolo, mi mandi in pappa il cervello, meglio raffreddare tutto nella pittura.
Con molta poca voglia di scendere di nuovo le scale decisi di far salire i secchi di colore direttamente fino alla stanza.Avevamo a disposizione così tanti colori che credevo non ne potessero esistere in quel numero.Io volevo il rosso, si potrebbe dire per la mela, ma non solo, Emma voleva il verde e il giallo, ma io non volevo l’arancione quindi niente rosso e giallo vicini, Emma non voleva il viola quindi il blu era da scartare vicino al rosso ma con il giallo avrebbe creato solo altro verde.E troppo verde è il colore di Tremotino, mi mancava solo quello nella stanza di mio figlio.
-Senti, abbiamo così tanta scelta che non vale la pena non usarli tutti, facciamo un gioco, un intreccio di colori e creiamo qualcosa di fantastico.Per esempio: prendi uno dei pennelli grandi, intingilo nel colore che vuoi e poi schizzalo sul muro bianco- mi disse porgendomene uno.
Allora, da dove cominciare.Sì da, togliamoci il pensiero subito, intinsi il pennello nel barattolo del rosso e lo lanciai con forza contro il muro, al contatto con il bianco il colore esplose e si divise in tante direzioni, sembrava una ragnatela, senza volere avevo sporcato anche la maglia di Emma che mi sorrise.
Lei continuava a sorridere e io continuavo a farmi del male stando a guardare quella bocca che rideva per me, parlava a me e non so cos’altro mi avrebbe potuto fare...Regina smettila e scusati.
-Emma mi dispiace, per la maglia-
-Oddio Regina, pensa che questa maglia è talmente costosa che l’ho pagata meno di tre pacchetti di patatine ed è così di marca che è pure di seconda mano, non hai idea dell’enorme danno che hai fatto- prendimi in giro che ti sistemo io.Aspetta e spera che la Regina Cattiva non scateni la sua ira.
-Mi prendi in giro?-
-E’ corretto, mia cara, io lo chiamerei più prendere per il culo ma lo so che questa casa bandisce le parolacce- disse imitando la risatina isterica e nervosa di Tremotino –Ti perdonerò solo se tu mi laserai fare questo- non me ne accorsi neanche ma mi passò due dita su ogni guancia e le colorò con toni diversi.Era una guerra?E che guerra fosse!La soldatessa che era in me si stava già scaldando facendo streatching e giri di corpo.
-Quindi ora sono marchiata?- disse alludendo ad altro che delle semplici righe di colore.
Emma annuì sicura schizzando un po’ del suo colore sulla parete.Mi avvicinai furtivamente e le sussurrai all’orecchio.
-Beh...allora non vedo perchè tu non lo debba essere- mentre lo dicevo le pitturai due strisce rosse e blu sul collo lei, vedendo il viola che si era mischiato sulle mie dita, mi pizzicò il fianco sorridendo.
-Questo è un colpo a tradimento, ho diritto a due tiri liberi-
-Cioè?-
-Mettiti davanti alla parete, scegli il primo colore, il secondo è a sorpresa-
-Celeste- dissi velocemente prima di posizionarmi davanti alla bionda, Emma mi guardava fissa negli occhi, prese uno dei rulli e si assicurò che fosse bene grondante prima di avvicinarsi con un urlo di battaglia che mi fece piegare in due dal ridere.Diventai letteralmente azzurrina per tutto il busto.
La pittura iniziava a tirare e io mi sentivo stranamente euforica, avevo voglia di fare lo stesso a Emma, volevo che diventasse un arcobaleno.Forse volevamo colorarci più a vicenda che pitturare quel muro bianco.
Il secondo colpo non tardò ad arrivare, ma era diretto alla parete e non a me.
-Ricordiamoci che siamo qui per quella!- disse indicando le mie spalle.
Ovvio?Quando mai avevo pensato qualcosa di diverso da questo, Swan dubiti di me?Fai bene.
Ci dedicammo con più cura a finire il nostro obbiettivo, dipingevamo attente cambiando i colori ogni dieci pennelate, ci sfioravamo appena, ma era già bello così, Emma era caldissima, la sua pelle mi riscaldava anche se solo sfioravo il suo pollice, profumava di cannella e di buono ed era piacevole passare del tempo con lei.
Eravamo arrivate alla fine della parete delle finestre e avevamo bisogno di riposarci un po’, bere qualcosa e magari mangiare, Emma fece per aprire QUELLA porta ma io la bloccai in tempo.
Senti ciccina, dove credi di andare conciata in quel modo e con quelle mani? Tu non esci da questa stanza finchè non ti sei lavata per bene.
-Ehi, prima di venire qui ho preso il pranzo da Ganny’s per entrambe, ho pensato che avremmo avuto bisogno di qualcosa di veloce e comodo quindi...tieni, spero che ti piaccia, Granny l’ha fatto apposta per te!- esclamò allungandomi un pacchettino incartato che non aveva un bellissimo aspetto, era stata gentile, ma non dubitai che non si fidasse ancora di me.
-Vuoi qualcosa da bere?- chiesi rinnovando l’offerta che avevo fatto al suo arrivo, questa volta la sua risposta mi stupì.
-Sì, grazie Regina- mi rispose sorridendo.
-Che cos...-
-Quello che vuoi tu, quello che prendi tu mi andrà benissimo, mi affido a te, fai conto che sia cieca, non posso guardare quello che fai e non voglio nemmeno farlo, mi fido di te-
Okkeei!!Mi aveva completamente spiazzato, le opzioni erano due: o era talmente assetata da essere quasi disidratata e non poteva fare altrimenti, o si stava fidando davvero di me.Optai più per la prima, in effetti era un po’ pallida.
Tornai poco dopo con due bicchieri di sidro di mele, Emma mi guardò titubante e io feci due più due e capì: sidro di mele più mela avvelenata uguale a niente perchè questa volta ero innocente davvero.
-Sul serio Swan, è pulito, non l’ho corretto!- mi giustificai notando la sua espressione.
-E chi ha detto nulla, ha fatto tutto la tua testa, dai la colpa a lei, vieni qui che c’è tanto da fare ancora- mi indicò il pavimento accanto a lei e io mi ci fiondai, avevo fame e bisogno di respirare il suo profumo.
Mangiammo in silenzio sfiorandoci ogni tanto per accartocciare i pacchetti o prendere i bicchieri, la pittura si stava asciugando più velocemente del previsto.Era bella, stava venendo bene, aveva ragione Emma, così era più naturale ed Henry sarebbe impazzito visto l’entusiasmo di sua madre.
-Riprendiamo?- mi prese per mano e mi alzò, io mi diedi un po’ di slancio e mi ritrovai a meno di dieci centimetri dalla sua bocca, i suoi occhi verdi mi guardavano, il suo respiro caldo lo sentivo sulle labbra.Volevo baciarla, lo volevo così tanto che me ne sarei fregata del lavoro che c’era ancora da fare, non era una cosa solo di oggi, era da un po’ che la sentivo la bestiolina dell’amore, la scintilla che mi riscaldava il cuore.
Anche lei lo voleva, lo sentivo nel suo respiro meno regolare, si chinò verso di me ma io mi spostai di colpo così poggiò le sue labbra sulla mia guancia.Diooo!Già così era un qualcosa di woow...Regina Mills ti stai prendendo una vera e super evidente cotta per Emma Swan alias la Salvatrice o la madre di tuo figlio.
-Io...io scusa Regina, è l’abitudine, è meglio che torniamo...di là, scegli il prossimo colore che una parete l’ho fatta quasi solo io- la voce di Emma era strana, non era velata di imbarazzo ma non era nemmeno più euforica, era semplicemente strana.Forse ci era davvero rimasta male di quel bacio mancato.
-Si, forse hai ragione te, comunque penso che il giallo qui stia bene, è lontano dal blu e dal rosso, che ne dici?- chiesi speranzosa di dimenticare la scena passata.
-Devo prendermi ancora la mia vendetta per il viola Regina, guardati le spalle perchè posso arrivare ovunque!- mi disse lasciando ampie pennellate –Ad esempio, qui- e mi soffiò in un orecchio, lasciando poi un grosso segno rosso che dal lobo scendeva per la mascella.
-Io direi che vicino al giallo possiamo metterci il violetto, lo so che è un mashio però era avanzata della pittura viola e non posso sprecarla-
-Dammi una mano!-
Obbedì senza fare domande, meglio non peggiorare le idee di quella pazza bionda.
-Prendi un po’ di verde, giallo, blu, rosso, arancione e il resto e poi spiaccicala sul muro, io faccio lo stesso dall’altra parte-
Immersi le mani nella pittura fredda e mi lasciai sfuggire una risata carica di emozioni.Corsi per la stanza vedendo Emma fare lo stesso, ci incontrammo a metà via, lasciammo le impronte che si unirono in un misto di colori che andavano oltre alla sola pittura.Ovviamente, per la mia solita fortuna, inciampai sulla plastica che proteggeva il pavimento e catti in avanti, Emma mi prese al volo tra le sue braccia ma nel farlo cademmo una sopra l’altra.
Questa volta non ci potevano essere più scuse, non volevo trovarne di scuse e non ne avrei cercate da parte di Emma, l’unica cosa che volevo erano quelle dannate labbra sulle mie, quel suo sapore buone unito al mio come la nostra pittura.
Emma non fece nulla se non alzare la testa per guardarmi, ero io la guida, io davo il via e lei aspettava solo quello.Mi strinse forte in un abbreccio e io incastrai la mia testa nell’incavo del suo collo segnato dalla pittura secca.Le accarezzai le guance e poi non ce la feci più.
-Al diavolo!- sussurrai sulle sue labbra, ormai non potevo tornare indietro.
Sospirai al contatto con Emma era strano anche il nostro bacio, era salato e dolce con una punta di amara e un po’ di sorpresa, era colorato e umido come tutti i baci del mondo, ma non era come glia altri baci, era il più bello e dolce che avessi mai dato, era Emma e io non volevo altro che passare il pomeriggio a baciarla e coccolarla e colorarla.
Regina Mills ma che cosa ti sta succedendo?Sembri come se in balia del vento ti volessi tuffare nelle onde per soffrire meno il mal di mare.Emma è la tua onda, è la terra ferma e tu, Regina Mills, sei ormai così diversa da quella che eri tanto tempo fa al tempo del C’era una volta.
Te Regina Mills, sei innamorata di una squilibrata bionda che è innamorata di te dal primo giorno che ti ha visto in tuta e maglia larga.
  
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