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Autore: Ladynotorius    08/04/2009    4 recensioni
Gustav esce di casa per comprare un po' di dolci.
Un po'... Diciamo che un esercito nonr iuscirebbe a finire ciò che ha in mente di comprare per le altre tre bestie fameliche che lo aspettano in studio.
esce presto, convinto che così impiegherà massimo mezz'ora a svaligiare una pasticceria.
Convinto... non certo.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gustav Schäfer, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato alla Principessa e a Lady Vibeke.
E all'ale (che vuole la minuscola...)
E ovviamente, alla mia patata.

Volupture





Quel giorno doveva solo uscire, comprare un po’ di dolci e tornare in studio di registrazione. 

Sarebbe stato tutto estremamente semplice. Sarebbe uscito di casa presto, sarebbe andato nell’unica pasticceria di Amburgo che faceva 24 ore filate tutti i giorni della settimana e sarebbe tornato con un migliaio di pasticcini, un 4 - barra - 5 - barra - 6 torte, qualche centinaio di croissant e FORSE le bestie fameliche si sarebbero ritenute soddisfatte.

D’altronde, lui e solo lui avrebbe potuto compiere una missione simile.
Lui che riusciva ad alzarsi prima che la gente si mettesse a tavola per il pranzo, lui che sentiva la sveglia e la spegneva al primo trillo e non al duecentesimo.
Lui che non sembrava uno zombie se non si alzava dopo le 13...

 Lui che era normale insomma. 

Perciò si preparò, mettendo un paio di jeans neri, una maglietta dell’Affliction, un paio di scarpe da tennis, cappellino e senza fare il benché minimo rumore uscì.
Prese la macchina perché a quell’ora era pressoché impossibile trovare traffico o non trovare parcheggio, e per buona misura controllò anche il notiziario.

Perfetto. Procede tutto bene. Se tutto va per il verso giusto, sarò di ritorno fra meno di mezz’ora.
E magari, riuscirò a mangiare qualcosa di quello che ho comprato prima che il profumo inondi lo studio e svegli gli altri tre quarti indispensabili del gruppo.
 

E con questo pensiero uscì aspettando che il cancello dello studio di registrazione si chiudesse.
Non sapendo che non sarebbe tornato esattamente mezz’ora dopo... 

***

 Ma chi cazzo se ne va in giro alle 6 del mattino si può sapere? Mi sono alzato apposta presto per non beccare nessuno e c’è più traffico che all’ora di punta.

 “In Iraq un’autobomba ha distrutto quattro edifici fra cui la croce rossa...”
Cambiò stazione. Non gli interessava più sapere della pazzia della gente. Era profondamente convinto che il marcio delle persone non si sarebbe mai estinto, ma solo evoluto. 

“Il governo ha deciso di stanziare fondi per la costruzione del....”
Cambiò stazione un'altra volta. Non riusciva mai ad essere aggiornato sul suo stato e sapere le notizie così frammentate lo mandava in confusione. 

“La nota scrittrice Volupture, pare che da ieri sera sia scomparsa dopo essere fuggita dalla festa data in suo onore al...”
Cambiò per l’ultima volta la stazione, poi si arrese e mise i metallica a palla.

Non sapeva chi fosse questa Volupture (ma poi chi è che si da un nome così idiota?) ma se era scappata da una festa in suo onore aveva tutto il suo plauso. Lui non aveva mai avuto il coraggio di farlo. 

Innervosito da tutto quell’andirivieni che lo bloccava in mezzo alla strada principale di Amburgo, Gustav si trattenne dall’imprecare come uno scaricatore di porto.
Quello era compito di Tom, non suo. 

Deciso a non perdersi d’animo e a non tornare a casa a mani vuote, riuscì dopo un ora di traffico (Porca miseria avrei potuto registrare la parte di batteria dell’ultima canzone in questo arco di tempo!) ad arrivare alla pasticceria.

 Si consolò vedendo che comunque non c’era molta gente e che non correva il rischio di essere riconosciuto ed inseguito. 

Almeno... per ora.

 Parcheggiò davanti alla pasticceria e uscì di corsa perché stava iniziando a piovere e lui aveva dimenticato l’ombrello e si catapultò dentro, al caldo e all’asciutto.

 La prima cosa che lo colpì fu la varietà di torte presenti in quello spazio che solo una persona sana di mente avrebbe potuto apprezzare in pieno.

 Infatti lui, apprezzava tantissimo.

La seconda, non meno importante, fu la varietà di paste presenti.

 Croissant, pesche, meringhe, diplomatici... non conosceva la metà di quelle cose, ma l’aspetto lo informava che gli sarebbero piaciute. Tutte. Nessuna esclusa.
Pronto a fare un ordine che avrebbe permesso ai proprietari di andare in vacanza alle Maldive, si avvicinò al bancone, quando un terremoto improvviso lo costrinse a farsi da parte.

 Nel negozio era entrata una donna visibilmente sconvolta, che parlava con un fortissimo accento straniero e che sorpassandolo, iniziò a ordinare quello che LUI voleva prendere. 

- Voglio questa torta al limone, poi ne voglio una alle fragole e se potete vorrei anche una alla nutella. Vi pago in anticipo il doppio se me la fate entro un ora. E poi vorrei anche quei dolcetti... cosa altro prendo... - Sembrava che avesse le convulsioni, ma a lui questo non interessava.

Eccheccazzo si stava prendendo le torte più buone!

Fermamente deciso a concedergli UNA sola di quelle torte si avvicino alla ragazza, ma quando fece per posarle la mano sulla spalla per bloccarla dal dettare legge sui suoi pasticcini lei si voltò. 

- Guardami attentamente. Si lo so, sembro il mostro di Lochness nei suoi momenti peggiori, ma io sto soffrendo, sono disperata e fra un po’ mi metto a piangere. Lo so che ti ho superato e mi dispiace, ma se voglio rimanere sana di testa per tutta questa orribile giornata, devo fare shopping, comprare un mucchio di cazzate e mangiare schifezze. Perché io sono una donna. E in quanto donna, soffro per amore. E oggi l’amore della mia vita si sposa! Con un'altra! Non con me! E sono venuta a saperlo ieri sera quando quel coglione insensibile mi ha detto, “se vuoi venire sei la benvenuta”! Capisci?? È una cosa gravissima! Io invitata al SUO matrimonio, mentre IO non sarò la sposa. Stanotte non dormirò io con lui, ma un'altra! e vorrei - iniziarono a scendere le prime lacrime, mentre la commessa assisteva allibita alla scena - vorrei essere una persona un po’ meno sensibile, ma lo conosco da una vita e ho sempre sognato di sposarmi con lui! Sempre! Ho sempre desiderato essere portata all’altare da mio padre e vedere alla fine della navata centrale di non si sa quale chiesa LUI e invece lui non ci sarà! E sua madre non sarà mai mia suocera! E non potrò mai mandare affanculo la sorella che gioirà di questo matrimo... - 

Ma Gustav non la fece finire.

 - Calmati! Prendi tutte le torte che vuoi! Ma non alzare la voce e soprattutto cerca di stare calma. - 

Mai l’avesse detto! 

- Calma! Come faccio a stare calma! Mi ha detto ieri sera che lui oggi si sposava in Italia mentre io sono bloccata qui in Germania e non posso andare da lui a dirgli che non deve sposarsi, perché non ci sono io di fianco a lui a promettere di amarlo e onorarlo per il resto della mia vita! E mentre io sono qui in attesa di mangiare il primo chilo di dolci della giornata lui si starà facendo bello per un'altra che non sono io, mentre quell’altra zoccola si starà facendo bella per il MIO uomo. Come ha potuto farmi una cosa del genere! Quello stronzo, appena lo becco, lo ammazzo! - l’ultima frase uscì in un italiano velocissimo e anche se Gustav non capiva una mazza di quella lingua, riuscì a captare che non erano esattamente parole di elogio. 

Fermamente deciso a prendere le torte, ma consapevole che non avrebbe potuto farlo senza un tentato suicidio da parte della ragazza, Gustav prese la decisione più ovvia aiutato anche dal fatto che si stava radunando una discreta folla di persone ad assistere allo spettacolo. 

Si volse verso la commessa e disse:

- Prendo tutto quello che c’è qua dentro, fatele la torta alla nutella e fra un ora passiamo a prenderla insieme a tutto il resto. Tu intanto vieni con me. - Prese la mano della ragazza e la trascinò fuori dal locale sperando che non ci fossero paparazzi in giro.

 Già si vedeva in prima pagina con la foto di se stesso che trascinava una ragazza singhiozzante fuori da una pasticceria e il titolo che annunciava “Gustav Schafer costretto a scappare via da una scenata di gelosia!” 

No. Non gli sembrava il caso.

 La ragazza non smetteva più di piangere perciò mise in moto la macchina e partì sgommando lasciando una folla considerevole basita. 

Ma chi me l’ha fatto fare? 

*** 

Guidò con prudenza ma con un pizzico di furbizia ed evitando tutte le strade principali si ritrovò in una viuzza poco conosciuta dove c’era il bar di uno dei pochi amici che non avevano mai cercato la fama usando lui e la sua immagine.

 Quando entrò nel bar accompagnato dalla ragazza piangente lo trovò come al solito semi deserto. Il che lo rassicurò un po’. Non sarebbe finito in prima pagina almeno per quel giorno. 

Cercava il suo amico per chiedergli se il “solito posto” era libero quando questi gli atterrò sulle spalle. 

- Gusty! E’ una vita che non ci vediamo! Come va, tutto bene? E quest’adorabile fanciulla piangente chi è? - 

Prima che la ragazza aprisse bocca Gustav le si mise alle spalle e passandole una mano sulla bocca la interruppe dal dire vita morte e miracoli sul ragazzo di cui andava farneticando prima. 

- Lei è Janet. Hai il separé libero Hans? - e gli fece l’occhiolino, spernado che non facesse troppe domande. 

Capendo l’antifona Hans gli fece capire che era tutto libero e lui si diresse velocemente verso l’angolo più sperduto del locale denominato il “separé” per via dei pannelli di carta di riso decorati in stile giapponese che permettevano sempre e in qualunque circostanza, di stare in un angolo di perfetta privacy.

Arrivati la fece sedere con le spalle al muro poi chiamò l’amico e gli disse: 

- Portami due tazze di cioccolata un cappuccio e una camomilla. Anzi facciamo due camomille. E se ce l’hai, un calmante che non fa male. Ah! Dopo andrò a ritirare un mucchio di pasticcini e di torte. Ti fa niente se ti invado il bar di prelibatezze provenienti da una pasticceria italiana? - 

- Si effettivamente una cosa simile mi farebbe incazzare di brutto... come osi tu portarmi mille dolci italiani nel bar. Roba da offendersi e non rivolgerti più la parola. Ovviamente sai che mi dovrai far assaggiare tutto! - poi si rivolse verso la ragazza - lei desidera ordinare qualcos’altro? - 

Gustav lo guardò stranito. Da quando Hans da del lei alle ragazze? 

- Si voglio anche una coca cola.  - E poi aspettò che Hans se ne andasse (dopo aver lasciato una ciotola di caramelle gommose) per puntare due inquietanti occhi verdi addosso a Gustav. 

- Te lo dico da subito. Non so chi sei, né perché mi hai portato qui, ma voglio le mie torte, voglio andare a fare shopping e voglio nella maniera più assoluta svagarmi. Se mi puoi essere utile fai la prima azione buona di tutta la tua vita e vienimi dietro almeno per oggi e impediscimi di buttarmi dal primo burrone che trovo in giro. -

 Gustav si strozzò nel tentativo di inghiottire la prima fragolina gommosa e la ragazza si sporse in avanti per dargli delle pacche che lo fecero tossire più forte. 

- Tu, non sai chi sono, e fin qua mi va anche bene... ma vuoi anche che ti accompagni a fare shopping per la città?  - Questa sta chiedendo a ME, notoriamente amante dello shopping come un cobra a cui si chiede di ballare la rumba, di andare con lei per impedirle di buttarsi da un burrone?? 

- Siete tutti così voi uomini! Prima illudete e poi date la mazzata! - Gustav la guardava a bocca aperta. 

- Frena, frena! Io oggi devo lavorare... non ti sto dicendo che non me ne frega niente di te... anche se ammetto che il NON-conoscerti mi potrebbe portare al fregarmene altamente... - Anche il conoscerti, se sei sempre così fuori di testa... - ho delle scadenze importanti e... - e sono stanco morto e non posso usare una giornata per fare shopping quando siamo in piena fase creativa... 

- Una giornata se la possono prendere tutti. Accompagnami a fare shopping, o in palestra o da qualsiasi altra parte. Offro io. Tutto io. Sei l’unico fino ad ora che è riuscito a calmarmi. Mia madre mi ha chiuso il telefono in faccia quando l’ho chiamata ieri notte, le mie amiche mi hanno detto che lo sapevano ma non volevano dirmelo e che lo appenderanno per le palle, rovinando la sua parte migliore direi, e qui ad Amburgo non ho amici. Per cortesia... - E abbassò gli occhi.

Temendo che stesse di nuovo per scoppiare a piangere Gustav la fermò subito dicendo: 

- Aspetta, aspetta! Prima di aprire le cascate io non ti ho ancora detto di no. Fammi fare una chiamata. -  Si alzò e chiamò Benjamin. 
Speriamo che me la mandino buona...

***


- Chi cazzo è a quest’ora indecente della notte?! - Sbraitando come un ossesso Benjamin accolse la chiamata di Gustav. 

- Sono le sette ormai e tu dovresti già esserti alzato ed esser per lo meno già uscito dalla doccia. Ti aspetta un onere in più oggi. Dovrai svegliare quei tre scansafatiche al mio posto. Io oggi non ci sono... e prima che mi fai la solita paternale sul dovere e sui diritti e poi di nuovo sul dovere... sto facendo il mio dovere di persona con dei sentimenti che non vuole avere sulla coscienza la morte di una donna. POI ti spiegherò. Ciao Ben! -

 Se avesse richiamato nei successivi due minuti avrebbe dovuto dire alla ragazza che non poteva andare con lei. Se non l’avesse chiamato nei successivi tre minuti... bhè allora si poteva sentire autorizzato dal spegnere il cellulare. 

Era quasi tentato di richiamare per dire che era tutto uno scherzo, ma poi si voltò verso la ragazza che beveva la sua coca cola e la sua cioccolata (un sorso di una e un sorso dell’altra... solo lei sapeva come faceva...) e un brivido gli attraversò la schiena. 

Voleva sapere. 

Cosa significa essere travolti dalla disperazione per amore? Cosa porta questa ragazza... stupenda, perché non la si può definire altrimenti, a piangere come una disperata?

 Chiuse di scatto il cellulare e lo spense. 

Poi si avvicinò alla ragazza e con un grosso sospiro gli disse: 

- Rimango. MA! - La bloccò vedendola illuminarsi - C’è un ma. Voglio sapere tutta questa storia, pretendo che tu NON urli come un ossessa come facevi prima e spererei che tu non piangessi per tutta la giornata ok? E forse ti accompagno anche a fare shopping. Allora? -

Gustav sperò con tutto se stesso che lo shopping non fosse necessario e che la ragazza accettasse tutte le condizioni.

La ragazza iniziò il suo discorso...

- Affare fatto. Mi chiamo Sarabi, non Janet, che poi che nome è Janet?? sono italiana e ho 21 anni... - 

****


 

 

 

 

  
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