Ed ecco che finalmente il fato si compiva. Il Signore Oscuro aveva scagliato Nagini, che aveva affondato le sue zanne nel collo, senza lasciare via di scampo.
Il suo padrone, anziché assicurarsi che un'onda verde terminasse il suo perverso gioco, avanzava la sua bestia.

Si chiedeva se quello fosse un atto generoso, ucciderlo con il simbolo dei suoi padri, oppure un modo per sminuirlo, per giocare col cibo, per non sporcarsi le mani.

In fondo non gli importava, stava finalmente raggiungendo la pace tanto agognata.

Aveva svolto tutti i suoi compiti, aveva trovato perfino la forza di dare quegli ultimi ricordi, dove consegnava tutto il suo essere, il sacrificio della sua stessa esistenza.

Sperava perfino che il moccioso potesse sopravvivere, nonostante gli avesse dato lui stesso la sentenza di morte.

Non poteva credere che il vecchio non avesse un piano per salvarlo.

Oh Albus, vecchio molesto e ingannatore, così somigliante allo stesso Signore Oscuro. 

I fini erano diversi, certo, ma chissà perché includevano comunque inganni e manipolazioni, e soprattutto il sacrificio della vita di Harry Potter.

Beh quel testardo di un Grifondoro aveva una fortuna sfacciata, inutile girarci attorno.
Se non fosse stato per i suoi amici, probabilmente non sarebbe sopravissuto un giorno. Non che si fosse circondato di cime, forse la Granger si salvava, ma probabilmente era davvero l'amore ad averlo salvato, cosa che a lui in qualche modo era stata negata.
Si stupì di sé stesso.
Era lì, in procinto di morire, eppure pensava al sacrificio di quella testa di legno.
Se avesse avuto la forza di ridere, lo avrebbe fatto .
Ma in fondo era rimasto fedele a sé stesso.
Sperava solo che nessuno lo ricordasse come un eroe spavaldo, così simile ai Grifondoro.
No sarebbe stato decisamente un tiro mancino quello.
Serpeverde era la sua casata e come tale sarebbe morto.
Del resto, un serpente si era fatto beffe di lui.
Che lo ricordassero così, se proprio dovevano.
Per tutte le rune, anche nella morte riemergevano quei sentimenti che si estendevano nella vita, come l'orgoglio.

Un nuovo sussulto doloroso gli sconquassò il petto, mentre la vita scivolava.
Sentì, improvvisamene, un calore provenire dal suo petto. Era piacevole.
Chiuse gli occhi mentre una strana pace lo stava avvolgendo.
Fu scosso quando due mani calde gli accarezzavano il viso, il collo e si posarono sul petto.
Si sentiva in pace, i rumori erano ovattati e quel calore improvviso spazzò via ogni dolore.

Improvvisamente le due mani cominciarono a battere sul petto in maniera ritmica, a mimare il battito del cuore, e un respiro si posò sulle sue labbra, caldo e potente, mentre veniva rilasciato nella sua bocca.

Un ultimo attimo babbano stava provando a riesumarlo da quella pace, sbeffeggiando il suo orgoglio Serpeverde, provato poco prima.

Voleva ridere davvero, magari lo avrebbe fatto più tardi, dopo essere passato oltre.

Di nuovo l'alito caldo si posò sulle labbra, con fremito. E lo invase di nuovo quel calore rassicurante, quasi amorevole.

Era davvero un bel modo di morire, pensò con le ultime forze, si sentì fortunato,mentre l'oblio lo stava raggiungendo.