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Autore: Kia_Dream19    04/05/2016    1 recensioni
Dal testo "Era amore quello, quell’intenso e devastante amore che provava per Jorge. Si perdevano l'uno negli occhi dell'altro, cullandosi con le loro voci. A poco a poco, la musica si affievolì, così come le loro voci mentre dalla folla emergeva un boato generale, con grida e applausi. Jorge le sorrise. Con quel bellissimo sorriso che era sempre riuscito a stordirla e a renderla un idiota. Non poteva finire davvero."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Want You



Non voleva crederci. Tutto quello che avevano costruito insieme si sarebbe distrutto. Tentava di convincersi che era solo attrazione, che era solo amicizia ma non era solo questo. E più tentava di abbandonare quell'idea che davvero lo spaventava, più esso stesso cresceva dentro di lui. Si era innamorato di Martina. Giorno dopo giorno. Sempre di più, e più passava del tempo con lei più se ne accorgeva. Era così assurdo. Lei doveva saperlo, doveva sapere come stavano le cose, ed ora che con il tour del film si erano avvicinati ancora di più doveva parlarle. Era il momento giusto.


Martina si stava preparando un caffè dopo mangiato. Aveva bisogno di sentire quell'amaro dentro di lei. L'amaro che lui gli avrebbe lasciato dopo il tour. Le veniva da piangere ma non doveva. Tentava di vivere questi ultimi momenti con lui, l'ultimo respiro di vita prima del buio. Quel giorno era davvero nervosa. Avrebbe dovuto cantare davanti a mille persone con jorge, e fingere non sarebbe stato facile. Nascondersi ancor di meno. Prese un profondo respiro e preparò la tazzina per il caffè. "Da quando prendi il caffè? L'amaro non ti piace" costató jorge che era da poco entrato nella stanza. La stava osservando con malizia, voleva che sistemassero le cose una volta per tutte. "E tu da quando mi spii?" voleva rendergli il gioco più difficile. La faceva arrabbiare questo suo modo. Ma lo amava persino quando lo odiava. "Scusami, non volevo darti fastidio. Tutto bene?" Jorge non voleva farla innervosire. O forse sotto sotto era quello che voleva. Farla impazzire. "Jorge si va tutto bene ora lasciami fare sto benedetto caffè" aveva alzato di poco la voce. La faceva impazzire, e la cosa assurda è che le piaceva. Le piaceva perdere il controllo per causa sua, le sembrava di star diventando pazza. Accidentalmente urtó contro la macchinetta del caffè scottandosi con il contenuto. Jorge le si avvicinò piano per aiutarla. "Ehy attenta a quello che fai" raccolse la tazzina e le prese la mano per guardare se si fosse scottata. Voleva rispondergli male ma il contatto della sua mano sulla sua le aveva dato i brividi. Erano così vicini che aveva paura di rovinare quel momento, solo loro e il battito dei loro cuori. "Anche stephie si scotta spesso in cucina" fu la goccia che fece traboccare il vaso. Martina non ce la faceva più, cercava sempre di tirare in ballo la sua ragazza, come per fare tornare con i piedi per terra entrambi. Le bruciavano gli occhi ma non doveva piangere. Non adesso. Non si meritava le sue lacrime. "Cazzo jorge lo so. Lo so che nella tua vita c'è anche lei, smettila di giocare con me perchè io non ce la faccio più. Vai da lei se è davvero così impossibile stare con me senza nominarla" non ce la faceva davvero più. Stava facendo uscire tutto quello che aveva represso per questo tempo. Doveva capire il male che le aveva fatto. Jorge la guardava e cercava di calmarla con lo sguardo. Ma doveva dirglielo. "Tini devo dirti una cosa" alzò la voce per coprire le parole della ragazza, ma lei non era intenzionata ad ascoltarlo ancora. "Non mi interessa cosa devi dirmi non ti ascolto più jorge" la guardava e dentro si malediceva per aver aspettato così tanto. La voleva. "Tini ascoltami è importante" "ho detto di no jorge piantana, vai da stephie se vuoi parlare con qualcuno" prese la tazza del caffè per bere quell'amaro che la bruciava dentro. "Non voglio più sentirti smettila di parl.." non finì la frase che jorge disse quelle due semplici parole "ti amo" gridandoglielo quasi contro. La tazzina cadde rovinosamente a terra rompendosi e spargendo il contenuto al suolo. Ma martina non se ne accorse neppure. Sentiva solo quelle parole appena pronunciate dalla bocca di jorge. Non le sembrava reale. Jorge abbassò la testa e si chinó per asciugare il pavimento. "Anche io" disse tini con un sussurro. Il ragazzo alzò lo sguardo. Si guardarono per minuti interi senza dire una parola. C'era qualcosa di vivo nei loro occhi, stava finendo o iniziando qualcosa? Jorge si rialzó piano senza lasciare i suoi occhi neanche per un attimo. Si capivano solo con gli sguardi. Si baciarono così. Rotti come quella tazza ai loro piedi, ma vivi. Jorge approfondí il bacio donandole tutto quello che poteva darle. Erano fuoco, e nei loro cuori era scoppiato un incendio. Tini unì le mani sulla testa di jorge, beandosi del contatto con i suoi capelli morbidi. Lui invece fece scivolare le mani sui suoi fianchi, stringendole la schiena, per paura che potesse cadere e tagliarsi. Tini aveva il rossetto. Sapeva di ciliegia e jorge lo assaporó insieme al sapore delle labbra della ragazza. Erano affamati di vivere, vivere per l'altro. Tini gemette quando jorge le morse il labbro, per poi baciarle il collo. Era questa la felicità? Le guance di Martina erano rosse fuoco, e voleva tutto da jorge. Tutto. Ad un certo punto sentirono il rumore delle chiavi girare nella serratura e si staccarono velocemente cercando di rendersi presentabili. "Raga l'Italia è meravigliosa, ho appena fatto un giro per la piazza" era Adrian, che era appena tornato da un giro nella bella capitale italiana. Si fermò un secondo a guardare tini e jorge, c'era troppo silenzio e la cosa gli pareva parecchio strana. "Ragazzi tutto bene?" Jorge aveva ancora i capelli arruffati e un po' di rossetto sulla labbra, oltre un rigonfiamento non poco evidente sul cavallo dei pantaloni (Anti-sgamo jorge complimenti). Tini invece era ancora affannata "Emmm si si tutto bene tu?" Adrian aveva capito di avere interrotto un momento "delicato" tra i due "si si grazie, solo che...da quando ti metti il rossetto jorge?" Jorge sgranó di poco gli occhi e tini non poté trattenere una risata. "Emm no infatti non lo metto è solo che...emmm...ho bevuto un po' di succo di...ciliegia...ecco si e mi ha lasciato un po' di colore" tentò di salvarsi jorge. "Capisco...e tini fossi in te non riderei perché hai una chiazza bella grande sul collo" Tini divenne rossa in un istante. Ad Andrian infondo divertiva la situazione, sapeva che c'era qualcosa tra quei due, fin dal primo giorno di registrazione del film. Li shippava pure lui (grande adry). "Ok vabbe raga, tolgo il disturbo...riprendete da dove vi ho interrotto" disse ridendo uscendo dalla porta. Inutile dire che i due si guardarono con imbarazzo. Non sapevano cosa dire. "Ecco emmm..io vado a prepararmi per la premiere..ci vediamo dopo" disse jorge per interrompere quell'imbarazzante silenzio. "Oh ok...si, ci vediamo dopo". Tini rimase da sola in cucina, sistemó il caffè che aveva rovesciato e si preparò un cappuccino. Un dolce cappuccio.




Non sapeva come spiegare quello che era successo. Ma la cosa che più gli importava era che aveva finalmente dichiarato a martina i suoi sentimenti. E lei lo ricambiava. Solo il pensiero di vederla quella sera gli scaldava il cuore. La vide arrivare con quell'abito elegante semplice, con quei capelli selvaggi, e si guardarono come quello stesso pomeriggio. "Sei bellissima" disse jorge quando erano tra la folla dove non potevano essere sentiti. "Anche tu mi piaci, questo cappello ti dona questo tocco western che non lo so...ti rende ancor più affascinante" Jorge la guardò maliziosamente. "Jorge, tini, è il vostro turno, salite sul palco a cantare la vostra canzone" Tini si diresse subito sul palco, mentre jorge si perse a guardarla. A vedere tutta la strada che da lì avevano fatto insieme. Dalla prima volta che si erano presentati, a quando avevano fatto il primo tour, quando avevano girato insieme le scene, a quando cantarono insieme alla juntada tinista, a quando composero insieme la canzone, fino a quando si erano baciati, promettendosi tacitamente il "per sempre". Ad interrompere i suoi pensieri fu la folla guidata da Martina che ripeteva il suo nome. Si mise a ridere, amava pure quel suo lato da bambina non ancora cresciuta. Si avvicinò al palco e tutti scoparirono. C'erano i riflettori puntati su di loro ma jorge vide solo la luce degli occhi di Martina. E gli bastava quella luce per sentirsi a casa. Qualche secondo e partì la base della loro canzone, sotto gli sguardi innamorati del cast e dei fan. Tini si dedicò alla prima strofa, cantava con dolcezza e con passione, dava la sua anima in quelle note, e quelle parole le si incidevano nel cuore. Jorge la ascoltava estasiato, aveva ripreso a vivere in quegli accordi. Quasi senza rendersene conto cominciò ad intonare la seconda strofa. I loro sguardi si incrociarono e si sorrisero più volte. Tini si avvicinò ancora, per poi continuare a guardarlo. I loro corpi si sfioravano, le voci si combinavano alla perfezione e gli sguardi, fusi l’uno nell’altro, la dolcezza del latte e l'amaro del caffè, erano del sapore del cappuccino. Tini quasi tremava, completamente abbagliata da quei bellissimi occhi verdi. Jorge era lì con lei, e stavano cantando la loro canzone. Erano quasi magia insieme. Una corda invisibile li aveva tenuti legati, anche con il passare del tempo, anche con la distanza, e ora il loro amore si era acceso, travolgendoli completamente. Ne era sicura ora. Era amore quello, quell’intenso e devastante amore che provava per Jorge. Si perdevano l'uno negli occhi dell'altro, cullandosi con le loro voci. A poco a poco, la musica si affievolì, così come le loro voci mentre dalla folla emergeva un boato generale, con grida e applausi. Jorge le sorrise. Con quel bellissimo sorriso che era sempre riuscito a stordirla e a renderla un idiota. Non poteva finire davvero.



La serata volse al termine e Jorge aveva terminato di sistemare le valigie per il giorno successivo. Sarebbe tornato a Los Angeles a terminare il suo primo album da solista. La cosa lo metteva parecchio di buon umore, ma non si era mai sentito così vuoto. L'idea di lasciare Martina, anche solo per qualche settimana lo distruggeva. Era diventata droga per lui, era dipendente da lei, e credeva seriamente di non sopravvivere quei giorni senza di lei. Venne interrotto da qualcuno che bussò delicatamente alla porta della sua camera d'albergo. "Chi è?" disse stanco senza la forza di alzarsi. "Peppa pig" sentì provenire dall'altro lato della porta. Si mise a ridere e riconobbe subito quella voce. Tini. "Arrivo Peppa un secondo" disse Jorge alzandosi con l'intenzione di rivedere quei suoi profondi occhi da cerbiatta. "Che c'hai George sei KO oggi?" rise Tini quando incontrò lo sguardo devastato di Jorge. Non si era ancora tolta il vestito di quella sera e il ragazzo apprezzò, dato che la trovava dannatamente eccitante con quel look. "Ah certo, entra in camera e ti faccio vedere io chi è KO" disse con un sorriso malizioso. Tini lo guardò sorridendo quando ad un tratto vide alle spalle di Jorge la sua valigia, ricordando che il giorno seguente sarebbe partito. "Quindi domani vai?" costatò seria. "Si ma ci rivedremo entro qualche settimana e poi alla fine del tour insomma...avremo modo di vederci, magari non spessissimo ma avremo i nostri momenti" detto ad alta voce faceva ancora più male. "Giusto..." "Ah scusa, emm...vuoi entrare?" disse jorge scostandosi di poco per fare entrare la ragazza. Non disse niente, si limitò a guardarlo fredda e ad avanzare nella stanza. Jorge chiuse la porta e si girò a guardarla. Era così assurdamente pazzo di lei. "Riguardo ad oggi pomeriggio..." cominciò Tini per rompere quel silenzio agghiacciante. "...ecco penso sia stato un errore" concluse seria. Ovviamente non era quello che pensava davvero ma aveva bisogno di chiarire le cose e non voleva illudersi. Non un'altra volta. "Ah si giusto..lo penso anche io, non dovevamo assolutamente" rispose l'altro con lo sguardo basso. La situazione non gli piaceva per niente. "Già si insomma eravamo colti in un momento intenso, e abbiamo agito senza pensare" continuò Tini imbarazzata. "Si e per quanto riguarda ciò che ci siamo detti emm...era solo perchè siamo entrambi sessualmente molto frustrati e non abbiamo pensato alle conseguenze" tentò jorge di trovare una giustificazione ragionevole, ma non ce n'erano. C'era solo l'amore, e lo sapevano entrambi, anche se si imponevano di mettere davanti la ragione. "Non dovrà succedere mai più" Tini annuì dispiaciuta "Si si...mai più" disse ripetendo le parole del ragazzo. "Mai più" ripetè ancora una volta Jorge mentre percorreva lentamente la sua delicata figura. Le si avvicinò piano, stringendole poco a poco i fianchi. Anche lui si era scottato. Tini non capì più niente, vedeva i suoi occhi brillare per lei e voleva arrendersi a lui. Non importava cosa le parole dicevano, gli sguardi raccontavano molto di più. Si baciarono lentamente, mentre le mani di Jorge passarono dalla schiena alla gamba. Sospirò nel bacio, non si spiegava come poteva farla impazzire così. Il bacio divenne più intesso e Tini dischiuse le labbra, permettendo alle loro lingue di incontrarsi. Senza interrompere il bacio Jorge iniziò a camminare fino a raggiungere il letto, la fece stendere e riprese a baciarla, sdraiandosi su di lei. "Non fare arrivare domani" le sussurrò mordicchiandole l’orecchio "No, questa notte durerà per sempre" gemette Martina. Cominciò a sbottonargli la camicia, mentre Jorge la fissò mordendosi il labbro. Voleva essere il suo schiavo d'amore. Slacciò l’ultimo bottone e si fermò ad ammirare gli addominali del ragazzo, baciandolo avidamente sul petto. Riprese lasciandogli una scia di baci sul collo raggiungendo la guancia. "Ti amo" sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra. "Anche io" rispose togliendosi del tutto la camicia. Tini allora ribaltò la posizione, ritrovandosi seduta su di lui. Jorge la baciò con foga mentre con le mani le slacciava il reggiseno. Le morse il labbro inferiore e scese a baciarle il seno. Tini sospirò profondamente. Pur essendo la prima volta non si riusciva a vergognarsi di lui. Gli stava donando tutto quello che aveva. I suoi gemiti diventarono più forti quando iniziò a succhiarle il seno sinistro, mentre ascoltava i gemiti di Tini. La ragazza avvertì la sua eccitazione crescere sotto di lei e iniziò a muovere il bacino. Jorge ribaltò nuovamente le posizioni e prese a baciarle il collo. Risalì piano, catturando le sue labbra in un nuovo bacio, permettendole di slacciargli i pantaloni e abbassarli insieme ai boxer. Ora i loro corpi nudi erano a stretto contatto, separati solo dai suoi slip. Glieli tolse lentamente, massaggiandole la coscia. Entrò dentro con un’unica spinta, che la fece tremare. Era la prima volta di Tini e, per quanto inesperta, riusciva a seguire Jorge passo passo. Seguiva il suo cuore. Gli cinse la vita con le gambe e iniziò ad assecondare tutti i suoi movimenti col bacino. Si erano completati finalmente. Con gli occhi si promessero l'infinito. E sarebbe stato infinito.



La mattina seguente Tini si svegliò inebriata da quell'odore devastante di cappuccino e Jorge. Sorrise inconsapevolmente ricordando l'altra sera, ma allungando il braccio sentì solo il vuoto, e le lenzuola fredde che le gelarono il sangue. Se n'era andato. Sospirò rigirandosi sotto le coperte. Era così viva, ma così vuota. E senza di lui si sentiva incompleta. Appena mise a fuoco il comodino di fianco alla sveglia vide un vassoietto, con una tazza di cappuccino fumante. Sorrise. Era così dolce quel profumo. Allungò il braccio per prendere la tazzina quando sotto vide un foglietto piegato. Senza pensarci lo aprì, cimentandosi alla lettura...

"Ma ti pare normale che Jorge Blanco si sia ridotto a scrivere una lettera alle sei del mattino? Devo essere proprio impazzito. Vabbè tralasciando i miei disagi. So che quando ti sveglierai sarai in un letto vuoto e freddo, e che starai contando i giorni a quando ci potremo rivedere. Lo so che mi stai odiando per non averti salutato prima di andare via, ma eri troppo bella, accoccolata tra il mio corpo e il cuscino, che non ho trovato il coraggio di farlo. Ti amo. Lo so, detto così può sembrare scontato ma credimi, abbi anche solo come unica certezza il mio amore. Perchè io ci sarò. Voglio essere quel qualcuno che ti travolga come il mare d'inverno. Voglio essere quel vento che ti ascolterà quando canterai. Voglio essere quel qualcuno che ti faccia delirare di felicità. Lo so che ti sembra smielato, e mi faccio quasi vomitare da solo, ma ora sono certo di amarti. Ti amo quando hai freddo e ci sono 30 gradi. Amo l'espressione che fai quando mi guardi come se fossi pazzo. Mi piace che dopo una giornata passata con te, sento ancora il tuo profumo sulle mie camicie. Ti amo quando ridi per qualche cazzata che ho fatto e ti amo quando fai la trasgressiva. Io e te contro il mondo. E non è perché mi sento solo, perché mi sono accorto che quando vuoi passare il resto della vita con qualcuno. Vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile. Ti amo Tini, e lo farò per sempre. Non ho paura di promettertelo, perchè so di far parlare il mio cuore quando lo dico.
Ti Amo. Jorge."


Tini annusò la lettera che sapeva ancora del suo odore. Era un per sempre? Si alzò dal letto per guardare il cielo, lo stesso cielo che stava vivendo anche lui, da un'altra parte del mondo. "Ti amo anche io."




ANGOLO SCRITTRICE Bien bien raga, non so cosa ne sia uscito ma spero davvero vi piaccia. Non voglio dilungarmi troppo quindi vi lascio con questa OS molto easy scritta durante le ore buche a scuola. E niente...manca un mese e qualche giorno alle vacanze! Olè! Recensite e fatemi sapere se dovessi migliorare per certi aspetti, sono aperta a consigli *^*
Adieu.


Kia_Dream19
   
 
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