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Autore: Tinucha    05/05/2016    3 recensioni
"È la mia droga." "La droga crea dipendenza e poi uccide." "Sono già dipendente e sto morendo lentamente." Mercedes mi lancia una tenera occhiata "Tu lo ami." "No." rispondo fermamente, lei scuote il capo "Si, invece."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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<< Sembri una via di mezzo tra lo sconvolto e lo stravolto. Cosa ti è successo? >> domandò Tini l'indomani staccando le sue labbra dalle mie fin troppo veloce, intravedendo il professore Benvenuto girovagare nella stanza in cerca di chissà cosa. << Ho parlato con mia madre, ieri sera. >> << E allora? >> aggrottò la fronte confusa. << Mi ha sentito mentre parlavo con te. >> << E al..? >> << ..di sesso telefonico. >> la interruppi facendola avvampare di colpo. << Non dirmi che te ne vergogni. >> sbottai << Ieri sera sembravi tanto spensierata ed anche divertita all'idea. >> il rossore sulle sue guance aumentò facendomi sorridere soddisfatto e divertito. << Beh..era diverso. >> << Diverso cosa, piccola?! Eravamo solo io e te. >> << Si, ma tu non eri così vicino a me. >> boccheggiò guardandomi << Mi basta che tu sia nella stessa stanza per arrossire ad ogni minima cosa. >> mi avvicinai fino a far scontrare i nostri nasi << Ieri in auto non sembravi tanto spaventata o demoralizzata, mentre facevamo quel che stavamo facendo. >> i suoi occhi luccicarono fino a quando non cambiò traiettoria. << Tini?! >> la scossi per le spalle facendola risvegliare da quello stato di trans in cui sembrava essere caduta. << Scusami, amore, ho una vendetta da mettere in atto. >> e senza darmi spiegazioni si diresse alle mie spalle dove incontrai una Lodovica spensierata che le correva incontro saltellante. Non ebbi il tempo di realizzare che la figura ansante di Diego si materializzò al mio fianco, come un fulmine, rischiando di farmi venire un infarto. << Ma sei un coglione o cosa?! >> sbottai irritato dandogli un pugno nel costato e facendolo sussultare per il dolore << Non c'è tempo per spiegare, Jorge. Dov'è Martina? >> aggrottai la fronte guardando dinanzi a me e indicandogliela con il capo. << Lì. Con la tua morosa. >> scosse il capo infilandosi le mani nei capelli. << Addio sesso entro la fine del mese. >> sentenziò sbuffando. Nemmeno in quel momento ebbi il tempo di realizzare per chiedergli per quale motivo dicesse certe cazzate. Lodovica smise di guardare la mia ragazza che sorrideva agguerrita, e a passo svelto ci raggiunse. E Diego, neanche lui ebbe il tempo di realizzare che cinque dita gli si stamparono sulla guancia sinistra. Giuro, volevo non ridere, ma fu impossibile. Una scena epica. Lo guardò malissimo. << Sei un depravato, degenerato, pervertito, scostumato, e..e.. >> non terminò quella frase perché le sue labbra corsero in cerca di quelle del moro, baciandolo in quel modo penetrante e dannatamente intenso. Mi girai a guardare Tini che con un sorrisetto e le braccia incrociate al petto ci veniva incontro. << Litighiamo anche noi? >> proposi e tutti e quattro (anche i due mori, si) scoppiammo in una risata.




POV MARTINA
Presi il cellulare da sopra il comodino, mancava più di un'ora all'arrivo di Jorge e volevo sentire le mie amiche. Aprii whatsapp schiacciando sull'icona del gruppo creato qualche settimana prima da Mechi trovando più di 400 messaggi non letti.

T: "Ragazze mi si sta impallando il cellulare!"
C:"Lodo, ma è vero che Diego si fa le seghe guardando le tue foto?"
L:"Chi te lo ha detto?"
C:"Ne parla tutta la scuola, dopo la carezza che gli hai gentilmente donato."
T:"Okay, confesso, gliel'ho detto io."
L:"Beh..non lo so."
Me:"Sono sicura, nonostante lo schermo che ci separa che tu sia rossa come un peperone."
L:"Non è vero."
Ma:"Hai fatto la voce acuta!"
L:"Ma che caz..?! 'Care come fai a sapere che ho fatto la voce acuta se ti ho inviato un semplice messaggio?"
A:"Sesto senso, Lodo. Siamo donne anche noi, eh! 😉"
Me:"Ragazze ho intenzione di cambiare il nome del gruppo 😏"
T:"Quella faccina non promette nulla di buono." aspetto che la bionda cambi il nome del gruppo e per poco non cado dal mio letto.
T:"Scopatrici alla riscossa? Ma che nome è?"
Me:"Ehi! Non offendere! Solo perché adesso sei fidanzata con un Dio greco. Pf."
T:"Il fatto che Jorge sia un bel ragazzo e abbia tante qualità che adesso non sto ad elencare, non vuol dire che sia un Dio greco."
C:"Hai ragione, è molto meglio di un Dio greco."
L:"In effetti.."
A:"Ammetto che qualche pensierino ce l'ho fatto su di lui. 😂"
T:"RAGAZZE!"
Ma:"Dai Tinita, non fare la gelosa, siamo tue amiche."
T:"IO NON SONO GELOSA."
Me:"Aw, minacciosa!"
T:"COSA TI FA CREDERE CHE IO SIA DIVENTATA MINACCIOSA?"
Me:"Il fatto che scrivi in stampatello?"
T:"Oh no, mi si era impallato l'iPhone. Errore mio 😇"
L:"Cande porta immediatamente il tuo culo a casa mia!"
C:"Non posso sono troppo impegnata a far soffrire Ruggero."
Me:"Soffrire? Come?"
C:"Nulla, gli ho impedito di toccarmi e baciarmi e nel frattempo mi muovo contro i suoi jeans."
Ma:"Sei il mio idolo, ragazza."
La porta della mia camera si spalancò ed il mio bellissimo e stuprabile ragazzo entrò, ricoperto da una maglietta bianca che aderiva al suo busto mostrandomi i suoi addominali. << Dovresti imparare a bussare, sai? >> << Ciao anche a te, piccola. >> sorrise richiudendosi la porta alle spalle e gettandosi su di me, sgualcendo tutto le coperte. << Jorge! >> risi dandogli una pacca sul braccio. << I tuoi zii sono appena usciti, e Diego non è in casa. >> sussurrò roco all'improvviso cominciando a baciarmi il collo senza esitazione, portandomi a mordermi le labbra per trattenere i sospiri di piacere. << Ah si? >> ansimai infilando la mano tra i suoi morbidi capelli. << Già. >> sorrise malizioso guardandomi negli occhi e continuando quella lenta tortura. << Sei davvero bella, sai? >> affermò afferrandomi per i glutei ed attirandomi a se. << Ho una ragazza bellissima. >> fece giocare i nostri nasi, tirandomi sempre più vicina al suo corpo. << ..e non immagini nemmeno quanto ti desidero, piccola. >> continuò facendomi gemere incontrollata. << Ho bisogno di sentire come si sta dentro di te. >> avevo la pelle d'oca? Dovevano essere brividi legati al freddo, si, sicuramente. Sollevai il busto mordendo le sue labbra e vedendolo boccheggiare. << Si gioca in due, Blanco. >> sussurrai maliziosa ribaltando la situazione. Sorrise, guardando le mie guance rosse (dovute alla posizione) e carezzandole, per poi scendere lentamente a stringere prepotentemente le mie cosce. << Fammi vedere, allora. >> i suoi occhi perforarono i miei con un'intensità tale da distruggermi. << Fammi vedere come si fa l'amore. >> Fanculo alle paure, e a tutto il resto. Posai una mano all'altezza del suo cuore, sorridendo avvertendo il suo battito irregolare. << Calma, Jorgito, sono qui. >> sorrisi portando le mani ai lembi della sua maglietta, lui capendo le mie intenzioni sollevò di poco il busto aiutandomi a sfilarla, per poi guardarmi aspettando la prossima mossa. Guardai i suoi occhi intrepidi che aspettavano e portai le mie labbra all'altezza del suo torace di fianco alla mia mano. Il suo bacino, probabilmente in un gesto involontario, si spinse contro il mio ed io seguii quel movimento vedendolo lentamente chiudere gli occhi. Così succube di un potere che non avevo e che non avrei mai avuto. Cosa lo portava a provare quelle sensazioni con me? Avrei tanto voluto capirlo. Tirai timidamente fuori la lingua tracciando ogni singolo lembo di quella pelle che sapeva di liquirizia e con lo sguardo rivolto a lui che boccheggiava, provando a controllarsi, tremai. In un attimo mi ritrovai privata del mio maglione e deglutii vedendolo su di me, sulle mie labbra scendere pian piano a baciare il solco dei miei seni, costretti in un semplice reggiseno nero per poi arrivare al mio ventre piatto a far scorrere la lingua sui segni indelebili della mia pelle. Mugugnai vergognandomene, e comunque fregandomene. Lui mi faceva stare bene, mi faceva sentire amata, mi capiva come nessuno, conosceva i miei punti deboli e soprattutto era l'uomo che amavo. Non avrei mai potuto negarlo, oramai niente più dubbi o incertezze. Era lui. Lo guardai su di me e fui invasa dal calore, ma non solo da quel semplice calore che ti pervade quando sei fuori di te, ma da quello che avverti quando ti senti protetta. Sorrise dolce sul tremolio del mio corpo e tornò a baciare le mie labbra, scostandomi i capelli dal viso in una mossa che mi invase di calma assoluta. Poi senza dire altro si staccò, posando la testa sul mio petto. Eravamo ancora entrambi senza maglietta, ed il silenziò fece da padrone come sempre. Passò le sue dita delicate sul mio ventre, tenendo il capo sul mio petto come un bambino fa con la sua mamma. << Non credo più di amarti. >> iniziò facendo battere il mio cuore ed alzando i suoi occhi su di me. << Ne sono sicuro. Ti amo. >> ingoiai il groppo che mi si era fermato in gola, ed ammirai i suoi occhi limpidi catturare i miei. Il miglior ladro di sempre. << Io ne sono sempre stata sicura, invece. >> trottolai alzandolo in modo che il suo viso si ritrovasse di fronte al mio. << Ti amavo fin da quando ti ho respinto. >> sorrisi amareggiata << Respingere qualcuno è l'unico modo in cui so dimostrare quello che sento. >> << Beh, se tu continuerai a respingermi io come promesso continuerò ad odiarti per non andarmene mai. Siamo d'accordo? >> questa volta al mio sorriso se ne aggiunse un suo, altrettanto gigantesco. << Ci sto. >>
   
 
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