Raccontami
Di Te – Marco Masini
Note:
AU (ambientata nel presente).
«E
tu?»
«No, io
non ho figli.»
Anna
abbassò lo sguardo sulla tazza di tè, facendo
ondeggiare il cucchiaino tra pollice e indice.
«Quanti
anni hai detto che ha Emilia?»
«Quindici.»
Quindici,
ripeté
nella sua mente. Non gli sembrava fossero passati tutti quegli anni
dall’ultima
volta.
Come faceva, lei, a
non pensarci? Antonio continuò a
fissarla, passando con lo sguardo dal suo viso, occhi, labbra, alla sua
mano e
a quel cucchiaino, alla tazza di tè ormai freddo.
Come aveva fatto,
lei, a passare ognuno di questi giorni?
Svegliarsi, pensarci, nascondersi in una vita falsa, e poi
riaddormentarsi,
ripensarci. E ricominciare daccapo.
Anna gli porse il
cellulare, la foto di Emilia come
schermata di blocco.
«Ti
somiglia. È bella come te.»
Sorrise, riponendo
il telefono in borsa. Era leggermente in
imbarazzo. D’altronde, Antonio era ormai un estraneo. E quale
diritto un
estraneo aveva di farle quel complimento?
«Scusa.»
«Per
cosa?»
Antonio scosse la
testa. «Non lo so, mi sento fuori luogo.»
Lei continuava a
sorridere, e a dirgli di no, che andava
tutto bene, che stavano chiacchierando come vecchi amici. Era il
normale
disagio di chi si incontra dopo una vita.
«Sei
felice, Anna?»
«Sono
sposata, ho una figlia meravigliosa.»
Non aveva risposto
alla domanda. E Antonio non sapeva se
farglielo notare o meno.
«E
tu?»
«Mia
moglie non c’è più, e ho fatto troppi
errori in
passato.»
«Mi
dispiace.»
«Anche a
me.» Antonio continuava a guardarla negli occhi,
che tuttavia rimanevano inevitabilmente bassi.
Solo quando Anna
sentì il suo sguardo su di lei, e non ce la
fece più, lì sollevò. Erano lucidi;
umidi di lacrime?
Socchiuse le labbra,
e il cucchiaino schizzò via,
rimbalzando sul tavolino. Di riflesso Antonio era scattato ad
afferrarlo prima
che cadesse a terra, ma si ritrovò ad afferrare solo le mani
di Anna.
Raccontami
Anna, se
anche tu non sei riuscita a dimenticare, se anche tu adesso ti stai
chiedendo
perché non provi solo indifferenza, se ti stanno affiorando
alla mente tanti
ricordi, sbagli, sorrisi, abbracci, se anche tu vivi di rimorsi e
rimpianti, se
vorresti solo tornare indietro per non sentirsi così stupidi
al desiderio di
essere più felici di adesso. Se solo tu mi dicessi che lo
sei, che hai trovato
ciò che cercavi, che non mi pensi più, forse
io…
«Non ci
riesci neanche tu, vero?»
Antonio scosse la
testa. Se
solo non fossimo in mezzo alla gente, se solo non fossi sposata, se
solo
sapessi che tu…
«Mi
dispiace» ripeté Anna. «Vorrei
solo…» la voce le si
ruppe con un singhiozzo. Chiuse gli occhi, deglutì, si
passò una mano sul
volto, e si sforzò di tornare a guardarlo. «Ora
che sei qui mi aiuterai a
capire, me lo devi.» Fece un respiro profondo.
«Come posso essere ancora
innamorata di te?»
Abbiamo viaggiato attraverso il tempo e le canzoni, e questo viaggio finisce qui. Ma è una fine che non è mai una fine, perché non c'è niente da fare: quando la voglia di scrivere ti bussa alla mente, devi aprire un documento vuoto e svuotarci le idee. Quindi ci ri-leggiamo alla prossima storia!