Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: soshi_meganizer    05/05/2016    0 recensioni
Jimin era cambiato. Non era più lo stesso. Non sorrideva più oppure si trattava di un sorriso forzato, falso. Dietro, in realtà, c’erano lacrime amare. Non poteva perdonarselo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Lui ti stava guardando. Eri bellissima, avevi gli occhi chiusi ormai da troppo tempo. Eri attaccata a diverse macchine che ti aiutavano a respirare. Eri ridotta in quello stato da due mesi. Jimin non sentiva la tua voce da due lunghi mesi. E’ sempre stato con te. Non ti ha mai abbandonata, non ha mai perso la speranza. Gli avevi salvato la vita.
Quel giorno siete usciti insieme dopo tanto tempo. Il suo lavoro non vi permetteva di stare molto insieme, ma quando aveva del tempo libero, lo spendeva con te. Quella sera un pirata della strada ubriaco è passato con il rosso. Uno stupido segnale ha cambiato le vostre vite. Jimin stava per essere investito, ma non potevi permettere che il tuo fidanzato si facesse male. Vi siete promessi di proteggervi a vicenda, così lo hai spinto via. Sei volata diversi metri più avanti. Nel giro di dieci minuti un’ambulanza è venuta a prenderti, i paparazzi erano ovunque, le fan scioccate riprendevano la scena con i cellulari e Jimin piangeva sconvolto.
Non hai più aperto gli occhi da quel giorno. Solo il suono di una macchina gli assicurava che eri ancora viva.
Alcune ARMY sostenevano la vostra relazione, molte, però, ti odiavano. Auguravano la tua morte, ti mandavano offese su tutti i social e se ne vedevi una per strada, questa ti insultava o peggio ti picchiava. Questa volta, però,  tutte le fan cercavano di supportare Jimin, pregavano che tu sopravvivesti, volevano la felicità del loro idolo.
Il gruppo cercava di aiutare il loro amico. Anche loro venivano a trovarti in ospedale, ma non ti hanno mai vista sveglia. Jimin, malgrado fosse sempre ripreso dal manager per il suo andamento, non riusciva più ad essere lo stesso. Continuava a cantare, a ballare, ma il sorriso, quel dolce sorriso che eri solita amare, era sparito.
Ogni volta che veniva ti sussurrava parole dolci. Era sicuro che tu le sentissi e che ti avrebbero svegliata un giorno. Ti portava i tuoi fiori preferiti, giorno dopo giorno. Era lui a cambiare la loro acqua. Ti raccontava la sua giornata, ti diceva che ti amava e che non ti avrebbe mai lasciata sola, che non ti avrebbe mai abbandonata, che non avrebbe mai perso la speranza. Ogni volta che ti vedeva in quello stato piangeva, non poteva trattenere le lacrime. Si sentiva solo.
Ricordava i momenti trascorsi insieme, il giorno in cui vi siete incontrati la prima volta, il primo appuntamento, il primo bacio. Ricordi. Erano solo ricordi. Lui non voleva ricordare quei momenti, voleva crearne nuovi, con te. Desiderava baciarti di nuovo, accarezzare i tuoi capelli e il tuo viso ancora una volta.
Passano altri due mesi e i dottori chiamarono Jimin. Lui si precipitò da te. Piangeva, non poteva crederci. Non poteva credere a ciò che stavano dicendo i medici. Eri morta. Non sei riuscita a vincere contro la morte. Te n’eri andata. Lo avevi lasciato. Il pianto di Jimin era l’unico suono che riempiva la stanza, nemmeno le macchine che ti avevano attaccato quattro mesi prima suonavano più.
Al tuo funerale sono venuti tutti: la tua famiglia che ha sofferto tanto, i tuoi amici, i ragazzi, i loro manager e Jimin. Dopo la cerimonia se n’erano tutti andati, tranne lui.  Guardava la tua lapide. Vi eravate promessi di stare per sempre insieme, ma tu non hai mantenuto la promessa.
Non si dava pace. Si dava la colpa per tutto ciò che era successo, non se lo poteva perdonare. Non è riuscito a proteggere l’amore della sua vita. Dietro ai falsi sorrisi che mostrava sul palco si nascondevano lacrime amare. Per quanto cercasse di dimenticarti, non ci riusciva. Bruciava le vostre foto, cercava di togliersi il tuo viso dalla testa, ma niente.
Ormai lacerato dal dolore, prese una dura decisione. Scrisse una lettera di scuse. Non poteva più vivere in quel modo e così chiuse gli occhi e soffocato dall’acqua della sua vasca disse: << Sono perso senza te >>
   
 
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