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Autore: GiuRo    06/05/2016    4 recensioni
Può un baule essere magico senza non esserlo? Forse, ma anche se una magia stava per nascere è troppo tardi, resta solo il rimpianto ormai. Draco è stato scelto per una missione e niente lo farà desistere da portarla a termine, anche se nella sua testa dubbi e paure ormai sono di casa.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Prescelto
Prescelto, cosi lo chiamavano. Che ne sapevano loro? Niente! Erano solo dei patetici omuncoli, spaventati e deboli. Avevano dato quel titolo al primo amico dei mezzosangue che passava. Invece lui, Draco, era stato scelto davvero. Il signore oscuro in persona gli aveva affidato quel compito, e niente lo avrebbe distratto dal portarlo al termine, niente e nessuno...
La sua famiglia contava su di lui, dopo il fallimento e l'arresto di suo padre, tutto era andato a rotoli. Ma si poteva riscattare, tutto in una sola volta.
Era un peso pesante da portare, se ne rendeva conto giorno dopo giorno. Appena finita l'estate sarebbe tornato a Hogwarts e avrebbe compiuto il volere del suo signore. Ogni giorno che passava sentiva una forte ansia crescere dentro di lui, il tempo si dilatava e si stringeva a secondo del suo umore. Alcuni giorni  trascorrevano come battiti di ciglia, altri sembravano non voler finire  mai.
Da un lato voleva farlo, togliersi il pensiero, dall'altro aveva una gran paura in corpo. 
Mentre era steso sul suo letto pensava a quanto sarebbe accaduto.
La mente viaggia veloce a volte, da un pensiero all'altro in un istante. I suoi erano pochi, c'erano i suoi genitori, il suo dovere, la paura. E poi c'era un piccolissimo pensiero, che ogni tanto si faceva strada, insinuandosi nelle pieghe della mente come un sassolino nella scarpa.
No!
Non voleva pensarci. Non poteva. Non poteva!
Com'era possibile si chiese, coma era arrivato a quel punto? La sua vita era ad un bivio, correva un rischio immane, la sua famiglia era in declino. Eppure nella sua testa era apparsa un immagine. Un immagine sbagliata, che non doveva far parte dei suoi pensieri.  Forse non era la testa.
Forse era altro, ma non poteva distrarsi. Troppe cose erano in gioco, troppe. Sua madre era preoccupata. Lo guardava ogni giorno con ansia crescente, lui odiava quello sguardo. Lo faceva sentire come un bambino, lo riportava a giorni passati. Giorni finiti. Oramai era tutto finito.
 
 
 
Amicizia e sentimento
 
Hermione era alla Tana da due giorni ormai. Si sentiva al sicuro li, quasi in famiglia. Il mondo magico era in subbuglio, e le conseguenze di tutto quello che stava accadendo si riflettevano anche sul mondo babbano.
I suoi genitori era preoccupati, e lei cercava ogni mezzo per tranquillizzarli. Doveva essere forte in quei momenti.  Tutti dovevano esserlo.
La Tana era per lei un posto accogliente e sicuro, li i problemi anche se erano presenti, sembravano più leggeri. Quindi per quei pochi giorni poteva anche rilassarsi. In attesa dell'inizio della scuola.
Certo, non tutto svaniva per ''magia''. Alcuni problemi restavano, non si dileguavano del tutto.
Con l'arrivo di Harry poi la situazione si calmò ancora di più.  Un piacevo diversivo che la riportava a giorni più allegri e meno cupi. Ogni tanto, fra le risate e rimproveri ai suoi amici, si abbandonava ai ricordi o viveva il momento.
Questa la faceva sentire più leggera, meno in ansia. Era tutto più semplice liberarsi dalle preoccupazioni, era tutto più sereno.
Il tempo per il ritorno a scuola era vicino. Forse era un bene, forse era un male.
 
 
 
Fine dell'estate
 
Desolazione, la gente non usciva di casa e restava chiusa.  Fare le ultime compere per la scuola non richiedeva tanta fila.  Hermione però si sentiva distratta, c'era qualcosa che non andava.
Si era ritrovata a seguire Draco Malfoy insieme a Ron ed Harry, sapeva anche lei come i suoi due amici che c'era qualcosa di sospetto. Ma lei aveva visto anche altro. Nel fugace attimo in cui vide lo sguardo di Malfoy, aveva visto nei suoi occhi una valanga di emozioni. Così potenti e intensi. Aveva visto un velo di oscurità in quello sguardo, ma anche di malinconia e paura. E aveva visto qualcosa di simile allo specchio guardandosi. In quello sguardo, lei aveva riconosciuto parte del suo.
Non capiva perché, ma mentre seguiva i due amici verso Magie Sinister quel pensiero la tormentava, e si sentiva in colpa. Ron ed Harry stavano pensando ad altro, e di certo si aspettavano che anche i suoi pensieri fossero in linea con i loro. Passo dopo passo, pensiero dopo pensiero. Si erano ritrovati a spiare il negozio dalla finestra. Stando ben attenti a non farsi scoprire. Mentre guardava Hermione diede uno sguardo leggermente più lungo di quando avesse voluto. Draco si girò e lei fece per ritrarsi.
Per un attimo il tempo si dilatò, come se ci fosse uno strano incantesimo in atto. Ebbe la sensazione che il loro occhi si incrociassero del tutto, ma non ne era sicura. Quando torno ad essere ben nascosta, si tocco il petto. La paura di essere scoperta gli aveva dato una scossa al cuore.
 
Dovettero tornare indietro dopo poco. Ma avevano qualche informazione, e avevano visto dei mangiamorte insieme a Malfoy. Di sicuro stava seguendo le orme del padre. Ma tutti e tre si chiedevano cosa se ne facessero dei mangiamorte di un grosso armadio.
-Cosa pensate voglia farci?- Harry sembrava deciso a scoprirlo
-Non saprei, ma nulla di buono penso. E tu che ne pensi Hermione?-
-...Ah...io... la penso come voi... si come voi-  I due amici guardarono Hermione.
-Tutto ok?-
-Si... Si, tranquilli sto bene. Andiamo ora-
-Si andiamo, dobbiamo informare l'ordine che Drago è diventato un mangiamorte- Harry l'aveva detto come un ovvietà. Anche Ron annuiva cupo, mentre Hermione sembrò stordita da quelle parole.
Il resto del tragitto lo fecero in silenzio.  
 
Non riuscirono ad ottenere l'effetto sperato. Nessuno credette che Draco si fosse unito ai mangiamorte. Ma Harry ne era più che convinto. Hermione osservandolo non poteva fare a meno di provare un certo fastidio. Draco era sempre stato il loro avversario, ma erano ragazzi. Lei gli aveva dato un pugno una volta, ma era solo per sfogare la propria frustrazione. Passato quegli attimi si era sentita quasi pentita. 
In quel momento però, il gioco era diventato serio. Non erano più ragazzi che si facevano i dispetti, non erano più studenti rivali per vincere la coppa delle case, o tifosi avversari per il quidditch. Harry aveva identificato Draco come mangiamorte, questo rendeva tutto più reale. Erano a un livello superiore di inimicizia. E lo scontro che ne sarebbe derivato non avrebbe portato a semplici liti. Mentre osservava l'amico sul treno, Hermione pensava a questo.
Eppure lei aveva dubbi, sapeva che Draco era una vittima. Non ne aveva le prove certe, solo una sensazione. Per questo non osava esporre la sua teoria agli amici.
Sapeva però che Draco e la sua famiglia erano in sostenitori di Voldemort, ma sapeva anche che molti dei suoi seguaci lo seguivano più per paura che per altro. Lo temevano, forse più di quanto lo temevano loro.
E quel genere di paura ti spinge a fare cose che non avresti mai fatto. Negli occhi di Draco aveva visto paura.
 
 
Occhi
 
Era sempre più teso. Vedeva gli sguardi di tutti su di se. Odio, paura, risentimento e disprezzo. Questa era la cosa che sopportava di meno, era la cosa che gli dava più fastidio. Come potevano disprezzare lui? Quando la scuola pullulava di feccia. Tutto sarebbe cambiato. Anche grazie a lui.
Il piano era in atto, sapeva di dover restare calmo. Ma più di una volta aveva perso la calma. Eppure non poteva perderla ancora.
Fra la moltitudine di occhi che lo osservavano fra i corridoio, sentiva che alcuni si soffermavano su di lui più spesso di altri. Quelli di Potter ad esempio,  lo osservavano dietro quei patetici occhiali. Anche quelli di quel pezzente di Weasley. Entrambi lo scrutavano con attenzione, come a poter leggere le sue mosse future.  Come se attraverso quelle occhiate, i loro cervelletti potessero apprendere cosa stava organizzando.
Si divertiva quando accadeva, sapeva che avrebbe preparato per loro un bello spettacolo.  Sentiva anche paura però, e se ne vergognava.
Anche gli occhi del professor Piton lo osservavano. Per quanto quegli sguardi gli dessero un minimo di conforto, perché sapeva che il professor Piton era sempre stato dalla sua e ancora lo era. Si sentiva infastidito anche dai lui. Sapeva cosa aveva fatto sua madre, sapeva che era andata dal lui per chiedergli di aiutarlo. Lui però non era più un bambino. Poteva cavarsela da solo. Poteva?
 
Quella che gli dava più fastidio era la mezzo sangue però. Il suo sguardo era diverso. Anzi inaspettato.
Era come quello del professore, come se anche lei lo tenesse d'occhio. Ma solo per il suo bene.
Era solo una sensazione, ma quella sensazione lo infastidiva. Oltre a distrarlo dalla sua missione gli faceva venire in mente strani pensieri. Pensieri che aveva sempre ricacciato nella sua mente, pensieri che aveva avuto varie volte nel corso degli anni. Quasi per gioco all'inizio. Ma che poi sono diventati sempre più frequenti e ricchi. Tanto da rendersi conto della strada che aveva intrapreso senza accorgersi.
Aveva tentato di cambiare le cose, sapeva di dover essere più duro. Di dover trattar male, disprezzare, odiare e schernire quelli come lei. Lo aveva anche fatto. Ma quegli occhi lo riportavano su una strada che non era destinata a lui. Una strada che poteva stravolgere tutto.  E quella strada non poteva essere percorsa da Draco Malfoy. 
 
 
Pace?
 
Ron era un idiota. Era sempre stato un insensibile, ma stava esagerando. Hermione aveva sempre creduto che quella parte di lui esisteva solo a causa della sua ingenuità e della sua sbadataggine. Come se non si rendesse conto che quello che faceva o diceva poteva ferire gli altri. Ma a quel punto iniziava ad avere dubbi.  Lo aveva aiutato durante il provino contro Cormac, eppure lui si era fidanzato con Lavanda. Non che fossero affari suoi, ma quella ragazza era insopportabile. Eppure lui la preferiva ai suoi amici.  Harry non sembrava infastidito dalla cosa, ma lei sapeva anche il perché. Sembrava che tutti ormai avessero trovato un modo per diventare la metà di una coppia, oppure stavano pensando di farlo. Solo lei si sentiva sola.
Nell'attraversare i corridoi della scuola, si sentiva ancora più sola. Di ritorno dalla biblioteca, unico luogo di conforto, i suoi passi risuonavano leggermente nonostante il silenzio. Era tardi, sperava che i professori non la scoprissero a gironzolare a quell'ora. Sapeva che non avrebbe fatto storie vedendo il grosso libro che stringeva al petto. La conoscevano bene, tanto da capire che la sua non era una fuga per curiosare o fare qualcosa di proibito. E il fatto che fosse sola era anche una prova di ciò. Se ci fossero stati Ron ed Harry li avrebbero fermati, ma lei da sola era meno ''pericolosa''. Eppure non voleva incontrare nessuno. Nessun professore o studente. Voleva solo andare in camera a leggere quel libro di pozioni, nella speranza di superare Harry e il suo ''amico libro ''. Non le andava giù che fosse migliorato tanto, brutto da pensare, ma era così.  Avrebbe preso due piccioni con una fava, migliorare i pozioni, e distrarsi un pochino. 
Già pregustava quegli attimi di leggerezza quando svoltando l'angolo colpì, qualcosa.
-Guarda dove cammini stupida...- Draco era chino a terra intento a raccogliere una mela. Mentre lei stava prendendo il suo libro. Quando si accorse che era lei si interruppe stranamente.
-Granger, che ci fai qui a quest'ora?-
-Potrei farti la stessa domanda?-  Dopo aver raccolto il libro Hermione si preparò a ricevere le solite parole di sdegno. Ma sorprendentemente non accade. Dopo aver raccolto la sua mela Malfoy se ne andò.
Non disse niente, se ne andò e basta.
Hermione rimase sconcertata dalla cosa.
E ancora più sconcertante era che lei voleva parargli invece. Era delusa da quella sua strana reazione.
-Draco aspetta...- Voltandosi sperò di trovarselo alle sue spalle, ma le sue parole si dispersero in un debole eco.
Era tutto troppo strano. Tutto troppo confusionario. C'erano troppe cose in ballo, alcune più serie di altre. Ma quelle più serie non sovrastavano del tutto le altre.
Hermione torno ai dormitori. Una sola domanda la stava assillando. E se non ci fosse stata quella guerra segreta in atto? La pace avrebbe cambiato i destini di molte persone. Chissà in che maniera il suo.
 
 
Tentativi
 
Le stava provando tutte. Ma la fortuna era dalla parte di quel vecchio decrepito. Era riuscito ad entrare alla festa del professor Lumacorno. Era quasi riuscito a far arrivare la collana fino alla scuola e a farla finire nelle mani del preside. Ma niente da fare.  
Ogni volta falliva.
Il professor Piton era sempre presente, lo aveva aiutato in molte occasioni. Quella di cui gli era più grato era quando in bagno gli aveva salvato la vita.
Non ricordava molto di quella giornata, solo che aveva avuto un'altra crisi. E nel momento più sbagliato possibile. Potter era li, e lo aveva visto.
Tutta la rabbia e la collera repressa si erano fatti sentire, voleva sfogare tutto su di lui. Anche se non fosse stato Potter andava bene lo stesso, ma con lui era ancora meglio.
Ma aveva avuto poca fortuna anche in quell'occasione. Si ricordava solo una strano incantesimo lanciato da Potter, poi un dolore acuto. E poi solo il buio.
 
Dopo quell'evento aveva deciso di cambiare posto in cui sfogarsi.  Non più quel bagno.
Ma un ripostiglio delle scope abbandonato. 
Era abbastanza grande da poter tenere anche altra roba, ma lui ci aveva messo solo un baule squadrato dove potersi sedere e restare a riflettere.
Quel baule in legno scuro era di ottima fattura, ci teneva i vestiti invernali visto la grandezza. Ma in quel momento ne usava un'altro per quel compito, nuovo e più grande. Se l'era lo stesso portato dietro però. Ma dopo aver scoperto quel ripostiglio l'aveva portato li per chissà quale ragione precisa.
Per sedersi e compiangersi bastava una sedia dopotutto.
 
Dopo una delle solite giornate stressanti, torno al suo ripostiglio.  Si sedette sulla cassa e restò fermo a pensare.
Distrattamente poggio la mano al lato del baule. Senti qualcosa di aguzzo graffiargli il dito.
Una vite era uscita in fuori quasi del tutto.
La estrasse con le mani, e iniziò ad osservarla.
Dopo un po' decise di farci qualcosa. Sul baule incise alcune lettere, e alla fine scrisse solitudine
In effetti era solo.  Anche se molti cercavano di aiutarlo, come sua madre e il professor Piton. 
Ma nessuna compagnia gli dava conforto.  Era solo in mezzo alla gente.
 
 
 
Rifugio
 
Nonostante tutto Hermione doveva staccare la spina ogni tanto. Non capiva come mai, anche se Ron era tornato in un certo senso. Anche se si sentiva più legato a lui dopo che aveva rischiato la vita. Voleva lo stesso andarsene per i fatti propri ogni tanto.
Non stava nemmeno in biblioteca però.
Era troppo facile pensare che fosse li, lei voleva un posto dove stare sola.
Si diresse per questo in zone della scuola dove non la si sarebbe mai cercata, quelle frequentate dai serpeverde.  In particolare riuscì a trovare un vecchi ripostiglio delle scope in disuso. Li, sopra un baule, passava il tempo leggendo.
Era un posto tranquillo, dove poter essere leggera e lasciarsi alle spalle tutto per qualche tempo.
Cercava solo un po' di solitudine, anche se si  vergognava di questo. In qui momenti stare da sola significava non dare sostegno ai propri amici.
Mentre si godeva gli attimi di solitudine passò una mano sul baule.
Solitudine sotto le sue dita c'era scritta proprio quella parola.
 
 
Parole incise
 
Compagnia. Sotto la parola incisa il giorno prima con la vite, c'era un'altra.
Non era stato lui a fare quell'incisione.  Una mano  elegante doveva averla incisa, almeno era questo che pensava.  Di sicuro una ragazza.
Malfoy si chiese chi poteva essere? Quale delle sue compagne di casa era stata li?
Ma dopo un po' la cosa passo in secondo piano. Quel giorno invece di restare fermo a pensare, a evitare o avere una crisi. Rimase fermo a fissare quella parola. In qualche modo sentiva una specie di attrazione verso quella semplice incisione.
La parola in se, e la ''calligrafia'' attiravano i suoi occhi.
Dopo un po' prese la vite, la teneva in tasca dal giorno precedente.  Incise una seconda parola.
Paura.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno seguente trovo una quarta parola incisa.
Coraggio.
Anche quel giorni rimase a fissare quella semplice scritta.  
 
Solitudine
Compagnia
Paura
Coraggio
Caos
Armonia
Nemico
Amico
Sbagliato
Giusto
 
 
Ogni giorno una parola nuova. Anzi due, la sua e l'altra. E ogni giorno restava a fissarla.
Non aveva mai tentato di scoprire chi fosse.
Gli piaceva quello strano passatempo, gli piacevano quelle parole. I giorni si fecero più leggeri grazie a quelle ore solitarie.
La cosa lo faceva anche ridere però. Non c'era nulla di magico in quella forma di comunicazione. Forse era quello a rendere tutto più speciale però.
 
 
Ultima
 
Quando lesse scritto ODIO Hermione si sentì molto turbata.
Quella parola era scavata con più forza nel legno.
Quando aveva letto la prima parola, fu molto strano. Lei voleva la solitudine, finché non lesse quella parola. In quell'istante nacque in lei la voglia di compagnia. Come se uno strano incantesimo l'avesse colpita. 
Tremolante di sicuro era la mano che aveva inciso quella parola, lo capiva perfettamente. E dopo aver controllato che il baule non fosse stregato incise con la punta di un orecchino la sua risposta.
Il giorno seguente fece lo stesso.
E cosi per gli altri giorni fino a quello.
Ogni giorno trovava la risposta adatta. Lo sapeva. Sapeva che chiunque scrivesse quelle parole trovava conforto dalle sue risposte. E quella volta non sarebbe stata un'eccezione.
Dopo aver scritto la sua risposta, prese il suo libro e se ne andò. Quando svoltò l'angolo con la coda dell'occhio vide un ragazzo biondo dirigersi verso il ripostiglio. Era in ritardo per una lezione,  e sentiva delle voci femminili dirigersi verso di lei. Per questo non tornò indietro.
Un sorriso le si stampò lo stesso in viso. Strano come in una scuola di magia. Lei stesse comunicando con un metodo ''babbano''.
 
 
 
 
 
 
 
 
Prima della fine
 
Quel giorno avrebbe segnato la fine di tutto.
Prima di iniziare con il suo piano, decise di andare al ripostiglio delle scope per fare la sua ultima visita al baule.
AMORE.  Era scritto proprio sotto ODIO. Quasi si metta a piangere mentre carezzava con le dita quelle lettere.
Era come se quella parola, fosse la più potente delle formule magiche. E chiunque l'avesse scritta, aveva colpito il suo cuore.
Prima di andarsene Draco incise la sua ultima parola. Non sarebbe più tornato li dentro. Dopo quel giorno sarebbe cambiato tutto.
Le lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi mentre scriveva Rimpianto.
   
 
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