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Autore: Tessie_chan    06/05/2016    2 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Aithusa camminava spedita lungo il corridoio dell'albergo dove alloggiava Kurapika, diretta alla sua stanza.
Dopo aver visto la distruzione che la Brigata aveva portato in nome del loro compagno morto, non ci aveva visto più dalla rabbia. Aveva ordinato a Masahiro di raggiungere gli altri, ed ora stava andando da Kurapika.
Aveva giurato che non si sarebbe più fatta coinvolgere dai piani del fratello, ma ora aveva superato ogni limite. Meritava una lezione. 
Aithusa arrivò davanti alla stanza del fratello e buttò giù la porta con un calcio.
Kurapika era seduto sul letto, e le dava le spalle; non appena sentì quel baccano, si voltò di scatto << Aithusa? Cosa... >>
La ragazza non gli dette il tempo di finire, gli sferrò un pugno in pieno viso.
Kurapika cadde a terra, e sputò sangue sul pavimento << Che diavolo.. >>
<< SEI UN VIGLIACCO! >> urlò Aithusa << TU E LE TUE IDEE DI GLORIA E VENDETTA! VOLEVI VENDICARTI A TUTTI I COSTI, VERO? VOLEVI VENDICARE LA NOSTRA GENTE? GUARDA INVECE COSA HAI FATTO! >> e lo trascinò per i capelli alla finestra, da dove si vedeva la tragedia che ancora si stava consumando a York Shin City << GUARDA! PENSAVI DI ESSERE UNA VITTIMA DEI RAGNI, VERO? LORO SONO DELLE VITTIME! QUELLE PERSONE SONO TUE VITTIME! GUARDA! >> Aithusa lo strattonò, ottenendo in cambio un grido di dolore << GUARDA COSA HAI FATTO A QUESTE POVERE CREATURE INNOCENTI, A QUESTI FIGLI DI DIO, TU CHE NON VALI NIENTE! SEI TU LA CAUSA DI TUTTO QUESTO! >> e lo spinse per terra con forza.
Kurapika ansimava per il dolore, e teneva gli occhi bassi; almeno si vergognava a guardarla in faccia.
La ragazza si avviò verso la porta e la aprì, ma prima di uscire si voltò e gli puntò un dito in faccia << Non mi importa se vuoi vendicarti. Fai quello che vuoi, per me tu sei morto. Ma te lo giuro sulla memoria di nostra madre, Kurapika. Se un altro innocente muore per colpa del tuo egoismo e della tua stupidità, io ti uccido con le mie mani! Ti ho avvertito, ricordatelo! >>
Kurapika alzò gli occhi verso la sorella, e trattenne il fiato: la Maga aveva gli occhi scarlatti per la furia, e lo stava fissando come se le costasse un grande sforzo non ucciderlo.
***
Aithusa stava volando a gran velocità, mentre il vento le incollava le lacrime al viso.
Era stata nel luogo dove si era consumata la tragedia: un medico le aveva detto che c'erano stati settantaquattro morti, e un numero imprecisato di feriti.
Ed era tutta colpa di Kurapika. 
C'era stato un momento in cui Aithusa aveva davvero pensato di ucciderlo. Come poteva un crimine simile restare impunito? 
Poi però si era resa conto che, per quanto il fratello fosse responsabile dell'accaduto, non erano state le sue mani a strappare quelle vite. Quindi se n'era andata, per evitare di fare gesti inconsulti. 
Non poteva affrontare ora la Brigata, non sarebbe mai riuscita a sconfiggerli. Ma quei mostri dovevano sparire, e prima o poi Aithusa li avrebbe annientati, anche a costo di metterci un secolo.
Il telefono squillò, e Aithusa rispose << Pronto? >>
<< Tess, è terribile! Gon e Killua sono stati rapiti dalla Brigata! >> disse Masahiro.
<< Cosa? >> urlò Aithusa, e atterrò sul tetto di un palazzo << Com'è potuto succedere? >>
<< Credo che i ragazzi abbiano pedinato alcuni membri della Brigata. Non so perchè, ma è chiaro che devono essere stati scoperti. Li hanno portati nel loro covo, ora mi trovo a cento metri da loro. Non hanno fatto loro del male, li stanno interrogando per sapere se conoscono "il tizio delle catene". >>
<< Perciò non hanno ancora scoperto l'identità di Kurapika. E' una buona notizia. Inoltre Gon e Killua non sapranno rispondere, perchè non conoscono ancora la tecnica Nen di Kurapika. Cosa stanno facendo adesso? >>
<< I Ragni sembrano aver capito che i ragazzi non sanno nulla. Ma non vogliono lasciarli andare, hanno deciso di tenerli prigionieri! >>
<< Oh, mio Dio! Dobbiamo tirarli fuori da lì! >>
<< Ascolta Tess, raggiungimi al covo, ti ho mandato le coordinate sul telefono. Tu creerai una distrazione, e io li porterò via, okay? >>
<< Okay. Sarò lì tra cinque minuti, tieniti pronto! >> disse Aithusa, e, dopo aver chiuso la telefonata, si sollevò di nuovo in volo e si precipitò verso la zona indicata da Masahiro.
Percepì delle fortissime presenze magiche in un palazzo abbandonato e fatiscente, e si avventurò a cercare i ragazzi. Girò a vuoto per un paio di minuti, fino a quando non percepì due aure Nen, più una terza poco distante: dovevano essere Gon, Killua e Masahiro.
Scivolò silenziosamente giù per una scala antincendio, e arrivò davanti a una porta in acciaio, oltre la quale dovevano esserci i ragazzi, e c'era anche una presenza magica: qualcuno che stava sorvegliando i prigionieri. 
Aithusa unì le mani a coppa e formò una potente sfera di fuoco, e la scagliò contro un muro adiacente, frantumandolo in mille pezzi e facendo tremare l'intero edificio.
In quel momento l'ombra di Masahiro spuntò fuori dal nulla, e abbattè la porta con un pugno potenziato; i ragazzi uscirono trafelati dalla stanza, e cominciarono a correre dietro al ragazzo. 
Il Mago che li sorvegliava si precipitò fuori dalla stanza e fece per inseguirli, ma si fermò vedendo lei: era un gigante alto due metri, molto simile alla figura della creatura del romanzo Frankenstein, con cicatrici che gli deturpavano il viso. 
La guardò sconcertato << Tu chi saresti? >>
Aithusa lottò contro il panico: non poteva scappare, l'avrebbe presa, e doveva tenerlo impegnato per dare agli altri un vantaggio. Non aveva altra scelta, doveva combattere.
Sguainò la sua spada dorata e gliela puntò contro << Non voglio combattere con te, Rinnegato. Ma lo farò, se mi attaccherai, ti avviso. >>
<< Hai un'aria familiare, ragazzina. Mi ricordi qualcuno. Possibile che tu sia.... ma certo! Tu sei la figlia di Concorda Duchannes! >>
No, l'aveva riconosciuta!
<< Ma sei viva! Noi pensavamo fossi morta! >> 
<< Invece sono viva. Spiacente per voi. >>
<< Mi dispiace, mocciosa, ma devo ucciderti! Non posso permettere che l'erede di Concorda sopravviva! >> urlò, e cominciò a sferrare una raffica di colpi magici simili a proiettili a velocità incredibile.
Aithusa roteò la spada come un'elica, riuscendo a parare tutti i colpi. Il Rinnegato allora si lanciò contro di lei ancora più velocemente, con una mano tesa.
La ragazza cercò di spostarsi, ma lui fu più veloce: la afferrò per la gola e la sollevò da terra << Devo ammetterlo, sei in gamba per l'età che hai. Ma questo non ti salverà! >>
Aithusa rantolava per la mancanza di aria: la spada era caduta e non poteva usarla. Sembrava finita.
<< Addio, piccola Duchannes! >> gridò il Rinnegato, e fece per scagliarle un colpo magico...ma si fermò, con gli occhi sgranati.
Aithusa lo aveva colpito al cuore con la mano modificata.
L'uomo gemette appena e cadde trascinandola con sè, e morì con gli occhi ancora spalancati.
Aithusa se lo tolse di dosso, pulendosi sulla maglietta già zuppa di sangue la mano.
Mio Dio...lo aveva ucciso.
NO! Lei non aveva intenzione di farlo, non voleva..
<< Franklin! >> gridò una voce in cima alle scale, e Aithusa balzò in piedi.
L'avrebbero scoperta! Doveva scappare! 
Fece per lanciarsi oltre lo squarcio che aveva aperto nel muro.. e si bloccò.
Dalla tasca del Rinnegato era caduto un foglio piegato, intriso di una forte energia Nen. 
Aithusa lo raccolse: non riusciva a capire perchè, ma ne era  fortemente attirata. Lo mise in tasca e si affacciò nel vuoto, pronta a saltare, proprio nel momento in cui un altro Rinnegato con i capelli castani e gli occhi verdi compariva davanti al corpo di Franklin.
Il ragazzo la guardò impietrito per un attimo, poi cercò di afferrarla: ma Aithusa riuscì a spiccare il volo un attimo prima che la mano del ragazzo le si chiudesse intorno alla caviglia.
La ragazza si allontanò alla velocità del suono, mentre il Rinnegato urlava << Hanno ucciso Franklin! E' stata una Maga! >>
<< Ali del drago! >> gridò Aithusa, e dalla schiena le spuntarono un paio di grandi ali di pura fiamma, che cominciò a sbattere con furia, volando via dal covo.
***
Masahiro guardava i due ragazzi che aveva portato via dal covo del Ragno, e aveva condotto nella stanza d'albergo accanto a quella della sorella.
Gon guardava fisso a terra con occhi tristi, torturandosi le mani, e Killua fissava il Kuruta con uno sguardo omicida << Non dovevamo andare via senza di lei. >>
<< Tess se la caverà, stai tranquillo. >> rispose Masahiro in tono fermo.
<< Non puoi saperlo! Ma tu hai idea di chi ha sfidato? Quelli sono i Rinnegati peggiori della storia! >>
<< E credi che non lo sappia?! Non si sarebbe reso necessario, se voi due non foste andati a cacciarvi nella tana del lupo! Se vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con te stesso, non con me! >>
Killua tacque ammutolito. Il fratello di Aithusa aveva ragione. Era tutta colpa loro. Non avrebbero dovuto immischiarsi in cose più grandi di loro.
Qualcuno picchiò alla finestra, e tutti sobbalzarono.
Aithusa aveva aperto la finestra ed era entrata, mentre due ali di fuoco le si dissolvevano dalla schiena.
<< TESS! >> gridò Killua, e corse ad abbracciarla, tempestandole il viso di baci << Amore, meno male che stai bene! Ma come ti è saltato in mente di fare una cosa così avventata?! >>
<< Cosa è saltato in mente a me?! Cosa è saltato in mente a voi! >> gridò Aithusa furibonda << Ma vi rendete conto di quello che avete fatto? >>
<< Hai ragione, Tess. Scusaci, siamo mortificati. >> disse Gon con voce lamentosa e gli occhi lucidi. 
Aithusa sospirò con espressione rassegnata, e andò abbracciare il bambino << Vabbe', non importa. L'importante è che state bene! >>
<< Mio Dio Tess, ma cos'è quel sangue che hai addosso?! >> esclamò Masahiro, avvicinandosi alla sorellina.
Aithusa guardò il fratello con occhi lucidi << Uno di loro mi ha aggredita. Mi aveva afferrata per la gola, non riuscivo più a respirare, e così.. l'ho ucciso! >> concluse, scoppiando a piangere con le mani sporche di sangue sul viso.
<< Tess, ora calmati. Non è colpa tua, è stata legittima difesa. >>
<< Lo so, però... >>
<< Shhhh >> le disse Masahiro, stringendola forte << Non volevi vendicarti, non l'hai ucciso a sangue freddo. Non è colpa tua. >> ribadì il ragazzo.
Aithusa si liberò della stretta del fratello, e si allontanò << Scusate, ma devo ripulirmi adesso. Non sopporto questo sangue addosso. >> .
La ragazza uscì in corridoio, entrò nella propria stanza e si chiuse in bagno, si spogliò e si infilò nella doccia. Strofinò la mano con acqua e sapone per più di dieci minuti, ma non riusciva a liberarsi della sensazione di sporco che si sentiva addosso.
Non riusciva ancora a credere di averlo fatto davvero. Aveva ucciso uno dei Ragni.
Non aveva mai voluto vendetta, e non la voleva neanche adesso. Eppure non riusciva a smettere di pensare a quegli innocenti morti senza motivo, solo per celebrare uno stupido requiem. Anche se odiava pensarlo, non poteva fare a meno di credere che forse erano un po' più in pace, ora che uno dei loro assassini era morto.
No! Non doveva pensare questo! La morte non poteva portare pace a nessuno, e lei si era solo difesa!
Uscì turbata dalla doccia, si infilò la biancheria intima , indossò una vestaglia di lino blu scuro, e si stese sul letto, chiudendo gli occhi. Si sentiva come se avesse una scheggia di ghiaccio piantata nel petto, che non solo faceva male, ma la faceva anche rabbrividire per il freddo.
Aveva ucciso uno di quei mostri. Ora gli altri avrebbero cominciato a dare la caccia anche a lei. Avrebbe dovuto darsi alla clandestinità, insieme a suo fratello Masahiro. Non si poteva fare altrimenti.
Qualcuno bussò alla porta, e Aithusa aprì gli occhi << Entra, Killua. >>
Killua aprì la porta e entrò silenziosamente nella stanza << Mi arrendo. Non riuscirò mai a coglierti di sorpresa. >>
<< Finalmente lo hai capito. >> sorrise triste Aithusa, battendo con una mano vicino a lei, per invitarlo a sedersi.
Killua si sistemò accanto a lei e le circondò le spalle con un braccio << Immagino dovrò rassegnarmi al fatto che non posso competere con te in questo. >>
Aithusa lo guardò << Killua... >>
<< Va tutto bene, Tess. So che non potrò mai essere forte come te. L'ho sempre saputo, e non mi è mai importato, te lo assicuro. >> Killua le sorrise e le posò un bacio sulle labbra.
All'improvviso Aithusa sentì un forte desiderio di essere abbracciata e baciata. Mise le mani dietro il collo di Killua e lo tirò a sè << Ti prego, abbracciami forte. >>
Il ragazzo non se lo fece ripetere e la strinse forte a sè, e cominciò a baciarle il collo. Aithusa sentì che la temperatura corporea di entrambi si stava alzando, e cominciò a rabbrividire. 
<< Killua... >>
<< Tess.. >> mormorò a sua volta Killua con voce roca. Le scostò la vestaglia dalla spalla, e cominciò a baciarla anche lì, mentre le mani salivano verso la testa, e le scioglievano la coda, lasciando che i lunghi capelli neri le cadessero sulla schiena.
Aithusa scivolò lentamente all'indietro, e Killua si stese sopra di lei, posandole una lunga scia di baci sulla mandibola, sulla gola, dietro l'orecchio, e la mano si avvicinava lentamente alla cintura della vestaglia.
<< Tess, mi devi fermare.. io non credo di farcela. >>
Aithusa ansimò mentre Killua continuava a baciarla e le slacciava delicatamente la cintura << Non voglio farlo. Non voglio fermarti. >>
Stava per succedere, Aithusa lo sapeva. Una parte di lei le diceva che era ancora troppo presto, che erano ancora troppo giovani, che sarebbe stato meglio aspettare; ma lei non voleva aspettare: il giorno dopo avrebbe dovuto andarsene, e molto probabilmente non l'avrebbe visto mai più, non era il momento di pensare al futuro. Forse quella sarebbe stata la loro unica volta.
Killua le fece sollevare la schiena per sfilarle la vestaglia, mentre lei gli toglieva la maglietta. Il ragazzo cominciò a baciarle il ventre, giocando con la lingua sull'ombelico, e lei ansimò ancora più forte.
<< Tess, ne sei sicura? >>
La ragazza lo guardò, con le pupille enormi << Non mi vuoi, Killua? >>
<< Cosa dici? Certo che ti voglio! >> esclamò Killua, avventandosi sulla bocca della ragazza << Ti voglio da impazzire. >> le mormorò all'orecchio, mentre una mano saliva a slacciare il reggiseno.
Aithusa arrossì per l'imbarazzo quando Killua glielo tolse, e il ragazzo rise, intenerito. Aithusa gli rivolse un'occhiata offesa << Ti sembra divertente? Adesso mi divertirò io! >> e cominciò a slacciargli nervosamente i pantaloni, mentre Killua continuava a ridere della sua espressione imbronciata << Dai, scherzavo! Non credevo fossi così timida! >>
<< Timida, io? >> fece Aithusa con voce tremante << Adesso vedrai! >>  e ribaltò in un secondo le loro posizioni, mettendosi a cavalcioni su di lui.
Il sorriso di Killua si trasformò in un grido soffocato quando Aithusa cominciò a baciargli tutto il petto e a mordicchiargli i capezzoli, accarezzandoli con la lingua . Killua fece per alzarsi, incapace di resistere a quella dolce tortura, ma Aithusa lo spinse di nuovo giù, bloccandogli i polsi sopra la testa << Che c'è? Hai dimenticato chi è il più forte? >> chiese la Maga, sorridendo maliziosa, e riprese il lavoro.
Killua gemeva pesantemente, e ansimava << Ti prego, Tess... >>
<< Cosa vuoi, Killua? >>  chiese ancora la ragazza, continuando a sorridere con aria perversa.
<< Te! Ti prego, non resisto più! >> gemette il ragazzo.
Aithusa rise dell'eccitazione incontenibile di Killua e gli lasciò i polsi, e in mezzo secondo si ritrovò di nuovo sotto di lui, che la stava baciando ovunque con passione quasi animalesca. 
I due ragazzi si sfilarono in fretta gli ultimi indumenti che avevano, e il contatto con la pelle nuda li bruciò come una fiamma viva, mentre Killua entrava lentamente in lei. Quando arrivò alla barriera interna, Aithusa soffocò un grido, e il ragazzo si fermò per darle il tempo di abituarsi alla sua presenza. Aithusa strinse i denti per il dolore, ma dopo qualche secondo quello cominciò a sparire, sostituito da scariche di piacere allo stato puro che le arrivavano direttamente alla testa. Killua cominciò lentamente a muoversi, aumentando il ritmo un po' alla volta, e Aithusa lo assecondò con movimenti del bacino. Le spinte diventarono sempre più veloci e profonde, fino a quando non vennero insieme, soffocando le loro grida l'uno contro l'altra.
Crollarono insieme l'uno accanto all'altra, appagati e ancora tremanti per l'emozione, e Killua stese una coperta su di loro, baciandole la fronte << Sei stanca? >> 
<< Un po' >> rispose Aithusa, sfiorando il mento del ragazzo con le dita.
<< Mi dispiace, sono stato troppo brusco, e ti ho fatto male. >>
<< No, tranquillo, non mi hai fatto male. E' stato bellissimo, per me. >>
Killua la guardò con gli occhi ancora ardenti << Anche per me lo è stato. L'esperienza più...incredibile della mia vita. >>
Aithusa sorrise e si ranicchiò contro il suo petto, respirando il suo profumo e godendo del calore che emanava.
<< Ti amo, Killua. >>
<< Anch'io ti amo, Tess. Ti amo così tanto che mi fa paura. >> rispose il ragazzo, affondando il viso nei capelli di lei.
Aithusa si rilassò, cominciando ad addormentarsi. Per quella notte non voleva pensare, voleva solo stare con lui. Il giorno dopo avrebbe pensato al resto.

   
 
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