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Autore: AngelWing99    06/05/2016    2 recensioni
È proprio quando ti senti al sicuro che sei in pericolo. La calma serve solo a chi non ha problemi a chi non deve pensare nulla se non a cosa farà il giorno dopo. L'ansia, la preoccupazione è sempre costante in chi vive nell'oscurità.
Maya è un genio, sa sempre cosa fare e dove deve andare per non essere scoperta da nessuno. Ha un presente è un passato che la tormentano ogni giorno. Alex invece sembra essere un ragazzo perfetto. All'inizio è dolce e simpatico, ma invece è il peggiore tra tutti i ragazzi che a Maya potesse capitare e lei dovrà fare i conti anche con lui.
"Sono nata e cresciuta nell'ombra, ma ora per molti sono diventata una luce che getta le ombre sugli altri".
Genere: Fluff, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Sempre la stessa identica storia, oramai non si può dormire più tranquilli, se magari quella maledetta sveglia stesse zitta mi farebbe un bel favore, così non mi dovrei alzare, abbandonare il mio bel letto caldo caldo, mettere i piedi sul gelido pavimento per spegnare quel maledetto aggeggio. Aspetto ancora qualche minuto, forse se la smetterà da sola e io potrò dormire in santa pace e magari continuare quel mio sogno - anche se oramai non me lo ricordo più - ma già so che non accadrà. Mi arrendo alla crudele realtà e mi alzo di malavoglia e la spengo. Mi metto difronte all'armadio e prendo la divisa della scuola: camicia bianca, cravatta nera, gonna a pieghe rossa con strisce nere, vado in bagno per truccarmi e mi trovo difronte i soliti occhi azzurri con una piccola chiazza di verde nell'occhio destro, ho i capelli neri come la pece, mossi e impossibili da domare, ogni mattina è una sfida per metterli apposto, ma alla fine tutto si conclude che raccolgo questa massa di capelli in una coda. Ho un fisico che mi invidiano anche le modelle più belle, di reggiseno porto una quarta e magra al punto giusto, forse con qualche kilo di meno rispetto alla mia altezza, ma non importa, tanto non si nota. Ogni tanto -anzi diciamo spesso- mi chiamano per fare qualche book fotografico per sponsorizzare qualcosa. Peccato che prima devo sempre chiedere il permesso ai miei tutori - i miei genitori sono morti quando avevo dieci anni, da allora sono passata da una casa famiglia all'altra, o meglio da inferno all'altro- visto che sono ancora minorenne, ma tanto loro dico sempre che va bene perché sono soldi che poi vanno a loro, non a me.
Comunque mi sono truccata perfettamente in modo da risaltare i miei occhi da cerbiatta che tutti amano. Esco senza fare colazione, la farò mentre andrò a scuola, forse, non mi piace molto fare colazione, ma so che è importante, quindi ogni tanto mi sforzo di farla. 
Appena metto piede fuori casa sospiro stanca, un'altra giornata d'inferno inizia, evviva.

Passo l'intervallo prima delle lezioni insieme ai miei amici, se posso chiamarli così perché li incontro solo a scuola e poi spariscono, se mi assento da scuola per una settimana intera nessuno se ne accorgerebbe, ne sono sicura. Passò le prime tre ore a prendere appunti sulle lezioni; quando arriva la ricreazione ho la mano tutta indolenzita. Vado dai miei "amici" e iniziamo a parlare del più e del meno andando in giro per il cortile della scuola come facciamo sempre, ma io sono su un altro pianeta non prestare quasi mai attenzione alle loro parole. Mi perdo sempre tra i miei pensieri e l'unica cosa che faccio è sorridere e annuire come se li stessi ascoltando, poi se chiedono qualcosa gli dico che mi sono persa l'ultima parte e mi invento qualcosa che si potrebbe allacciare al loro discorso, ma la maggior parte del tempo penso solo a tornare a casa per mettermi davanti al computer e girare su internet.
 
Finisce anche la ricreazione e tutti tornano lentamente in classe, io più lentamente di altri visto che sto ancora bevendo la mia cioccolata calda; arrivo davanti alla classe e mi appoggio al muro per finire comodamente la bevanda- l'ultima volta che avevo portato in classe un tea l'avevo fatto cadere per terra e tutti mi avevano guardato male, era meglio non ripetere quell'esperienza. Entro dopo un quarto d'ora, tutti ovviamente si girarono a guardarmi e la professoressa di matematica mi guarda male, se avesse potuto probabilmente mi avrebbe uccisa, forse pietrificata visto che i suoi capelli castani, mossi e perennemente sporchi, mi ricordavano molto i serpenti di medusa
<< Si entra ora? >> mi chiede seccata
<< Stavo qua fuori a finire di bere la cioccolata >> dico con una scrollata di spalle avviandomi verso il mio posto
<< Bene visto che le importa molto della mia materia che ne dice di venire ora a fare una interrogazione? >> chiede sorridendo a trentadue denti, mi giro lentamente verso di lei
<< Aveva detto che oggi spiegava >> dico alzando un sopracciglio confusa
<< Si, ma posso sempre cambiare programma >> dice quella strega scrollando le spalle, dietro di me sento delle risate, ma faccio finta nulla
<< Nessun problema vengo >> dico facendomi vedere indifferente, se credeva di potermi scoraggiare per così poco e che avrei iniziato a chiederle in ginocchio di non interrogarmi si sbagliava di grosso. Infatti fortuna vuole che sono abbastanza brava in matematica. Alla fine mi mette nove e mezzo, mentre borbotta qualcosa sul fatto che avrei dovuto portarle più rispetto e roba del genere. Mi rimetto al mio posto e mentre la professoressa spiega io disegno come se nulla fosse. E così passo le seguenti due ore. Torno a casa a piedi e ovviamente è vuota come al solito, da quando sono passata a questo nuovo tutore sono quasi sempre da sola, non che mi lamenti è una cosa favolosa, ma sarebbe meglio se vivessi del tutto da sola, così non dovrei avere paura di nulla.
Corro in camera per mettermi una felpa grigia che mi sta il doppio di me e che mi arriva a metà coscia e dei calzettoni neri che arrivano sopra al ginocchio, scendo in salotto e mi butto sul divano avana a tre posti in stile moderno e mi metto a giocare con la playstation 4 ad Assansin's Creed Unity. Sto per uccidere l'ennesima guardia quando il campanello della casa suona facendomi sobbalzare dallo spavento, sbuffando vado ad aprire e trovo davanti a me il vicino che mi dà la posta che "per puro caso" è finita tra la sua; lo ringrazio leggermente annoiata, non lo sopporto ogni scusa è buona per venirmi a suonare e rompermi le scatole, credo che sia un po' infatuato di me, ma io cerco di non farci caso.
Verso le sei mi metto a fare i compiti con la musica ad alto volume in camera mia, ma  dopo cinque minuti sono davanti al computer finire di progettare il mio ultimo piccolo gioiello di virus chiamato da me: Beautifly. Gli ho dato questo nome solo perché voglio ricordare i Pokemon, infatti quando questo virus attacca un computer di qualcuno lo schermo diventa di tutti i colori e poi fa comparire l'immagine di Beautifly e nel frattempo distrugge tutti i dati che hai dentro il computer. O almeno spero che fa' tutto questo visto che devo ancora testarlo, ma siccome sono stata io a progettarlo di sicuro funziona, sono un genio del computer, riesco ad entrare in tutte le parti senza essere scoperta e poi uscire senza lasciare traccia.
Fuori scende la sera, borbotto seccata, devo mettermi a fare i compiti se non voglio sentire la ramanzina di quella di matematica che già mi odia abbastanza inoltre devo "studiare" anche storia perché domani c'è la verifica, in teoria io non studio tutte le cose che dice la professoressa sono scontate, ripete a pappagallo quello che gli hanno insegnato ma non guarda mai tra le righe, non si chiede perché c'è stata quella determinata guerra o perché uno stato è andato in deficit anche se aveva risorse illimitate. Io ovviamente lo so, ma le scrivo solo quello che si vuole far sentire dire, così almeno ho il dieci assicurato. Si fa sempre più tardi e alla fine mi addormento sulla scrivania con il libro di storia a farmi da cuscino.

Mi sveglio di soprassalto sul mio letto, mi guardo intorno confusa ero sicura di essermi addormentata sulla scrivania, come avevo fatto  ad arrivare sul letto? Non che fosse molto lontano però mi sembra strano, forse sono diventata sonnambula. Mi alzo in piedi e mi trovo con indosso il pigiama, questa storia si fa sempre più strana, uno non sono mai stata sonnambula, due non credo che un sonnambulo si metta a cambiarsi i vestiti
<< Buongiorno >> dice una voce dalla porta, mi giro di scatto e trovo il mio tutore sulla porta che mi osserva con un ghigno stampato sul viso. Mi immobilizzo immediatamente appena lo vedo avanzare verso di me, arriva ad un soffio da me e mi sposta i capelli dietro le orecchie
<< È un peccato che ieri ti ho trovato addormentata, avevo proprio bisogno di sfogarmi un po' >> dice avvicinando sempre di più il viso, io rimango immobile, ho troppa paura di quello che potrebbe farmi, una volta avevo provato a rispondergli a tono a ribellarmi, ma è finita male per me << ieri stavi dormendo così bene che ho preferito non svegliarti, ti ho messo a letto io, sei contenta? Ti anche cambiato così stavi più a tuo agio >> dice iniziando a baciarmi il collo, rabbrividisco a quel contatto, ma non oso muovermi << mi dovresti ringraziare sai... Peccato che devi andare a scuola, ma ci rifaremo più tardi. Mi devi un favore >> dice prima di mordermi forte una spalla tanto da lasciare il segno e io faccio una smorfia di dolore. Se ne va lasciandomi da sola e una lacrima inizia a solcarmi il viso, l'asciugo in fretta e guardo per terra, non ne posso più di lui e dei suoi abusi, voglio andarmene, voglio andare per conto mio, ma i servizi sociali non mi molleranno, almeno fino a quando non avrò diciotto anni e mi manca solo un anno. Un anno e potrò farla finita con tutto, devo solo aspettare che il tempo passi, infondo sto aspettando quel momento da quattro anni, posso farcela, solo uno e finirà tutto.
La sveglia ha iniziato a suonare e io la butto a terra fregandomene del fatto che si sarebbe rotta, mi vesto velocemente e preparo lo zaino, mi mancano da fare i compiti di matematica, ma decido che li avrei fatti sull'autobus. 
Scendo ed esco senza fare colazione, se l'avessi fatta mi sarei sicuramente trovata il mio tutore in cucina ad aspettarmi, quindi preferisco non farla e far finta di niente.

Arrivo a scuola che mi manca un solo esercizio di matematica, ma non importa, mi ha già interrogato il giorno prima quindi non me li dove controllare. Vado in classe e mi butto sul banco e mi metto un po' a dormire, sono troppo stanca per andare nella classe accanto a parlare con qualche mio "amico". Dormo fino a quando non suona la campanella, mi stropiccio gli occhi e sbadiglio ancora assonnata. 
È così noioso stare a scuola, si ripete ogni giorno cose che io già so e per di più le spiegavano anche male, quindi non vedo mai il motivo per cui dovrei stare attenta. I professori sono sempre così noiosi, non succede mai niente di interessante, se non gli stupidi pettegolezzi di stupide ragazzine che si credono grandi solo perché sparlarono di altre ragazze. 
Passo le prime tre ore a dormire, non riesco a prendere appunti per il sonno, sono ancora troppo stanca visto che il risveglio non è stato dei migliori. Quando finalmente suona la campanella della ricreazione scatto fuori per andare alla macchinetta a prendere un caffè e svegliarmi almeno un pochino, ma per me non è abbastanza forte e riesce a svegliarmi solo in minima parte. Vado in cortile verso i miei amici e un ragazzo dai capelli neri mi supera e subito dopo un profumo di rose invade le mie narici, è così buono che vorrei seguirne la scia come un cane, mi blocco appena in tempo per impedirmi di fare veramente quello che avevo in mente, osservo solo la sua schiena. Il ragazzo si gira verso di me ghignando divertito, ha gli occhi verdi splendenti, ha dei denti bianchissimi, i canini leggermente allungati, la bocca carnosa. Mi squadra per bene prima di passarsi la lingua sulle labbra, poi si gira e se ne va, perché ora fa così caldo? Hanno messo i termosifoni qui vicino e si sono accesi all'improvviso mandandomi un ondata di calore? Scuoto la testa sto impazzendo di sicuro. Dio se da dietro è perfetto non riesco immaginare come sia davanti, anche da questa distanza si vede che è muscoloso ed è molto più alto di me, forse è un metro e novanta, certo io sono un metro e cinquantaquattro, ma non importa. Scuoto di nuovo la testa e vado dai miei amici che parlano di non so cosa. Devo cercare informazioni, prima chiedo a loro e vedo cosa mi possono dire, poi a casa con il computer entrerò nel sistema della scuola... Sto diventando una stalker per un ragazzo che neanche conosco e di cui nemmeno me ne dovrebbe importare, sono impazzita lo so, ma sono troppo curiosa di sapere chi è.
<< Ehy ragazzi >> saluto, tutti mi sorridono e riprendono a parlare come se nulla fosse e mi includono nel discorso facendomi brevemente un riassunto su ciò che hanno detto << si va bene, molto interessante >> dico evasiva, non ho ascoltato neanche una parola, i miei pensieri era fissi su quel ragazzo << sapete chi è il ragazzo dai capelli neri? >> chiedo guardando il mio gruppo
<< Lo sapevo che avevi gusti raffinati >> dice Clarissa, una ragazza dai capelli rossi tendenti all'arancione e occhi marroni << comunque è uno nuovo, è venuto occhi in classe mia, si chiama Alex, a quanto dicono i professori è bravo in tutte le materie >> continua a parlare di quanto sia fortunata ad averlo accanto e roba del genere, ma io mi giro verso il ragazzo che sta dall'altra parte del cortile e parla con altri ragazzi, non riesco a vederlo bene, ma mi basta per capire che è il più bel ragazzo che abbia mai visto. Il ragazzo si gira verso di me ghigna divertito - possibile che ha dei sensori che avvertono quando mi giro a guardarlo? Non è possibile una cosa del genere si gira sempre verso di me è insopportabile - si passa una mano tra i capelli neri lunghi fino alle orecchie e si morde il labbro inferiore, un'altra vampata di calore, no non è possibile ora sono quasi al centro del cortile, forse la causa è del sole battente che c'è, si di sicuro è per quello. Sposto lo sguardo sui miei amici che continuano a parlare del più e del meno, quando suona la campanella della fine ricreazione tutti vanno verso le proprie classi, io rimango indietro visto che tutti hanno le gambe lunghe e io sono una nana. 
Mi fermo alle macchinette per prendermi un pacchetto di patatine da mangiare durante le lezioni, quando sto per andare verso la classe qualcosa mi viene addosso e mi ritrovo stesa a terra. Mi alzò immediatamente in piedi porta a dirne quattro a chiunque mi abbia spinto, ma mi ritrovo davanti il ragazzo dai capelli neri che ghigna divertito
<< Scusami non ti avevo visto, sai sei così nana >> dice abbassando il busto per avere il viso davanti a me, cosa dovevo fare? A sì dirgliene quattro, ma le parole sono come morte nella mia gola, il ragazzo mi fissa negli occhi e io inizio a sentirmi in soggezione
<< Non sono nana, sei tu che sei troppo alto >> riesco a dire guardandolo storto e il ragazzo scoppia a ridere di cuore, ha una risata così bella che rimango imbambolata ad osservarlo
<< Beh alle ragazze piacciono i ragazzi alti >> dice continuando ad avere quel suo solito ghigno, rivengo dal mio stato da imbambola, lo guardo male e cerco di andarmene << nana ti stai scordando le patatine >> dice divertito, mi giro e lo trovo che ha in mano le mie patatine, mi avvicino con l'intenzione di prenderle e andarmene, ma appena stendo la mano per prenderle lui allunga il braccio verso l'alto << vieni a prenderle nana >> disse scoppiando a ridere subito dopo
<< Vai a farti fottere, stronzo >> dico sapendo che nemmeno saltando ci sarei arrivata, già avevo subito bullismo a scuola e di certo non mi sarei messa ad umiliarmi mettendomi a saltare come un canguro sottolineando il fatto che sono nana, avevo pur sempre una dignità da difendere, così feci per andarmene
<< Oh avanti non mi dire che neanche ci provi? >> disse divertito, gli alzai il dito medio continuando per la mia strada, due mani mi prendono per i fianchi e mi fermarono << sai che non si fanno quei brutti gesti a persone che non conosci? >> sussurrò vicino al mio orecchio prima di prendere tra i denti il mio lobo e iniziare a giocarci con la lingua, il cervello mi va' in tilt e mi ritrovo completamente rilassata contro il suo corpo. Da sempre i lobi sono il mio punto debole, se qualcuno li tocca o semplicemente lì sfiora mi rilasso completamente e mi possono fare qualsiasi cosa vogliono. Dopo pochi secondi il ragazzo si stacca e se ne va' ghignando divertito. Rimango per qualche minuti ferma al mio posto ancora imbambolata, sento ancora la sua lingua giocare con il mio lobo. Quando mi riprendo impreco e mi maledico, non posso davvero cadere ai piedi di un ragazzo così... Cosi maledettamente stronzo, egocentrico e... Dannatamente sexy, no non ci devo più pensare, ora devo correre in classe prima che quella di scienza si arrabbia. 

Finalmente le ultime tre ore finiscono, sembra che sono passati anni da quando quella di scienze ha urlato come una pazza per il ritardo, erano passati solo cinque minuti dal suono di quella maledetta campanella. Esco dalla classe per ultima visto che il professore d'arte ha avuto la brillante idea di fare un compito a sorpresa, ieri sera non ho studiato praticamente nulla di arte che a differenza di storia è meno prevedibile e devi sapere dettagli minuziosi, quindi il compito non mi è andato bene come volevo. Lui è il tipico professore inutile che si diverte a far abbassare la media degli studenti e per di più non sa spiegare. 
Torno a casa a piedi, non mi andava di aspettare l'autobus che ci avrebbe messo mezz'ora per arrivare, così cammino con le cuffie alle orecchie per sentire la musica. Una macchina nera si accosta accanto a me
<< Vuoi un passaggio? >> chiede la voce irritante del ragazzo dai capelli neri, tengo la musica sempre bassa solo perché ho paura che qualcuno si avvicini all'improvviso, paura insensata lo so, ma è sempre meglio prevenire, non si sa mai. Bene da oggi l'avrei tenuta al massimo del volume, a costo di diventare sorda
<< No >> rispondo neutra senza fermarmi, la macchina mi segue, ma io faccio finta di nulla e continuò per la mia strada
<< Dai su, non vorrai farti tre chilometri a piedi >> continua il ragazzo e con la coda dell'occhio lo trovo a sorride divertito, gli avrei spaccato volentieri la faccia se avesse continuato ad avere quello stupido sorriso, non lo sopporto
<< E se invece volessi? Non credo siano problemi tuoi >> dico senza guardarlo in viso
<< Non mi dire che c'è l'hai con me per quel innocente bacetto?! >> dice lui divertito, cosa ci sia di tanto divertente non lo so neanche io
<< Non c'è l'ho con te infatti >> dico scrollando le spalle, se continuo così prima o poi se ne andrà, vero? 
<< Allora perché non vuoi un passaggio? >> chiede divertito
<< Tua madre non ti ha mai detto non accettare passaggi dagli sconosciuti? >> chiedo alzando un sopracciglio, ma continuo a non guardarlo, se lo avessi  probabilmente sarei entrata in quella macchina senza pensarci due volte
<< Ti dispiace guardarmi mentre parli? >> chiede esasperato, mi legge nel pensiero per caso? No perché avevo appena finito di pensare a che conseguenze sarei andata incontro se l'avessi guardato
<< Perché non te ne vai? Tanto non salgo >> dico sbuffando, una macchina dietro di noi suona il clacson, forse il guidatore è esasperato dalla lentezza della macchina del ragazzo, peccato che a me non mi importa nulla, potrebbe suonare quanto gli pare il clacson io non salirò mai su quella maledetta macchina 
<< Va beh fa come ti pare, poi non venire a piangere da me se ti trovi nei guai >> dice e andò via senza lasciarmi la possibilità di rispondergli, fisso la macchina andare via ripensando alle sue parole, sempre più confusa. Scuoto la testa, era solo uno stupido che si diverte a confondermi, ricomincio a camminare con la musica alta nelle orecchie.

Arrivo a casa, sbuffando mi metto a cucinare il pranzo, pasto al tonno e come secondo pomodori e tonno - amo troppo il sapore che l'olio assume dopo l''unione di questi due. Finito il pranzo corro in camera ed entro subito nel sistema della scuola per cercare informazioni su Alex - quel ragazzo sta diventando la mia ossessione, non è possibile. Trovo il suo indirizzo di casa insieme al numero di casa, vado su google maps troppo curiosa di vedere la sua casa, ma trovo solo un luogo deserto senza case, che senso ha dare un indirizzo falso alla scuola? Non ne trovo motivo, forse per non essere scoperto da qualcuno, ma da chi? Da me? No è impossibile neanche sa che sono un Hacker, forse da qualcun altro, ma da chi allora? Forse è un trafficante di droga o chissà cos'altro e precauzione ha deciso di mettere quel indirizzo. Mi sto facendo troppi film mentali che non hanno senso, per me quel ragazzo deve valere meno di zero! Allora perché mi sto preoccupando per lui? Forse se chiamo il numero che hanno dato trovo la sua vera casa... Tanto provare non costa nulla. Ma cosa dico se chiamo? Non posso stare in silenzio, la persone dall'altro capo del telefono deve stare minimo novanta secondi con la cornetta alzata se non parlo dopo neanche due secondi mi attaccano. Impreco, l'unica cosa che posso fare è chiamare Clarissa, lei è così brava a fare scherzi telefonici che alcune volte sembrano veri, ma se le dico di venire qua vedrebbe quello che faccio e inizierebbe a fare domande su domande e io già non la sopporto normalmente quando sparla di altre persone figuriamoci quando inizia a farmi domande. Che odio sto entrando in paranoia, ma sono troppo curiosa di sapere dove abita, cosa posso fare? Penso per dieci minuti su come agire e come fare per scoprire altri particolari della vita di Alex, poi finalmente mi viene il lampo di genio, userò le telecamere della città, seguirò la sua macchina e scoprirò dove abita. Inizio a premere rapidamente i tasti della tastiera del computer ed entro nel sistema della polizia per prendere tutte le telecamere. Dopo una buona mezz'ora ritrovo la sua macchina e inizio a seguirlo, mi sento un po' una stalker, però al momento non mi importa. Lo seguo almeno fino a quando non entra in una zona dove non ci sono telecamere, perché in quella parte della città non ci sono telecamere? Non ha senso. Un ladro potrebbe entrarvi senza essere scoperto, rapinare una casa e uscire come se nulla fosse. Non mi piace per niente, non faccio in tempo a finire le mie ricerche che il mio tutore entra ubriaco in camera, inizia a blaterare cose che non comprendo, cammina verso di me, cerco di allontanarmi, ma non riesco a scappare per molto, mi prende e inizia a picchiarmi come mai aveva fatto prima. L'unica cosa che ricordo sono il dolore, le mie urla che lo pregano di smettere, ma lui non si ferma, cerco di scappare, ma aggravo solo la mia situazione e alla fine il nero prende il sopravvento e finisce tutto
  
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