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Autore: _thantophobia    06/05/2016    2 recensioni
[ScotEng][Introspettivo, lieve accenno angst o non sarei io, leggermente demenziale verso la fine]
-…Bràthair?- la voce di Inghilterra è appena un sussurro, leggero come i passetti di una delle fatine che vivono vicino al lago.
-Che vuoi?- non voleva sembrare acido o scorbutico – dopotutto, è solo un bambino spaventato – ma non riesce a evitare di usare quel tono quasi burbero e perennemente imbronciato.
-Dove è andata la mamma?-
E a Scozia gela il sangue nelle vene. Non ha il coraggio di dire a un bambino – perché anche se è una Nazione, Inghilterra è solo un bambino – che la loro mamma non tornerà.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Scozia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ba ba Mo Leanabh

 

 

Oh hush-a-bye, my  little baby.

Hush, my little baby, hush.

Oh hush-a-bye, my little baby.

My own little baby will go to sleep…

 

 

 

 

Non ha idea di cosa lo abbia svegliato di preciso, quello che Scozia sa per certo è che fuori sta piovendo a dirotto e che Inghilterra si sta agitando nel sonno.

Sbuffa annoiato e abbandona il giaciglio caldo cercando di non svegliare Irlanda e Galles e raggiunge il piccolo inglese. È raggomitolato su se stesso, stretto nelle coperte di pelliccia, e sobbalza a ogni tuono. Scozia non riesce a trattenere un altro sbuffo: quanto è debole, quel bambino…

Con una delicatezza che non credeva nemmeno di avere, Scozia posa una mano sulla testolina bionda del bambino e cerca di svegliarlo – ottenendo il risultato di farlo spaventare ancora di più: Inghilterra scoppia a piangere così forte che lo scozzese sente i timpani dolere e alle proprie spalle il grugnito arrabbiato e infastidito di Irlanda e subito si prodiga per calmarlo. Lo prende in braccio e lentamente il bambino smette di piangere, limitandosi soltanto a qualche piccolo singhiozzo spaventato.

-Incubi?- chiede Scozia, accarezzandogli la testa e facendogliela poggiare su una spalla. Lo sente annuire e tremare tra le proprie braccia – non dovrebbe stupirsi, è normale che i bambini abbiano paura…

-…Bràthair?- la voce di Inghilterra è appena un sussurro, leggero come i passetti di una delle fatine che vivono vicino al lago.

-Che vuoi?- non voleva sembrare acido o scorbutico – dopotutto, è solo un bambino spaventato – ma non riesce a evitare di usare quel tono quasi burbero e perennemente imbronciato.

-Dove è andata la mamma?-

E a Scozia gela il sangue nelle vene. Non ha il coraggio di dire a un bambino – perché anche se è una Nazione, Inghilterra è solo un bambino – che la loro mamma non tornerà.

-Non lo so.- mormora. –Ma tornerà, te lo assicuro.- e cerca di sorridere e forse ha fallito miseramente… ma il piccolo Inghilterra si raggomitola nella veste troppo grande e tra le braccia del fratello, come alla ricerca di calore.

-Tornerà. L’ha promesso. La mamma tornerà… - sussurra ancora il più grande dei quattro figli di Bretagna, cercando di non far notare al piccolo che sta tremando anche lui e non per il freddo. Allora - forse per distrarlo, forse per non farsi vedere a sua volta debole e spaventato – Scozia inizia canticchiare a mezza voce quella vecchia canzoncina che Bretagna cantava tanto tempo prima, quando c’era solo lui. E la mamma era forte e libera e c’era sempre per proteggerlo.

E, finalmente, Inghilterra si calma.

 

-Che stai canticchiando?- ed eccolo: solito tono scazzato, solita sigaretta tra le labbra e soliti modi da barbaro. Che bel fratello che si è trovato, non c’è che dire – Inghilterra sente il suo lato da gentleman urlare quando Scozia posa poco elegantemente gli stivali sporchi di terra sul tavolino del soggiorno.

-Niente che ti interessi, cavernicolo.- sbotta Arthur, costringendolo a sollevare le gambe e a metterle giù da quel povero tavolino. –E potevi almeno pulirti le scarpe… non provare a usare quel tavolino per spegnere la sigaretta… ! Scozia, ti cancello dalle cartine geografiche!- urla isterico e si lancia contro lo scozzese per fermarlo con il risultato di trovarsi una mano in faccia e uno scozzese vittorioso che spegne la sigaretta sul piano del tavolino.

-Ti ammazzo.-

-Eh, Brother: è da quasi duemila anni che mi minacci di morte.- alza le spalle. –Ormai non ti crede più nessuno.-

-Razza di… !- sibila ancora Arthur. Santi numi, quanto non sopporta questo bastardo!

Però, ammette con un sospiro, nonostante sia un bastardo cavernicolo incivile c’è sempre stato quando aveva più bisogno di lui. E poco importa che continui a minacciarlo di una morte lenta e dolorosa nel sonno, non sarebbe mai in grado di portare a termine un simile piano.

Mannaggia ad Allistor che sa sempre quali sono i suoi punti deboli.

-…Bràthair?- lo chiama, sussurrando quella parole che – ammette con un velo di nostalgia – gli mancava pronunciare. E Scozia sgrana gli occhi. –Te la ricordi la canzoncina della mamma?-

Allistor ride. –Sei il solito bambino, Arthur!-

Come risposta, l’inglese gli tira un pugno in pieno petto abbastanza forte da fargli mancare un po’ il fiato. –Per una volta voglio fare il bambino. Ci sono problemi?-

E dal ghigno di Scozia sa che : avrà dei problemi.

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri Post Partum

Toh, una ScotEng per la gioia della Conviventeh.

[Conviventeh che ha risposto all’anteprima con una serie di OMG e QUANTO SONO GNAW che mi ha sommersa]

E niente. Primo tentativo di scrivere ScotEng – e di scrivere di Scozia in generale, ho scoperto di non saperlo gestire. Spero vi sia un minimo piaciuta ^^

Il titolo è in gaelico e la parte in inglese non è altro che la traduzione della ninna nanna in gaelico gentilmente trovata dalla Conviventeh.

 

Alla prossima

Maki

 

Ah, dimenticavo. Questa FanFiction ha partecipato alla Drabble weekend indetta dal gruppo FacebookWe are out for prompts

 

  
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