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Autore: tp naori    07/05/2016    0 recensioni
Il ventiquattro è il mio numero, lo dedico a voi, miei fratelli. E buffo il come ci siamo incontrati, come ci siamo uniti nel tempo. Ricordo ancora tutte quelle stronzate dette attorno ad un tavolo, le birre, i drink, le ragazze che cercavamo, i sorrisi, le riunioni, i discorsi profondi..Ricordo ogni cosa...
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminando per strada t'incontrai,
Divenni col tempo un fratello.
Viaggiammo molto io e te.
Tu mi trascinavi in giro,
Sempre impegnati eravamo.
Mancavano i soldi, eppure non disperavamo.
Giravamo in auto, con le foglie secche sull'asfalto,
Che s'alzavano al nostro passaggio.
Tu che pestavi la gente sul quadrato,
Io che fotografavo piante, cigni e belle ragazze.
Dividevamo la tua casa; abitavi da solo.
E ci invitavi chiunque, bastasse sia carina.
Ci stendevamo nei parchi in estate,
Mentre in inverno ci dedicavamo al volontariato.
Maestri di palloncini, tu il pagliaccio,
Io il mago.
L'amore, le moto, i progetti, i lavori,
Le ragazze, gli amici, le partite a calcetto,
I discorsi profondi sulla sincerità,
E sul fatto di non avere rimpianti,
Ma solo rimorsi.
Meglio averci provato, che non aver tentato.
O perire nel mentre; suicidato?.
Coglione, che figure di merda facevi.
Eppure eri sempre in piedi.
Li, pronto a prenderle ma a darle.
Io ero li che ti accompagnavo.
Anche quando ti montassi la testa.
Ero sempre lì, non me ne sono andato.
Camminavamo per strada assieme,
Senza tenerci per mano.
Che tanto i fratelli non si tengono per mano; cazzo. 
   
 
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