Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Crazy Chick Kelly_chan    07/05/2016    6 recensioni
[Storia ad OC scritta a quattro mani con Elsira: iscrizioni chiuse]
Una nuova generazione di sirene.
Nuovi nemici crudeli e spietati, nuovi poteri straordinari e viaggi per il mondo alla ricerca di oggetti magici, strani segreti e misteri da svelare.
Un’antica e minacciosa profezia che incombe e rischia di avverarsi con terribili conseguenze per gli Oceani e per il Mondo.
Tutto questo e molto altro ancora aspetta le nostre ragazze, come andrà a finire?
{ATTENZIONE: Questa non è una storia stile Mermaid Melody. Vi sono tematiche delicate, violenze fisiche e mentali al suo interno.}
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Eccoci qua, siamo tornate con un nuovo capitolo!
Preparatevi a varie scoperte... Alcune esilaranti... Altre gravi... Non ci sbilanciamo oltre, ci vediamo al fondo!

 

 
A shoking discovery

Dedicato a Lidia ~


Niijima, Giappone

La porta dell’hotel si aprì e Minikitty entrò in tutta la sua esuberanza, impaziente di conoscere di persona le ragazze di cui la cognata le aveva parlato nel viaggio dall’aeroporto all’albergo.
«Questo posto è fantastico!» Esclamò la ragazza, guardandosi estasiata attorno, mentre Julia entrava e Robert faceva dentro e fuori con le valigie; i più viaggi erano necessari, vista la quantità.
«Sono felice che ti piaccia.» Esordì con un sorriso Meru, arrivando alla porta elegante e facendo un breve inchino. «Io sono Meru Hosho, direttrice dell’hotel Pearl Piari. È un piacere conoscervi.»
«Il piacere è tutto nostro! Io sono Minikitty e lui è il mio fratellino!» Esclamò allegra la ragazza, indicando poi il gemello dietro di sé, il quale aveva appena finito di portare dentro l’albergo l’ultima valigia. Si passò una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore dovuto al sole cocente che quel giorno aveva deciso di risplendere sulla cittadina giapponese, per poi fare un cenno alla giovane donna e presentarsi: «Robert Blank, piacere.»
Meru stava per dire qualcosa a Julia, ma Aisu e Hazelle scesero per le scale e si presentarono ai due nuovi arrivati con dei sorrisi raggianti, interrompendola.
«Ma… Vi siete portati dietro l’intera casa?» Chiese ironica la castana, notando la montagna creatasi all’entrata. Minikitty vi lasciò una breve occhiata, per poi rivolgersi smagliante alla tedesca: «Solo lo stretto necessario!» Dietro di lei, Robert e Julia risero nervosamente, conoscendo assai bene “lo stretto necessario” della ragazza.
«Sarà meglio portare le valigie nelle stanze.» Propose Meru, per poi guardare le tre custodi delle perle e dir loro: «Andate a chiamare Tadashi, così vi potrà dare una mano.»
«Chi?» Domandò interrogativa Julia, voltandosi verso le amiche e non potendo fare a meno di vedere l’espressione irritata di Aisu e il sorriso tirato di Hazelle.
«Uno spaccone…» Sbuffò la principessa dell’Artico.
«Eddai… Non fare l’esagerata, non è poi così male.» Ribatté la principessa dell’Antartico, confondendo ancor di più le idee di quella del Pacifico del sud.
«Aisu, cerca di essere più accondiscendente per favore. Dovrebbe essere in camera sua, forza andate tutte e tre.» La riprese bonariamente Meru, un poco preoccupata: se già non lo sopportava a cose normali, si chiedeva cosa sarebbe successo in combattimento.
Le tre ragazze salirono le scale, con Hazelle che spingeva per la schiena un’imbronciata Aisu e Julia che intanto se la rideva, chiudendo il trio.
Appena arrivarono di fronte alla porta del tritone, Hazelle sogghignò e disse, rivolta alle due amiche: «Ora gli facciamo un bello scherzetto.» Bussò energica, chiamando il nome del ragazzo con tono di aiuto. Tempo due secondi, la porta era spalancata e le tre si trovarono di fronte Tadashi con solo un paio di pantaloni indosso e l’asciugamano sui capelli, che esclamò allarmato ma risoluto: «Che succede?» Accorgendosi che non c’erano pericoli, guardò male il sorriso divertito della custode della perla viola, sussurrando a denti stretti: «Ti sembrano scherzi da fare, vista la situazione?»
Lei rispose mostrandogli la punta della lingua e inclinando la testa, per prendersi uno sguardo fulminante. Tadashi sospirò, dopodiché spostò i propri occhi sulla principessa dell’Artico, la quale gli stava beneamente dando le spalle, per poi passare alla ragazza che non conosceva e offrirle la mano: «Tadashi Corr.»
Lei gliela strinse e sorrise appena: «Julia Hemme, principessa dell’Oceano Pacifico del sud.»
«Oh, quindi tu sei Julia. Piacere di conoscerti, Hazelle mi aveva accennato a te durante la guida introduttiva.» Disse lui, tornando ad asciugarsi i capelli con l’asciugamano che, intanto, gli era caduto sulle spalle larghe. «Tu sì che hai il portamento di una principessa, al contrario di qualcun’altra…»
Aisu colse il velato commento rivolto alla sua persona, perciò si voltò e fulminò il giovane con sguardo assassino, che lui non ci mise mezzo secondo a ricambiare. Julia sorrise con aria divertita. “Portamento da principessa… Se sapesse che tempo fa ho vinto una gara di rutti si rimangerebbe tutto, ci scommetto.” Pensò la bionda.
«Comunque…» Disse Zelle, cercando di smorzare sul nascere la tensione appena creatasi. «Devi venire giù a dar una mano con le valigie del fidanzato e della cognata di Julia. Muoviti che così poi andiamo a fare uno spuntino prima di cena!» La castana non gli diede il tempo di ribattere, che prese per mano le due amiche e tornò al piano inferiore.
Tempo di infilarsi una maglietta, scendere le scale e il giovane aveva la mano stretta a quella dell’esile Minikitty e poi del wrestler, per presentarsi.
«Hai una buona stretta…» Commentò Robert, prendendo due valigie da portare in camera, restato solo nella hall con lui dato che tutte e cinque le ragazze si erano dirette nel salone per intrattenersi con le due musiciste. «Combatti?»
Tadashi sorrise e prese a sua volta un paio di valigie, dicendo: «Non proprio, insegnavo arti marziali prima di venire qui. Mi è sempre piaciuto combattere.» Di certo non poteva dirgli che ruolo ricopriva all’interno del gruppo appena formatosi: Hazelle lo aveva avvertito che i due gemelli americani non sapevano nulla. «Ti andrebbe di mostrarmi quel che sai fare? Non ho mai guardato il wrestling, mi piacerebbe imparare qualche mossa. Potrebbe essermi utile qualche nuova presa.» Disse il ragazzo, mentre scendevano nuovamente le scale per fare il secondo viaggio.
«Volentieri.» Sorrise l’americano, risalendo la rampa. Il tritone ricambiò il sorriso.
Stavano per fare il quarto carico, quando vennero interrotti da Hazelle e Minikitty, che li raggiunsero allegre nella hall. «Ehi fratellino, Tadashi! Venite a mangiare, Hazelle è una cuoca fenomenale!»
«Esagerata…» Commentò arrossendo lievemente la castana, con la mano dietro la testa china. L’altra esultò: «Sì, fenomenale! Ha preparato un gelato alla vaniglia squisito, se non vi muovente non ne troverete più! Aisu e Julia hanno persino smesso di suonare per poterlo mangiare!»
Tadashi si fermò all’istante, balbettando con l’acquolina in bocca: «G-gelato… Alla… V-vaniglia?» Mollò di peso le tre borse che aveva in braccio, che caddero disordinatamente a terra con un tonfo e si diresse di corsa da Hazelle, lasciandole un bacio sulla fronte e dicendole con gli occhi che brillavano estasiati: «Ti adoro Zelle!» Corse poi veloce come un fulmine verso la sala pranzo, per gustarsi il suo cibo preferito in assoluto, lasciando i tre nella hall immobili, ancora perplessi per la scena a cui avevano appena assistito e che li aveva colti di sorpresa.
Vennero tutti rinsaviti qualche secondo dopo da Sirio, il quale era andato a chiamarli scodinzolante, fiondandosi sul padrone e venendo accolto entusiasticamente da quest’ultimo con un biscottino e tante coccole.
«Ehi, aspetta! Lo voglio anch’io il gelato!» Esclamò Robert di punto in bianco, prendendo la stessa direzione del giovane con il cagnolino ancora in braccio, per venir seguito anche da Minikitty e Hazelle.

 

Tempio dei sette elementi

Un grosso mollusco bivalve si fermò di fronte a un tempio bianco e dorato, dall’aria solenne e maestosa. Nonostante i segni del tempo e l’abbandono gli conferissero un’aria triste e desolata, si poteva facilmente intuire come tantissimo tempo prima quel luogo fosse stato di uno splendore e di una magnificenza ineguagliabili.
Il mollusco si guardò intorno con aria circospetta, per poi sospirare di sollievo e riassumere il suo aspetto originario. Osservando quelle colonne di pregiatissimo marmo, che un tempo ricordava fossero candide come la neve e adesso ricoperte qua e là di alghe e stelle marine, Madame Taki si fece coraggio e si decise a varcare la porta d’oro e corallo che conduceva all’interno del tempio.
Contrariamente all’esterno, l’interno era ancora come nuovo, splendente e lussuoso, anche se leggermente più buio del normale. L’anziana veggente era leggermente nervosa, era la prima volta che osava entrare in quel posto e soprattutto era la prima volta che chiedeva udienza all’attuale Custode degli elementi, lei e gli altri vecchi saggi sapevano che la creatura non aveva un carattere facile, era molto ligia al suo dovere e non avrebbe mai e poi mai deluso la precedente custode, sua più cara amica da secoli.
La richiesta che stava per farle era un grosso azzardo, sapeva che già in passato qualcuno aveva chiesto il suo aiuto fallendo miseramente nell’impresa. Certo la situazione non era così drastica, ma questo non la rassicurava.
Si fermò quando vide la creatura che stava cercando venirle incontro, probabilmente i suoi poteri percettivi l’avevano avvisata del suo arrivo. La creatura dall’aspetto simile a un gatto, non fosse stato per il guscio di una tartaruga, si fermò di fronte a lei. Guardò l’anziana, che conosceva di fama con rispetto, occhiata che venne ricambiata e disse con voce dolce ma ferma: «Madame Taki. Perché siete venuta?»
Madame Taki chinò il capo in segno di rispetto, per poi dire: «Hikari-sama, sono venuta sin qui per richiedere il vostro aiuto. Le nuove principesse sirene hanno bisogno di voi.» Fu così che l’anziana sirena spiegò la situazione alla guardiana, il cui guscio rimase sempre su una chiara tonalità di giallo: ciò stava a significare che la creatura fosse tranquilla. «Vi prego, aiutate le ragazze e la regina.» Concluse Madame Taki, non riuscendo a trattenere un velo di tensione.
Qualche secondo di silenzio, dopodiché a custode si pronunciò: «Mi spiace, ma io non posso impedire alla Luce di spegnersi. Ciò che è dettato dalla profezia è destinato a realizzarsi, non c’è nulla che io possa fare a riguardo, non possiedo un tale potere.» Un brivido percorse l’anziana, che temeva quelle parole più di ogni altra cosa. «Ciò nonostante…» Disse in un sorriso la piccola creatura, facendo sollevare il volto alla sirena. «Questo non significa che dovete abbattervi. “Le perle del destino troveranno i Regni della Vita...”» Hikari volse un palmo della propria candida zampa verso l’alto e a pochi millimetri da esso, si materializzarono frammentariamente i sette elementi che la guardiana custodiva da tempo ormai immemore: acqua, fuoco, terra, aria, fulmine, ghiaccio, luce. Tutti e sette perfettamente sotto controllo e con una tale armonia fra loro da mozzare il fiato. «“Il loro splendore riporterà la Pace e la Luce tornerà a brillare come un tempo”. E’ questo che dice la profezia, perciò non dovete temere per la regina Luchia.» Hikari chiuse il palmo e tornò a guardare gli occhi della sirena che aveva di fronte, la quale era ancora incantata per lo spettacolo di pochi istanti prima, assumendo un’aria seria. «Per quanto riguarda le nuove principesse sirene, le terrò d’occhio. Le metterò alla prova e, se si dimostreranno degne, concederò loro il potere dei sette elementi.»
“I sette elementi…” Rifletté Madame Taki. Le ci volle qualche secondo per far incastrare tutti i pezzi e risolvere finalmente il puzzle: “Ma certo! I Regni della vita non sono altro che i sette elementi!” Guardò con occhi ancora leggermente sbarrati la guardiana, che annuì, fortificando così la propria convinzione. Un sorriso prese il possesso dell’anziana. “Quelle ragazze sono destinate a grandi cose…”
 

Niijima, Giappone

«Incredibile, li hai convinti in tre secondi! Fantastico!» Moni, che camminava sottobraccio con Renée e si stava dirigendo con le due all’albergo, stava complimentandosi con Resha per essere riuscita a prendere in mano le redini del club di giardinaggio a una velocità davvero disarmante. L’angloindiana sorrise soddisfatta, un lampo d’orgoglio nei suoi occhi verde scuro. «Beh, grazie… E grazie anche a voi per aver supportato la causa! Faremo grandi cose, fidatevi di me!»
«Comunque...» Esclamò la rossa, sistemandosi dietro l’orecchio una ciocca dei suoi ribelli ricci. «Non vedo l’ora di conoscere di persona la famosa Minikitty! Sono un’assidua frequentatrice del suo blog e non mi pare vero di vederla di persona! Chissà se è davvero così minuta come dicono! Sarà grandioso!» Esclamò entusiasta, allargando le braccia e mancando di poco Renée e Resha, che si scansarono appena in tempo: seppur consce che non l’avrebbe fatto apposta, non era nei loro programmi ricevere una sberla improvvisa.
«È fatta così, lei è fissata con lo showbiz… Ha partecipato anche a un provino di recente, passandolo! Devi scusarla se ogni tanto delira in questo modo… È maniaca, che vuoi farci!» La giustificò la mora, spingendosi gli occhiali sul naso, notando lo sguardo stranito di Resha.
 
Nel mentre Reana e Yumi erano in città.
«Ma Reana...» Si lamentò la verde, che stava portando tutti i sacchi della spesa, mentre la blu aveva un’indefinita quantità di pacchi e pacchettini vari che provenivano da negozi di tutt’altro genere. «Adesso basta, dobbiamo tornare all’albergo da Meru! E poi ho fame!»
L’altra gonfiò le guance. «Ma uffa, quando la scuola sarà a tempo pieno non potrò più dedicarmi allo shopping a mio piacimento… Inoltre sono secoli che fremo dalla voglia di comprare queste cose…»
«Sì, secoli... Da ieri!» La interruppe Yumi. «E comunque sei fortunata ad avere due genitori ricchissimi, altrimenti chi te la pagherebbe tutta questa roba?»
Lo sguardo di Reana si fece serio. «In realtà questi sono i soldi del mio conto… Poi userò quelli che guadagnerò in albergo… I miei genitori adottivi non mi hanno lasciato nulla da quando sono partita…» Spiegò la blu, distogliendo lo sguardo. «Ci sentiamo davvero poco, giusto per due formalità… Inoltre… Non so cosa fare con la mia madre biologica…» Si voltò verso l’amica e chiese: «Tu che dici, dovrei provare a conoscerla? Hanon dice che non si è scordata di me… Ma io non so...»
Yumi, che aveva ascoltato l’amica in silenzio, si espresse: «Sì, assolutamente! Secondo me dovresti incontrarla e parlarle, devi affrontare la situazione in prima persona e sapere le sue motivazioni direttamente da lei! Perlomeno… Io avrei un po’ di paura ma mia sorella Resha direbbe così! Lei lo farebbe subito senza pensarci su due volte! E ha ragione! Seguire i suoi consigli per me è sempre stato molto istruttivo, anche se a volte vorrei tanto avere più iniziativa… Ma questo è un altro discorso, lasciamo stare!» Glissò l’argomento la verde. «Provaci, Reana!» Disse in tono convinto all’amica, che nonostante tutto era d’accordo. «Sì, però non subito… Per ora non me la sento, ma ci rifletterò… E… Grazie, Yumi!» Sorrise alla ragazza, che ricambiò il gesto.
 
All’albergo, Hazelle aveva appena portato in tavola un’enorme vaschetta di gelato alla vaniglia e tutti stavano seduti nella sala da pranzo in spasmodica attesa che il dolce venisse servito, soprattutto Tadashi, che guardava il contenitore con gli occhi scintillanti e l’espressione innamorata, mentre saltellava entusiasta sulla sedia, incapace di stare fermo.
“Fa tanto lo sbruffone, saputello e presuntuoso e poi guardalo, peggio di un bambino dell’asilo...” Pensò Aisu sgomenta, scuotendo la testa. Di tutt’altro tipo erano i pensieri di Minikitty, che stava valutando le ragazze una a una. “Molto carine le compagne di Julia, sì sì! Voglio dire...” Pensò, guardando per l’ennesima volta le due ragazze che Julia le aveva detto essere altre studentesse in vacanza studio, mentre quelle che stavano aspettando erano state introdotte come compagne di classe ultrasimpatiche. “Aisu ha i capelli tipo i suoi, potrebbero sembrare sorelle o cugine ma è più alta ed elegante, ha classe… Sìììì, è molto bella! Hazelle è irresistibile e simpatica come nessuna, mi ha anche fatto assaggiare in anteprima il gelato… A me e solo a me! Quindi che dire, mi piace! Chissà come saranno le altre… E chissà se tra di loro c’è la mia anima gemella… Insomma il mio fratellino è fidanzato, mi ha soffiato la ragazza che mi piaceva ma non gliene faccio una colpa… È il mio fratellino dopotutto! Ma a me non mi si fila nessuno… Anzi, nessuna!” Chiarì subito l’americana, visti i suoi gusti. La porta dell’albergo si aprì e la distolse dai suoi pensieri. «Ragazzeeeee, dove siete? Siamo tornate, c’è anche Renée!» Moni, non sapendo dove fossero le ragazze e fremendo dalla voglia di conoscere i due Vip arrivati da poco, si era messa a chiamare a gran voce, imbarazzando Renée, che arrossì vistosamente. «Calmati!» Sibilò la mora, dandole una gomitata nelle costole, che la rossa ignorò.
«Sono in sala da pranzo, andiamo!» Resha, che al contrario della custode della perla rosa era andata a indagare, vi condusse le due ragazze.
«Aaaaaahhhhh! Robert Blank, in arte ‘Dark Nemesis’ e Minikitty! Oddioooooo! Piacere di conoscervi ragazziiiiii!» Disse con gli occhi luccicanti Harmony, precipitandosi a stringere le mani dei due. «Ti posso chiamare per nome, vero Robert?» Lui annuì. «Ma lo sai che dal vero sei meno grosso di quello che sembri in TV? Sei ‘videoshoppato’?» Lui restò allibito, scambiandosi un’occhiata con la sua ragazza che gli diceva sempre le stesse cose. Moni intanto, tornò a focalizzarsi sulla sclerotica Minikitty. «Sai, io amo il tuo blog! Sono ‘Pink Moni-Chan’, a volte abbiamo interagito! Ogni volta che mi rispondevi ero così entusiasta! Sono così contenta di conoscerti sai? Però, lasciatelo dire, senza offesa: sei così piccina!» Disse ridacchiando rivolta a Minikitty, che dal vero era ancora più gracile che in foto. Gli occhi dell’americana si sgranarono dalla sorpresa: non le piaceva forse?
«E anche così carina!» Aggiunse, facendola arrossire. “Bella ragazza, sembra anche simpatica… Dovesse essere lei la mia anima gemella, non mi dispiacerebbe!” Pensò.
«Senti…» Iniziò a chiedere Moni, unendo gli indici imbarazzata. «È vero quello che dici nel tuo blog, nella sezione ‘10 cose che non sai di me?’» Minikitty arrossì per l’audacia della ragazza: sperava non le chiedesse nulla di imbarazzante. Certo tutti sapevano i suoi gusti, ma non era quello il momento di parlarne.
«D-dimmi…» Riuscì a balbettare, sperando di non doversi mettere a parlare della sua sessualità davanti a tutti.
«È vero che se ti si tocca la punta del naso starnutisci?» Chiese la custode della perla rosa con un sorriso divertito. Nella stanza calò il silenzio.
«Sì, assolutamente, confermo!» Robert si intromise: adorava la sua gemella, ma farle i dispetti era troppo divertente, li faceva  sempre anche alla loro sorella maggiore Christina, causandole spesso gravi esaurimenti nervosi. «Puoi provare se vuoi, avanti!» La invitò il ragazzo, mandando nel panico la gemella. «Ma fratellino! Ma… Dico, insomma! Lo sai che… Eeeeeccìììì!» Moni non aveva resistito e aveva sfiorato il naso della ragazza, che di conseguenza aveva starnutito sonoramente. Tutti i presenti scoppiarono a ridere: non avevano mai visto una cosa simile.
«Eeeeccììììì! Eeeecccììì!» Continuava Minikitty dato che, divertita dalla cosa, Moni le aveva premuto la punta del naso ancora qualche volta. «Basta ti prego!» La supplicò la biondo-ramata, con gli occhi lucidi e il naso arrossato. «Stavamo per mangiare del gelato fatto da Hazelle, vi va?» Domandò, sperando di distogliere l’attenzione e che la lasciassero stare.
«Certamente! Al gelato o a una buona tazza di tè non so proprio dire di no!» Esclamò Resha, che adorava quella pietanza.
«Sì, ho giusto voglia di provare qualcosa fatto da te.» Sorrise Renée alla chef, la quale ricambiò e guardò preoccupata Harmony: in quel momento non ci aveva pensato, altrimenti avrebbe preparato qualcosa anche per lei. “Gelato di alghe? La prossima volta, magari...”
Moni esitò: sapeva che i fratelli Blank non erano ancora a conoscenza del segreto e per quel che ne sapeva nemmeno quel ragazzo dagli occhi verdi. “A proposito, chi è?”
«Io… Non ho molta fame, scusate… Magari un cucchiaio! Però prima… Questo! Scusate, non resisto!» Disse toccando di nuovo il naso a Minikitty.
«Eccì! Povera meeeee!» Si lamentò lei, tirando su col naso, per poi mettersi le mani sui fianchi, guardare tutti con aria di rimprovero dal basso del suo metro e cinquanta e strillare: «Bravi, bravi! Io sto male e voi ridete!»
«Ciao ragazze!» Reana e Yumi, appena arrivate e attirate dalle risa, avevano raggiunto tutti, squittendo di fronte all’idea di avere altri due vip con loro: non capitava tutti i giorni.
“Anche queste ragazze sono carine... E molto: così come Resha e Renée, sono persone interessanti! Che bella compagnia, credo che mi piacerà un sacco stare qui!” Pensò con due dita sotto al mento e l’espressione seria Minikitty.
Un certo ragazzo alto, dai capelli neri e gli occhi verdi, decise che era giunto il momento di smettere di fare la bella statuina e si alzò in piedi. «Ah, comunque io sono Tadashi Corr… Molto piacere!» Disse il tritone, con tono sarcastico: non solo era stato bellamente ignorato, ma tutte quelle smancerie da fangirl degne delle ragazzine che quelle sirenette erano, oltre a essere irritanti, avevano ritardato il momento del gelato. Ed era soprattutto questo a infastidirlo: lui aveva una fame da lupi e odiava aspettare, specialmente se in ballo c’era il suo cibo preferito!
«Allora, questo gelato?» Chiese alla cuoca, riportando l’attenzione generale sulla cosa più importante: il cibo.
«Oh no!» Gridò Hazelle, guardando nella ciotola. «Il mio capolavoro… Si è squagliato! Adesso è una brodaglia, è immangiabile!» Piagnucolò la castana: da brava chef, odiava i disastri in cucina, la facevano sentire davvero male.
Tadashi trattenne a stento un grido di orrore: ma cosa aveva fatto di male nella vita? Prima veniva forzato a fare da balia a delle mocciose impertinenti e birichine, poi veniva ignorato in favore di quella piccoletta stramba e dalla voce squillante e, come se tutto ciò non fosse stato abbastanza, adesso non poteva nemmeno mangiare il gelato tanto atteso.
«Lo rimetto in fresco e lo mangeremo dopo cena! Perché siete tutti invitati, anche tu Renée!» Disse Hazelle.
«Sì, resta ti prego! Può, vero Meru?» Implorò Moni alla più grande, che confermò con un sorriso: «Ma cert...» Non fece in tempo a finire la frase, che si alzò e guardò fuori dalla finestra a parete del salone dell’albergo, seguita da tutti gli altri. «Che sta succedendo?»
«Il cielo si è scurito di colpo… Sembra calata la notte…» Disse Julia.
«No, nemmeno la notte è così scura.» Constatò Moni sottovoce, in modo da non farsi sentire da nessuno, se non dalle amiche.
Aisu si accigliò: «Ho una brutta sensazione…»
Julia impallidì e si pentì di non aver detto al suo ragazzo di tutto: come avrebbero fatto ad uscire senza insospettirlo? Maledisse lei, la sua gelosia e i suoi complessi del cavolo.
Per fortuna Renée, che aveva intercettato il suo sguardo e aveva capito al volo tutto, intervenne in aiuto della bionda. «Ehm… Io… Ho dimenticato una cosa a casa, che mi serve assolutamente prima di cena… Una medicina! Decisamente essenziale, sì!» Improvvisò, tenendo le dita incrociate dietro alla schiena e sperando che funzionasse. «Però con questo buio… Non me la sento di andare da sola… Robert, Minikitty, non è che mi accompagnereste?» Guardò il ragazzo e arrossì per ciò che stava per chiedere, perché si vergognava, ma si fece coraggio e disse: «Tu… Sei forte e in caso potresti difendermi…» Si rivolse poi alla gemella di quest’ultimo, improvvisando la prima scusa che le venne in mente: «E tu… Minikitty potrai controllare il tuo fratellino e farmi compagnia, ti va?»
“Renée è una ragazza sveglia e intelligente! E quegli occhi sono particolari, anche lei, così come tutte le altre ragazze, mi piace! Non sarebbe male averla come anima gemella! Vorrà conoscermi meglio?” Pensò Minikitty, per poi dire in meno di mezzo secondo: «Accettiamo! Ti accompagneremo e non devi preoccuparti! Con me e il mio dolcissimo fratellino non correrai rischi!» La rassicurò, prendendo sottobraccio sia lei che il fratello, per poi rivolgersi arzilla ai presenti, mentre già trascinava i due con sé fuori dalla porta. «Noi andiamo! Ci vediamo presto!»
Julia e Renée incrociarono lo sguardo e l’americana annuì; doveva molto a Renée e si ripromise che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
«Scusate il rallentamento… Glielo dirò al più presto!»
Resha annuì convinta: «Avrai i tuoi motivi, ma adesso non pensarci… Abbiamo già perso troppo tempo.» Stava per aggiungere altro, ma fu interrotta dalla sorella. «Ragazze…» Iniziò Yumi. Non ebbe bisogno di dire altro, tutte annuirono e si trasformarono in idol.
«Finalmente, non vedevo l’ora di sgranchirmi un po’!» Sogghignò Tadashi, alzandosi di scatto e dirigendosi euforico verso l’origine di quelle tenebre, perfettamente individuabile dal movimento di queste ultime, impaziente di affrontare gli avversari che gli si sarebbero mostrati.
Le ragazze guardarono dubbiose la direzione che aveva preso, in silenzio per qualche secondo, fino a che Reana non si pronunciò: «Siamo sicure che abbia capito la gravità della situazione?»
«Non gli abbiamo parlato abbastanza di lava, fuoco, fulmini e quant’altro?» Chiese Hazelle, per venir appoggiata dal sincero parere di Aisu: «Secondo me quello è completamente pazzo…»
«Da quando la pazzia è una cosa negativa?» Le sorrise Moni, per poi iniziare a correre nella stessa direzione di Tadashi. «Avanti, non facciamoci seminare da lui!»
«Sia mai!» Esclamò Resha, iniziando a correre più veloce che poteva, nel vano tentativo di raggiungere il tritone del proprio Oceano.
Le ragazze raggiunsero Tadashi che questi si era appena fermato, arrivato alla spiaggia, con di fronte un personaggio che indossava lo stesso mantello dei nemici che avevano visto fin a quel momento.
«Sei tu…» Sogghignò il giovane, le mani che gli prudevano e l’adrenalina a mille. Senza attendere niente e nessuno, si lanciò sull’avversario a corsa, desideroso di saggiarne la forza.
«Ma che fa?» Esclamò incredula Reana, vedendolo avvicinarsi al nemico senza nemmeno sapessero che genere di poteri questi avesse.
«Credo tu abbia ragione, quel tipo è davvero pazzo.» Disse sconvolta Yumi, rivolta ad Aisu.
Resha si fece avanti e incitò le altre: «Andiamo, non possiamo lasciarlo fare da solo. Quel tizio potrebbe anche essere Pyro e se usasse il fuoco, Tadashi sarebbe spacciato.»
Tutte annuirono e si avvicinarono allo scontro, tranne Aisu che fece appena in tempo a fare qualche passo e sentì come una morsa al cuore, la quale la costrinse a fermarsi: una brezza di vento spuntata di colpo le aveva portato un lieve profumo che conosceva. Solo una persona aveva quel profumo, che lei avrebbe riconosciuto tra mille. Con il terrore dentro, osservò i movimenti del corpo del nemico, riconoscendo le mosse che aveva visto eseguire per buona parte della sua vita durante le giornate di neve in cui erano stati chiusi in casa, mosse che venivano sempre accompagnate dalla sua domanda a cosa potessero mai servire, soprattutto a qualcuno a cui non piaceva combattere e che venivano sempre accompagnate dalla spiegazione: “Bisogna sapersi difendere, non si sa mai chi potresti incontrare per strada.”
«No… Non è possibile…» Sussurrò Aisu, sgranando gli occhi colmi di terrore. Il corpo della principessa dell’Artico fu colto da potenti brividi, che la costrinsero ben presto in ginocchio. Il volto le si coprì di copiose lacrime, mentre la voce le moriva in gola e gli occhi indaco elettrico erano incapaci di distogliersi dalla figura che stava combattendo contro Tadashi, che lei aveva perfettamente riconosciuto.
«Non è vero…»
Tadashi posò il proprio peso sul piede che teneva indietro e scattò in avanti, caricando un gancio destro diretto all'addome del nemico. Questi lo evitò spostandosi all'ultimo secondo; cercò di contrattaccare con uno shuto* sinistro al lato del collo, ma il ragazzo dai capelli corvini gli assestò una gomitata allo stomaco nella quale concentrò tutta la propria forza, evitando così la mano avversaria.
«Fermatevi…»
Il nemico non si mosse, come non fosse stato mai colpito o non provasse alcun dolore, pronto ad attaccare nuovamente. Tadashi fece appena in tempo a scansare una ginocchiata, spostandosi velocemente dietro di lui e infliggendogli un'ulteriore gomitata al centro della schiena. Il colpo non andò a segno, perché l’avversario si rigirò e tentò di colpire il giovane con un calcio diretto al fianco, che però quest’ultimo parò con l’avambraccio.
«Vi prego…»
Il protettore delle principesse assestò un pugno con la mano libera alla mascella dell’avversario, che lo costrinse a voltarsi dall’altra parte e sputare del sangue per la violenza del colpo. Stava per rincarare la dose, quando il grido disperato di Aisu lo arrestò mentre stava ancora caricando il colpo: «Tadashi fermati per l’amor del cielo!»
Tutte si voltarono interrogative verso di lei, compreso il giovane, dando così la possibilità all’avversario di schivare il pugno fiacco e posare il palmo della mano sul suo petto, all’altezza del cuore. Tadashi fece appena in tempo a voltarsi verso il nemico e stringergli d’istinto il polso, che la gemma sulla fronte del ragazzo si illuminò e il tritone si sentì paralizzato, il cuore stretto in una morsa letale. La presa sulla mano del ragazzo divenne fiacca, il respirò iniziò a mancargli, tutti i muscoli gli parvero star per implodere mentre la vista iniziava ad affievolirsi sempre più. Proprio mentre pensava di essere sul punto di morire, lo sguardo gli cadde sul braccialetto che aveva al polso destro. L’immagine del fratello maggiore gli apparve come in un’allucinazione e riuscì a radunare quel tanto di lucidità da poter raccogliere le energie necessarie per allontanarsi dall’avversario, stringendo la stretta al polso e utilizzando l’esplosività delle gambe e la schiena per atterrarlo di fronte a sé con una rovesciata.
Arretrò in fretta senza mai perderlo di vista, fino ad arrivare alle ragazze e chiedere, furioso come era stato rare volte in vita sua: «Si può sapere che ti è preso? Perché mi hai gridato di non colpirlo? Quello è un...» In quel momento, Tadashi si voltò appena per guardare storto la norvegese, ma vedendo quel volto distrutto dal terrore e quegli occhi colmi di lacrime, non ce la fece a dire altro. Non seppe perché, ma quella visione lo turbò molto. Non avrebbe mai creduto che quella ragazzina viziata potesse avere un comportamento del genere, soprattutto perché, seppur insopportabile, in quel poco tempo passato sotto lo stesso tetto gli era parsa quantomeno combattiva. In quel momento, invece, gli sembrava totalmente indifesa e devastata, per un motivo che gli era completamente oscuro e, viste le espressioni delle altre sei ragazze, non credeva nemmeno di essere l’unico.
L’avversario si rialzò e nel farlo il cappuccio del mantello gli scese sulle spalle, scoprendone il volto, mostrando dei capelli, dei lineamenti e degli occhi a tutti i presenti sin troppo familiari.
«Ma… Che diamine…» Iniziò a dire Moni, guardando incredula prima l’avversario e poi la custode della perla indaco, come tutti gli altri.
«Eiji…» Sussurrò flebile Aisu.
Hazelle e Julia sbarrarono lo sguardo nell’udire quel nome e fecero entrambe presto a fare due più due. Ricordavano bene quando l’amica aveva raccontato loro di avere un gemello di nome Eiji, durante le loro chiacchiere notturne della prima notte passata assieme, nonché la foto che la norvegese teneva sul proprio comodino, la quale rappresentava la principessa dell’Artico assieme a un husky e a un ragazzo che era identico a quello che si trovavano in quel momento davanti.
«Dobbiamo andarcene da qui!» Gridò Hazelle, rivolta al giovane che stava per scattare nuovamente verso l’avversario. Tadashi né nessun’altra fece in tempo a ribattere, che Julia appoggiò immediatamente la compagna di stanza, prendendo Aisu sotto braccio e alzandola in piedi a forza: «Right now!»
Tadashi fece una smorfia, dopodiché diede loro le spalle e ordinò in un modo che non ammetteva repliche: «Tornate all’albergo, lo tengo impegnato per un po’, dopodiché vi raggiungo là.»
«Ma…» Tentò di dire Resha, la quale fu fermata dalla sorella, che le posò una mano sul braccio e da un’occhiataccia del ragazzo. Questi guardò poi Aisu e le fece un sorriso che voleva essere rassicurante: «Tranquilla, lo stordisco solo per un po’. Ci rivediamo all’hotel tra poco, ho un gelato che mi aspetta.» Tornò a guardare l’avversario, che intanto si era pulito il rivolo di sangue che gli era sceso dal labbro inferiore e si stava dirigendo verso di loro, per poi dire, prima di scattare in avanti e scontrarsi con lui a metà strada: «Andate!»
Julia e Moni si occuparono di Aisu, aiutandola a camminare, lasciando a Yumi, Reana e Hazelle il compito di convincere Resha a venir via e, dato che quest’ultima non ne voleva sapere di lasciare il campo di battaglia, le tre si scambiarono un’occhiata d’intesa e la presero di peso, trasportandola via in mezzo a mille lamentele.
Giunte in albergo, fecero sedere Aisu sul divano nel salone, ancora sotto shock, alla quale Meru portò una bevanda calda e attesero il ritorno di Tadashi.
 
 

Dizionario:

* Shuto = “Mano a coltello”, è una mossa di karate
 

 

Angolo delle autrici

Ciaooooooo a tutti! In questo capitolo abbiamo conosciuto una certa Hikari, una deliziosa creatura dal carattere tosto e custode dei sette elementi,  che potranno aiutare le ragazze a salvare la regina Luchia dalla profezia che incombe minacciosa su di lei... Questo fantastico personaggio è opera di Camy25 a cui vanno tutti i meriti e i ringraziamenti <3 <3 Riusciranno le nostre a superare le prove? E questa parte è quella saliente, poi beh... Per il resto... Minikitty ha monopolizzato l’attenzione... Ogni volta ne spunta una nuova su di lei... Che dire è una pazza in miniatura tutta da scoprire! Oggi la vediamo in versione single alla disperata ricerca dell’anima gemella, ma... Non ditele nulla sennò sta male e piange, ma temiamo che con le nostre eroine non concluderà mai nulla... Eheheheh poverinaaaaaa! E poi abbiamo un combattimento... Un combattimento vero, altro che la magia della voce pichi pichi! Inoltre avete visto chi è tornato, dato che eravate tutti in ansia per lui? Che effetto vi fa rivederlo, eh? Ditelo, ditelo, ditelo! E... Tadashi, povero disgraziato, riuscirà questo ragazzo a godersi questo benedetto gelato alla vaniglia? Ehehehe chissà... Visto il nostro cinismo, non datelo per scontato :P Mille note di merito vanno allo scherzetto di Hazelle ai danni di questo malcapitato tritone! Hazelle è un personaggio davvero mitico!
Ah dimenticavamo... Doppia fanart oggi: vi aspettano Minikitty e Hikari, la pucciosissima custode degli elementi, disegnata dalla sua creatrice Camy25!
 

L’angolo di Kelly:

Ciao a tutti! Scusate il ritardo ma questo periodo è stato proprio no! Ho il cervello ko vado avanti a lexotan e questo credo spieghi tutto!
Adesso penserete che la mia OC sia una deficiente, ovvio non ha ancora detto al suo polpettino del segreto...ma adesso non può farlo perché prima deve attuare un piano che le frulla nella testa bacata da un bel  pò! Per fortuna c’è Renée che ha salvato capra e cavoli!Grande Renée meriti un monumento!
Approfitto per dire una cosa... Voglio dedicare questo capitolo a mia nonna Lidia, l’unica nonna che io abbia mai avuto, che purtroppo è morta a luglio e ancora non riesco a farmene una ragione... È impossibile... Glielo dedico perché oggi avrebbe fatto 97 anni e l’idea che se non fosse stato per una certa persona sarebbe ancora con me. Quindi, nonna questo capitolo è per te! Grazie di tutto, grazie di essere stata con me per i miei primi 26 anni, grazie perché, nonostante l’ultimo periodo non riconoscevi quasi nessuno nemmeno me le occhiate che comunque mi rivolgevi valevano più di mille parole, grazie! Ti voglio tanto bene <3
Scusate la tristezza ma... Sapete com’è! Sto comunque bene, non preoccupatevi ^_^
Passo la parola a Sirio:
 
Sirio: Eccomiiiii! Che dire... Io qui non sono apparso molto ma spero di esservi piaciuto! Finalmente ho rivisto il mio papà nel capitolo! Però a me il gelato non lo vogliono dare! E ho pure finito i nasi di maiale soffiati! Credo proprio che andrò a consolarmi con la gamba di papà e vi saluto tutti <3 <3 a presto!
 

L’angolo di Elsira:

Okay... Mi asciugo le ultime lacrime e... Parto con il dire che so già che io verrò linciata per quanto scritto qui sopra e… Beh, se non mi succede adesso, dubito che qualcos’altro potrà mai uccidermi. Chiedo scusa per il ritardo, buona parte è colpa mia, ma ho avuto un piccolo incidente alla mano che non ne ha permesso l’utilizzo per un po’ e beh anche la storia qui ha subito dei ritardi… Ma ora son tornata e dovreste tremare, perché non sapete cosa io e Kelly abbiamo in serbo per voi :3 Ovviamente non posso spoilerare nulla e non vi rendete conto di quanto questo sia difficile per me ma, per il bene della storia, me ne sto zitta zitta… :-X
Lo voglio anch'io il gelato di Zelle!! T-T Come capisco Tadashi... Per quanto mi riguarda, lui è la vera vittima del capitolo... T-T
Non è fantastica Minikitty? *-* Che carina, starnutisce quando le si preme il naso! È fantastico!! Potrei benissimo passarci le giornate… Anzi, quasi quasi… >:] Scusate, devo andare, ci si sente al prossimo capitolo, eh! :-P Bye bye!
 
Minikitty: Eeeeecccccììììììì! T_T Fratellinoooooooooo! Aiutoooooooo!
 

La prima fan art di quest'oggi, è Hikari! Direttamente dalla sua amorevole padroncina Camy25 :3



E poi, ladies & gentlemen, a grande richiesta solo ed esclusivamente per voi.... *RULLO DI TAMBURI* Minikitty! Da quella pazza di sua cognata, Kelly ;P


 

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