- S
i n f o n i a d' O m b r a
† Capitolo II - il gelo della tempesta †
- La prima cosa che Heléna
avvertì fu il caldo delle coperte sul suo corpo umido. Poi i
soffusi lamenti
della tempesta. Senza aprire gli occhi, si avvolse meglio in quella
coltre tiepida,
sistemandosi in posizione fetale. Avvertiva un senso d’ansia
e d’angoscia,
ancora soffuso dal torpore del sonno che, sapeva, si sarebbe presto
spezzato.
Una lama di luce andò ad infrangersi sul suo viso,
accompagnata dal cigolio di
una porta che si apre con lentezza. Non senza una certa delusione
– avrebbe
voluto che fosse stato tutto un incubo – schiuse un occhio.
Nella luce dorata
ed accecante della porta socchiusa si andò a profilare una
figura minuta e salda,
appoggiata con l’anca allo stipite della porta, mentre in una
mano stringeva la
maniglia d’ottone. La riconobbe, la sua rapitrice: Polaris.
Notò chiaramente il
viso esausto e slavato, e le bende macchiate di sangue
sull’avambraccio, quello
che si era ferita per rompere i vetri della finestra. E si
sentì un po’ in
colpa, per averla odiata – sì, l’aveva
odiata – ed ora era lì, sfinita per
averla salvata, ferita per averla
salvata.
- «Sei sveglia?» chiese
Polaris
con un tono basso.
- Heléna si alzò
immediatamente a sedere, annuendo meccanicamente.
- «Se vuoi di là
c’è da
mangiare. Ti ho lasciato dei miei vestiti sulla sedia, forse ti
staranno un po’
grandi, ma sono sempre migliori di quelli fradici che hai
addosso.»
- La Clarke non ne fu certa,
ma forse, nell’ombra in cui era avvolto il viso di Polaris,
vide un lieve
sorriso. Quando la ragazza uscì dalla stanza chiudendosi la
porta alle spalle,
non prima di aver acceso la luce, Heléna si alzò
in piedi ancora intontita dal
sonno e dagli eventi tempestosi della sera precedente. Con i piedi
scalzi, si
avvicinò alla finestra. Le tapparelle erano chiuse, ma si
riusciva comunque a
sentire distintamente il suono della pioggia battente. Appoggiando la
schiena
al muro, e constatando che i suoi vestiti erano, sì, ancora
bagnati, squadrò la
stanza. Era abbastanza ampia, il letto da cui si era alzata era a
baldacchino,
di mogano finemente intarsiato e la trapunta portava colori
inconfondibili:
verde e argento. I colori di Serpeverde. Per un attimo
l’attanagliò il dubbio
che quella fosse la camera di Polaris. Addossato alla parete, un ampio
e
polveroso armadio; accanto al letto, un comodino di legno e una sedia.
Sulla
spalliera c’erano alcuni vestiti – una maglietta
celeste dal taglio morbido e
un paio di jeans scuri; ai piedi della sedia erano invece adagiate
delle
ciabatte di spugna rosa: Heléna la trovò una cosa
tenera.
- Si vestì in fretta, decisa
a farsi spiegare la situazione confusa in cui era piombata.
- La sala da pranzo si
trovava al piano inferiore – quella casa era enorme
– la ragazza la raggiunse
seguendo il profumo intenso della cioccolata e dei biscotti. Loro erano
lì,
ricurvi sulla tavolata da dodici posti, uno di fronte
all’altro. Heléna
appoggiò una mano allo stipite dell’enorme porta
spalancata, imbarazzata,
perdendo tutta la sicurezza che l’aveva fatta procedere fino
a quella sala.
Respirò, Tristan e Polaris non si erano accorti della sua
presenza. Fece per
entrar- si sbilanciò all’indietro, lasciandosi
sfuggire un mugolio stizzito.
Spiccava talmente tanto sulla pelle rosa pallidissima
dell’avambraccio sinistro
che si stupì di non averlo notato prima. Nero e terribile.
Polaris aveva il
Marchio Nero.
- I due si voltarono verso
di lei di scatto, e gli occhi stanchi della ragazza seguirono con
repentinità
lo sguardo sbigottito di Heléna. Il suo viso
impallidì e si coprì l’avambraccio
con la mano, stringendo le labbra.
- Tristan e Polaris si
scambiarono sguardi d’intesa.
- «Penso... che noi ti
dobbiamo alcune spiegazioni.»
- Entrambi i maghi erano di
sicuro particolari. Facevano parte di Serpeverde, ed erano nella
squadra di Quidditch,
Tristan come Cercatore e Polaris come Battitrice1.
- Lui era lo stereotipo di
ragazzo carismatico, i capelli corvini che alla luce livida della
coltre di
nubi prendevano incandescenze metalliche e che erano sempre spettinati,
il
sorriso sghembo di furbizia arricciato sul viso pallido e gli occhi
tempestosi che
baluginavano di beffardo divertimento. Era un Animagus, e si tramutava
in cane
lupo.
- Polaris era abbastanza...
complicata. Strega Purosangue babbanofila, era la figlia di Bellatrix e
Rodolphus
Lestrange. Il corpo era quello di una giovane donna, il viso, quello di
una
bambina strappata al sonno, con i capelli scuri tenuti in ordine da
sparute
treccine e gli occhi neri come pozzi.
- «Quindi abbiamo, tipo,
formato questa “setta”, soprattutto ed in primis
per aiutare i maghi quando
accadevano alcune scorribande o robe simili...»
- «E anche per redimerci.»
aggiunse Tristan, guardando l’amica – la migliore
amica – con quei suoi occhi sottili
e brillanti, inviandole quegli sguardi d’intesa.
- «Redimervi?»
domandò Heléna,
confusa.
- «Siamo stati bocciati
entrambi. La signorina qui presente in prima – in prima – mentre io in
terza.»
- Polaris alzò platealmente
gli occhi al cielo, facendo un gesto vago e non proprio fine con la
mano, «Comunque...
col passare del tempo la McGranitt...»
- «La bastarda.»
- «La McGranitt
ha cominciato ad affidarci compiti più impegnativi. E con
l’inizio di questi casi particolari, ci ha incaricato di
indagare e di tenere
d’occhio i soggetti a rischio. Il problema è che,
però, questi tizi non
attaccano secondo una logica. Solo, avanzano e cercano di uccidere
chiunque si
trovi sul loro cammino. Sembrano soggiogati da un potere superiore. Non
abbiamo
scoperto molto, ma siamo sicuri che non agiscano di loro spontanea
volontà;
insomma, li hai visti anche tu i loro fottuti occhi!»
- Heléna annuì, trattenendo
i brividi come le immagini confuse della sera precedente le balenarono
in mente
«E siete solo voi due?»
- Tristan appoggiò la guancia
al palmo della mano, «Per ora sì, ma pensavamo che
anche tu ti saresti unita
alla Resistenza.»
- «Perché dovrei, scusa?
Senza essere offensiva...»
- Il ragazzo scrollò le
spalle, come a volersi togliere di dosso lo sguardo dai tratti
assassini di Polaris
che gli bruciava la schiena. «Boh, pensavamo volessi
vendicare i tuoi
genitori...»
- Ecco fatto, idiota. La
ragazza strinse i denti e gli mollò un pugno – non
accennato – sulla spalla,
facendolo piegare in avanti.
- Heléna sgranò gli occhi,
impallidendo. «C-come vendicare?»
- Polaris si alzò dalla
sedia sgraziatamente, rifilando a Tristan un altro pugno ed un insulto.
Afferrò
l’altra ragazza per una spalla e la condusse fuori dalla
sala, nel corridoio.
Sospirò chiudendo gli occhi, mentre Heléna si
appoggiava alla parete, cosciente
che non si sarebbe retta in piedi.
- «Senti,» cominciò
finalmente Polaris, massaggiandosi la fronte «non voglio
troppo girarci
attorno. Oddio, speravo che lo scoprissi da sola, ma Tristan
è un idiota. Non
ci sono modi buoni per
dirlo… Insomma...
sono morti, Heléna. I tuoi genitori.»
- La ragazza avvertì le
gambe molli e rigide allo stesso tempo, si sentiva di svenire ma una
strana
forza la reggeva in piedi con violenza. La bocca arida, gli occhi
bagnati, le
guance bagnate. Polaris si morse il labbro superiore,
«Heléna...»
- «Perché non me
l’hai
detto?» la interruppe la ragazza con un filo di voce,
osservando le sue lacrime
infrangersi sul pavimento «A cosa ti è servita
tutta quella scenetta, eh?
Perché non hai detto la verità fin da
subito?!» urla, erano diventate in fretta
urla.
- «Heléna…»
- «NO!
Non pronunciare il mio nome! Lo
sporchi, bastarda! Bastarda Mangiamorte!»
- Polaris sgranò gli occhi
infuocati, un grumo di rabbia appena sotto i polmoni. Sferrò
un pugno che
sfiorò il viso di Heléna, infrangendosi sul muro,
facendola gridare.
- «Non mi parlare
così!»
urlò, fuori di sé «Cosa avrei dovuto
fare? Spiegarti tutta la situazione e
lasciarti andare in una missione suicida, eh?! Guarda che non ci sei
solo te al
mondo, guarda che abbiamo tutti dei compiti!»
- «Potevi salvarli, potevi
salvare anche loro!» pianse Heléna, la voce
strozzata.
- «Credi che non ci abbia
provato? Guarda che quei bastardi assoggettati sono arrivati subito
dopo di me,
anche volendo non sarei riuscita a salvarvi tutti!»
- «Allora dovevi lasciarmi
morire, dannazione!»
- Polaris serrò i denti fino
a farli scricchiolare, «Ho già fatto morire due
persone, Heléna. Pensi non me
ne renda conto?! Pensi che non me ne freghi nulla?! Hai una vita
davanti. Se
avessi salvato i tuoi genitori e avessi lasciato morire te sarebbe
stato ancora
peggio. Non avrebbero retto di sicuro, non avrebbe avuto
senso!»
- La bionda si acquattò
contro la parete, singhiozzando. Polaris lasciò scivolare il
pugno contro il
muro, aprendo la mano indolenzita ed allontanandosi di un passo. Si
voltò per
ritornare nella sala da pranzo. La gola dolente, il petto svuotato e
gli occhi
stanchi.
- «...Questa
è l’ora di piombo, e chi le sopravvive la ricorda
come gli
assiderati rammentano la neve: prima il freddo, poi lo stupore, infine
l’inerzia. Non sei l’unica ad aver
sofferto.»
- Con quella poesia, Polaris disse tutto.
- ¹ci siamo permessi di dare loro questo
ruolo
- //Angolo della Felicità Confusionaria
- Rieccoci col secondo capitolo! Kyaaa!
- Beh, non c'è molto da dire, se non di non prendere in antipatia Heléna: capitela, è sotto choc, è normale non sia simpaticissima... Non che Polaris sia un cupcake! L'unico sempre simpatico è Tristan alla fin fine xD Quindi, beh, sta passando attraverso un dolore che gli altri due hanno già provato, subirà un po' una crescita, una "deviazione".
- Comunque, abbiamo deciso di rispondere qui a tutte le vostre dolcissime recensioni *^*
- Penvensie: siamo contenti che i collage ed il video ti siano piaciuti! Oltretutto l'immagine della civetta era davvero adorabile, ce ne siamo subito innamorati! Insomma, era messa quansi nella stessa posa di Jason xD
- FuriaBianca: evviva! Che bello quando fai qualcosa e la gente apprezza *^* Aggiorneremo il più regolarmente possibile, e magari riusciremo a fare qualche altro video... Foooooorse.
- _Abyss_: dobbiamo ammettere che circa una buona metà dei prestavolto non li conoscevamo, quindi... fai pure le tue deduzioni senza aspettare una nostra conferma xD I programmi che abbiamo usato sono Videomomenti per le clip e VideoProX per il montaggio, le musiche KRWLNG, il remix dei Linkin Park, e la colonna sonora di Requiem for a Dream per la parte finale.
- pink sweet: siamo contentissimi che i collage ti piacciano! I fiori blu, non so perché, ci ispiravano da morire *^* Per il video abbiamo usato i programmi e le musiche sopra citate ;)
- _Nimphadora_: siamo contenti che l'immagine per Heléna ti piaccia :D E speriamo che non te la prenderai se rimarrà offesa per ancora un capitoletto... xD
- Ah, pensavamo di cambiare il nome dell'account, ma l'Angolo della Felicità Confusionaria non cambierà di certo nome! xD Nemmeno il canale YouTube (P.S. La foto di Isaac di TW che abbiamo messo nel canale non è la cosa più pucciosa del mondo? *^*) varierà.
- Hakuna Matata!
- Pinco Panco e Panco Pinco