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Autore: Confusing Happiness    07/05/2016    4 recensioni
Storia INTERATTIVA - Iscrizioni CHIUSE
"19 Settembre 2006
A nove anni dalla sconfitta del Signore Oscuro, Hogwarts si sta ancora riprendendo.
I professori cercano di smorzare il nome di Lord Voldemort, lo ripetono come mantra, stillando quello schifoso tono di sufficienza nelle parole, schernendole. Vogliono togliere loro potere, ma sanno da soli che non accadrà: di Lui non è rimasto solo un guscio vuoto; è sempre qui, sempre presente, trema nei pavimenti, nelle crepe dei muri. E quando l’umidità s’infiltra nelle grosse spaccature richiuse che squarciano le pareti dei corridoi come cicatrici grigiastre e malate, Lo avverto nelle ossa.
Io sono qui a prostrarmi come umile servitore su queste pagine che faccio Sue portavoce, ad adempiere a Suoi antichi voleri. Per dimostrare che non è stato reso vacuo, nulla.”
Genere: Drammatico, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Prologo - base
S i n f o n i a  d'  O m b r a


Capitolo II - il gelo della tempesta

La prima cosa che Heléna avvertì fu il caldo delle coperte sul suo corpo umido. Poi i soffusi lamenti della tempesta. Senza aprire gli occhi, si avvolse meglio in quella coltre tiepida, sistemandosi in posizione fetale. Avvertiva un senso d’ansia e d’angoscia, ancora soffuso dal torpore del sonno che, sapeva, si sarebbe presto spezzato. Una lama di luce andò ad infrangersi sul suo viso, accompagnata dal cigolio di una porta che si apre con lentezza. Non senza una certa delusione – avrebbe voluto che fosse stato tutto un incubo – schiuse un occhio. Nella luce dorata ed accecante della porta socchiusa si andò a profilare una figura minuta e salda, appoggiata con l’anca allo stipite della porta, mentre in una mano stringeva la maniglia d’ottone. La riconobbe, la sua rapitrice: Polaris. Notò chiaramente il viso esausto e slavato, e le bende macchiate di sangue sull’avambraccio, quello che si era ferita per rompere i vetri della finestra. E si sentì un po’ in colpa, per averla odiata – sì, l’aveva odiata – ed ora era lì, sfinita per averla salvata, ferita per averla salvata.
«Sei sveglia?» chiese Polaris con un tono basso.
Heléna si alzò immediatamente a sedere, annuendo meccanicamente.
«Se vuoi di là c’è da mangiare. Ti ho lasciato dei miei vestiti sulla sedia, forse ti staranno un po’ grandi, ma sono sempre migliori di quelli fradici che hai addosso.»
La Clarke non ne fu certa, ma forse, nell’ombra in cui era avvolto il viso di Polaris, vide un lieve sorriso. Quando la ragazza uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle, non prima di aver acceso la luce, Heléna si alzò in piedi ancora intontita dal sonno e dagli eventi tempestosi della sera precedente. Con i piedi scalzi, si avvicinò alla finestra. Le tapparelle erano chiuse, ma si riusciva comunque a sentire distintamente il suono della pioggia battente. Appoggiando la schiena al muro, e constatando che i suoi vestiti erano, sì, ancora bagnati, squadrò la stanza. Era abbastanza ampia, il letto da cui si era alzata era a baldacchino, di mogano finemente intarsiato e la trapunta portava colori inconfondibili: verde e argento. I colori di Serpeverde. Per un attimo l’attanagliò il dubbio che quella fosse la camera di Polaris. Addossato alla parete, un ampio e polveroso armadio; accanto al letto, un comodino di legno e una sedia. Sulla spalliera c’erano alcuni vestiti – una maglietta celeste dal taglio morbido e un paio di jeans scuri; ai piedi della sedia erano invece adagiate delle ciabatte di spugna rosa: Heléna la trovò una cosa tenera.
Si vestì in fretta, decisa a farsi spiegare la situazione confusa in cui era piombata.
La sala da pranzo si trovava al piano inferiore – quella casa era enorme – la ragazza la raggiunse seguendo il profumo intenso della cioccolata e dei biscotti. Loro erano lì, ricurvi sulla tavolata da dodici posti, uno di fronte all’altro. Heléna appoggiò una mano allo stipite dell’enorme porta spalancata, imbarazzata, perdendo tutta la sicurezza che l’aveva fatta procedere fino a quella sala. Respirò, Tristan e Polaris non si erano accorti della sua presenza. Fece per entrar- si sbilanciò all’indietro, lasciandosi sfuggire un mugolio stizzito. Spiccava talmente tanto sulla pelle rosa pallidissima dell’avambraccio sinistro che si stupì di non averlo notato prima. Nero e terribile. Polaris aveva il Marchio Nero.
I due si voltarono verso di lei di scatto, e gli occhi stanchi della ragazza seguirono con repentinità lo sguardo sbigottito di Heléna. Il suo viso impallidì e si coprì l’avambraccio con la mano, stringendo le labbra.
Tristan e Polaris si scambiarono sguardi d’intesa.
«Penso... che noi ti dobbiamo alcune spiegazioni.» 
 
Entrambi i maghi erano di sicuro particolari. Facevano parte di Serpeverde, ed erano nella squadra di Quidditch, Tristan come Cercatore e Polaris come Battitrice1.
Lui era lo stereotipo di ragazzo carismatico, i capelli corvini che alla luce livida della coltre di nubi prendevano incandescenze metalliche e che erano sempre spettinati, il sorriso sghembo di furbizia arricciato sul viso pallido e gli occhi tempestosi che baluginavano di beffardo divertimento. Era un Animagus, e si tramutava in cane lupo.
Polaris era abbastanza... complicata. Strega Purosangue babbanofila, era la figlia di Bellatrix e Rodolphus Lestrange. Il corpo era quello di una giovane donna, il viso, quello di una bambina strappata al sonno, con i capelli scuri tenuti in ordine da sparute treccine e gli occhi neri come pozzi.
«Quindi abbiamo, tipo, formato questa “setta”, soprattutto ed in primis per aiutare i maghi quando accadevano alcune scorribande o robe simili...»
«E anche per redimerci.» aggiunse Tristan, guardando l’amica – la migliore amica – con quei suoi occhi sottili e brillanti, inviandole quegli sguardi d’intesa.
«Redimervi?» domandò Heléna, confusa.
«Siamo stati bocciati entrambi. La signorina qui presente in prima – in prima – mentre io in terza.»
Polaris alzò platealmente gli occhi al cielo, facendo un gesto vago e non proprio fine con la mano, «Comunque... col passare del tempo la McGranitt...»
«La bastarda.»   
«La McGranitt ha cominciato ad affidarci compiti più impegnativi. E con l’inizio di questi casi particolari, ci ha incaricato di indagare e di tenere d’occhio i soggetti a rischio. Il problema è che, però, questi tizi non attaccano secondo una logica. Solo, avanzano e cercano di uccidere chiunque si trovi sul loro cammino. Sembrano soggiogati da un potere superiore. Non abbiamo scoperto molto, ma siamo sicuri che non agiscano di loro spontanea volontà; insomma, li hai visti anche tu i loro fottuti occhi!»
Heléna annuì, trattenendo i brividi come le immagini confuse della sera precedente le balenarono in mente «E siete solo voi due?»
Tristan appoggiò la guancia al palmo della mano, «Per ora sì, ma pensavamo che anche tu ti saresti unita alla Resistenza
«Perché dovrei, scusa? Senza essere offensiva...»
Il ragazzo scrollò le spalle, come a volersi togliere di dosso lo sguardo dai tratti assassini di Polaris che gli bruciava la schiena. «Boh, pensavamo volessi vendicare i tuoi genitori...»
Ecco fatto, idiota. La ragazza strinse i denti e gli mollò un pugno – non accennato – sulla spalla, facendolo piegare in avanti.
Heléna sgranò gli occhi, impallidendo. «C-come vendicare
Polaris si alzò dalla sedia sgraziatamente, rifilando a Tristan un altro pugno ed un insulto. Afferrò l’altra ragazza per una spalla e la condusse fuori dalla sala, nel corridoio. Sospirò chiudendo gli occhi, mentre Heléna si appoggiava alla parete, cosciente che non si sarebbe retta in piedi.
«Senti,» cominciò finalmente Polaris, massaggiandosi la fronte «non voglio troppo girarci attorno. Oddio, speravo che lo scoprissi da sola, ma Tristan è un idiota. Non ci sono modi buoni per dirlo… Insomma... sono morti, Heléna. I tuoi genitori.»
La ragazza avvertì le gambe molli e rigide allo stesso tempo, si sentiva di svenire ma una strana forza la reggeva in piedi con violenza. La bocca arida, gli occhi bagnati, le guance bagnate. Polaris si morse il labbro superiore, «Heléna...»
«Perché non me l’hai detto?» la interruppe la ragazza con un filo di voce, osservando le sue lacrime infrangersi sul pavimento «A cosa ti è servita tutta quella scenetta, eh? Perché non hai detto la verità fin da subito?!» urla, erano diventate in fretta urla.
«Heléna…»
«NO! Non pronunciare il mio nome! Lo sporchi, bastarda! Bastarda Mangiamorte!»
Polaris sgranò gli occhi infuocati, un grumo di rabbia appena sotto i polmoni. Sferrò un pugno che sfiorò il viso di Heléna, infrangendosi sul muro, facendola gridare.
«Non mi parlare così!» urlò, fuori di sé «Cosa avrei dovuto fare? Spiegarti tutta la situazione e lasciarti andare in una missione suicida, eh?! Guarda che non ci sei solo te al mondo, guarda che abbiamo tutti dei compiti!»
«Potevi salvarli, potevi salvare anche loro!» pianse Heléna, la voce strozzata.
«Credi che non ci abbia provato? Guarda che quei bastardi assoggettati sono arrivati subito dopo di me, anche volendo non sarei riuscita a salvarvi tutti!»
«Allora dovevi lasciarmi morire, dannazione!»
Polaris serrò i denti fino a farli scricchiolare, «Ho già fatto morire due persone, Heléna. Pensi non me ne renda conto?! Pensi che non me ne freghi nulla?! Hai una vita davanti. Se avessi salvato i tuoi genitori e avessi lasciato morire te sarebbe stato ancora peggio. Non avrebbero retto di sicuro, non avrebbe avuto senso!»
La bionda si acquattò contro la parete, singhiozzando. Polaris lasciò scivolare il pugno contro il muro, aprendo la mano indolenzita ed allontanandosi di un passo. Si voltò per ritornare nella sala da pranzo. La gola dolente, il petto svuotato e gli occhi stanchi.
«...Questa è l’ora di piombo, e chi le sopravvive la ricorda come gli assiderati rammentano la neve: prima il freddo, poi lo stupore, infine l’inerzia. Non sei l’unica ad aver sofferto.»
Con quella poesia, Polaris disse tutto.



¹ci siamo permessi di dare loro questo ruolo


//Angolo della Felicità Confusionaria
Rieccoci col secondo capitolo! Kyaaa! 
Beh, non c'è molto da dire, se non di non prendere in antipatia Heléna: capitela, è sotto choc, è normale non sia simpaticissima... Non che Polaris sia un cupcake! L'unico sempre simpatico è Tristan alla fin fine xD Quindi, beh, sta passando attraverso un dolore che gli altri due hanno già provato, subirà un po' una crescita, una "deviazione". 
Comunque, abbiamo deciso di rispondere qui a tutte le vostre dolcissime recensioni *^*
Penvensie: siamo contenti che i collage ed il video ti siano piaciuti! Oltretutto l'immagine della civetta era davvero adorabile, ce ne siamo subito innamorati! Insomma, era messa quansi nella stessa posa di Jason xD
FuriaBianca: evviva! Che bello quando fai qualcosa e la gente apprezza *^* Aggiorneremo il più regolarmente possibile, e magari riusciremo a fare qualche altro video... Foooooorse.
_Abyss_: dobbiamo ammettere che circa una buona metà dei prestavolto non li conoscevamo, quindi... fai pure le tue deduzioni senza aspettare una nostra conferma xD I programmi che abbiamo usato sono Videomomenti per le clip e VideoProX per il montaggio, le musiche KRWLNG, il remix dei Linkin Park, e la colonna sonora di Requiem for a Dream per la parte finale.
pink sweet: siamo contentissimi che i collage ti piacciano! I fiori blu, non so perché, ci ispiravano da morire *^* Per il video abbiamo usato i programmi e le musiche sopra citate ;)
_Nimphadora_: siamo contenti che l'immagine per Heléna ti piaccia :D E speriamo che non te la prenderai se rimarrà offesa per ancora un capitoletto... xD
Ah, pensavamo di cambiare il nome dell'account, ma l'Angolo della Felicità Confusionaria non cambierà di certo nome! xD Nemmeno il canale YouTube (P.S. La foto di Isaac di TW che abbiamo messo nel canale non è la cosa più pucciosa del mondo? *^*) varierà.
Hakuna Matata!
Pinco Panco e Panco Pinco
   
 
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