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Autore: alexjenkins    07/05/2016    5 recensioni
-Hai mai davvero paura?- chiese in fine, ricordandosi solo dopo che forse il ragazzo si era addormentato. Con ghigno strafottente si riscosse dal dormiveglia: -Ti pare che io abbia paura, mocciosa?-. -Daii, sono seria- rispose lei con un lieve spintone alla spalla di Zoro, che non sembrò nemmeno accorgersene. Lo vide diventare serio, poi parlò: -In realtà sempre. Ma non per me, ho paura di non riuscire a proteggere… voi-. (Volendo questa ff può essere il seguito di "Perfette Imperfezioni")
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CONFIDENZE
 
Era una nottata calda.
Una di quelle notti durante le quali il caldo si fa appiccicoso, insopportabile
e finisce inevitabilmente per tenerti alzato tutta la notte.
Nami si stava rigirando nel letto ormai da troppo tempo.
Inizialmente si era messa a dormire con una canotta sopra l’intimo e il lenzuolo sulle gambe…
ma dopo dieci minuti aveva mandato al diavolo entrambi.
I lunghi capelli ramati si appiccicavano sulle spalle e sulla fronte e si stava innervosendo non poco.
Allungò la mano alla cieca sul comodino, per cercare un elastico ma finì soltanto per far cadere il libro
che vi aveva lasciato appoggiato. Infastidita dal tonfo amplificato dalla notte senza rumori, si alzò, prese
la camicia abbandonata al fondo del letto e uscì.

Indossato l’indumento, si diresse a prua: aveva intenzione di starsene sdraiata a guardare il cielo
nella speranza di riuscire a prendere sonno. Si chiese chi fosse di vedetta quella notte...
Trovò la risposta a metà scala, vedendo la possente figura di Zoro.
Era di schiena, con gli avambracci appoggiati alla balaustra. Non seppe dire se stesse guardando il mare o il cielo.
Innervosita per il suo piano andato in fumo, roteò gli occhi al cielo e si girò per scendere ma fu fermata dalla voce di Zoro: -Ehi Nami-.
Rimase interdetta: “Come diavolo fa a sapere che sono io?” pensò.
La faccenda era inquietante ma divertente allo stesso tempo, così con un mezzo sorriso finì di salire la scala.
Si avvicinò e non poté trattenersi dal chiedere, con voce più emozionata di quanto volesse: -Come facevi a sapere che ero io?-.
Si appoggiò con la schiena alla balaustra, a non molta distanza da lui, e lo guardò.
-Ho riconosciuto il tuo passo- le rispose tranquillamente, continuando a guardare davanti a sé.
Anche la ragazza voltò lo sguardo e si trovò a fissare la nave.
Dopo poco parlò: -Sei ancora più strano del solito quando dici cose del genere-.
Zoro sogghignò e si voltò: -Io sarei strano? Gli altri li hai visti bene?- rispose.
Nami, con fare teatrale si voltò verso di lui: -Stai dicendo che non è strano saper riconoscere il passo degli altri?-.
Zoro si girò e si fece scivolare a sedere, con la schiena appoggiata alla balaustra: -In battaglia è sicuramente utile…
E poi dopo tutto questo tempo con voi ho imparato a distinguere i vostri passi-.
La ragazza rimase a guardarlo mentre metteva le braccia dietro la testa e sembrava sul punto di abbandonarsi alle dolci braccia di Morfeo.

Si sedette anche lei e portò le gambe, piegate, attaccate al corpo per poi cingerle con le braccia.
Alzò lo sguardo e fissò le stelle per un lasso di tempo che non seppe definire.
-Hai mai davvero paura?- chiese in fine, ricordandosi solo dopo che forse il ragazzo si era addormentato.
Con ghigno strafottente si riscosse dal dormiveglia: -Ti pare che io abbia paura, mocciosa?-.
-Daii, sono seria- rispose lei con un lieve spintone alla spalla di Zoro, che non sembrò nemmeno accorgersene.
Lo vide diventare serio, poi parlò: -In realtà sempre. Ma non per me, ho paura di non riuscire a proteggere… voi-.
Nami sorrise involontariamente -Pensi sempre prima agli altri. A proteggere te stesso quando ci pensi?-.
-Ho le mie spade- rispose lui, richiudendo gli occhi.
Nami fece un verso come a dire “Sempre il solito” e tornò a guardare le stelle.
Dopo poco parlò: -Non ti ho mai ringraziato per tutte le volte che mi hai aiutato… e tolto dai guai-.
-Non lo faccio perché voglio essere ringraziato- rispose prontamente e stancamente Zoro.
-Lo so, però…- continuò lei lasciando la frase incompleta.
-Dormi mocciosa, il caldo ti ha fritto il cervello- continuò Zoro.

Nami allora decise di farlo: si sporse piano verso lo spadaccino in dormiveglia e gli lasciò un bacio
che finì sul lato esterno della bocca, metà sulle labbra e metà sulla pelle.
Si alzò lentamente da quel bacio, rimase a occhi chiusi un paio di secondi e poi li riaprì.
Vide il ragazzo inquietantemente impassibile.
Aspettò un paio di secondi che le sembrarono una vita intera e proprio quando nella sua mente iniziò
a farsi strada l’idea di aver appena commesso l’errore che aveva sempre cercato di evitare, Zoro aprì gli occhi.
Fissò davanti a se, come se non avesse mai visto quell’albero maestro, poi si girò verso la ragazza, regalandole
il solito sorriso strafottente. Il cuore di Nami tornò improvvisamente leggero ma ancora “arrabbiata” per gli interminabili
secondi che aveva dovuto aspettare per quel sorriso, disse: -Dillo a qualcuno e ti spezzo le gambe e vendo le spade!-
fece la lingua seguita da un occhiolino. Zoro fece a sua volta l’occhiolino, poi richiuse gli occhi ridendo.
Nami sollevata si alzò e tornò nella sua cabina.
Il ragazzo aprì l’occhio per guardarla un’ultima volta e tornò a dormire.




Nota Autrice: Mi spiace ma io Zoro e Nami che fanno i piccioncini
proprio non me li immagino. Questa dichiarazione la vedo molto
per i loro caratteri :3 Ovviamente fatemi sapere cosa ne pensate.
Un saluto e grazie per aver letto!
-alex-
   
 
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