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Autore: The Dark Side Of Cookies    08/05/2016    0 recensioni
Lavorare in una gelateria non è poi così male.
Chiedetelo a Pete Wentz che tra un cono al limone e una coppetta alla fragola passerà un'estate diversa.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Tutte le persone presenti in questa storia appartengono (ovviamente) a loro stesse. Tutti i fatti, dialoghi e relazioni presenti in questa storia sono frutto della mia immaginazione.

 
«Per favore Gee, sto morendo!» Mikey si lamentò allungando il braccio in aria.
«Se mi alzo, mi sciolgo.» Rispose il moro passandosi una mano fra i capelli gocciolanti. 
I due erano in soggiorno, incollati alla pelle del divano. 
«Mi avrai sulla coscienza.» Sbuffò Mikey.
Una goccia di sudore sulla tempia sottolineava la situazione.
Erano in casa, senza corrente, quindi senza aria condizionata.
Il caldo e l'umidità rendevano tutto troppo faticoso. 
«Mikey, andiamo» Gerard si spostò dal divano che fece uno strano rumore.
«Non mi stai facendo alzare per prenderti dell'acqua, vero?» Mikey chiese mettendosi lentamente in piedi.
«Giuro» rispose il fratello facendo con il pollice una croce sul petto.

La strada verso la macchina fu come una maratona per i due pigri e accaldati fratelli.
L'interno una sauna.
«Accendi, accendi!»
Gerard infilò le chiavi più veloce che poté e Mikey ringraziò girando l’ingranaggio per l'aria condizionata.
«Oh Dio.» Disse muovendo la testa in direzione del getto d'aria fresca.
«Dove stiamo andando?»
«In paradiso» L'espressione di Gerard era pura beatitudine.

«Pete, smettila.» Patrick fissava il ragazzo che aveva il cucchiaino in almeno sei gusti diversi.
«Sto provando la qualità» Replicò con la bocca al sapore di anguria.
«È mio dovere assicurarmi che i gelati siano buoni» Sorrise sventolando una cucchiaiata di gelato al pistacchio.
«Se i clienti ti vedono penseranno che-»
«Non ci sono clienti Trick» Lo interruppe l'altro. 
«Non ancora, abbi fede» Replicò andando a pulire il bancone.
«È colpa del nome. Trick sembra qualcosa di-»
Lo scampanellio della porta fece voltare di scatto i due.
«Te l'avevo detto!» Sorrise Patrick contento. 

Gerard fermò l'auto davanti ad una piccola gelateria in stile anni 50.
“Creamy Dreams” recitava l'insegna al neon sopra la porta d’ingresso. 
I due entrarono sentendosi rigenerati dalla frescura e dalla calma che c’era in quel posto.
Una calma musica retrò faceva da sottofondo a quel fresco angolo di paradiso. 
Mikey si guardò attorno. 
Era un bel posto, pavimento a scacchi bianco e nero, un lungo bancone in formica rosso e sgabelli in tinta.
Nel locale solo due impiegati.
Entrambi indossavano una camicia bianca smanicata dalle finiture rosse, lo stesso rosso del mezzo gembriule che avevano legato alla vita, al di sotto dei pantaloni neri. 
«Benvenuti al Creamy Dreams, cosa possiamo servirvi?» Chiese educatamente il ragazzo dai capelli ciliegia.
L'altro roteò gli occhi da dietro il vetro parastarnuti. 
«Abbiamo granite, bevande, frappè e gelati.» Aggiunse sorridendo.
«Un tè al limone con ghiaccio» Disse annuendo al fratello in cerca di consiglio. 
«Anch'io, ma alla pesca» Gerard rispose accomodandosi su uno degli sgabelli.
«Due tè. Limone e pesca. Pete mi raccomando.» Un'espressione di massima serietà regnava sul suo volto. 
«Proverò a non gettargli addosso le bevande, padrone.» Ridacchiò Pete prima di allontanarsi.

«Come conosci questo posto?» Mikey spinse gli occhiali sul naso.
Quel posto non era esattamente in una strada di passaggio, era fuori mano e un po' sperduto anche.
«Frank, hai presente?» Chiese Gerard di rimando. 
Mikey annuì piano. Aveva visto Frank con Gerard un paio di volte.
Aveva dei bei tatuaggi e un ottimo gusto musicale, era un tipo in gamba.                 
«Mi ha detto che dei suoi amici stavano aprendo una gelateria.» Disse guardano il fratello che si era voltato appena in tempo per vedere il ragazzo dai capelli scuri portarsi un dito alla bocca.

«Spero sia di vostro gradimento»
Raggiunse con un sorriso i due ragazzi che stavano parlottando allegramente. 
Un cerotto piccolo e colorato sull'indice del moro fece sorridere il piccolo Way.
Quel ragazzo si era fatto male tagliando la fettina di limone e pesca che aveva messo ai drink come guarnizione, che imbranato pensò.
«Grazie» dissero all'unisono.

«Ho quasi perso un dito tagliando quelle fette di frutta, non possiamo comprarle già affettate?» 
Pete si lamentò con il suo capo.
«Forse se non passassi tutto il tempo a fissare i clienti…»
Patrick ridacchiò.

Quando i due ebbero finito presentò il conto.
«Nella speranza che torniate» Sorrise Pete posando il pezzo di carta sulla superficie liscia del bancone.
«Dai dieci dollari al ragazzo e andiamo Mikey» Ridacchiò Gerard. Un ghigno non voleva lasciare il suo volto.
«Si, okay.» Mikey afferrò i soldi e li diede al ragazzo, che adesso mostrava una fila di denti bianchissimi.
«Il resto mancia» disse Mikey sfiorando la mano abbronzata dell'altro. 
«Non fare aspettare il tuo ragazzo» Indicò con il capo il moro, che aspettava vicino alla porta.
Mikey seguì il suo sguardo. 
«Oh, no è mio fratello.» Si affrettò a dire in imbarazzo.
«Forte»
«Mikey, dai.» Urlò Gerard. 
«Ci vediamo» Salutò il biondo allontanandosi. 

«I primi clienti Pete, i primi clienti!» Saltellò Patrick.
«Spero che tornino.» Aggiunse conteno.
«Anche io. Anche io.» Sussurò guardando i loro clienti sparire nell'afa estiva. 

   
 
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