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Autore: Celtica    08/05/2016    16 recensioni
Da un prompt di Crateide su Il Giardino di Efp.
Mentre la Peste miete vittime, un medico dice addio all'amore della sua vita, non essendo riuscito a salvarla.
Hai le tue erbe aromatiche con te, ma a cosa sono servite?
A cosa sono servite le fumigazioni, i fuochi del mattino, l’aver evitato il sole? Non le hai permesso di dormire, hai bagnato il suo cibo nel vino, hai fatto salassi e usato la canfora mentre mangiava cibi caldi.
A cosa è servito, Rodolfo? Lo sai?
Non certo a salvarla.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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7 - atra mors

ATRA MORS

 

 
È venuta dal mare.
Con il vento del sud, con la punizione divina.
Le navi, i villaggi, la gente, tutti messi in quarantena. E tu, Rodolfo, sei lì, rinchiuso da quelle mura nei lazzaretti, sapendo che i soldati sono fuori e aspettano solo di colpire.
In due hanno provato a fuggire: una madre e la sua bambina.  Le hai viste varcare le grandi porte della città per fermarsi dinanzi alle guardie, pregare e invocare aiuto, e sei rimasto immobile mentre spiegavano di essere sane, di non volersi ammalare.
«Lasciateci andare!» erano state le parole della donna.
E i dardi hanno solcato lo spazio e il tempo, mettendo fine a quelle lacrime.
Hai visto uomini riportarne i corpi all’interno delle mura, e da allora non ci sono più stati pianti, né preghiere.

Ma a te non importa…
L’unica cosa che conta è che anche lei, ora, si sia ammalata. La peste l’ha posseduta con le sue febbri, tu le hai aperto le vene con le tue lame.
Sembrava che stesse guarendo, ti sei detto. Sembrava che potesse superarlo.
Ma ora la vita sembra fuggire dal suo corpo, come nugoli di topi fuggono dalle navi in quarantena.
Devi dirle addio, lo sai, perché aspetti? Un altro momento e potresti non farlo più. Potresti doverla guardare morire, mentre hai le mani impiastrate di sangue, dei suoi escrementi, del suo sudore.
E anche tu inizi a sudare…
Hai le tue erbe aromatiche con te, ma a cosa sono servite?
A cosa sono servite le fumigazioni, i fuochi del mattino, l’aver evitato il sole? Non le hai permesso di dormire, hai bagnato il suo cibo nel vino, hai fatto salassi e usato la canfora mentre mangiava cibi caldi.
A cosa è servito, Rodolfo? Lo sai?
Non certo a salvarla.
Forse è vero che la peste colpisce le donne giovani e belle… Forse è vero che a salvarsi sono gli anziani, come te. O forse la colpa è dei miasmi della terra, della discrasia, del vento del sud.
Non ti importa, sai solo questo.
Sta morendo, puoi solo dirle addio, è inutile pensare, è inutile disperarsi.
Non suoneranno campane per lei, non ci saranno donne e bambini a portare fiori sulla sua tomba.
Il viso che hai amato verrà bruciato dalla calce viva, gettato in una fossa in mezzo ad altri volti. E tu non potrai più vederla…
Salutala ora, baciala se vuoi, prima che la malattia uccida anche te.
Dopo non potrai più farlo.

 n

 

Note dell’autrice:
Ho scritto questa storia grazie a un prompt di Crateide, dato sul Giardino di Efp.
Amo scrivere storici, sono circa tredici anni che lo faccio, ed è la mia passione.
Grazie a chiunque leggerà la storia!

Celtica

   
 
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