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Autore: sunshvain    08/05/2016    0 recensioni
SCHOOL!AU
ACCENNI LARRY/MUKE!
Signori e signore, benvenuti alla St. Gabriels High School, dove Aileen viene presa continuamente in giro da Regina, che non è la troia della scuola, ma solo la sua migliore amica e da Sheila, che no - aspetta, lei è la troia della scuola. Dove Liam inizia a mangiare troppo ed Harry delizia tutti gli studenti con le sue frasi da poeta - o forse battute semplicemente squallide - durante la mensa. E, oh, non dimentichiamoci di Niall, la cui pubertà è appena iniziata, di Zayn, che si sente figo a fumare le sue Marlboro dentro al bagno della scuola seduto sul water e di Louis, un genio incompreso, che ha avuto un'idea a dir poco fantastica e che ha riunito i ragazzi più sfigati della scuola dentro un aula inutilizzata mettendo in scena uno spettacolo degno di nota. Ho detto tutto, no?
[ storia esportata dal mio profilo wattpad, se volete, seguitemi anche lì. @sunshvain tutti i diritti riservati. L'uso e/o la duplicazione non autorizzati di questo materiale senza il consenso dell'autore è strettamente proibito ]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NERDS' REVENGE
quando l'essere sfigati non basta

"È facile diventare la preda di un bullo, bastano un paio di occhiali, oppure l'apparecchio ai denti, qualche in chilo in più, o dichiararsi  gay o lesbica. Dico sempre che nasciamo liberi e senza pregiudizi fino all'età della pubertà. Poi, per il resto della nostra vita, cerchiamo di curare le ferite che ci siamo procurati in quel periodo."

Signori e signore, benvenuti alla St. Gabriels High School, dove Aileen viene presa continuamente in giro da Regina, che non è la troia della scuola, ma solo la sua migliore amica e da Sheila, che no – aspetta, lei è la troia della scuola. Dove Liam inizia a mangiare troppo ed Harry delizia tutti gli studenti con le sue frasi da poeta – o forse battute semplicemente squallide – durante la mensa. E, oh, non dimentichiamoci di Niall, la cui pubertà è appena iniziata, di Zayn, che si sente figo a fumare le sue Marlboro dentro al bagno della scuola seduto sul water e di Louis, un genio incompreso, che ha avuto un'idea a dir poco fantastica e che ha riunito i ragazzi più sfigati della scuola dentro un aula inutilizzata mettendo in scena uno spettacolo degno di nota. Ho detto tutto, no?

prima di passare alla lettura vi dico che questa è un storia che è già stata pubblicata su wattpad e... niente, baci e biscotti xx 

prima di passare alla lettura, vi dico che aggiornerò ogni venerdì e sabato, e che la cover é stata fatta da purposbiebs (grazie ancora!!) mi scuso per gli errori di battitura baci e biscotti xx

0% "who is louist?"
pubblicato: 08/05/2016

«Leen, cosa ti sei messa addosso?» Regina è di fianco a me, gli occhi puntati sui miei vestiti e le mani sui fianchi. Scuote la testa un paio di volte prima di fissarmi contrariata «Quello» indica il mio maglione nero «è una delle cose più orribili che io abbia mai visto» roteo gli occhi e continuo ad infilare i libri nel mio armadietto, che, sfortunatamente, oggi non vogliono stare al loro posto e cadono in continuazione. Sbuffo pesantemente mentre la mia migliore amica continua ad insultare il modo in cui sono vestita questa mattina «questo, oh dio» è palesemente disgustata. Non la sto guardando, ma so per certo che ha un lato della bocca più alzato, la lingua di fuori e due dita in bocca. «è della scorsa stagione! Aileen Monica Robertson, dovresti imparare a vestirti come me» mi costringe a guardarla prendendomi il mento con una mano e facendomi cadere tutti i libri per terra, di nuovo. La guardo piuttosto incazzata, ma lei non sembra farci caso, e inizia a indicarsi per farmi capire come una persona si dovrebbe vestire. Alla fine i suoi vestiti non sono tanto male, ma non glielo dirò mai e poi mai. Dopotutto, c'è da ammetterlo, Regina non è esattamente uno sputo, anzi, è carina. E' bionda, occhi chiari, magra – alt, effetto negativo: tette inesistenti e, di conseguenza, nessun ragazzo – e veste decentemente.

«Se tu vestissi bene, probabilmente, in questo momento saresti a parlare con Luke Hemmings e Michael Clifford e non ad insultarmi» le dico alzando le sopracciglia e facendole un mezzo sorriso. Lei spalanca la bocca e, successivamente, mi da uno schiaffo leggero sulla nuca. Ridacchio e ritorno alla mia guerra contro i libri, sperando che questa volta non cadano per terra.

«Ci sto lavorando, prima o poi saremo popolari, basta aspettare» annuncia sorridente. Non ha capito niente, non ho intenzione di passare il mio tempo con quella gente lì. Circondata da morti di figa e da troie che scambiano un mese per un verbo. Non è di mio interesse e non lo sarà mai – poi, a che serve essere popolare se puoi diventare una sviluppatrice di giochi per la PS4?

«Rettifico, tu – marco bene il pronome – sarai popolare. A te importa, non a me» la correggo e, nel frattempo, dopo dieci minuti a riordinare i libri e prendere quello di fisica, chiudo il mio armadietto. Appena mi volto verso Regina, la vedo scuotere energicamente la testa e puntare i piedi per terra, cercando di sembrare più autorevole, ma, io lo so, non lo è per niente.

«Ascoltami bene – mi prende sottobraccio mentre ci incamminiamo verso l'aula per la seconda ora – ricordi la nostra promessa?»

«Avevamo sette an...»

«Zitta, era una domanda retorica. Io sto dove sei tu e tu stai dove sono io – quasi cade, ma si aggrappa a me, mi deve un favore – ricordi?» questa volta non le rispondo, sarà sicuramente un'altra domanda retorica e voglio evitare il suo tono da racchia infelice. Svoltiamo a destra, poi mi fermo.

Infondo al corridoio, flirtando spudoratamente con un ragazzo che non riesco ad indentificare, c'è lei. Il mio incubo da più di tre anni. Una strega mancata, ricoperta da almeno dieci kili di trucco, innalzata da quindici centimetri di tacco e valorizzata da seno finto e un reggiseno push-up che riesco a vedere da dove sono io, circa venti metri. Si chiama Sheila – un nome palesemente da puttana – e mi ha presa di mira. Credo di essere il suo giocattolino preferito, ma forse sarà troppo impegnata ad aggredire quel ragazzo per notarmi – povero lui!

Intanto anche Regina l'ha notata e mi sta alzando il cappuccio e mettendo i capelli davanti agli occhi. Un tempo, lei era amica di Sheila poi, al liceo, si sono inspiegabilmente separate, dopo anni di amicizia. Ovviamente, era anche amica mia. E non riuscivo – e non riesco – a capire il suo cambiamento, era iniziato tutto al secondo anno quando, per sbaglio, le avevo versato del succo di frutta alla pesca sulle sue Campbell nuove, che peccato.

«Okay, Leen. Testa bassa, libro stretto e non guardarla, mai, nemmeno per un secondo. Ah, non avere paura, lei la sente» mi trattengo dal roteare gli occhi, Regina è terribilmente teatrale quando si tratta di queste cose, ma dopotutto ha ragione. Meglio non farsi notare da una stronza come lei.+

La mia migliore amica mi riprende sottobraccio e iniziamo a camminare. Per distrarmi guardo i suoi tacchi, io li chiamo scassapiedi, nella mia vita li ho messi solo una volta, e ho camminato male per una settimana.

Quando mi accorgo di stare ad almeno tre metri da Sheila, mi stringo ancora di più a Regina, ma questo sembra attirare l'attenzione della strega. Non la vedo bene attraverso i capelli, ma lei ha portato tutto l'interesse verso di me e riesco a scorgere la sua tipica espressione da "bingo, iniziano i giochi".

Io inizio ad aumentare il passo e, troppo concentrata a superare il mio peggior incubo, non noto lo sgambetto che Sheila mi fa e cado inevitabilmente a terra. Tutto il corridoio ride ed io mi raggomitolo su me stessa.

«Owh, povera piccola, si è fatta male» mi deride e Regina le scocca uno sguardo di fuoco mentre cerca di farmi rialzare, ma io non voglio farlo. Mi riconoscerebbero tutti e sarei oggetto di più bullismo, già ne devo subire parecchio. Al contrario, Regina non ha mai avuto questo problema, lei sa rispondere alle provocazioni, io resto in silenzio e basta, prima o poi passerà. «Guarda dove vai, pidocchio» detto questo va via e con lei, il ragazzo di prima, la segue come un cagnolino. Le risate cessano e tutti ritornano a fare ciò che stavano facendo, tranne un ragazzo, lo vedo. E' basso, ma pur sempre più alto di me, indossa una felpa dell' ADIDAS – adoro questa marca – e un pantalone largo. Ai piedi porta delle Vans. E' carino, forse più che carino, è bellissimo. Ha un accenno di barba e gli occhi azzurri. E' appoggiato al suo armadietto e mi sta fissando, ma non per prendermi in giro, mi guarda come se gli facessi pena ed io non voglio far pena a nessuno, quindi mi rialzo sotto i suoi occhi e vado verso il bagno delle femmine, con Regina che mi urla dietro. 
Gli passo vicino.

 

Metto le mani in tasca, prendo gli occhiali – rigorosamente neri – e li metto. Non li indosso spesso, non mi va di mostrarmi con questi addosso. Sheila mi prenderebbe ancor più in giro sapendo che li porto. Ma, lo ammetto, sono letteralmente una talpa senza e, se non avessi avuto le lentine, non avrei visto nulla.

Sto lacrimando, mentre Regina sbatte i pugni sulla porta bestemmiandomi contro. Non può farci nulla, sono sfigata e sarà sempre così.

Sono seduta sul bagno e sto guardando il cellullare, su Facebook già circolano le mie foto per terra e i commenti sono sempre gli stessi, i commenti con scritto "dio, adesso è caduta ancora più in basso... LETTERALMENTE AHAHAHAH" sono quelli più frequenti, pochi sono i "ma poverina" e il resto è roba tipo "ROTOLO AHAHAHAH" "Se lo meritava! GRANDE SHEILA!".

Sto ricevendo un casino di messaggi, ma non mi va di leggerli, starei ancora peggio. Tiro su col naso e mi asciugo le lacrime con l manica della felpa. Poso il cellulare e, sospirando, apro la porta del bagno.

«Porca puttana, Aile...» Regina sta ancora urlando, ma quando mi vede con gli occhi lucidi e gonfi si getta addosso e mi stringe forte. E' di circa dieci centimetri più alta di me, quindi perdo un poco l'equilibrio «Mi dispiace davvero tanto, Leen. Scusa se non ho detto niente, perdonami» mi lascia dei baci sulla guancia ed io mi accoccolo ancora di più su di lei. Mi lascio sfuggire un singhiozzo, non è la prima volta che vengo presa in giro, ma fa sempre male. In questa scuola basta un taglio fuorimoda, un orecchino troppo vistoso e delle attitudini diverse dagli altri per essere marchiato a vita. Per essere preso in giro.

Io questo non lo sapevo all'inizio, ora mi pento di aver detto a tutti della mia passione per l'informatica, mi pento di non aver ascoltato Regina quando mi parlava delle sue unghie e mi pento di non aver captato i suggerimenti di mia cugina nello scegliere il liceo. Mi ripeteva di continuo di non scegliere la St. Gabriels High School, eppure l'ho fatto. E dove sono adesso? Nel cesso a piangere come una stupida fra le braccia dell'unica persona che mi sta accanto.

«Sh, tesoro, non piangere. Ora la vado a picchiare a quella troia!»

«Non ho cinque anni, Reg» mi stacco dall'abbraccio e sorrido un po' guardando la mia migliore amica. «Non riempirmi di stronzate, non ci credo»

«Ma quali stronzate? Appena ti sentirai meglio andrò da lei e le strapperò capello per capello» dice convinta. Sono fortunata ad averla come amica, so che lei ci sarà sempre. «Adesso che farai? Si, insomma, con questa storia e tutto il resto» è leggermente imbarazzata, ma non ci faccio caso.

Scuoto la testa e metto le mani in tasca, accorgendomi di avere qualcosa in esse, un foglietto. Quindi, non rispondo a Regina, ma prendo il pezzo di carta e leggo ciò che c'è scarabocchiato sopra. Il messaggio è scritto con una calligrafia quasi... infantile. Beh, potrebbe essere anche un ragazzo/a delle medie della scuola qui di fianco. La St. Gabriels Middle School, che fantasia, non è così?

Aula 18, si, esatto quella inutilizzata prima del teatro. Andate lì, tu e Regina, per le cinque e un quarto. A quell'ora non c'è nessuno a scuola. Per non farvi trovare dai bidelli al suono della campanella, nascondetevi negli spogliatoi femminili della palestra. Nel terzo bagno, quello guasto. Passate dal basso. 

louist

La prima cosa che mi passa per la mente è "che cazzo?" e in seguito "chi è louist?". Guardo stralunata il biglietto, non ci capisco nulla, allora, vedendo la mia confusione, Regina mi strappa il foglio di mano e lo legge. Poi inarca un sopracciglio e mi guarda, fa una strana smorfia, assomiglia ad un sorriso. Ed è in quel momento che mi impaurisco.

«Non andremo, Reg, voglio che tu lo sappia»

«Scordatelo, andremo e basta. Non voglio sentire ne "A" ne "Ma" ne "Però" ne altre lamentele da parte tua, è chiaro?»

«Solo una cosa» le dico «B»

«Aileen!»

 


 
   
 
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