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Autore: claws    09/05/2016    3 recensioni
«In questi casi, qualunque cosa tu faccia avrai comunque sbagliato. È successo così tante volte che ho perso il conto.»
[In ricordo di Peppino Impastato]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie della Storia'
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Avrai comunque sbagliato




(ma qualcun altro non sbaglierà)



 

«Ascoltami, Lovi,» dice Feliciano, seduto con il proprio fratellone ai tavolini di un bar, mentre fuori piove una strana pioggia – a Maggio non dovrebbero esserci giornate da Aprile, no? Veneziano fa un po’ di rumore con la bocca quando arriva alla fine del succo d’arancia, ma Romano non prova nemmeno a dirgli che non sono cose da farsi, perché per quello non c’è speranza di rimedio.

Ecco, Feliciano è rimasto in silenzio dopo avergli chiesto di ascoltarlo. È un atteggiamento che Lovino non capisce, forse non lo capirà mai – è un comportamento che il suo fratellino ha assunto da qualche tempo.

«Ho assistito una donna che doveva decidere se tenere il proprio bambino o se darlo via.»

«E che le hai consigliato di fare?»

«Niente—non le ho detto niente. Cosa avrei dovuto dire? La scelta era sua.»

Lovino sbuffa e tira fuori un sorriso amaro – e anche per questo versa un altro cucchiaino di zucchero nel caffè. «Feli, lo sai che finirai a essere morsicato dai vermi, vero?»

A Feliciano non sfugge il riferimento alla Commedia – una Commedia che è tutta una vita, per tutti e due: non gli sfugge nemmeno che quella di Lovino è una provocazione, perché tutti loro, attraverso i loro grandi personaggi e i loro popoli, hanno scelto (e spesso hanno sbagliato). Non gli si può rinfacciare di non aver mai scelto qualcosa.

(O forse sì. Forse le scelte che hanno fatto non sono loro proprie, ma dei loro condottieri e delle loro genti. È un dubbio che, nella notte, terrorizzerebbe chiunque.)

«In questi casi, qualunque cosa tu faccia avrai comunque sbagliato. È successo così tante volte che ho perso il conto.» Dice Lovino.

Feliciano non capisce bene che cosa Lovino voglia dire oltre quello che ha detto, però c’è qualcosa di nascosto, perché se il suo fratellone ha perso il conto – Lovino, che manda così tanto a memoria! – vuol dire che sta pensando a un ricordo al di là di quelle parole.

Lovino ha perso il conto perché ciò a cui ha rivolto un pensiero era la notte buia dello Stato italiano – quella del 9 Maggio ’78.

 

«Se io l’avessi fermato, mi sarei sentito come se fossi nato monco,» dice Lovino, a mezza voce, «ma non l’ho fermato, e ora sono monco e zoppo per sempre.»

«Qualunque cosa facciamo, avremo comunque sbagliato.» Un momento di riflessione, poi Feliciano riprende il discorso. «Lovi, ma se tutto è sbagliato, allora non esiste più il giusto?»

«No! È proprio quello che vogliono!» Lovino riconosce le contraddizioni di se stesso e del proprio popolo, e allora stringe la mano del fratellino e lo guarda, con occhi lucidi, con i denti stretti. «Non riconoscere il male è il primo passo per compierlo.»

C’è una morsa sul cuore di entrambi, ed è un terribile rimorso – c’è solo da sperare che qualcuno non sbagli, una volta guardato indietro per conoscere i loro errori.

 

 

 

 













Note Autrice:

Flashfic scritta di getto in onore di Peppino Impastato – ormai lo saprete, torno in questo fandom solo per lui. La sua figura è quella di un giovane che ha lottato fino alla fine: certo io forse l’ho ormai idealizzata, ma lo ammiro tanto. Ha avuto una forza incredibile (una forza che vorrei avere anche io). Le loro idee continueranno a camminare sulle nostre gambe, diceva qualcuno, e io spero sempre di trovare la forza per portarle sulle mie gambe. A volte la trovo, a volte no. A volte ci si deve sostenere a vicenda per trovarla, a volte si deve superare le proprie paure.

(A me piace pensare che una delle poche scelte che Feliciano abbia mai fatto in autonomia sia stata quella di partecipare alla Resistenza.)

«La notte buia dello Stato italiano, quella del 9 Maggio ‘78» è una citazione dalla canzone I cento passi, dei Modena City Ramblers.

Onestamente, non seguo Hetalia con costanza da molto tempo. Per me le due Italie sono piene di contraddizioni, di dubbi, di incertezze – come lo siamo noi. Ma se sono arrugginita, ecco, fatemelo sapere.

Grazie per aver letto.

claws_Jo





Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

  
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