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Autore: piccolimarcoakajohn    09/05/2016    0 recensioni
Ecco pubblicato un progetto ancora in progress. Una serie multiforme di ritratti brevi, alla stregua di massime estemporanee, con soggetto il regno vegetale impiegato come formalismo e dimostrazione esplicativa di certa psicodinamica. Mia premura quella di avvisare il possibile e probabile lettore dei rischi di noia e insipienza suscettibili durante la lettura di questi componimenti. A voi.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In gruppi da due a sei crescono protetti e separati da verdi veli fragranti. 
Le foglie cascano per alleviare la loro caduta e infine le coprono nascondendole, mimetizzandole. 
Solo chi sa arriva a godere degli olii grassi di questo frutto, che frutto non è.
Nessuno conosce il nome dell’albero che per metonimia si fa riconoscere da ciò cui l’uomo è più grato. 
Come i frutti crescono in gruppi, così in gruppi partono da terra numerosi i tronchi del nocciolo.
A nessuno, se non all’arciere, viene in mente di abbattere i suoi grossi fusti.   
Se il bruco, il cervo o l’uomo non andasse a diradare i suoi teneri polloni, questo produrrebbe sempre
più semi sempre più piccoli e quindi più inatti a germinare. 
Se non fosse flessibile, il legno del nocciolo, presto cadrebbe a terra, spezzato dal vento raccolto dalle sue
larghe foglie e fitte fronde o dal peso dei suoi abbondanti e pesanti frutti; ma questo gli impedisce di sovrastare
gli altri in altezza, visto che tanto si aggrava quanto si flette.
  
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