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Autore: scarlett_midori    09/05/2016    2 recensioni
Cosa accade se i presenti ad una tranquilla cena si ritrovano tutti innamorati del Sommo Stregone a causa di una pozione?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Catarina Loss, Clarissa, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Quindi esiste?»
«Certo che esiste» confermò Magnus altezzoso, come se gli ospiti volessero mettere alla prova la sua bravura da Sommo Stregone. 
«Ed è amore vero?» chiese ancora Simon, troppo interessato a quegli argomenti, secondo l'opinione dei molti presenti. 
Lo Stregone alzò gli occhi al cielo: a quanto pareva, considerava stupida anche quella domanda. 
«Certo che no, si tratta solo di infatuazione e dura un paio di giorni, dopodiché tutto scompare. L'amore è qualcosa che va oltre ogni pozione ed incantesimo» spiegò brevemente e non si fece sfuggire un sorrisino rivoltogli da parte di Alexander.
Il che lo fece sorridere a sua volta, anche se non guardò il fidanzato, ma si limitò a schioccare le dita. A quel punto, Alec arrossì, vedendo apparire nel libro che stava leggendo, una rosa. 
«Capisco, capisco» si affrettò a commentare Simon, anche se non era del tutto convinto.
Tutta quella curiosità derivava non tanto dal nuovo tavolo apparso in casa Bane, ma dagli oggetti presenti sopra: ampolle, piccole bottiglie contenenti chissà quale sostanza, vecchie pergamene, pentolini si rame, mestoli ed un fornello, sul quale, Magnus stava preparando una pozione.
Lo Stregone era un esperto di incantesimi, ma cercava sempre di migliorare il proprio lavoro nelle pozioni, grazie anche all'aiuto di Catarina.
"Si annoia" si era limitato a commentare Alec, non appena i suoi amici erano entrati nel loft, quella sera e avevano notato la presenza del tavolo imbandito da oggetti non molto conosciuti. 
Magnus non era stato molto d'accordo sul quel commento e aveva cominciato a vantarsi dei suoi ottimi progressi, specialmente nella nuova pozione d'amore che aveva inventato.
Catarina (anche ella presente, quel Sabato sera) aveva alzato le sopracciglia, mostrando un'espressione poco convinta.
«La venderai?» chiese Izzy, dopo aver terminato il suo trancio di pizza. 
«Sì» esclamò Magnus; 
«No» contestò la Stregona, quindi l'amico si affrettò ad aggiungere: «solo quando sarà terminata e saremo sicuri che non nuocerà a nessun essere vivente.»
«Meglio» disse Catarina e si alzò, seguita da Clary, per andare a buttare i cartoni della pizza e le lattine, non molto d'accordo con il metodo di Magnus di far sparire la spazzatura. "Bisogna riciclare" avevamo esclamato entrambe.
«Secondo me, è solo un modo per guadagnare. Quella roba non può funzionare davvero.» Jace aggiunse il suo commento con tutta la gentilezza che non aveva, infatti, si guadagnò uno sguardo omicida da parte del fidanzato del suo parabatai. 
«Bene, se ne sei tanto sicuro, perché non ti offri come cavia su cui sperimentare?»
Solo a quel punto, Alec si alzò dal divano e si avvicinò ai due che parlavano. 
«No, grazie. Come minimo divento un ratt- ah, no, questa sorte già è toccata ad un'altra persona.»
Simon lanciò una pallina (fatta di tovagliolo ed olio) al cacciatore, ma gli altri risero, tranne Magnus, impegnato a guardare male Jace.
«Non ti permetto di giudicare il mio lavoro, biondino» disse Magnus, con tono altezzoso ed autoritario, «dato che io non giudico il tuo.»
«Non c'è molto da giudicare, io lavoro perfettamente ogni volta.» 
«Perché sei in coppia con il mio fiorellino, con Izzy, con Clary! Da solo non combineresti nulla!» aggiunse Magnus, nonostante quelle cose non le pensasse davvero. 
Accadeva ogni volta: quando si incontravano tutti insieme per passare un po' di tempo in compagnia, cenare od uscire, Magnus e Jace finivano sempre per discutere a proposito di qualche argomento futile. Una domenica stranamente tranquilla, mentre erano diretti da Taki, avevano cominciato a discutere perfino su quale fosse il colore migliore per le panchine di New York.
Gli altri, oramai, aveva ben capito di lasciarli perdere e di intervenire solo nel caso Magnus minacciasse di trasformare il giovane Herondale in un'anatra!
Nel frattempo, mentre i due soliti continuavano a discutere, Simon si era avvicinato pericolosamente al tavolo da lavoro e stava osservando la pozione "d'amore" che stava cuocendo sul piccolo fornello. Non aveva nessun odore in particolare ed era anche incolore, praticamente sembrava acqua e, per un attimo, si chiese se davvero non lo fosse. Si avvicinò ancora di più, perché qualcosa sembrò cadere nella porzione, che cambiò velocemente colore e divenne di un viola scintillante.
«Dannazione» esclamò il ragazzo, dopo essersi accorto di avere il piede incastrato in un groviglio di fili, collegati a vari aggeggi posizionati sul tavolo.
A quel punto, Isabelle, Alec, Jace e Magnus si girarono giusto in tempo per vedere Simon tirare il piede, per liberarsi dai fili. Il ragazzo spostò il piede e, nello stesso istante, un'inimmaginabile reazione a catena distrusse alcune ampolle di vetro, fece cadere alcune polveri sul pavimento e riversò tutta la pozione d'amore sul tavolo, sul pavimento.
«No!» esclamò Magnus, ma era già tardi, perché la pozione (sottoforma di fumo) aveva investito tutti i presenti in sala. 
Davanti ai propri occhi, Magnus vide svenire Jace, Alec, Simon ed Isabelle.
Lo Stregone imprecò, non sapendo bene cosa fare, a quel punto. 
Non riuscì a fare un passo in avanti, che Catarina e Clary rientrarono e, inorridite (la rossa era anche un po' spaventata), osservarono il casino. 
«Magnus» disse la Stregona, cercando di mantenere la calma, «cosa hai combinato?»
«Stanno bene, sono solo svenuti. Io... posso spiegare. Credo.»

   
 
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