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Autore: GiuRo    09/05/2016    1 recensioni
Un marinaio naufraga, per tenere la mente attiva tiene un diario. Ma lentamente si distacca dalla realtà.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diario di un marinaio
Giorno 1
Fine della tempesta finalmente. Sono l'unico sopravvissuto della nave. Se non dovessi farcela a ritornare sulla terra ferma, prima che sopraggiunga la mia morte, spero che chiunque trovi queste mie parole scritte, le conservi, come testimonianza degli ultimi giorni di vita di un povero marinaio.
Sono riuscito a salvarmi dal naufragio della Impetuos.  Una nave mercantile inglese. Siamo partiti appunto dall'Inghilterra diretti verso il Canada. Un viaggio che sembrava sicuro. Non avevamo carico, a parte le scorte, per questo  viaggiavamo veloci. Quando ieri siamo stati colti da un improvvisa tempesta. Come già detto. Sono riuscito a salvarmi, a bordo di una scialuppa. Insieme anche a un po' di viveri e altre cianfrusaglie che non ho ancora catalogato. Ma fortunatamente ho trovato la borsa con dentro carta e penna. Ora devo solo stare attento a non farla bagnare.
Il mare è calmo, il sole batte forte. Non sento caldo, sono ancora mezzo zuppo. Non c'è un filo di vento.  Cercherò di fare un inventario di tutto quello che mi resta. E naturalmente controllerò se in mare c'è qualcuno, o qualcosa di utile.
 
Giorno 2
I viveri sono sufficienti per una settimana, o poco meno. Ma cercherò di razionarli. Ho recuperato una botte d'acqua. Anche con quella ci devo stare attento. Non voglio che si guasti, dopo il miracolo di averla trovata. Non si è rotta, o altro e l'acqua dolce è rimasta protetta al sicuro dentro. Oltre a questo ho anche parecchia corda. Alcuni strumenti del medico che era a bordo. La borsa con carta e penna era sua. Ho anche un pezzo di vela, che ho ripescato e messo ad asciugare come meglio potevo.  Questa scialuppa, benché abbastanza grande, è sprovvista di albero. Ho i remi certo, ma remare non è fra le mie priorità per ora. Creare un albero improvvisato è costruirmi una vela sembrerebbe una buona cosa da fare. Ma per ora non c'è vento e mi muovo solo grazie alla corrente. Non dovrei essere lontano dal Canada.  Non ho ancora avvistato la terra.
 
Giorno 4
Ho poca carta a mia disposizione. Devo cercare di non sprecare nemmeno quella. Ma devo lo stesso mantenere la mente occupata. Per ora ho alcuni pezzi di legno che intaglio con gli strumenti del medico. Non sono stato mai tanto bravo, ma mi sto impegnando come non mai per distrarre la mente.
Ho razionato il cibo, non voglio correre rischi. Per questo, già mangio poco e lo stomaco brontola. Domani vorrei provare a pescare. Poi voglio trovare il modo di fare un piccolo fuocherello.  Magari userò i pezzi di metallo delle seghe chirurgiche del medico per fare una base a poppa. Dovrei riuscire ad accendere un fuocherello senza bruciare tutto.
 
 
Giorno 6
Sono riuscito ad accendere un piccolo fuoco.  Ma il pesce che ho pescato era davvero piccolissimo.  Sono riuscito a prenderlo dopo due ore di attesa, con la corda sfilacciata in mano che ogni tanto sentivo tendersi. E' stato più un modo per distrarsi che una vera e propria ricerca di cibo.  Dopo averlo preso ho spostato tutto ha prua. Legato la botte e il pezzo di vela con tutte le mie altre cose per non farle cadere. Poi ho trafficato un po' per accendere il fuoco. Un fuocherello da niente, ma che è stato sufficiente a cuocere il pesce. E in oltre mi ha anche confortato vedere quelle piccole fiammelle danzanti. Non vedo altro che azzurro da giorni.
 
 Ho la nausea per il leggero dondolare della scialuppa. Non mi era mai successo di avere la nausea in mare.  Anche se ho affrontato tempeste che duravano giorni il mio stomaco ha sempre retto. E ora..... Fosse stato il pesce?
 
Giorno 9
Le scorte sono quasi finite. Il mio stomaco protesta. Guardo l'orizzonte in cerca di terra.  Ogni mattina quando sorge il sole cerco di scorgere qualcosa, ma niente.....niente per tutto il giorno, ne terra, ne navi, ne uccelli marini. Ho paura. La fame mi fa paura, mi fa paura la morte per fame. La sete per ora non è un problema. Mi sono costruito una specie di tetto con i remi e quel pezzo vela. Me ne sto li fermo a intagliare, ora a scrivere. Gli occhi mi fanno un po' male. Il sole non è mai stato cosi abbagliante e il mare lo riflette come uno specchio.
Mi sono reso conto di non conoscere il mare. Ero un marinaio ignorante fino a pochi giorni fa. Credevo di essere un uomo di mare. Mi sbagliavo. Io ero, e sono , un uomo di nave. Da quando mi sono imbarcato per la prima volta a pochi giorni fa, non avevo mai visto il mare. Lo guardavo senza vederlo. Troppo impegnato a faticare. In questi giorno lo guardo. E lo detesto. Se mai mi salverò, farò il contadino.  L'unico momento di pace è la notte. Guardare il cielo stellato mi conforta. Ma mi fa anche addormentare subito.
 
 
Giorno 11
 
Scorte finite. Non ho più cibo da sta mattina. La cosa non mi preoccupa. La mia vera preoccupazione sono i pezzi di legno. Non ne ho più. Non posso intagliare niente. Stavo per finire tutte le statuette delle specie di uccello. Mi mancava solo poche specie e avrei finito. Ora guardo l'oceano in cerca di un pezzo di legno che galleggia. Darei una gamba per un pezzo di legno. Ah se avessi una gamba di legno. Che belle incisioni farei.
 
 
Giorno 15
Anche l'acqua è quasi finita. No so che fare. Ho scolpito anche i remi. Ne ho fatto tante statuette. Non c'è più legno. Potrei incidere la barca!
 
Giorno 23
La botte era fatto di ottimo legno. Ma ora ho sete. Morire di sete in un mare d'acqua. Io insieme ai miei uccelletti è la mia sorte?
 
Giorno 25
Ho perso il gabbiano. Non lo trovo più. Quello vero che è comparso sta mattina non mi piace. Io voglio il mio. Quello di legno.
 
Giorno 26
 
E' pieno di gabbiani. Ma io ho sete.....ho tanta sete. E rivoglio il mio gabbiano. Berrò solo una goccia d'acqua del mare. Che può fare una goccia sola. Una sola. 
   
 
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