“Scusate,
non mi lego a questa schiera:
morrò pecora nera!”
Francesco
Guccini
Cari mamma e
papà,
questa è la
prima lettera che vi scrivo da
Hogwarts, e vi confesso che sono emozionato, perché non ho
mai avuto occasione
per inviare una lettera a qualcuno!
Il motivo per cui vi
scrivo è assicurarvi
che sto bene, e farvi sapere che sono stato Smistato in Serpeverde,
proprio
come voi! Sono molto contento di essere in questa Casa,
perché il Direttore, il
professor Tracey, che è l’insegnante di
Trasfigurazione, sembra una persona
simpatica, sicuramente meglio del professor Carmichael, il Vicepreside,
che ha
un’aria severissima ed è il Direttore di
Corvonero. Inoltre, un altro motivo
per cui sono soddisfatto della scelta del Cappello è il
fatto che ho conosciuto
alcuni ragazzi del mio anno che sembrano molto simpatici,
così non sarò più
costretto ad assillare Stephen, se vorrò compagnia. Si
tratta di una ragazza,
Catherine Browne, e un ragazzo, Albus Potter. Catherine viene
dall’Irlanda del
Nord e ha uno strano accento, invece Albus, che è in
dormitorio con me, quindi
abbiamo potuto parlare un sacco, viene da Londra e, non ci crederete,
sembra
che sia proprio figlio di quell’Harry Potter,
quell’Auror famoso, e quella
Weasley che giocava per le Holyhead Harpies qualche anno fa. Nonostante
sia
figlio di due persone così famose, non mi sembra uno
sbruffone. Insomma, sono
molto soddisfatto del mio primo giorno a Hogwarts, e spero che
continuerà così.
Tanti saluti,
vostro figlio Scorpius
Quando ebbe finito
di leggere la missiva del figlio, Draco posò la tazza di Breakfast tea con cui, come ogni mattina,
stava facendo colazione,
e suonò il campanello per chiamare Poppy, l’Elfa
domestica. La buffa creatura
comparve quasi subito.
“Buongiorno,
padrone. Cosa desiderare?”
“Poppy,
vorrei che
andassi a chiamare la signora Astoria, se dovesse dormire ancora ti
prego di
svegliarla.”
“Ma padrone,
voi
sapere che padrona Astoria detestano essere svegliate.”
“Hai
ragione, ma
questa volta non mi perdonerà se non le mostro subito questa
lettera.”
“Andare
bene, io
la chiama subito.”
Draco sorrise
divertito, alla vista dell’Elfa che saltellava su per le
scale fino al secondo
piano, dove si trovava la stanza da letto. In passato, quelle creature
gli
erano risultate molto irritanti, ma adesso le trovava più
che altro spassose.
Da quando la politica ministeriale aveva avviato una riforma
riguardante il
trattamento riservato agli Elfi domestici, in seguito alla nomina di
Hermione
Granger a capo dell’Ufficio per la regolazione e il controllo
delle creature
magiche, coloro che godevano dei servigi degli Elfi avevano dovuto
adattarsi a
una serie di norme che tutelavano la dignità di quelle
creature, il che gli
aveva permesso di scoprirne più a fondo la natura e
sviluppare una simpatia nei
loro confronti.
Quando
l’Elfa fu
sparita, Draco riprese a sorseggiare il proprio tè,
riflettendo sul contenuto
della lettera di Scorpius. Essa gli aveva confermato, se mai ce ne
fosse stato
bisogno, il fatto che suo figlio non avesse ereditato da lui altro che
l’aspetto
esteriore. Il suo carattere era molto più simile a quello di
Astoria, e Draco
riteneva che fosse una fortuna, perché ciò gli
avrebbe permesso di evitare di
cacciarsi in tutti i guai in cui si era infilato lui. Scorpius era
completamente diverso da lui, lo dimostrava il fatto che il suo primo
amico a
Hogwarts fosse un Potter, quando lui e Harry si erano odiati
reciprocamente sin
dal primo giorno di scuola.
Naturalmente era
felice
che Scorpius fosse stato Smistato in Serpeverde, soprattutto
perché sapeva che
suo figlio ci teneva molto, un fatto che lo inorgogliva. Scorpius
sarebbe stato
un allievo di Salazar, avrebbe imparato a coltivare lo spirito
d’osservazione,
l’astuzia e la determinazione, le doti fondamentali di ogni
vero Serpeverde.
Mentre lui
rimuginava, udì la porta aprirsi e rivelare sua moglie, in
vestaglia e con i
capelli legati in una treccia. A giudicare dalla sua espressione,
Astoria era
furente, probabilmente a causa dell’inconsueto risveglio che
lui le aveva riservato,
insolito soprattutto per un giorno come quello, un sabato.
“Draco,
caro,
siamo sposati da quindici anni, credevo che tu avessi capito che a me
non piace
essere svegliata così presto, soprattutto di sabato, per
Salazar!”
“Lo so bene,
mia
cara, ma credevo che non mi avresti perdonato se ti avessi privato
anche per un
solo istante più del necessario del piacere di leggere
questa lettera, arrivata
stamattina da Hogwarts.” Spiegò Draco, mostrando
la lettera di Scorpius.
Non appena
udì
quelle parole, l’espressione di Astoria cambiò, e
lei strappò la lettera dalle
mani del marito, con un’urgenza che tradiva l’ansia
materna per il figlio
lontano. Divertito, Draco la osservò mentre leggeva,
cogliendo tutti i
cambiamenti nella sua espressione mano a mano che procedeva nella
lettura. Da
ansioso, il volto di Astoria si fece dapprima rilassato, poi
decisamente
soddisfatto, per arrivare a essere assolutamente sbalordito quando la
donna
arrivò all’ultima parte. Non appena ebbe
terminato, sprofondò in un lungo
silenzio.
“Astoria?”
“Si?”
“Cosa ne
pensi?”
“Ecco…sono
felicissima che sia un Serpeverde, di certo renderà onore
alla Casa di Salazar.
Mi rallegro che il Direttore sia Tracey, me lo ricordo dai tempi della
scuola,
è un mago intelligente e dotato. Mi fa piacere che abbia
già fatto amicizia,
sai quanto mi turbava la sua timidezza, ma non avrei scommesso mezzo
Zellino su
Albus Potter. Sembra uno scherzo del destino, dopo tutti questi anni.
Ma tu,
piuttosto, cosa ne pensi?”
“Penso che
Scorpius non ripeterà i miei sbagli, e me ne
rallegro.”
“Non puoi
continuare a punirti per errori che sei stato costretto a commettere,
per di
più molto tempo fa. Se Scorpius non sbaglierà,
sarà soprattutto perché è stato
tenuto lontano dalla possibilità di farlo.”
“Se non
sbaglierà,
sarà perché non mi assomiglia, se non
esteriormente, esattamente come il figlio
di Potter, che pure è il suo ritratto, ed è
finito in Serpeverde.”
“Questa cosa
ha
dell’incredibile. Avevi ragione tu, l’altro
giorno.”
“Mi lusinga
che tu
ritenga incredibile la possibilità che io abbia ragione in
merito a qualcosa,
mia cara.” Scherzò Draco.
“Non
intendevo
dire ciò, e lo sai benissimo. Dico solo che stiamo parlando
di un ragazzo che
discende, oltre che dai Potter, da una famiglia i cui membri sono
sempre
appartenuti a Grifondoro. Dev’essere l’unico
discendente dei Weasley da
generazioni a non essere collocato in una Casa che non sia
Grifondoro.”
“Il
professor
Piton sarebbe sconvolto. I colori di Serpeverde portati da un Potter!
Lui che
odiava così tanto il padre di Harry.”
“Povero
ragazzino,
ha solo undici anni e il suo Smistamento crea un tale scompiglio. Non
è proprio
quello che ci vuole, soprattutto all’inizio della
scuola.”
“No,
davvero. Vuoi un po’ di latte nel tuo tè,
Astoria?”
“Volentieri.”
Lo ringraziò la moglie, servendosi una fetta di torta.
Ω
“Io pensavo
di
aver visto tutto, dopo due guerre magiche e due settennati di
insegnamento a
James Potter, Sirius Black e ai gemelli Weasley, ma onestamente questo
non
l’avrei mai previsto, Albus.” La professoressa Mc
Granitt camminava avanti e
indietro nel suo studio, conversando con l’anziano mago il
cui ritratto era
appeso proprio dietro la sua poltrona.
“Minerva,
non mi
sembra il caso di scuotersi tanto. Quante volte il Cappello Parlante si
è
rivelato imprevedibile?” la interrogò Silente,
calmo, accarezzandosi la folta
barba bianca.
“Imprevedibile,
d’accordo, ma c’è un limite a tutto!
Potrei ancora capire se avesse collocato
Scorpius Malfoy in Grifondoro, o peggio, in Tassorosso, ma Albus, siamo
seri,
si parla del figlio di Harry Potter e Ginny Weasley!”
“Proprio
perché è
il figlio di Harry, io mi preoccuperei per lui se fosse nella stessa
Casa di
suo fratello, invece, stando in Serpeverde, il mite Albus non
sarà assoggettato
a quell’uragano di James.”
“Su questo
sono
d’accordo con te, tuttavia sarebbe stato lo stesso se fosse
stato Smistato in
Corvonero o Tassorosso. Ma Serpeverde! È l’ultima
cosa che mi sarei potuta
aspettare.”
“Minerva, ti
saresti mai aspettata che il primogenito di Orion e Walburga Black
sarebbe
stato un fiero Grifondoro?”
“Ma si parla
di
più di quarant’anni fa, c’era la guerra,
c’era Voldemort, per la bacchetta di
Godric Grifondoro!”
“Allora
tieni gli
occhi bene aperti, Minerva. Quando la storia si ripete, è
importante non
lasciarsi sfuggire nessun elemento. Un Potter in Serpeverde potrebbe
indicarci
che qualcosa di rilevante sta per succedere.”
“Un Potter
in
Serpeverde?” intervenne l’uomo nel ritratto accanto
a quello di Silente.
“Si,
Severus, hai
sentito bene. Albus Potter è un Serpeverde.”
“Chissà
perché, la
cosa non mi stupisce minimamente. Probabilmente, è
perché il nome di quel suino
è destinato a perseguitarmi in eterno, e ora ha deciso di
infangare anche la
mia Casa con la sua repellente presenza.”
“Severus,
sii
ragionevole.”
“Dopo tutta
la sofferenza
che Potter mi ha inflitto in vita, non si potrebbe porre fine ai miei
tormenti?
Ritengo che per il Cappello Parlante sia giunta
l’età della pensione.”
“Non so
perché,
Severus, ma ho l’impressione che, se il giovane Albus Potter
è un Serpeverde,
il motivo sia da ricercarsi nel secondo nome che suo padre gli ha dato,
riconoscente all’uomo che per tutta la vita ha cercato di
proteggerlo.”
“Albus ha
ragione,
Severus. Albus Severus Potter non assomiglia a suo nonno, nemmeno la
metà di
quanto gli assomiglia suo fratello maggiore, James. Albus ricorda Harry
alla
sua età, soprattutto a causa degli occhi…gli
occhi di Lily.”
“Albus…Severus
Potter? Gli occhi di Lily?”
“Harry me lo
scrisse via gufo il giorno della sua nascita, e dopo averlo visto con i
miei occhi
posso confermartelo. Sono proprio come i suoi.” Minerva
sentiva le lacrime
scorrerle sulle guance, e notò che anche Albus sembrava
commosso.
Improvvisamente, si rese conto che un altro dei presidi ritratti sulle
pareti
di quell’ufficio stava ascoltando la loro conversazione, e
sembrava desideroso
di aggiungervisi.
“Severus, io
conosco quel ragazzo da quando è nato, lo vedo grazie al mio
ritratto in
Grimmauld Place 12, è lì che abita con la sua
famiglia. Fidati del tuo
predecessore, ti posso assicurare che sarà un grande allievo
di Salazar, così
come lo sei stato tu. Non preoccuparti per la tua Casa, è in
ottime mani.”
Affermò Phineas Nigellus.
Minerva non era
mai stata una persona facile alla commozione, ma in quel momento
sentì un
groppo in gola e, sapendo che non sarebbe più riuscita a
contenersi, prese
congedo dai tre ritratti e uscì dall’ufficio. Come
insegnante, era abituata a
mantenere un distacco professionale dai propri alunni, era
l’unico modo per
mantenere la propria autorevolezza. Tuttavia, c’erano
studenti che la
commuovevano profondamente, sebbene di rado se ne accorgessero,
perché lei
celava molto bene quelle emozioni. Tra essi c’erano Severus
Piton e Harry
Potter, e Minerva aveva la sensazione che anche Albus Severus Potter
avrebbe
avuto le carte in regola per entrare a far parte del gruppo.
Ω
Gli eventi delle
ultime ore avevano, agli occhi di Albus, i contorni sfocati di un
sogno. Non
riusciva a dare ad essi un ordine cronologico chiaro, continuava a
rivederli in
sequenze casuali, e la cosa lo stava facendo impazzire.
Alla fine, aveva
deciso di non influenzare la scelta del Cappello. Forse
l’aveva convinto il
discorso di Roxanne in treno, forse la consapevolezza di essere diverso
dai
cugini e da James, o semplicemente la fiducia che riponeva nel
Cappello, come
in tutti i metodi scelti da Hogwarts. Era terrorizzato, ma al contempo
c’era
una voce, dentro di lui, che gli diceva che aveva fatto la scelta
giusta.
Aveva mandato un
gufo ai suoi genitori appena era finita la cena. Di ritorno dalla
Guferia,
aveva seguito Liam Gerrard, uno dei Prefetti di Serpeverde, nel
dormitorio del
primo anno, dove aveva trovato Scorpius, nervoso ed eccitato
esattamente come
lui, e avevano trascorso la serata chiacchierando delle rispettive
famiglie,
del Quidditch e delle aspettative sulla scuola, finché
Scorpius non si era
assopito, lasciandolo solo con i propri pensieri. Albus aveva impiegato
molto
tempo ad addormentarsi, a causa dei pensieri che affollavano la sua
mente, ma
alla fine era piombato in un sonno profondo.
La mattina
successiva, scese di buon’ora, perché aveva un
certo appetito, dal momento che
la sera precedente lo stomaco chiuso gli aveva impedito di mangiare. Il
tavolo
di Serpeverde non era molto affollato, essendo sabato la maggior parte
degli
studenti aveva preferito dormire fino a tardi. Scrutò il
tavolo di Grifondoro,
ma notò che nessuno dei suoi parenti era ancora sceso, e se
ne rammaricò. Aveva
un gran bisogno di parlare con loro.
Mentre si serviva
un piatto di uova col bacon, un gufo atterrò vicino al suo
piatto, e Albus si
stupì nello scoprire che non era il gufo di famiglia, ma un
animale a lui
sconosciuto. Incuriosito, slegò in fretta la busta dalla
zampa a cui era
legata, l’aprì e lesse la lettera contenuta
all’interno.
Caro Albus,
scriverti la mia prima
lettera è molto
emozionante, significa che ormai non sei più un bambino, sei
uno studente di
Hogwarts che tra non molto non avrà più voglia di
giocare con me. Spero che il
tuo viaggio sia stato piacevole, e che il Lago Nero non fosse troppo
agitato
quando l’avete attraversato.
Il motivo principale
di questa lettera, è
che sono stato informato in tempo reale del tuo Smistamento, e avevo
voglia di
scriverti quattro righe in merito, in attesa di vederti personalmente.
Sono certo che i tuoi
genitori ti abbiano
saputo spiegare nel modo migliore che le scelte del Cappello non sono
sempre
facili da accettare, ma che finiscono in ogni caso per rivelarsi le
più
azzeccate. Ti avranno spiegato che, qualunque sarà la tua
Casa, essa ti guiderà
verso grandi successi, verso il meraviglioso mago che sarai. Non
permettere che
nessuno metta in dubbio le tue qualità, e se dovessi
incontrare difficoltà,
rivolgiti a Fred o a Victoire, loro sapranno aiutarti.
Per qualunque
necessità, non esitare a
scrivermi. Il tuo gufo saprà come trovarmi.
Il tuo amico,
Teddy Lupin
Quando Albus ebbe
terminato di leggere, si porto la pergamena al cuore. A distanza di
chilometri,
Teddy aveva capito quello che lui stava provando in quel momento.
Sorrise
leggendo della fonte che aveva informato Teddy in
tempo reale. Victoire doveva essere preoccupata per lui,
d’altronde era la più anziana dei cugini e sentiva
la responsabilità
dell’intera nidiata Weasley-Potter. Il pensiero dei cugini lo
rattristò,
oscurando la felicità generata dall’arrivo della
lettera di Teddy. In quel
momento, loro erano tutti insieme nella Torre di Grifondoro, e lui era
solo.
Cosa avrebbero detto, quando lo avrebbero visto con la cravatta di
Serpeverde?
Ai suoi occhi, lo Smistamento aveva un carattere definitivo e
determinante. Da
quel momento in avanti, per tutta la vita, lui sarebbe stato un
Serpeverde, e
loro dei Grifondoro. Sarebbe stato la pecora nera della famiglia, non
c’era
alcun rimedio.
Avvilito da quei
tristi pensieri, riprese a mangiare il bacon, ma senza trovarvi alcun
piacere.
Pochi minuti dopo, una voce familiare lo distrasse dal proprio piatto.
Si
trattava di suo cugino Fred.
“Toh, chi si
vede!
Una piccola Serpe! Come stai, cugino?” scherzò il
maggiore dei figli di George
e Angelina, avvicinandosi al tavolo di Serpeverde. Albus
sprofondò la faccia
nel piatto.
“Ho toccato
un
tasto dolente? Scusami, è solo che su alla Torre sono tutti
molto preoccupati
per te, e stavo cercando di sdrammatizzare.”
“Sono
preoccupati?”
“Preoccupati
è
dire poco. Ieri sera, dopo che tutti erano andati a letto, Victoire ci
ha
convocati tutti in Sala Comune per parlare della situazione.
È molto impensierita
per te.”
Albus non ebbe
difficoltà ad immaginare la riunione dei cugini. Sicuramente
Victoire aveva
tenuto in pugno la situazione, mentre Louis e Fred avevano fatto di
tutto pur
di tornare a letto. Con ogni probabilità, James aveva fatto
uno scherzo a
Molly, che si era offesa e se n’era andata in dormitorio,
facendo imbestialire
Victoire. Provò un grande senso d’invidia e di
frustrazione per non poter
trascorrere il tempo con il gruppo dei cugini.
“Comunque,
io
penso che tu sia un mago in gamba, non un attaccabrighe come tuo
fratello e
neppure un rompiscatole come Molly, e ho piena fiducia in te. So che te
la
caverai, in Serpeverde. Se non fossi in grado di farcela, il Cappello
ti
avrebbe collocato altrove.”
“Grazie,
Fred. Per
me è difficile, ho paura di essere solo, e che James mi
prenderà in giro.”
“A James
penserò
io, a costo di far intervenire le autorità supreme: Teddy,
la Mc Granitt, tuo
padre o, in casi estremi, tua madre.”
“Mi sento
già più
tranquillo.” Rise Albus. In quel momento, notò che
Scorpius era sopraggiunto in
Sala Grande, e gli fece cenno di accomodarsi accanto a sé.
“Guarda il
lato
positivo, almeno tu non sarai costantemente controllato da Victoire,
potrai
sfuggirle. Non tutti siamo così fortunati.”
Sogghignò Fred. In effetti,
dall’altra parte della Sala, la bionda Weasley aveva appena
fatto il suo
ingresso.
“Dai, Fred,
non
parlare così di Victoire. So che, in fondo, vi volete
bene.” Era vero: Fred e
Victoire avevano un rapporto molto stretto, ma trascorrevano gran parte
del
tempo che passavano insieme a punzecchiarsi.
“Ad ogni
modo, lui
è Scorpius, un mio compagno di Casa e dormitorio. Scorpius,
questo è mio cugino
Fred, e la ragazza che sta arrivando è Victoire,
un’altra cugina.” Fred strinse
la mano di Scorpius, mentre Victoire si avvicinava a loro.
“Albus, va
tutto
bene? Ero così in pensiero!” fu
l’esordio della ragazza.
“Vi presento
Mamma
Chioccia o, in alternativa, Nonna Weasley!” la prese in giro
Fred.
“Non fare il
furbo, Fred. Ti ricordo che sono la tua cugina maggiore.”
Ribatté Victoire,
sorridente.
“Come
dicevo,
nonna Weasley.”
Scorpius sembrava
sorpreso e al contempo divertito da quello scambio di battute.
“Victoire
è la più
grande di tutti noi cugini, per questo si preoccupa per noi.”
spiegò Albus a Scorpius.
“Tutti voi cugini? Quanti siete?”
“Dunque, ci
sono
Victoire e i suoi fratelli, Louis e Dominique, poi Fred e Roxanne,
Molly e
Lucy, io e i miei fratelli James e Lily e infine Hugo e
Rose.”
“E siete
tutti a
Hogwarts?” domandò Scorpius. Sembrava molto
incuriosito da quella numerosa
famiglia.
“Non tutti,
Lily e
Hugo sono ancora troppo piccoli. E la tua famiglia?”
“Non
è così
numerosa, io sono figlio unico, e anche mio padre, così non
ho nemmeno dei
cugini.” Scorpius sembrava leggermente intristito
dall’argomento, come se
avesse la sensazione di essersi perso qualcosa.
“Anche mio
padre è
figlio unico, i miei cugini sono i figli dei fratelli di mia mamma,
infatti
hanno tutti alcuni tratti in comune. Quasi tutti hanno i capelli rossi,
per
esempio, e a nessuno mancano le lentiggini.”
“Mia mamma
aveva
una sorella, ma è morta tempo fa, durante la guerra,
credo.”
“Davvero? Mi
dispiace molto.”
“Anche uno
dei
nostri zii è morto durante la guerra.” Intervenne
Fred. Scorpius parve molto
stupito. Probabilmente, per lui, quella famiglia numerosa era quanto di
più
distante potesse immaginare dal modello famigliare a cui era abituato,
ma ne
era affascinato.
“Ti chiami
Scorpius, ho capito bene? Sei un compagno di Albus? Come ti trovi ad
Hogwarts?”
Gli si rivolse Victoire.
“Ed ecco il
ritorno alla riscossa di nonna Weasley!” bisbigliò
Fred, a beneficio dei due
undicenni.
“Sì,
sono in
Serpeverde come Albus, e per il momento mi trovo bene, anche se non
sono
abituato ad avere così tanta gente intorno, come avrete
capito non sono spesso
circondato da tanti ragazzi.” Rispose Scorpius, nervosamente.
Infatti, mentre
parlavano, la Sala Grande aveva cominciato a riempirsi.
Presto sarebbero
giunti i cugini più giovani, e Albus non riusciva a
scacciare il timore per
l’arrivo del fratello. Sapeva che James avrebbe fatto qualche
battuta sui
Serpeverde, e temeva che non avrebbe potuto accettarlo. Era abituato ai
dispetti di suo fratello da quando era nato, lo avevano accompagnato
lungo la
crescita ed era cosciente del fatto che essi rappresentassero il modo
di James
di relazionarsi con lui. In quel momento, però, avrebbe
avuto bisogno del suo
fratello maggiore, il suo punto di riferimento in assenza di Harry e
Ginny, e
se James se ne fosse uscito con qualche battuta sgradevole sulla sua
Casa,
soprattutto in presenza di Scorpius, ne avrebbe sofferto molto.
Frattanto, James
non si vedeva, e lui e Scorpius continuarono la colazione, mentre
Victoire e
Fred tornarono al loro tavolo, dove nel frattempo si erano radunati
Rose, Louis
e Molly. Rose mandò un bacio da lontano al cugino, e lui fu
costretto a
spiegare a Scorpius chi fossero le nuove teste rosse comparse al tavolo
di
Grifondoro. Albus spiegò che Louis aveva un anno
più di loro, mentre Molly era
al sesto anno, come Fred, e Rose era al primo, esattamente come loro.
“Quindi
seguiremo
dei corsi insieme.” Commentò Scorpius.
“Immagino di
sì.”
“E Victoire,
quindi, è al settimo anno?”
“Esatto,
è la più grande.”
“Sembra
carina.” Disse Scorpius, arrossendo.
“Ma
è vecchia! Ha diciassette anni.” Si
stupì Albus, il quale
non era mai stato sfiorato dal pensiero che sua cugina potesse essere
carina.
Furono interrotti dal
sopraggiungere di James, che si avvicinò
al tavolo di Serpeverde con il suo famoso ghigno.
“Eccolo qui,
la Serpe in seno! Come si dorme nei sotterranei,
fratellino?” fu l’approccio scelto dal tredicenne.
“Ciao,
James.” Borbottò, per tutta risposta, Albus.
“Per Godric,
come sei freddo, piccolo Albus! Ti sei già
dimenticato del tuo fratellone?”
“È
difficile dimenticarsi di te, James.” Rispose Albus, con un
tono che non lasciava intendere se quella frase indicasse
l’affetto nei
confronti del fratello o la difficoltà nel perdonargli tutti
i dispetti che
Albus aveva dovuto subire.
“E dire che
io sono venuto a salutarti fin qui, in mezzo a
queste serpi velenose!”
“Serpi
velenose?” intervenne una voce femminile. A parlare era
stata Catherine, arrivata in quell’istante. Né
Scorpius, né Albus l’avevano
vista arrivare, agli occhi di James era passata completamente
inosservata.
“E tu chi
saresti?” le chiese James, sospettoso.
“Una serpe
velenosa, suppongo.” Ribatté Catherine, scuotendo
i
ricci neri con fare sprezzante.
“Albus, hai
chiamato la retroguardia a difenderti?”
“Veramente
no, anche perché non c’è bisogno che
qualcuno mi
chiami, quando tu attiri l’attenzione su di te insultando i
Serpeverde ad alta
voce è piuttosto facile trovarti, ne converrai.”
“Sai,
sembreresti perfino simpatica, l’unico problema è
la
cravatta che porti addosso.”
“Pensa che
fortuna, tu invece saresti antipatico anche se non
fossi un Grifondoro, non è da tutti.”
“Non
perderò altro tempo con dei Serpeverde del primo anno, me
ne torno al mio tavolo. Ciao Albus.” Si congedò
bruscamente il giovane
Grifondoro, voltando le spalle al terzetto.
“Che razza
di sbruffone! Aveva ragione mio padre, i Grifondoro
non valgono niente.” Sentenziò Catherine,
accomodandosi accanto a Scorpius. Lui
le diede una gomitata, ma lei non parve cogliere il segnale.
“Cosa voleva
da noi, comunque?” Albus non la stava ascoltando,
concentrato com’era sulla figura del fratello, che si
allontanava da lui. Fu
Scorpius a rispondere alla domanda di Catherine.
“Si tratta
di James, il fratello di Albus.” Replicò il
ragazzo, con tono eloquente.
“Davvero?
Scusami tanto, Albus, mi dispiace. Non lo sapevo.”
Si scusò Catherine, che adesso appariva dispiaciuta.
Albus continuava a
non dare segno di aver recepito le parole dei compagni.
“Albus?”
lo
richiamò Scorpius.
Il giovane Potter
sembrò riscuotersi dal torpore, e si girò verso
Catherine e Scorpius, i quali
sembravano sinceramente impensieriti.
“Non
preoccuparti,
Catherine. Non è colpa tua.” Rispose, rivolto alla
ragazza, con voce piatta.
Appoggiò la sua forchetta sul piatto, lasciò il
bacon non ancora terminato, si
alzò e se ne andò, sotto lo sguardo turbato dei
due compagni di Casa.
Angolo
dell’autore
Ciao a tutti!
So che questo
capitolo sarà un po’ difficile da digerire, tra lo
Smistamento di Albus e la
lite con James, però spero che seguendo il filo della storia
riuscirete a
perdonarmi. Ma andiamo con ordine.
È stato
Scorpius
ad annunciare che Albus è stato Smistato in Serpeverde per
diversi motivi:
innanzitutto, i Malfoy erano un po’ usciti di scena, dopo il
primo capitolo, e
ho voluto proporvi la reazione di una famiglia Serpeverde alla notizia,
anche
perché quale fosse l’opinione di Harry in merito
lo sapevamo già, ce lo ha
detto la Rowling.
Per quanto
riguarda la seconda parte, il confronto tra i presidi sta a ricordarci
il
legame con il passato, anche perché, come giustamente ci
dice Silente, quando
la storia si ripete è bene prestare attenzione.
L’ultima
scena. È
la più lunga, anche perché sono parecchie le
persone che, in modi diversi,
intervengono. Primo fra tutti, Teddy, che continua a prendersi cura dei
suoi
“fratelli minori” anche se ha litigato con Harry.
Intervengono poi altre due
figure di riferimento per Albus: Fred e Victoire, che si preoccupano
per il
cuginetto e introducono Scorpius alla loro strana famiglia. Scorpius e
Albus sembrano
andare d’accordo e capirsi, anche se ovviamente si conoscono
da un giorno,
quindi il povero Malfoy non sa bene come comportarsi quando Albus
litiga col
fratello, anche se cerca di aiutarlo. Catherine ci mostra un
po’ del suo
caratterino, anche se poi si pente di aver esagerato.
James è il cattivo della situazione, in
effetti mi sono accorta di aver dato di lui solo immagini negative,
avrà
bisogno di una buona occasione per redimersi, ma per il momento Albus
sembra
poco disposto a perdonarlo.
Alla prossima!