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Autore: lucia_canon    10/05/2016    2 recensioni
-“Un nome, una garanzia, tu dici. E dici bene, mia cara. Conosci il secondo nome di Albus Potter?”
“Ha un secondo nome?”
“Severus.”
“Come Piton? Per quella storia che è uscita sul Profeta dopo la Battaglia di Hogwarts?”-
Genere: Commedia, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Scusate, non mi lego a questa schiera: 
morrò pecora nera!”

Francesco Guccini

 

Cari mamma e papà,

questa è la prima lettera che vi scrivo da Hogwarts, e vi confesso che sono emozionato, perché non ho mai avuto occasione per inviare una lettera a qualcuno!

Il motivo per cui vi scrivo è assicurarvi che sto bene, e farvi sapere che sono stato Smistato in Serpeverde, proprio come voi! Sono molto contento di essere in questa Casa, perché il Direttore, il professor Tracey, che è l’insegnante di Trasfigurazione, sembra una persona simpatica, sicuramente meglio del professor Carmichael, il Vicepreside, che ha un’aria severissima ed è il Direttore di Corvonero. Inoltre, un altro motivo per cui sono soddisfatto della scelta del Cappello è il fatto che ho conosciuto alcuni ragazzi del mio anno che sembrano molto simpatici, così non sarò più costretto ad assillare Stephen, se vorrò compagnia. Si tratta di una ragazza, Catherine Browne, e un ragazzo, Albus Potter. Catherine viene dall’Irlanda del Nord e ha uno strano accento, invece Albus, che è in dormitorio con me, quindi abbiamo potuto parlare un sacco, viene da Londra e, non ci crederete, sembra che sia proprio figlio di quell’Harry Potter, quell’Auror famoso, e quella Weasley che giocava per le Holyhead Harpies qualche anno fa. Nonostante sia figlio di due persone così famose, non mi sembra uno sbruffone. Insomma, sono molto soddisfatto del mio primo giorno a Hogwarts, e spero che continuerà così.

Tanti saluti,

vostro figlio Scorpius

Quando ebbe finito di leggere la missiva del figlio, Draco posò la tazza di Breakfast tea con cui, come ogni mattina, stava facendo colazione, e suonò il campanello per chiamare Poppy, l’Elfa domestica. La buffa creatura comparve quasi subito.

“Buongiorno, padrone. Cosa desiderare?”

“Poppy, vorrei che andassi a chiamare la signora Astoria, se dovesse dormire ancora ti prego di svegliarla.”

“Ma padrone, voi sapere che padrona Astoria detestano essere svegliate.”

“Hai ragione, ma questa volta non mi perdonerà se non le mostro subito questa lettera.”

“Andare bene, io la chiama subito.”

Draco sorrise divertito, alla vista dell’Elfa che saltellava su per le scale fino al secondo piano, dove si trovava la stanza da letto. In passato, quelle creature gli erano risultate molto irritanti, ma adesso le trovava più che altro spassose. Da quando la politica ministeriale aveva avviato una riforma riguardante il trattamento riservato agli Elfi domestici, in seguito alla nomina di Hermione Granger a capo dell’Ufficio per la regolazione e il controllo delle creature magiche, coloro che godevano dei servigi degli Elfi avevano dovuto adattarsi a una serie di norme che tutelavano la dignità di quelle creature, il che gli aveva permesso di scoprirne più a fondo la natura e sviluppare una simpatia nei loro confronti.

Quando l’Elfa fu sparita, Draco riprese a sorseggiare il proprio tè, riflettendo sul contenuto della lettera di Scorpius. Essa gli aveva confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, il fatto che suo figlio non avesse ereditato da lui altro che l’aspetto esteriore. Il suo carattere era molto più simile a quello di Astoria, e Draco riteneva che fosse una fortuna, perché ciò gli avrebbe permesso di evitare di cacciarsi in tutti i guai in cui si era infilato lui. Scorpius era completamente diverso da lui, lo dimostrava il fatto che il suo primo amico a Hogwarts fosse un Potter, quando lui e Harry si erano odiati reciprocamente sin dal primo giorno di scuola.

Naturalmente era felice che Scorpius fosse stato Smistato in Serpeverde, soprattutto perché sapeva che suo figlio ci teneva molto, un fatto che lo inorgogliva. Scorpius sarebbe stato un allievo di Salazar, avrebbe imparato a coltivare lo spirito d’osservazione, l’astuzia e la determinazione, le doti fondamentali di ogni vero Serpeverde.   

Mentre lui rimuginava, udì la porta aprirsi e rivelare sua moglie, in vestaglia e con i capelli legati in una treccia. A giudicare dalla sua espressione, Astoria era furente, probabilmente a causa dell’inconsueto risveglio che lui le aveva riservato, insolito soprattutto per un giorno come quello, un sabato.

“Draco, caro, siamo sposati da quindici anni, credevo che tu avessi capito che a me non piace essere svegliata così presto, soprattutto di sabato, per Salazar!”

“Lo so bene, mia cara, ma credevo che non mi avresti perdonato se ti avessi privato anche per un solo istante più del necessario del piacere di leggere questa lettera, arrivata stamattina da Hogwarts.” Spiegò Draco, mostrando la lettera di Scorpius.

Non appena udì quelle parole, l’espressione di Astoria cambiò, e lei strappò la lettera dalle mani del marito, con un’urgenza che tradiva l’ansia materna per il figlio lontano. Divertito, Draco la osservò mentre leggeva, cogliendo tutti i cambiamenti nella sua espressione mano a mano che procedeva nella lettura. Da ansioso, il volto di Astoria si fece dapprima rilassato, poi decisamente soddisfatto, per arrivare a essere assolutamente sbalordito quando la donna arrivò all’ultima parte. Non appena ebbe terminato, sprofondò in un lungo silenzio.

“Astoria?”

“Si?”

“Cosa ne pensi?”

“Ecco…sono felicissima che sia un Serpeverde, di certo renderà onore alla Casa di Salazar. Mi rallegro che il Direttore sia Tracey, me lo ricordo dai tempi della scuola, è un mago intelligente e dotato. Mi fa piacere che abbia già fatto amicizia, sai quanto mi turbava la sua timidezza, ma non avrei scommesso mezzo Zellino su Albus Potter. Sembra uno scherzo del destino, dopo tutti questi anni. Ma tu, piuttosto, cosa ne pensi?”

“Penso che Scorpius non ripeterà i miei sbagli, e me ne rallegro.”

“Non puoi continuare a punirti per errori che sei stato costretto a commettere, per di più molto tempo fa. Se Scorpius non sbaglierà, sarà soprattutto perché è stato tenuto lontano dalla possibilità di farlo.”

“Se non sbaglierà, sarà perché non mi assomiglia, se non esteriormente, esattamente come il figlio di Potter, che pure è il suo ritratto, ed è finito in Serpeverde.”

“Questa cosa ha dell’incredibile. Avevi ragione tu, l’altro giorno.”

“Mi lusinga che tu ritenga incredibile la possibilità che io abbia ragione in merito a qualcosa, mia cara.” Scherzò Draco.

“Non intendevo dire ciò, e lo sai benissimo. Dico solo che stiamo parlando di un ragazzo che discende, oltre che dai Potter, da una famiglia i cui membri sono sempre appartenuti a Grifondoro. Dev’essere l’unico discendente dei Weasley da generazioni a non essere collocato in una Casa che non sia Grifondoro.”

“Il professor Piton sarebbe sconvolto. I colori di Serpeverde portati da un Potter! Lui che odiava così tanto il padre di Harry.”

“Povero ragazzino, ha solo undici anni e il suo Smistamento crea un tale scompiglio. Non è proprio quello che ci vuole, soprattutto all’inizio della scuola.”

“No, davvero. Vuoi un po’ di latte nel tuo tè, Astoria?”

“Volentieri.” Lo ringraziò la moglie, servendosi una fetta di torta.

“Io pensavo di aver visto tutto, dopo due guerre magiche e due settennati di insegnamento a James Potter, Sirius Black e ai gemelli Weasley, ma onestamente questo non l’avrei mai previsto, Albus.” La professoressa Mc Granitt camminava avanti e indietro nel suo studio, conversando con l’anziano mago il cui ritratto era appeso proprio dietro la sua poltrona.

“Minerva, non mi sembra il caso di scuotersi tanto. Quante volte il Cappello Parlante si è rivelato imprevedibile?” la interrogò Silente, calmo, accarezzandosi la folta barba bianca.

“Imprevedibile, d’accordo, ma c’è un limite a tutto! Potrei ancora capire se avesse collocato Scorpius Malfoy in Grifondoro, o peggio, in Tassorosso, ma Albus, siamo seri, si parla del figlio di Harry Potter e Ginny Weasley!”

“Proprio perché è il figlio di Harry, io mi preoccuperei per lui se fosse nella stessa Casa di suo fratello, invece, stando in Serpeverde, il mite Albus non sarà assoggettato a quell’uragano di James.”

“Su questo sono d’accordo con te, tuttavia sarebbe stato lo stesso se fosse stato Smistato in Corvonero o Tassorosso. Ma Serpeverde! È l’ultima cosa che mi sarei potuta aspettare.”

“Minerva, ti saresti mai aspettata che il primogenito di Orion e Walburga Black sarebbe stato un fiero Grifondoro?”

“Ma si parla di più di quarant’anni fa, c’era la guerra, c’era Voldemort, per la bacchetta di Godric Grifondoro!”

“Allora tieni gli occhi bene aperti, Minerva. Quando la storia si ripete, è importante non lasciarsi sfuggire nessun elemento. Un Potter in Serpeverde potrebbe indicarci che qualcosa di rilevante sta per succedere.”

“Un Potter in Serpeverde?” intervenne l’uomo nel ritratto accanto a quello di Silente.

“Si, Severus, hai sentito bene. Albus Potter è un Serpeverde.”

“Chissà perché, la cosa non mi stupisce minimamente. Probabilmente, è perché il nome di quel suino è destinato a perseguitarmi in eterno, e ora ha deciso di infangare anche la mia Casa con la sua repellente presenza.”

“Severus, sii ragionevole.”

“Dopo tutta la sofferenza che Potter mi ha inflitto in vita, non si potrebbe porre fine ai miei tormenti? Ritengo che per il Cappello Parlante sia giunta l’età della pensione.”

“Non so perché, Severus, ma ho l’impressione che, se il giovane Albus Potter è un Serpeverde, il motivo sia da ricercarsi nel secondo nome che suo padre gli ha dato, riconoscente all’uomo che per tutta la vita ha cercato di proteggerlo.”

“Albus ha ragione, Severus. Albus Severus Potter non assomiglia a suo nonno, nemmeno la metà di quanto gli assomiglia suo fratello maggiore, James. Albus ricorda Harry alla sua età, soprattutto a causa degli occhi…gli occhi di Lily.”

“Albus…Severus Potter? Gli occhi di Lily?”

“Harry me lo scrisse via gufo il giorno della sua nascita, e dopo averlo visto con i miei occhi posso confermartelo. Sono proprio come i suoi.” Minerva sentiva le lacrime scorrerle sulle guance, e notò che anche Albus sembrava commosso. Improvvisamente, si rese conto che un altro dei presidi ritratti sulle pareti di quell’ufficio stava ascoltando la loro conversazione, e sembrava desideroso di aggiungervisi.

“Severus, io conosco quel ragazzo da quando è nato, lo vedo grazie al mio ritratto in Grimmauld Place 12, è lì che abita con la sua famiglia. Fidati del tuo predecessore, ti posso assicurare che sarà un grande allievo di Salazar, così come lo sei stato tu. Non preoccuparti per la tua Casa, è in ottime mani.” Affermò Phineas Nigellus.

Minerva non era mai stata una persona facile alla commozione, ma in quel momento sentì un groppo in gola e, sapendo che non sarebbe più riuscita a contenersi, prese congedo dai tre ritratti e uscì dall’ufficio. Come insegnante, era abituata a mantenere un distacco professionale dai propri alunni, era l’unico modo per mantenere la propria autorevolezza. Tuttavia, c’erano studenti che la commuovevano profondamente, sebbene di rado se ne accorgessero, perché lei celava molto bene quelle emozioni. Tra essi c’erano Severus Piton e Harry Potter, e Minerva aveva la sensazione che anche Albus Severus Potter avrebbe avuto le carte in regola per entrare a far parte del gruppo.

Gli eventi delle ultime ore avevano, agli occhi di Albus, i contorni sfocati di un sogno. Non riusciva a dare ad essi un ordine cronologico chiaro, continuava a rivederli in sequenze casuali, e la cosa lo stava facendo impazzire.

Alla fine, aveva deciso di non influenzare la scelta del Cappello. Forse l’aveva convinto il discorso di Roxanne in treno, forse la consapevolezza di essere diverso dai cugini e da James, o semplicemente la fiducia che riponeva nel Cappello, come in tutti i metodi scelti da Hogwarts. Era terrorizzato, ma al contempo c’era una voce, dentro di lui, che gli diceva che aveva fatto la scelta giusta.

Aveva mandato un gufo ai suoi genitori appena era finita la cena. Di ritorno dalla Guferia, aveva seguito Liam Gerrard, uno dei Prefetti di Serpeverde, nel dormitorio del primo anno, dove aveva trovato Scorpius, nervoso ed eccitato esattamente come lui, e avevano trascorso la serata chiacchierando delle rispettive famiglie, del Quidditch e delle aspettative sulla scuola, finché Scorpius non si era assopito, lasciandolo solo con i propri pensieri. Albus aveva impiegato molto tempo ad addormentarsi, a causa dei pensieri che affollavano la sua mente, ma alla fine era piombato in un sonno profondo.

La mattina successiva, scese di buon’ora, perché aveva un certo appetito, dal momento che la sera precedente lo stomaco chiuso gli aveva impedito di mangiare. Il tavolo di Serpeverde non era molto affollato, essendo sabato la maggior parte degli studenti aveva preferito dormire fino a tardi. Scrutò il tavolo di Grifondoro, ma notò che nessuno dei suoi parenti era ancora sceso, e se ne rammaricò. Aveva un gran bisogno di parlare con loro.

Mentre si serviva un piatto di uova col bacon, un gufo atterrò vicino al suo piatto, e Albus si stupì nello scoprire che non era il gufo di famiglia, ma un animale a lui sconosciuto. Incuriosito, slegò in fretta la busta dalla zampa a cui era legata, l’aprì e lesse la lettera contenuta all’interno.

 

Caro Albus,

scriverti la mia prima lettera è molto emozionante, significa che ormai non sei più un bambino, sei uno studente di Hogwarts che tra non molto non avrà più voglia di giocare con me. Spero che il tuo viaggio sia stato piacevole, e che il Lago Nero non fosse troppo agitato quando l’avete attraversato.

Il motivo principale di questa lettera, è che sono stato informato in tempo reale del tuo Smistamento, e avevo voglia di scriverti quattro righe in merito, in attesa di vederti personalmente.

Sono certo che i tuoi genitori ti abbiano saputo spiegare nel modo migliore che le scelte del Cappello non sono sempre facili da accettare, ma che finiscono in ogni caso per rivelarsi le più azzeccate. Ti avranno spiegato che, qualunque sarà la tua Casa, essa ti guiderà verso grandi successi, verso il meraviglioso mago che sarai. Non permettere che nessuno metta in dubbio le tue qualità, e se dovessi incontrare difficoltà, rivolgiti a Fred o a Victoire, loro sapranno aiutarti.

Per qualunque necessità, non esitare a scrivermi. Il tuo gufo saprà come trovarmi.

Il tuo amico,

Teddy Lupin

Quando Albus ebbe terminato di leggere, si porto la pergamena al cuore. A distanza di chilometri, Teddy aveva capito quello che lui stava provando in quel momento. Sorrise leggendo della fonte che aveva informato Teddy in tempo reale. Victoire doveva essere preoccupata per lui, d’altronde era la più anziana dei cugini e sentiva la responsabilità dell’intera nidiata Weasley-Potter. Il pensiero dei cugini lo rattristò, oscurando la felicità generata dall’arrivo della lettera di Teddy. In quel momento, loro erano tutti insieme nella Torre di Grifondoro, e lui era solo. Cosa avrebbero detto, quando lo avrebbero visto con la cravatta di Serpeverde? Ai suoi occhi, lo Smistamento aveva un carattere definitivo e determinante. Da quel momento in avanti, per tutta la vita, lui sarebbe stato un Serpeverde, e loro dei Grifondoro. Sarebbe stato la pecora nera della famiglia, non c’era alcun rimedio.

Avvilito da quei tristi pensieri, riprese a mangiare il bacon, ma senza trovarvi alcun piacere. Pochi minuti dopo, una voce familiare lo distrasse dal proprio piatto. Si trattava di suo cugino Fred.

“Toh, chi si vede! Una piccola Serpe! Come stai, cugino?” scherzò il maggiore dei figli di George e Angelina, avvicinandosi al tavolo di Serpeverde. Albus sprofondò la faccia nel piatto.

“Ho toccato un tasto dolente? Scusami, è solo che su alla Torre sono tutti molto preoccupati per te, e stavo cercando di sdrammatizzare.”

“Sono preoccupati?”

“Preoccupati è dire poco. Ieri sera, dopo che tutti erano andati a letto, Victoire ci ha convocati tutti in Sala Comune per parlare della situazione. È molto impensierita per te.”

Albus non ebbe difficoltà ad immaginare la riunione dei cugini. Sicuramente Victoire aveva tenuto in pugno la situazione, mentre Louis e Fred avevano fatto di tutto pur di tornare a letto. Con ogni probabilità, James aveva fatto uno scherzo a Molly, che si era offesa e se n’era andata in dormitorio, facendo imbestialire Victoire. Provò un grande senso d’invidia e di frustrazione per non poter trascorrere il tempo con il gruppo dei cugini.

“Comunque, io penso che tu sia un mago in gamba, non un attaccabrighe come tuo fratello e neppure un rompiscatole come Molly, e ho piena fiducia in te. So che te la caverai, in Serpeverde. Se non fossi in grado di farcela, il Cappello ti avrebbe collocato altrove.”

“Grazie, Fred. Per me è difficile, ho paura di essere solo, e che James mi prenderà in giro.”

“A James penserò io, a costo di far intervenire le autorità supreme: Teddy, la Mc Granitt, tuo padre o, in casi estremi, tua madre.”

“Mi sento già più tranquillo.” Rise Albus. In quel momento, notò che Scorpius era sopraggiunto in Sala Grande, e gli fece cenno di accomodarsi accanto a sé.

“Guarda il lato positivo, almeno tu non sarai costantemente controllato da Victoire, potrai sfuggirle. Non tutti siamo così fortunati.” Sogghignò Fred. In effetti, dall’altra parte della Sala, la bionda Weasley aveva appena fatto il suo ingresso.

“Dai, Fred, non parlare così di Victoire. So che, in fondo, vi volete bene.” Era vero: Fred e Victoire avevano un rapporto molto stretto, ma trascorrevano gran parte del tempo che passavano insieme a punzecchiarsi.

“Ad ogni modo, lui è Scorpius, un mio compagno di Casa e dormitorio. Scorpius, questo è mio cugino Fred, e la ragazza che sta arrivando è Victoire, un’altra cugina.” Fred strinse la mano di Scorpius, mentre Victoire si avvicinava a loro.

“Albus, va tutto bene? Ero così in pensiero!” fu l’esordio della ragazza.

“Vi presento Mamma Chioccia o, in alternativa, Nonna Weasley!” la prese in giro Fred.

“Non fare il furbo, Fred. Ti ricordo che sono la tua cugina maggiore.” Ribatté Victoire, sorridente.

“Come dicevo, nonna Weasley.”

Scorpius sembrava sorpreso e al contempo divertito da quello scambio di battute.

“Victoire è la più grande di tutti noi cugini, per questo si preoccupa per noi.” spiegò Albus a Scorpius.

Tutti voi cugini? Quanti siete?”

“Dunque, ci sono Victoire e i suoi fratelli, Louis e Dominique, poi Fred e Roxanne, Molly e Lucy, io e i miei fratelli James e Lily e infine Hugo e Rose.”

“E siete tutti a Hogwarts?” domandò Scorpius. Sembrava molto incuriosito da quella numerosa famiglia.

“Non tutti, Lily e Hugo sono ancora troppo piccoli. E la tua famiglia?”

“Non è così numerosa, io sono figlio unico, e anche mio padre, così non ho nemmeno dei cugini.” Scorpius sembrava leggermente intristito dall’argomento, come se avesse la sensazione di essersi perso qualcosa.

“Anche mio padre è figlio unico, i miei cugini sono i figli dei fratelli di mia mamma, infatti hanno tutti alcuni tratti in comune. Quasi tutti hanno i capelli rossi, per esempio, e a nessuno mancano le lentiggini.”

“Mia mamma aveva una sorella, ma è morta tempo fa, durante la guerra, credo.”

“Davvero? Mi dispiace molto.”

“Anche uno dei nostri zii è morto durante la guerra.” Intervenne Fred. Scorpius parve molto stupito. Probabilmente, per lui, quella famiglia numerosa era quanto di più distante potesse immaginare dal modello famigliare a cui era abituato, ma ne era affascinato.

“Ti chiami Scorpius, ho capito bene? Sei un compagno di Albus? Come ti trovi ad Hogwarts?” Gli si rivolse Victoire.

“Ed ecco il ritorno alla riscossa di nonna Weasley!” bisbigliò Fred, a beneficio dei due undicenni.

“Sì, sono in Serpeverde come Albus, e per il momento mi trovo bene, anche se non sono abituato ad avere così tanta gente intorno, come avrete capito non sono spesso circondato da tanti ragazzi.” Rispose Scorpius, nervosamente. Infatti, mentre parlavano, la Sala Grande aveva cominciato a riempirsi.

Presto sarebbero giunti i cugini più giovani, e Albus non riusciva a scacciare il timore per l’arrivo del fratello. Sapeva che James avrebbe fatto qualche battuta sui Serpeverde, e temeva che non avrebbe potuto accettarlo. Era abituato ai dispetti di suo fratello da quando era nato, lo avevano accompagnato lungo la crescita ed era cosciente del fatto che essi rappresentassero il modo di James di relazionarsi con lui. In quel momento, però, avrebbe avuto bisogno del suo fratello maggiore, il suo punto di riferimento in assenza di Harry e Ginny, e se James se ne fosse uscito con qualche battuta sgradevole sulla sua Casa, soprattutto in presenza di Scorpius, ne avrebbe sofferto molto.

Frattanto, James non si vedeva, e lui e Scorpius continuarono la colazione, mentre Victoire e Fred tornarono al loro tavolo, dove nel frattempo si erano radunati Rose, Louis e Molly. Rose mandò un bacio da lontano al cugino, e lui fu costretto a spiegare a Scorpius chi fossero le nuove teste rosse comparse al tavolo di Grifondoro. Albus spiegò che Louis aveva un anno più di loro, mentre Molly era al sesto anno, come Fred, e Rose era al primo, esattamente come loro.

“Quindi seguiremo dei corsi insieme.” Commentò Scorpius.

“Immagino di sì.”

“E Victoire, quindi, è al settimo anno?”

“Esatto, è la più grande.”

“Sembra carina.” Disse Scorpius, arrossendo.

“Ma è vecchia! Ha diciassette anni.” Si stupì Albus, il quale non era mai stato sfiorato dal pensiero che sua cugina potesse essere carina.

Furono interrotti dal sopraggiungere di James, che si avvicinò al tavolo di Serpeverde con il suo famoso ghigno.

“Eccolo qui, la Serpe in seno! Come si dorme nei sotterranei, fratellino?” fu l’approccio scelto dal tredicenne.

“Ciao, James.” Borbottò, per tutta risposta, Albus.

“Per Godric, come sei freddo, piccolo Albus! Ti sei già dimenticato del tuo fratellone?”

“È difficile dimenticarsi di te, James.” Rispose Albus, con un tono che non lasciava intendere se quella frase indicasse l’affetto nei confronti del fratello o la difficoltà nel perdonargli tutti i dispetti che Albus aveva dovuto subire.

“E dire che io sono venuto a salutarti fin qui, in mezzo a queste serpi velenose!”

“Serpi velenose?” intervenne una voce femminile. A parlare era stata Catherine, arrivata in quell’istante. Né Scorpius, né Albus l’avevano vista arrivare, agli occhi di James era passata completamente inosservata.

“E tu chi saresti?” le chiese James, sospettoso.

“Una serpe velenosa, suppongo.” Ribatté Catherine, scuotendo i ricci neri con fare sprezzante.

“Albus, hai chiamato la retroguardia a difenderti?”

“Veramente no, anche perché non c’è bisogno che qualcuno mi chiami, quando tu attiri l’attenzione su di te insultando i Serpeverde ad alta voce è piuttosto facile trovarti, ne converrai.”

“Sai, sembreresti perfino simpatica, l’unico problema è la cravatta che porti addosso.”

“Pensa che fortuna, tu invece saresti antipatico anche se non fossi un Grifondoro, non è da tutti.”

“Non perderò altro tempo con dei Serpeverde del primo anno, me ne torno al mio tavolo. Ciao Albus.” Si congedò bruscamente il giovane Grifondoro, voltando le spalle al terzetto.

“Che razza di sbruffone! Aveva ragione mio padre, i Grifondoro non valgono niente.” Sentenziò Catherine, accomodandosi accanto a Scorpius. Lui le diede una gomitata, ma lei non parve cogliere il segnale.

“Cosa voleva da noi, comunque?” Albus non la stava ascoltando, concentrato com’era sulla figura del fratello, che si allontanava da lui. Fu Scorpius a rispondere alla domanda di Catherine.

“Si tratta di James, il fratello di Albus.” Replicò il ragazzo, con tono eloquente.

“Davvero? Scusami tanto, Albus, mi dispiace. Non lo sapevo.” Si scusò Catherine, che adesso appariva dispiaciuta.

Albus continuava a non dare segno di aver recepito le parole dei compagni.

“Albus?” lo richiamò Scorpius.

Il giovane Potter sembrò riscuotersi dal torpore, e si girò verso Catherine e Scorpius, i quali sembravano sinceramente impensieriti.

“Non preoccuparti, Catherine. Non è colpa tua.” Rispose, rivolto alla ragazza, con voce piatta. Appoggiò la sua forchetta sul piatto, lasciò il bacon non ancora terminato, si alzò e se ne andò, sotto lo sguardo turbato dei due compagni di Casa.

 

Angolo dell’autore

Ciao a tutti!

So che questo capitolo sarà un po’ difficile da digerire, tra lo Smistamento di Albus e la lite con James, però spero che seguendo il filo della storia riuscirete a perdonarmi. Ma andiamo con ordine.

È stato Scorpius ad annunciare che Albus è stato Smistato in Serpeverde per diversi motivi: innanzitutto, i Malfoy erano un po’ usciti di scena, dopo il primo capitolo, e ho voluto proporvi la reazione di una famiglia Serpeverde alla notizia, anche perché quale fosse l’opinione di Harry in merito lo sapevamo già, ce lo ha detto la Rowling.

Per quanto riguarda la seconda parte, il confronto tra i presidi sta a ricordarci il legame con il passato, anche perché, come giustamente ci dice Silente, quando la storia si ripete è bene prestare attenzione.

L’ultima scena. È la più lunga, anche perché sono parecchie le persone che, in modi diversi, intervengono. Primo fra tutti, Teddy, che continua a prendersi cura dei suoi “fratelli minori” anche se ha litigato con Harry. Intervengono poi altre due figure di riferimento per Albus: Fred e Victoire, che si preoccupano per il cuginetto e introducono Scorpius alla loro strana famiglia. Scorpius e Albus sembrano andare d’accordo e capirsi, anche se ovviamente si conoscono da un giorno, quindi il povero Malfoy non sa bene come comportarsi quando Albus litiga col fratello, anche se cerca di aiutarlo. Catherine ci mostra un po’ del suo caratterino, anche se poi si pente di aver esagerato.  James è il cattivo della situazione, in effetti mi sono accorta di aver dato di lui solo immagini negative, avrà bisogno di una buona occasione per redimersi, ma per il momento Albus sembra poco disposto a perdonarlo.

Alla prossima!

   
 
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