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Autore: elefiore    10/05/2016    1 recensioni
[Thief]"Credo di aver sentito qualcosa..."
Maledizione. Che diavolo succedeva in quel periodo? O le guardie erano sensibilmente migliorate, o... nah, dovevo essere io. Ultimamente ero distratto senza motivo, era già la terza volta che una dannata guardia mi sentiva camminare. E io non sono il tipo da camminare rumorosamente.
"Dah, devo smettere di saltare ad ogni minimo rumore. Sarà stato qualche topo."
Per fortuna aveva smesso subito di cercarmi.
"AH-AH!! Non mi scappi, ora!!"
Come non detto.
Imprecai e corsi via in velocità, cercando di non attirare altre guardie.
Destra, sinistra, strada chiusa.. ma non strada qualunque.
Per fortuna la guardia mi aveva perso di vista, ma mi stava cercando anche tra le ombre.
Tirai fuori l'arco e presi una freccia a corda.
Mirai al soffitto in legno di una casa e scoccai la freccia.
Perfetto.
Afferrai la corda e mi arrampicai, ritirandola una volta salito.
Anche questa volta, nonstante tutto, ero riuscito a fuggire.
Forse.
***
Fanfic sul ladro protagonista del gioco stealth "Thief" (Dark Project)
***
Scusate, ma per via di un ransomware ho perso tutti i dati.. appena riesco a recuperare qualcosa o a trovare un po' di tempo per riscrivere tutto.. continuerò.. al più
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo vagando per le strade della città, cercando qualcosa che indicasse il luogo in cui sarei dovuto andare.
Certo che avrebbero anche potuto disturbarsi e dirmi dove diavolo era quel dannato posto, invece che far fare tutto a me..
No, in effetti era la mia essenza trovare le cose nascoste, essendo un ladro.
No, non un ladro. Il ladro. E non modestamente, il Maestro Ladro.
Mi cadde lo sguardo su un simbolo su una parete.
Un momento. Un simbolo pagano messo lì, casualmente vicino alla chiesa di St. Edgar?
No, non credo proprio.
Controllai per bene la parete e notai una pietra un poco sporgente.
La spinsi e si aprì un passaggio nella parete. Vi entrai riassumendo le mie intenzioni ed i miei obiettivi.
Primo: trovare il Cuore della Terra.
Secondo: cacciare i seguaci del Costruttore o rubare la piante.
Terzo: trovare qualcosa d’altro da rubare per riempirmi le tasche, come compenso.
Ovviamente tutto questo evitando di farmi ammazzare.

Il passaggio si richiuse alle mie spalle e mi lasciò in un corridoio di pietra.
Mi tirai indietro, contro il muro, appena in tempo per evitare una freccia che mi avrebbe colpito alla testa, uccidendomi sul colpo. Non poteva essere indirizzata a me.
Guardai dalla parte opposta dell’arciere.
Che cos’è quella.. cosa?
Era uno strano incrocio tra un uomo ed un mostro: il suo volto era sfigurato da molte cicatrici, un occhio completamente bianco e la parte sinistra del viso scorticata. Era a torso nudo, da davanti si vedeva la sua spina dorsale, nel punto in cui il ventre era squarciato, e le sue mani erano nulla più che lunghissimi artigli.
Estrasse la freccia e la tagliò in due semplicemente sfiorandola.
Corse verso l’arciere e con un suono secco di ossa rotte, in un solo colpo, gli tranciò la testa.
Prese a sventrarlo con foga, mangiandone le viscere.
Che scena disgustosa!
Stando molto attento a non fare alcun rumore e a restare nell’ombra, andai nella direzione opposta a lui.
Lo sentii fiutare l’aria e guardare verso di me.
Imprecai mentalmente più volte e mi infilai in un’insenatura completamente oscurata. Quell’essere mi metteva una certa inquietudine.
Mi passò davanti e si fermò. Girò il volto, se così si poteva chiamare, dalla mia parte, scrutò nell’ombra, arrivò a pochi millimetri dal mio viso giusto un istante dopo che avevo iniziato a trattenere il respiro.
Con uno sbuffo, si allontanò per tornare al cadavere.
Molto, molto e dico MOLTO silenziosamente tornai ad andare nella direzione opposta alla sua.
Presi un paio di calici d’oro qua e là e mi fermai ad aprire una porta.
Per poco non morii d’infarto.
Mi sbilanciai all’indietro, evitando per meno di un soffio un colpo d’ascia, caddi e mi rialzai sbattendo con forza la schiena contro la pietra del muro, mi preparai a schivare un possibile futuro attacco e tesi l’orecchio per sentire un qualsiasi rumore.
“Oh per il Grande Ingannatore! Garrett, Sei tu!” sentii sussurrare “Vieni, forza!”
Una mano affusolata si sporse appena dall’ombra.
“Sbrigati!”
Non riconoscevo quella voce, non mi fidavo.
Restando all’erta, entrai in quella stanza completamente buia.
“Cosa ci fai qui, ladro?”
quando i miei occhi si abituarono all’oscurità, distinsi i lineamenti della donna.
Pagana, decisamente pagana.
I suoi capelli erano castani, gli occhi verdi come foglie.
“Chi sei, tu?”
“Il mio nome è Meredith. Sono l’erede di Viktoria.”
Ah, ecco. Però avevo ragione: è pagana. Anche troppo.
“Che ci fai qui?”
“Te l’ho chiesto per prima, ladro.”
“Ho un nome. Comunque, dovresti saperlo bene: mi avete incaricato di trovare quella pianta, il Cuore della Terra, ed è per questo che sono qui.”
Sorpresa, Meredith disse che non era vero.
“Sì, invece! Avete lasciato un messaggio al porto dicendo di cacciare i seguaci del costruttore e, in caso non riuscissi, di rubare la pianta.”
“Non esiste! Non manderei mai qualcuno di diverso da me in questo luogo! Sarebbe una missione suicida per altri venire qui!”
“E perché?”
“Chiunque venga qui e non sia pagano morirebbe, gli Zera sono nati per proteggere il Cuore, solo un pagano può ucciderli o passare inosservato al loro potere.”
“Io sono passato quasi inosservato con quello all’ingresso.” precisai io, un po’ piccato
“Quasi, l’hai detto tu stesso.. ma tu sei un caso particolare, Garrett, è normale che fatichino a notarti.”
“Non ho detto questo. Ho avuto un’ottima dose di fortuna, come sempre, per sfuggirgli.”
La donna mi guardò, come se avesse avuto un’idea.
“Se hai passato lui, forse puoi aiutarmi. Uscendo da questa stanza, vai verso destra, lungo il corridoio, fino a un portone con una scritta d’argento.” mi consegnò una chiave “Una questa per aprirlo e vai nel giardino. Attraversalo completamente ed arriverai ad una statua. Lì devi-” ma s’interruppe.
“Che c’è?”
Mi zittì coprendomi la bocca con una mano.
Passi trascinati, rantoli di morte.
“Corri, Garrett! Lo terrò occupato in modo che perda le tue tracce e non ti segua, dato che nemmeno io con la magia posso impedirglielo, ma devi correre!”
Uno di quegli esseri rivoltanti spalancò la porta.
“ORA!”
Scattai più velocemente che potevo, abbassandomi giusto quanto bastava per evitare gli artigli dello Zera, e arrivai presto al portone, lo aprii e mi chiusi dal’altra parte, poi mi fermai a riprendere fiato.
Non avevo mai corso così a lungo tanto velocemente. Grazie mille, adrenalina.
Con quelle creature c’era da temere per la vita!
Mi guardai intorno. Era un giardino come quelli delle chiese: squadrato, con un porticato tutt’intorno, un pozzo al centro, una statua sul fondo.. e nessuno in vista.
Feci un passo e sentii un click sospetto. Guardai il mio piede.
Prevedo guai. Grossi, enormi, indicibili guai.
Mi abbassai per evitare una trave, andai sull’erba, mi vidi sfrecciare contro degli oggetti – non stetti a guardare cosa fossero - , schivai e misi il piede su un’altra trappola. Imprecai, scattai di lato per evitare dei dardi ed inciampai in qualcosa.
Oh, guarda, un tizio con un Martello. No. FANTASTICO, un cadavere con un Martello. Nulla di buono.
Mi rialzai e tornai sui miei passi verso la statua.
Trovata. Perfetto, ed ora?
  
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