Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: elichan_    11/05/2016    2 recensioni
Jimin e Jeongguk si ritrovano dopo due anni. Jeongguk è un po' cambiato, ma non i suoi sentimenti.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'BTS prompts'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Dovremmo lasciarci"

Quelle parole erano come un pugnale al cuore di Jeongguk, ma lui annuì comunque sapendo che era quasi tutta colpa sua se Jimin stava dicendo quelle cose.

"Bene, ho già preparato le mie cose e Yoongi hyung verrà presto a prendermi" disse Jimin impassibile, e Jeongguk annuì nuovamente, anche se non voleva, anche se voleva inginocchiarsi davanti a lui e pregarlo di non andarsene e dirgli che lui era la cosa più importante e bella che gli fosse capitata nella vita, ma la sua bocca non voleva aprirsi e il suo corpo era in modalità autopilota.

Quando Jimin se ne fu andato, con tutta la sua roba, lui rimase da solo, nello stesso punto, immobile, circondato da tutte le foto che gli ricordavano i bei momenti passati insieme. Si ritrovò a chiamare Taehyung, l'unica persona che non lo aveva mai lasciato.

"Ohi Jeongguk-ah!". Taehyung sembrava piuttosto felice, e Jeongguk si chiese se avrebbe fatto bene a parlargli, rischiando di rovinargli anche la sua di felicità. Come se Taehyung gli avesse letto la mente, gli chiese con tono serio "qualcosa non va?".


"Se n'é andato, hyung. Io l'ho fatto andare via da me, come tutte le volte" fu la risposta secca di Jeongguk,  e fu sorpreso che non stesse piangendo. Forse era perché ormai era abituato alle persone che se ne andavano dalla sua vita perché erano gelose del suo successo o perché qualche volta lui era troppo preso dal lavoro o semplicemente perché non sapeva come esprimere al meglio i suoi sentimenti.

Rimasero entrambi in silenzio per un po' di tempo, Taehyung lo ruppe dicendo "Sono sicuro che tornerà, lui ti ama cosi tanto,  non potrebbe mai lasciarti cosi". A queste parole Jeongguk non riusi più a trattenersi e scoppiò a piangere.

"É-É sempre così hyung", si fermò un attimo per calmare i singhiozzi. "Lui mi amava tanto, l-lo so, co-come nessun'altro mi abbia mai amato, e anche io, anche io lo a-amo come nessun'altro, perché non riesco a dirlo come si deve, hyung?" riuscì a dire. Dopo qualche minuto in silenzio iniziò a gridare preso dalla rabbia "Perché non sono riuscito s pregarlo di rimanere? Perché non sono riuscito a dirgli nulla? Perché hyung?"

"Se a lui serviva che tu dicessi queste cose, se non riusciva a capirti senza parole, allora forse lui non era la persona giusta per te, Jeongguk. Non ti preoccupare, troverai qualcuno che saprà capirti senza parole, solo, non perdere la speranza, ok?"


Due anni dopo, all'età di 26 anni, Jeongguk era il più giovane manager che l'impresa per la quale lavorava abbia mai avuto e viveva in un attico in Yongsan-gu. Il suo primo compito da manager fu quello di selezionare personalmente i suoi collaboratori attraverso dei colloqui. Si stava preparando ad accogliere il nono candidato, quando lesse il suo nome: Park Jimin. In quell'istante la porta si aprì e lo stesso Park Jimin che aveva rotto il suo cuore in piccoli pezzetti, era li, in piedi davanti a lui, bello come sempre.

"Beh, questo è piuttosto imbarazzante" fu ciò che disse Jimin con la sua dolce voce, e improvvisamente Jeongguk si vergognò perché non voleva rincontrare l'altro in quel tipo di situazione: Jeongguk dietro una scrivania e Jimin facendo un colloquio per lavorare sotto di lui.

"S-siediti pure" balbettò Jeongguk, rimproverandosi per questo.

"Grazie" sorrise Jimin, e Jeongguk sapeva che gli mancava quel sorriso, ma non sapeva che gli mancava cosi tanto.

Jeongguk voleva dirgli che lui gli mancava, che lo amava ancora, anche dopo due anni, invece scelse di essere professionale e iniziò il colloquio come aveva fatto con gli altri candidati. Vide che Jimin era più che qualificato per lavorare con lui e ne fu orgoglioso, anche lui era cresciuto. Quando il colloquio finì Jeongguk si sentì deluso, voleva stare ancora con l'altro, ma come sempre non sapeva cosa dire e, invece di congedarlo, rimase in silenzio.

"Hai davvero avuto successo, alla tua età, essere un manager" iniziò Jimin, rompendo il silenzio, "te lo meriti, hai sempre messo il lavoro prima di tutto, sono contento di non esserci stato per infastidirti".

A quelle parole Jeongguk sentì una fitta al cuore. Come poteva Jimin pensare che lo stesse infastidendo, quando in realtà lui era il motivo per cui Jeongguk ha fatto tutto quello che ha fatto. "Infastidirmi? Hyung, tu non mi hai mai infastidito. Tu eri il solo e unico che mi spingeva ad andare avanti, che mi ha spinto ad arrivare fin qua, che mi ha inspirato. Lo sei ancora" disse tutto d'un fiato, sentì le sue guance arrossarsi, ma era felice perché finalmente aveva detto quello che voleva dirgli da tanto tempo. Jimin, dall'altra parte, era confuso.

"Hyung, mi dispiace per averti ferito, era l'ultima cosa che avessi voluto, e capisco che era tutta colpa mia perché ero troppo concentrato sul lavoro, quando avrei dovuto dare tutta la mia attenzione a te, perché ti amavo più di ogni altra cosa, ed eri la persona più preziosa che abbia mai avuto, e ti meritavi tutto quanto io potessi darti, invece io non ti ho dato nulla, e mi dispiace cosi tanto". Jeongguk ora era in piedi e stava guardando dritto negli occhi di Jimin, che ricambiava lo sguardo impassibile.

"Jeongguk, senti-"

"Hyung, per favore, non dirmi che è troppo tardi, ti amo, più di prima, e mi manchi così tanto che fa male. Per favore hyung, dammi un'altra possibilità" lo bloccò Jeongguk, per paura di sentire un rifiuto da parte dell'altro.

"Jeongguk, io penso che sia tardi per scusarsi. Mi hai ferito abbastanza tempo fa, si, ma non sono più arrabbiato con te". Jeongguk sentì il suo cuore sprofondare, avrebbe dovuto saperlo che era troppo tardi, però almeno era riuscito a dire ciò che provava. "Ma penso che non sia mai troppo tardi per dare seconde possibilità, specialmente quando ho rimpianto di averti lasciato ogni giorno" concluse Jimin con un sorriso pieno di amore, lo stesso che aveva due anni prima.

"Mi dispiace che ci sia voluto così tanto per me per dirti queste cose" disse, mentre lo abbracciava forte.

"Va bene, penso che questa separazione ci abbia fatto capire molte cose, no?" rispose Jimin, ritornando l'abbraccio.

"Si, però questo non accadrà più perché d'ora in poi non ti permetterò più di lasciarmi".

"Non sarà un problema dato che io non ho più intenzione di lasciarti"


__________
Spero vi piaccia anche questa, e ditemi cosa ne pensate perchè non sono davvero abituata a scrivere in italiano...

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: elichan_