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Autore: Crepuscolina13    12/05/2016    1 recensioni
E se Emma fosse un angelo custode con il compito di vegliare, e di rendere di nuovo buona la famosa Evil Queen ?
Ovviamente SwanQueen.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la terza o quarta volta in un giorno ripercorsi lo stesso tragitto e nel farlo mi accorsi grazie alle finestre che si era fatto buio, anzi forse era pure tarda sera.
Arrivata alla sua stanza trapassai la porta ed entrai.
La trovai seduta ad una scrivania che leggeva un libro e senza distogliere lo sguardo da esso mi parlò:
-Allora hai parlato con l'angelo?- chiara e diretta.
-Si-
-E c'é qualche problema?- chiese ancora anche se non sembrava molto interessata ad una mia risposta.
Ma io mi bloccai.
Non potevo certo dirle dell'accordo tra me e Ruby perché altrimenti lei avrebbe risparmiato Biancaneve solo per non farmi andare via.
E quello sarebbe stato un gesto falso, perché non era quello che lei avrebbe voluto fare veramente.
La sua decisione doveva essere pura e vera , maturata dal cuore.
Non potevo dirle la verità ma questo avrebbe significato mentirle.
E gli angeli non mentivano o almeno, io non ne avevo mai sentito il bisogno.
Ma per Regina sarei andata contro tutti i miei principi.
-Tutto bene, gli ho chiarito la situazione e sembra averla presa bene, ovviamente vorrebbe che tu non uccidessi la sua protetta- le risposi guardando verso il muro che improvvisamente aveva assunto una tonalità di nero più affascinante.
-Allora che aspetti e speri- sbuffò lei scrivendo qualcosa a bordo delle pagine del libro e continuando a non guardarmi, come per escludermi, come se non mi volesse dare importanza.
-Regina mi avevi promesso che ci avresti pensato- mi lamentai io.
-Infatti, domani sera ti comunicheró la mia decisione, ovvero ucciderla- disse con voce calma e calcolata.
-Va bene, forse magari qualche ora di sonno potrà aiutarti a riflettere di più- sbuffai io, arrendendomi di fronte al muro che stava lentamente innalzando tra noi due.
-Scordatelo-rispose lei girandosi a guardarmi finalmente in volto.
-Cosa?- domandai confusa.
-Stanotte non dormirò, primo perché non ho sonno e secondo perché tu potresti compromettere il mio giudizio ed io non voglio essere manipolata da te-.
Le sue parole mi ferirono.
Il mio intento da quando tutta questa storia aveva avuto inizio non era stato di manipolarla ma di darle una seconda opportunità per redimersi e lei sminuiva tutto quello che avevo fatto con quella parola brutta e meschina.
Mi imposi di non prendermela troppo, d'altra parte stavamo attraversando un momento difficile.
-Regina una bella dormita può davvero aiutarti a schiarirti le idee-  provai invano a convincerla.
-La decisione è presa e non ho intenzione di discuterne- rispose severa tornando a concentrarsi sullo studio del libro che aveva davanti.
Sbuffando mi arresi sedendomi su una piccola poltroncina in un'angolo della stanza e il discorso si chiuse lì.
Per tutta la notte Regina cercò di distrarsi come meglio poté.
Si esercitò su alcuni incantesimi di magia, lesse altri libri e riordinò il suo armadio pieno di abiti dove il colore nero prevaleva.
Non so quanto tempo passò, ma probabilmente buona parte della notte andò sprecata in quel modo.
A un certo punto e lasciatemi aggiungere finalmente si stese sul letto e sbuffò frustrata.
Io allora mi alzai in piedi, pronta a ritornare in battaglia.
-Finalmente hai deciso di dormire?? Mi sto annoiando a morte- mi lamentai.
-No non dormirò- rispose convinta anche se dopo un po' uno sbadiglio spuntò sulla sua faccia.
Mi stesi accanto a lei sul letto ed avvicinai di molto i nostri visi.
Avevo pensato di mostrarmi arrabbiata nei suoi confronti, forse per farle cambiare idea era necessario che avesse ben presente il mio disappunto per sue scelte ma non ci ero riuscita, già normalmente avevo difficoltà a tenere rancore per poche ore e visto che in questo caso si trattava di Regina la prova era ancora più ardua.
E poi ero pur sempre un angelo o almeno speravo di esserlo ancora.
Quindi mi ero arresa e avevo deciso di far trasparire solamente il mio bene per lei.
-Mi manchi Regina, ti sento così distante- le sussurrai dolcemente.
-Devo esserlo e poi tu sei arrabbiata con me- ammise, stando attenta a non contraccambiare il mio sguardo.
-No non è vero- le risposi sicura.
-Si lo sei non mentirmi-
-Regina guardami...- e solo dopo il mio invito i nostri occhi si unirono.
-Non lo sono, e voglio farti sapere che se anche tu prenderai la decisione sbagliata io ti sosterrò lo stesso, certo ne sarò molto delusa e triste ma non mi arrenderò, non smetterò mai di combattere per te-
Lei mi fissò intensamente e quello sguardo equivalse ad uno splendido bacio.
Baciarsi era un'azione potente, il bacio portava con se sentimenti e paure, connetteva i due amanti in un modo unico e intimo e questo era quello che era appena successo tra noi due.
Io le sorrisi e lei restituì il gesto.
Per una frazione di secondo vidi i suoi occhi inumidirsi ma nessuna lacrima scese da essi.
-Grazie Emma-
-Di niente- le sussurrai con voce lieve e dolce.
Poi distolse gli occhi e si concentrò sulle sue dita che cominciarono a stropicciare l'orlo dell'abito.
-Tu non puoi capire come mi sento ma è come se fossi dilaniata in due parti.
C'è questa fazione potente ed oscura che mi spinge ad ucciderla seduta stante senza ripensamenti né rimorsi e poi c'è questa piccola parte di me che grazie a te sta crescendo sempre di più che mi dice di rallentare che forse sarebbe l'ora di perdonarla e mettere fine a questa stupida ed interminabile vendetta ma poi appena penso di poterla risparmiare l'immagine di Daniel e Henry che..- fece una pausa di un paio di secondi, la sua voce si incrinò e una lacrima scese dai suoi occhi, prese un profondo respiro e poi continuò.
-Vedo le loro morti davanti ai miei occhi, rivivo le stesse esatte sensazioni di quel momento come se ogni volta riaccadesse ancora sento la mia impotenza e questo mi distrugge, è come se un altro pezzettino del mio cuore stesse morendo, ed ho paura che se non la uccidessi non avrei vendicato le loro morti-
Finalmente mi spiegò, finalmente si confidò con me.
-Me li immagino lì sofferenti, ad osservarmi, ansiosi di veder uccisa la loro assassina, ho paura che rimarranno lì in etero in cerca di una pace che non arriverà mai perché io non ho ucciso Biancaneve-
Rimasi stupita da tutte queste confessioni, Regina non era certo un tipo da dichiarazioni e ne rimasi molto commossa che quasi avrei voluto piangere e toccarla, stringerle la mano, accarezzarle i capelli per darle almeno un po' di conforto da tutto quel dolore.
Tutto azioni che non ero in grado di fare.
-Regina io non conoscevo Henry e Daniel ma sono sicura che fossero delle brave persone, loro non avrebbero voluto che tu ti trasformassi in un'assassina, loro avrebbero voluto solo la tua felicità, e poi io non credo che nel posto in cui sono adesso si  disperino se Biancaneve non è ancora morta- dissi provando a dargli un po' di speranza 
-Quindi tu dici che non disonererei la loro memoria se non la uccido?-
-Assolutamente no, sono sicurissima che loro vogliano solo la tua felicità ed anche io te la auguro, anzi ti dico di più, sono convinta che loro troveranno un po' di pace solo se ti vedranno finalmente trovare la felicità- le sorrisi ancora, Regina era così dolce in quel momento che trovai difficile riconoscere la persona che avevo davanti con quella che poche ore prima aveva mimacciato di morte una povera ragazza indifesa.
-Allora credo che presto staranno bene- confessò arrossendo.
Io la guardai con sguardo interrogativo non capendo bene il senso della frase così lei rispose alla mia domanda silenziosa.
-Credo che tu sia una parte importante della mia felicità-
A quelle parole arrossì a mia volta e ci guardammo in volto.
-Regina, io credo di starmi affezionando molto te- confessai a mia volta.
Lei si prese del tempo per rispondermi.
-Anche io, e vorrei davvero renderti fiera di me e fare la cosa giusta ma..tu non puoi capire come mi sento.. dentro sono sconvolta e confusa- dichiarò infine esponendomi ancora i suoi dubbi. 
-Allora aiutami a capire, fidati di me e fammi unire i nostri spiriti- la pregai io.
-Va bene..- rispose sussurrando.
A quel punto chiusi gli occhi per concentrarmi meglio e subito trovai la fonte delle sue emozioni, era lì, davanti a me, e mi chiamava.
In un baleno tutte le sue paure e incertezze mi piombarono addosso, quasi ne fui soffocata ma riaprendo gli occhi vidi il suo viso e tutto si fece più chiaro.
Mi feci carico del dolore e lo divisi in due.
Mi resi conto che Regina era una donna veramente forte perché se fossi stata nelle sue condizioni avrei già ucciso Biancaneve da tempo.
Perché c'era questa parte enorme, di un color rosso sangue che traspirava malvagità, e cresceva ovunque, corrompeva qualsiasi cosa e Regina ci lottava ogni giorno, le resisteva ogni giorno.
Scavando nel profondo però trovai qualcosa che ancora non era stato macchiato di rosso.
L'amore.
Era qualcosa che era cresciuto velocemente ed in poco tempo ma il suo nucleo era vecchio e resistente.
Probabilmente era quello che avevano visto gli anziani in lei, probabilmente era per quello che io adesso mi trovavo qui, per salvare quel piccolo nucleo che io avevo addirittura fatto crescere.
Mi ci immersi dentro e sentì sulla mia stessa pelle che Regina mi amava.
E sorrisi di gioia.
Forse non era ancora pronta ad ammetterlo ma lei mi amava come io amavo lei.
-Perché sorridi?- mi chiese preoccupata.
-Perché la tua anima è così bella- risposi semplicemente.
-Com'è possibile?? È così oscura- chiese perplessa.
-Non sai che dopo la notte viene sempre il giorno?- ma non le diedi il tempo di rispondere che continuai.
-Adesso capisco ancora di più quello che stai passando e ti assicuro che qualunque decisione prenderai io rimarrò sempre al tuo fianco-
Lei arrossì, e assistessi coi miei occhi al suo lento cambiamento.
Perché a quelle mie parole quella piccola luce crebbe un'altro po' e invaso la paura che le si trovava vicino.
La paura precedentemente era stata macchiata dal rosso che aveva messo le sue radici.
La luce e il rosso si scontrarono ma stranamente non combatterono.
Il rosso si ritirò di sua spontanea volontà.
Era questo che accadeva tutti i giorni nell'anima di Regina.
Era questo che significava cambiare.
Combattere i propri istinti più oscuri.
-Credo che adesso potrei anche dormire un po'- mi disse all'improvviso.
-Ma prima devi promettermi una cosa-
-Tutto quello che vuoi- risposi subito e concentrando tutta la mia attenzione su di lei.
-Promettimi che non mi manipolerai attraverso i sogni, voglio essere sicura che qualunque decisione io prenda domani sarà vera, sarò io che avrò scelto e le conseguenze di quella scelta saranno mie -
-Te lo prometto-.
Si stese completamente accanto a me non più girata su un fianco come prima e con uno schiocco di dita si cambiò e poi chiuse gli occhi.
Ci mise un po' ad addormentarsi  complice il sonno accumolato per colpa del sonnifero ma poi grazie al suo respiro intuì che si fosse addormentata ed allora entrai nella sua mente.



"Ci ritrovammo in una radura molto estesa ed eravamo circodate da una varietà incredibile di fiori variopinti.
Io stavo indossando il mio solito abito bianco mentre invece Regina indossava dei pantaloni ed una camicia di cotone con un giacchino sopra e tutto ciò le donava un aria incredibilmente sexy.
-Ciao- le dissi sorridendo.
-Hei- rispose lei arrossendo, per colpa forse del luogo in cui ci trovavamo che donava ad entrambe un'aria molto romantica.
Il sole ci abbagliava ma nello stesso tempo ci riempiva di forza e felicità, i grilli intorno a noi cantavano portando ovunque allegria e poi due colombe volarono sopra di noi.
-Questo è decisamente un bellissimo sogno- commentò Regina avvicinandosi a me, io invece rimasi ferma, volevo che fosse lei a venire da me.
Una volta trovateci di fronte ci sorridemmo con area innamorata ed allora fui io a fare la prima mossa e a strigerle la mano.
Dopo un paio di secondi però il mio viso si tinse di confusione e il mio sguardo cadde in basso.
Con orrore appresi che non riuscivo a toccarla.
-No..-
Quella unica parola echeggió fra noi due ed allora anche lei guardò stupida la mia mano che cercava invano di afferrare la sua.
Portai le mani al suo volto per avvicinarla a me come se volessi baciarla ma per l'ennesima volta non successe nulla.
-No, No No! - esclamai sofferente.
Io vivevo di quei piccoli e rari tocchi.
I suoi occhi si riempirono di paura e si sbarrarono.
-Mi dispace è colpa mia- mormorò con voce debola.
-Cosa??- dissi non capendo di cosa stesse parlando, ero ancora scioccata e invano cercavo ancora di toccarle una guancia.
-Questo è un incubo, è colpa mia se non possiamo toccarci- spiegò con voce sofferente, avevo la sensazione che stesse cercando di trattenere qualche lacrima.
-Non fare la stupida-
-Infatti Regina, non umiliare te stessa- all'improvviso questa voce sconosciuta si espanse intorno a noi e la radura divenne all'improvviso meno assolata e guardando in alto notai che numerose nuvole minacciose avevano invaso il cielo.
Ma i miei occhi furono subito riportati a terra quando Regina esclamò terrorizzata:
-Madre!-
Regina si portò davanti a me, per farmi da scudo, cercò di spingermi dietro di lei, per nascondermi col suo corpo ma la sua faccia si fece ancora più scura quando capì di non poterlo fare.
Ma di certo non mi tirai indietro ed anzi facendo alcuni passi avanti la affrontai.
-Tu sei quel mostro che ha ucciso sua figlio e suo marito?-domandai sprezzante.
-Emma ..per favore- mi pregò Regina emettendo un gemito di paura.
All'improvviso la mia forte e indipendente protetta sembrava essersi trasformata in un debole agnellino.
E tutto per colpa di sua madre..
Le faceva così paura??
-Esatto Emma ed adesso succederà la stessa cosa a te- mi rispose la donna, che forse non era neanche degna di essere chiamata donna, ignorando la figlia.
-Questa volta non te lo permetteró!- gridò convinta Regina andando in contro alla madre e fronteggiandola con sguardo di sfida.
-Ah ma davvero cara?? E dimmi come farai visto che non puoi toccarmi?- le chiese sorridendo malignamente.
-Cosa?- chiese lei confusa e scioccata.
-Esatto- e detto ciò, con camminata reale ed elegante trapassò letteralmente sua figlia e si diresse a passo sicuro verso di me.
Io guardai la scena come a rallentatore.
Regina si girò verso di noi e a bocca aperta si rese conto che non ero io a poterla toccare ma era lei quella a non potermi toccare.
E grazie ai suoi occhi capì benissimo cosa stesse provando.
Essi gridavano una sola parola.
IMPOTENZA.
Guardò inerme sua madre che si avvicinava al mio cuore, sua madre che alzando un braccio mi toccava.
All'inizio inconsapevolmente la scambiai come un carezza ma poi la donna mi strappò brutalmente il cuore dal petto ed in un secondo lo ridusse in cenere.
Ebbi giusto il tempo di sentire Regina piangere e gridare disperata prima che i miei occhi si chiudessero e la morte sopraggiungesse."

Regina si sveglio gridando e ciò risvegliò bruscamente anche me.
-Emma Emma Emma!- continuò a urlare nella stanza assolata della mattina.
-Ehi ehi sono qua- cercai di tranquillizzarla io.
-O mio dio Emma- e con queste parole si lasciò andare ad un pianto di lacrime.
Quella scena mi stritolò il cuore e la cosa peggiore fu sapere di non poterla abbracciare, di non poterle accarezzare i capelli per calmarla e quindi continuai  solo a ripetere un lento ma continuo:
-Sh, sh , sono qua, sh, era solo in incubo, sh, sono qua-
  
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