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Autore: Namielly    12/05/2016    4 recensioni
Correva l’anno 2013, era il giorno del mio compleanno. Il tuo Rasengan mi mozzò un braccio. Stavo là, a guardarti ansimare e annaspare, steso al mio fianco.
Che ironico. Ci eravamo entrambi mozzati un braccio, tu il destro, io il sinistro. Perché ironico? Non sembrava casuale. Anche quel giorno, eravamo complementari, eravamo opposti si, ma ci completavamo.
E quel giorno, terminammo di esserlo.
Era il 23 luglio del 2013… e io morii.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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*PROLOGO*



A volte ti sogno ancora. Mi sveglio al mattino, e mi illudo che magari tali sogni siano potuti esser davvero reali. Questa stupida illusione è ciò che mi spinge ad andare avanti, a vivere la monotonia perenne dei miei giorni, che si susseguono tutti uguali, come uno stupido film che ogni mattino ricomincia daccapo, senza mai giungere alla sua fine. La fine che darebbe senso a tutte quelle riprese, a tutte quelle recite, all’intera storia in sé. E così, esso si ripete, in quel susseguirsi stanchevole a tal punto da portare alla noia, ed infine all’apatia.

Mi sveglio… Bevo il mio latte, soffermandomi ogni giorno ad osservare la data di scadenza prima di berlo. Mi infilo sotto la doccia, lascio che la schiuma e l’acqua mi scorra sul corpo per un’ora buona, sperando forse che essa possa lavar via anche le mie colpe ed… i miei ricordi. Mi vesto, e giro per il villaggio. Ogni volta rammento la mia infanzia sgretolata, il mio continuo vagare da bambino tra le case, sperando in conforto, in un sorriso, ma esso non arrivava mai. E allora mi vado a sedere sull’altalena, sulla nostra altalena, quella dove ci incontravamo sempre… E piango, piango sul tuo ricordo e su tutto ciò che ha caratterizzato la mia vita. Ad una certa ora torno a casa, perché so che Sakura-chan verrà a trovarmi. Appena arriva mi chiede come sto, con occhi compassionevoli. Io non rispondo, io non parlo con nessuno. La odio.

“Smettila di fissarmi con pietà. Smettila di chiedermi come sto. Smetti… di parlarmi di lui.” Questo vorrei dirle. Ma sto zitto e piango, piango come un bambino. Non credevo che sarei mai arrivato a quel punto: io, Naruto Uzumaki, stanco di lottare, stanco di me stesso, stanco… di vivere. Vivere una vita vuota non aveva alcun senso. Ed essa è vuota, senza di te.

E poi… vado a dormire, quanto prima posso. In realtà, spero che la morte mi colga, invece che il sonno. Mi addormento ed eccoti… Piccola luce in un mondo di tenebra, l’unica ragione per il quale io ancora respiro.

“Naruto.” Scoppio in lacrime. Eccoti, e sono così felice, così tremendamente sollevato di vederti che le lacrime dopo qualche minuto smettono. Ti avvicini, con quel mezzo sorriso fantastico. Tu non sei tipo da grandi sorrisi e grandi risate. Tu eri, e sei, quello che a malapena sorrideva, ma che quando lo faceva, potevi esser certo della sua sincerità. E ti ritrovavi là, stordito, sconvolto, lusingato da tale privilegio come fosse un tesoro. La tua tunica bianca lascia intravedere il petto e i tuoi piedi nudi sul pavimento ghiacciato. “Sasuke.” Non mi avvicino. Ho paura, paura che quel sogno possa terminare non appena ti sfioro. Ma non posso farne a meno. Ti corro incontro e ti stringo quanto più forte posso, gridando “Ti prego, non sparire! Ti prego, NON SPARIRE!” Poggi una mano sul mio capo mentre singhiozzo sulla tua candida tunica.

“Baka…” bisbigli dolcemente, passando la mano tra i miei capelli.

“Non posso vivere senza di te!” esclamo, tra le lacrime, stringendo forte la tua tunica, quasi con veemenza. Tu mi prendi il volto tra le mani e mi guardi dritto negli occhi. Affondo negli abissi neri che costituiscono gli occhi tuoi, e mi ci perdo, completamente.

“Io ci sono, io ci sono sempre. Mentre bevi il tuo latte, vai all’altalena o ti vedi con Sakura. Io sono con te mentre piangi di rammarico per ciò che è stato. Io sono con te mentre visiti la mia tomba ogni giorno, e depositi nuovi e candidi fiori su di essa.” Sono scioccato, sembri sapere ogni singola cosa che faccio ogni giorno.

“Vivi, Naruto. Vivi come se io fossi là. Vivi come se…” mi tocchi il braccio mozzato, ed io mi irrigidisco “… Come se non lo avessi mai perso. Vivi per me, fallo per me.”

Quel giorno di circa 3 anni fa, non persi solo la mia intera vita, la mia unica ragione… Ma anche il mio braccio. Esso pareva essersi trascinato con sé anche la mia voce, che mai nessuno aveva più avuto l’onore di udire. E forse, anche il mio intero essere. Finito, il mio animo sgretolato in mille piccoli pezzi. Se ci pensavo, avevo perso tutto quel giorno. La mia speranza di diventare hokage… la mia volontà, la mia forza, il mio essere Naruto Uzumaki.

In seguito alla perdita del mio braccio, fui congedato anche come ninja. Non potevo più esercitare il mio ruolo e, se anche avessi potuto o voluto, nessuno mi avrebbe preso nella sua squadra. Un uomo che non aveva nulla da perdere, nessuna ragione per lottare… Sarebbe stato solo un morto in più sulla coscienza dei suoi compagni.

Perché, lo sai. Lottavo solo per te. Lottavo per poterti un dì rivedere. Per poter magari aiutarti a rimembrare i nostri momenti assieme… le nostre risate… i nostri litigi più stupidi. Il nostro essere semplicemente noi, unici e irripetibili come nessun altro.

Eravamo speciali se insieme, un’accoppiata invincibile. Volevo ricordartelo. Volevo farti comprendere cosa stavamo perdendo, ossia la nostra felicità. Perché insieme eravamo sempre felici, non fare lo sbruffone adesso.

Non ho potuto. I-io non ci sono riuscito… Ho fallito. Perdonami per aver sbagliato tutto, perdonami il mio essere tanto sbagliato e insulso in un mondo che non è capace di perdonare la debolezza. I deboli son sempre schiacciati dai forti, Sasuke-kun.




Steso, in quel luogo che probabilmente era stato creato dalla mia testa, con te al fianco, pian piano riacquisto la calma persa, e riesco a vedere tutto quasi con una prospettiva diversa, quasi come se il mio passato non mi appartenesse. La mia vita è lontana, e i suoi drammi solo un malinconico e lontano ricordo. Quasi li dimentico nella dolcezza di quell’incanto, nella felicità cieca e limpida che mi pervade.

“Sasuke… Ti amo.” Bisbiglio dolcemente vicino al tuo orecchio. Siamo intrecciati assieme, come volessimo fonderci, le nostre gambe avvinghiate, i corpi attaccati, le braccia strette. Il mio viso è a qualche centimetro dal tuo orecchio sinistro, i tuoi capelli neri mi solleticano il volto.

“Naruto…” accarezzi con dita tremanti i miei capelli, mentre la voce ti si strozza in gola.

“Sasuke…”

“Non chiedermelo.”

“…Ti prego.”

La mia voce è ferma, pacata, ma intrisa di dolcezza. Vedo il tuo viso farsi teso, quasi pietrificarsi, mentre le lacrime ti scorrono lungo le guance, il tuo sguardo perso nel vuoto.

Dopo un silenzio che pare interminabile, ti giri verso di me. Mi guardi con occhi imploranti, e il mio cuore sussulta di dolore.

“Non chiedermi questo.” Sento la tua voce soffocata. Non capisci… Voglio restar con te. Ogni mattino è uno strazio, ogni mattino è solo una sofferenza costante e insopportabile. Ti ho visto morire… Per mano mia. Mentre il sangue zampillava ovunque, e non so come io abbia fatto a sopravvivere, dopo il colpo che mi avevi inferto.

“Uccidimi.” Uccidimi adesso, Sasuke… Non voglio tornare a riguardare la pietà della gente, che non sa fare altro che impietosirsi, o commentare crudelmente, o definirmi come un frocio senza palle. Si Sasuke, per loro il nostro amore non vale come il loro, il nostro è di serie B. Per loro è assurdo che io soffra per te.

“Da solo… non ne sono capace. Fa troppo male, da soli. Senti che la tua anima scivola via e l’unica cosa che sei in grado di fare e annaspare e affannarti per riuscire a salvarti… Nonostante volessi tentare di lasciarti andare all’oblio.” Ti giri, ti perdi nuovamente nel vuoto, e io ti afferro dolcemente il volto tra le mani, e il tuo sguardo incontra di nuovo il mio.

“… Io ti amo. E adesso sto solo vegetando. Se c’è solo una più piccola possibilità… anche la più microscopica… che questo momento possa allungarsi in eterno ed oltre, io la coglierei.”

“Questo posto… questo posto così buio… non mi fa paura, perché ci sei tu ad illuminarlo. E se rimanessimo qui per sempre, senza nessun altro, quel nessun altro non mi mancherebbe. Per me tutto inizia e finisce in te, per me tu sei il mio tutto, che ci sia o meno qualcuno non mi importa. Il mio mondo sei tu. Tienimi qui con te… Te ne prego.”

“Non posso…” sussurri. I miei occhi ricominciano a bruciare… odio la mia emotività.

“Non vuoi stare con me?” la mia voce trema.

“Si, ma… non così. IO voglio che tu viva.” Rimarchi quell’io, sottolineandolo pacatamente.

“Dimenticami…” continui, e allora non ho potuto fare a meno che sbottare.

“Non posso farlo! Non voglio farlo! Non dirlo nemmeno per scherzo!” mi allontano di scatto, alzandomi e districandomi dal nostro intreccio, e ti sollevi su un braccio, fissandomi con sguardo vuoto.

“Così come io non posso ucciderti.” Ribadisci piano. “Naruto, credo solo di essere un fantasma. Non so darmi altra definizione. Probabilmente ti sono legato, e se tu morissi…” Sospiri. “Anche quello che è rimasto di me, la mia anima, andrebbe via da questo mondo con te. il mio ultimo desiderio, prima di morire, è stato quello che tu vivessi… E oltre ad essersi realizzato ed essere sopravvissuto, adesso, devi riprenderti. Devi vivere. Io ci sono… sono qua. Sono con te ogni cosa tu faccia. Non puoi vedermi, ma sono con te.”

Mi paralizzo… Svaniresti?

“…Ci vediamo domani, Naruto.” Accenni un sorriso triste, mentre ti vedo avvolto dalle tenebre e invano grido il tuo nome.




La luce si fa spazio tra le serrande quando riapro gli occhi. Il trillare della sveglia sul comodino è continuo e fastidioso. Prendo con rabbia e foga la sveglia, gettandola con tutta la forza che ho contro il muro adiacente. Si fracassa contro il muro, tanti piccoli ingranaggi, plastica e metalli vari saltano via violentemente. Mi siedo sul bordo del letto, e, così come fai tu quando sei pensieroso, sovrappensiero contemplo svuotato il nulla.





   
 
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