Cenere spenta,
Il tuo corpo riposa.
Là sotto la coperta.
Quella che discosti mentre ti rigiri addormentata.
Io ti contemplo,
E spero non possa turbarti.
Il mio modo di guardarti,
E quello di destreggiarsi.
Fra i passi falsi commessi,
Le tue lacrime vive,
Riposano ora sul comodino.
I capelli raccolti, rilasciano buon profumo,
In queste stanze.
Ti vedo di nudo dipinta,
Mentre scavalchi la testiera,
Il cuscino e quei ricordi,
Troppo scomodi.
È la nostra vita, sfasciata in appena cento secondi.
E dimmi, se tu ti senti come me,
Se la mattina fai fatica ad alzarti,
Se ti commuove la sconfitta,
E mangiare gli avanzi.
Siamo cani randagi, infondo basta chiudere gli occhi,
E dirci che, anche se dormi.
I sogni non ti lasceranno in pace.
Non ti lasceranno godere ogni singolo momento.
Raccontami ancora di te,
Delle tue fatiche racchiuse in semplici fogli.