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Autore: Pedio Uichi    13/05/2016    1 recensioni
"Atterrare dal futuro nel passato é un'impresa non da poco. Altrettanto arduo é l'esatto opposto, ma sono qui oggi a raccontarti di me e del mio trascorso e chissà forse anche del futuro che non é ancora arrivato, ma prevedo un futuro dal sapore di un passato già vissuto".
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intro

 

Atterrare dal futuro nel passato é un'impresa non da poco. Altrettanto arduo é l'esatto opposto, ma sono qui oggi a raccontarti di me e del mio trascorso e chissà forse anche del futuro che non é ancora arrivato, ma prevedo un futuro dal sapore di un passato già vissuto.

Non sono mai stata brava a raccontare la mia vita a qualcuno. Alla mia età è difficile poter ricordare cosa è successo quella sera di 60 anni fa, oppure quella volta al supermercato, figurati che fino a poco fa non ricordavo dove avessi posato la dentiera. Ad ogni modo.. la vita ad oggi è solo un insieme di ricordi incastonati l’un l’altro come piccoli pezzi di un puzzle sbiaditi e rovinati dal tempo. Non saprei neanche da dove poter cominciare, forse mi verrebbe meglio se suddividessi la mia vita in momenti. Sì, credo che inizierò a raccontartela proprio così:

 

Momento n.1 - La nascita

 

Caro nipote, non sto di certo qui a spiegarti come nascono i bambini anche perché al giorno d’oggi le cose sono cambiate. Pensa che una volta i figli erano il più grande gesto d’amore che due persone potevano concedersi. I figli erano la concretizzazione, il futuro che ti dava la possibilità di rivivere attimi della tua vita non con i tuoi occhi, ma con gli occhi di chi ancora aveva tutta una vita da vivere davanti a se. Oggi sembra tutto diverso: le persone si lasciano, fanno figli per sbaglio e, non potendoseli permettere, li abbandonano nei cassonetti o peggio ancora, li mettono al mondo per poi interrompere la loro esistenza.

Io sono nata da un gesto d’amore e ancora oggi sono qui, il che mi fa pensare quanto grande possa essere stato l’amore dei miei genitori, dei tuoi bisnonni. Se avessi avuto la possibilità di conoscerli probabilmente te ne saresti innamorato.

Quando ero piccola stavo in casa a guardare la TV o a giocare con quel che ne restava delle bambole distrutte da mio fratello. Le odiava così tanto che la prima cosa che faceva era distruggerle.
Le giornate erano tutte uguali, un susseguirsi di eventi determinati da una costante e monotona vita da bambini. L’unico svago al di fuori delle mura domestiche era il lago del paese, un posto assai grande dove i bambini andavano con le loro famiglie in cerca di divertimenti e a lanciare cocci di pane alle anatre starnazzanti. Oggi è diventato un posto quasi inaccessibile frequentato da gente che fa a gara a chi ha il cervello più piccolo delle povere anatre starnazzanti.

Devo ammettere che le cose cambiano, infatti un paio d’anni più in là sono diventata un po’ più grande, come è giusto che sia.

 

Momento 2 - La crescita

 

Crescere forse è stata una delle cose che ho sempre desiderato, un po’ come tutti i miei coetanei dell’epoca, un po’ come fanno tutti i bambini: “Voglio diventare grande, dicevamo”. Pensa che fino a qualche anno fa ero dell’idea opposta, ma mi sono rassegnata all’inesorabile trascorrere del tempo ed eccomi qui: ottantenne comodamente seduta con la schiena ricurva come la poltrona che ha accompagnato sino ad oggi i miei abbiocchi pomeridiani. Per fortuna che con abile destrezza quella dannata molla sporgente non abbia ancora trafitto la mia soffice e quanto più molliccia pelle rugosa. Comunque...

Alla tenera età di 6 anni iniziai le elementari, non ricordo esattamente il nome delle insegnanti dell’epoca, ma che ci posso fare figlio mio. A malapena ricordo il tuo nome, vero Giuseppe? Giuseppe? Ehm scusami Giacomo, no no Francesco. Giovanni! Mannaggia la miseria Ignazio. Si, Ignazio. Vedi? mi sono rintontita. 80 anni ragazzo mio, quando mi raggiungerai rideranno i tuoi nipoti di te.

Le elementari volarono via, come anche l’ultimo anno, il quinto, in cui si facevano gli esami. Adesso non si fanno più, peccato. Sono dell’idea che in fin dai conti erano utili perché ti preparavano a quello stato di ansia che veniva a farti visita ogni qualvolta dovevi affrontare una prova o un colloquio o un appuntamento con qualche ragazzo.

A proposito di ragazzo. E’ stato in quegli anni che vidi per la prima volta tuo nonno. Devo dire che non mi stava molto simpatico, forse perché se ne stava sempre per i fatti suoi o forse perché ancora ero troppo piccola per capire certe cose. Ma negli anni a seguire diventammo ottimi amici e con il passare del tempo, dopo diversi anni di fidanzamento mi fece la proposta di matrimonio. Adesso ti starai chiedendo come avanzò la proposta, ebbene è tutta una storia a sé.

Eravamo in barca, non una di quelle che oggi si vedono in televisione ma una modesta barca a remi. Ricordo ancora l’odore che faceva il legno.

Mi portò in barca con la scusa di andare in un isolotto a poche remate di distanza dalla costa. Disse che avremmo trovato qualcosa di interessante una volta giunti a destinazione. Tuo nonno non era uno di quei body builder che vedi in televisione, ma non era neanche gracilino. Aveva giusto la forza per spingere quei remi fino a destinazione, una persona equilibrata.

Non fecimo neanche in tempo ad arrivare a destinazione che con un colpo di remi prese una medusa dall’acqua e la fece volare in aria e.. sai dove andò a finire? Sulla sua schiena. Poverino, dovetti remare di corsa io per tornare indietro in cerca di cure. Tralasciando la giornata andata a male, il pomeriggio del giorno seguente mi portò di nuovo in quell’isolotto con un fare piuttosto attento, soprattutto nella remata, come se sapesse il fatto suo. La medusa lo aveva messo in guardia. Arrivati nell’isolotto mi disse di cominciare a camminare lungo il sentiero tracciato da piccoli pilastrini in legno solcati sulla sabbia, mentre lui si occupava di mettere  a posto la barca e i remi. Non feci neanche un paio di passi, mi voltai e non lo vidi più. Tra me e me cominciai a pensare che si fosse nascosto dentro la barca e urlai il suo nome: “Antonio” DOVE SEI FINITO? Cosa è uno scherzo?

Feci il gesto di controllare dentro la barca e non c’era nessuno, allora presa dalla rabbia mi voltai e lo trovai dietro di me, chinato su di un ginocchio e pensai: “Ti ha punto un’altra medusa ad una gamba?” Stavo sdrammatizzando la situazione, avevo più o meno intuito cosa stesse per accadere.
E in quell’esatto momento di puro imbarazzo, mi mostrò l’anello e mi chiese di sposarmi. Accettai senza alcuna esitazione e pochi mesi dopo ci sposammo.



 

Momento 3 - La riproduzione

 

La vita andava avanti e nel corso dei miei anni vennero al mondo diversi pargoletti, tra cui tua mamma. Non ho molto da dire di questa fase della mia vita. Alti e bassi, hanno comunque caratterizzato le mie giornate. La cosa che mi ha sempre rasserenato e che tra me e tuo nonno è andato tutto bene. Non c’era giorno che, di sfuggita, facendo zapping, trovavo nel programma della De Filippi gente anziana intenta a ritrovare l’amore. Ormai questo programma non esiste più figliolo, però era molto di moda tra noi gente del “primo pomeriggio”.

Da qui a seguire ci sono stati tante belle soddisfazioni e qualche rimpianto. Il più grande la perdita di tuo nonno, qualche anno fa. Sono ormai passati anni e tutto sembra essere così vicino. Capita la sera di tornare a letto e guardare il lato vuoto del letto, sperando di trovarlo lì. Ma lui è lì, non fisicamente però mi ha promesso che è lì. Quanto mi manca.
Lui lo hai conosciuto e avete fatto tante cose insieme. Un giorno forse racconterai anche tu ai tuoi figli o ai tuoi nipoti delle avventure con tuo nonno. Come quando siete andati a pesca e ti ha lanciato una medusa addosso.

Ah, no scusami.

Scusami figliolo ho fatto confusione. Quella faccenda è successa il giorno della sua dichiarazione.

Comunque ne avrai di cose da raccontare.

Ma andiamo ad oggi.

 

Momento 4 - .... Il presente

 

Che posso dirti? Dalla vita ho imparato tante cose. Ho letto tanti libri, ho fatto tante cose. Ho conosciuto tantissime persone. Molte sono qui ancora, altre sono andate via, chissà dove. Speriamo in paradiso.

Ma una cosa l’ho imparata e spero che questo che sto per dirti possa esserti come esempio di vita:

La vita è come andare sul una scala mobile nel senso opposto, ti fermi e vai indietro, sempre più indietro e per andare avanti devi solo iniziare a correre. Non bisogna mai fermarsi. Quindi figlio mio, non fermarti. Perché il giorno in cui ti fermerai avrai smesso di vivere.

Ma questo non vuol dire che devi prenderlo alla lettera come ha fatto quel signore che ha preso contromano in autostrada causando il panico più totale.

Imparerai, si. Imparerai.

Caro mio, il tempo passa e oggi sono qui a parlare con te e domani è un altro giorno. Quando diventerai vecchio anche tu ti accorgerai che il presente che stai vivendo non te lo godi poi così tanto.

Sovvengono ricordi del passato. La nostalgia delle persone care avanza, come il tempo che inesorabilmente mi porterà via con se.

Adesso sono stanca, ho parlato abbastanza, ma ricordati di una cosa: il tempo passa e il nostro corpo rimane solcato da vistose rughe che delineano di noi ciò che siamo stati. 80 anni sono un bel traguardo, ma ti dirò di più: ho tant'anni ancora da vivere insieme a voi.

 
  
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