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Autore: Parasyte    13/05/2016    3 recensioni
Una piccola favola su un orso che scopre le stelle e se ne innamora, cercando una soluzione alla gigantesca distanza che li separa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte nella caverna era buia, senza luci. Da quando era nato aveva conosciuto il conforto della madre e aveva imparato a chiamare il buco nella roccia casa. L’orso era cresciuto, accudito dalla madre nella caverna buia. Aveva conosciuto il mondo attorno a sé, gli alberi, i fiumi, il cielo azzurro sopra la sua testa. La caverna lo riparava ogni notte, copriva il cielo arancione del tramonto e nascondeva gli alberi alla sua vista. L’orso non si chiedeva cosa ci fosse fuori dalla caverna, quando dormiva. Lo scoprì tempo dopo.

Quando ormai era poco più piccolo della madre, l’orso sentì la necessità di avere nuove esperienze. Aveva conosciuto i suoi simili, aveva stretto legami di amicizia con loro. Ma ancora il mondo notturno oltre la caverna lo affascinava, lo chiamava a sé come il miele.

Un giorno trovò un lago, nel mezzo di una radura, lontano dagli alberi. Il sole splendeva sopra di lui, illuminando l’acqua cristallina. Si sentì affascinato da quel luogo, e decise di restarvici per un po’. La notte arrivò mentre l’orso sonnecchiava ai piedi di un albero. I suoi occhi si aprirono sulla vastità del lago: puntini luminosi accendevano l’acqua, e attiravano l’attenzione del grosso animale, che si avvicinò per osservarli. Con un moto di istinto, l’orso alzò la testa: i puntini erano lì, brillanti, affascinanti. Sembravano sorridere al loro spettatore, che le guardava incantato. Una stella svettava sulle altre, molto simile alle sue sorelle ma più brillante agli occhi del giovane orso. Che cosa lo attirava così tanto? L’orso alzò la zampa, cercando di raggiungere la fonte luminosa: ma per quanto si sforzasse, il corpo celeste era sempre lontano dalla sua presa. L’orso fissò sconsolato l’acqua, e notò il bagliore della stella. Non esitò: si immerse nell’acqua e nuotò con tutte le sue forze verso il centro del lago, dove la meravigliosa stella rifletteva la sua luce. Dopo qualche minuto di disperato nuotare, l’orso finalmente giunse sotto l’amata stella, e si immerse, lasciando solo la testa scoperta.

Si mise a galleggiare, la pancia pelosa sotto l’acqua brillante. Il calore della stella gli sembrava palpabile sullo stomaco, e pensò di poterla toccare. In pace con se stesso, l’orso rimase a fissare la stella, abbracciando l’idea di averla con sé, un giorno.

   
 
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