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Autore: _symmetryistheway    14/05/2016    1 recensioni
Kendall Fleming è una giovane agente dell'MI6. Considerata un agente sensibile per via dei suoi colpi di testa, nonstante la sua intelligenza sviluppata e il suo sangue freddo, viene mandata in missione sotto copertura in collaborazione con la CIA, per indagare riguardo uno strano progetto di un gruppo neoterroristico, l'Oculus. Il suo compito è quello di sorvegliare un giovane informatico ingaggiato dall'Oculus, non conoscendone la vera natura, per creare l'Occhio Del Mondo.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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 Era una serata tranquilla a Londra,una sera come tante.

Pioveva e l'aria era umida e fredda, ma allo stesso tempo le luci della sera donavano un'aria così particolare alla città.

In uno dei lussuosi palazzi della city, Colton Sheepard apriva la porta del suo appartamento completamente immerso nel buio, decise di non accendere la luce.

Gettò per terra la sua 24 ore e poggiò le chiavi nel piattino di vetro sul mobiletto accanto alla porta. Non si annunciò, erano già le 23 e, non volendo svegliare la sua compagna, Sarah, tentò di fare il meno rumore possibile. Forse perchè si sentiva in colpa anche se non c'era motivo, forse perchè non aveva voglia di parlare, forse perchè era esausto. Forse perchè era semplicemente un traditore.

Avanzò a silenziosamente verso il salotto illuminato dalle luci della città sottostante provenienti dall'enorme parete di vetro rafforzato, quando qualcosa lo fece bloccare all'istante. O meglio qualcuno.

<< Cos'è, la camminata della vergogna, Sheepard? >> disse una voce femminile posta davanti a lui. Non era di Sarah ma era anch'essa una voce spaventosamente familiare.

La donna era seduta comodamente al centro del più grande dei due divani bianchi, non era totalmente illuminata ma lui riconobbe benissimo il profilo. Aveva le lunghe gambe accavallate l'una sull'altra, ai piedi aveva dei tacchi alti neri, dei pantaloni neri e una camicia bianca. Non erano gli stessi vestiti che aveva indossato qualche ora prima, quando l'aveva vista. Era una tenuta che lui conosceva fin troppo bene.

Era pietrificato, non riusciva a muovere un muscolo.

<< Potresti avvicinarti e accendere quell'abat-jour? >> chiese lei, << così quando ti accomoderai su quella poltrona potrò vederti meglio >>.

Colton, approfittando di quel buio, chiuse gli occhi per qualche secondo e si lasciò sfuggire un sospiro. Fece rapidamente mente locale, aveva ancora la pistola nella fondina sotto la camicia, se qualcosa fosse andato storto non avrebbe esitato ad usarla. L'unico problema era Sarah nell'altra stanza. Poco importava, tanto entrambi facevano parte di quel mondo, non si sarebbe preoccupata di un cadavere nemico.

Si limitò ad eseguire le istruzioni della donna, cautamente: accese la lampada e il viso di lei fu subito illuminato. L'adrenalina gli salì alle stelle e allo stesso tempo sentì tremare le gambe.

Gli occhi celesti di lei avevano una strana luce che lui non aveva mai visto, la mascella era stranamente rilassata e le labbra erano ricoperte di un rossetto rosso scuro, intenso, mentre i capelli biondo scuro erano legati in una coda alta. Non portava quasi mai i capelli legati, solo quando era in missione. La cosa che lo sorprese fu l'espressione rilassata ma al tempo stesso spaventosa che lo fece preoccupare.

<< Cosa ci fai qui, Kendall? >> chiese lui una volta sedutosi sulla poltrona davanti a lei.

Lei gli sorrise dolcemente, come faceva di solito.

<< Non mi offri nemmeno da bere? Che maleducato >> fece lei delusa.

Lui cambiò posizione sulla poltrona in modo da poter prendere la pistola più facilmente in caso di necessità.

<< Eppure ho visto che hai davvero un bel piano bar fornito nell'altra stanza >> continuò lei guardandolo fisso negli occhi, per farlo sentire a disagio, per incutergli timore, << oppure offri da bere solo alla gente che vuoi uccidere? Perchè in quel caso dovresti farlo, dato che sono anche io su quella lista >> aggiunse cambiando completamente tono, passando da uno frivolo a uno sorprendentemente pacato e duro allo stesso tempo.

Lui si sentì quasi mancare, ma non poteva darlo a vedere, sapeva che lei era una pericolosa, ma non fino a quel punto.

<< Quante volte sei stata qui? >> chiese lui.

Lei finse di pensarci qualche momento, poi passò all'azione.

<< Due volte, una per mettere quelle adorabili cimici un po' in giro per tutta la casa, sai, per poter far sentire a Keith i tuoi discorsi da traditore e ,ovviamente, adesso per prendere il tuo amato portatile. Non posso credere che tu sia stato così stupido a non mandare subito le informazioni che ti avevano chiesto. Cos'è, ti sembravano troppi pochi quei soldi? >>.

Sapeva tutto, dannazione.

<< Piccolo ingordo >> sogghignò Kendall.

Lui ringhiò lievemente e serrò la mascella. Da quanto tempo l'MI6 sospettava di lui? Da quanto tempo lo sapevano?

<< Ti ritenevo pericolosa, ma molto, molto più stupida >> confessò lui appoggiandosi ad uno dei braccioli della poltrona.

<< Stupida? Perchè sono bionda? Dannazione, questi stereotipi stanno distruggendo il mondo >>.

Era in trappola. Uccidendola avrebbe svelato le sue carte, l'MI6 appena scoperto della morte di Kendall lo sarebbe subito venuto a cercare. Però non era nemmeno al sicuro in quell'esatto momento, lei era pur sempre lì ed era sicuro che fosse armata. Anche se... non portava una giacca. Non vedeva una fondina, né tantomeno una pistola. Era solo un diversivo? Oppure era una dei tanti agenti sacrificabili? No, non poteva essere disarmata. Non poteva esserlo. Decise però di tentare il tutto per tutto.

Si alzò dalla poltrona e si accomodò accanto a lei, la guardò negli occhi e si avvicinò piano alle sue labbra, nel tentativo di distrarla.

Lei sorrise stupita. Lo assecondò e si sedette a cavalcioni sulle sue gambe, gli appoggiò le mani sulle spalle larghe e muscolose ed entrambi si trovarono faccia a faccia. Lui ne approfittò, inziò a tracciarle i contorni delle spalle e dei fianchi, per vedere se fosse realmente disarmata. Non sentì nulla. Se si fosse arrivati al corpo a corpo, lui avrebbe avuto la meglio, nonostante lei fosse abbastanza tonica e allenata, lui pesava almeno 40 chili più di lei ed era anche 20 cm più alto.

Avrebbe sicuramente avuto la meglio.

<< Unisciti a me >> le sussurrò a pochi centimetri dall'orecchio, prima di baciare il suo collo.

<< Preferisco la mia nazione >> disse lei in un sospiro, << ...cos'è, vuoi fare sesso adesso anche se nella tua stanza c'è quella puttana morta? >>.

Lui si bloccò un'altra volta. Aveva ucciso Sarah. Merda. Gli aveva fatto un torto e un favore allo stesso tempo. Non si era direttamente sporcato le mani, ma l'aveva allo stesso tempo privato di quel piacere e di poterla usare ancora per parecchio tempo.

<< Questo pomeriggio non mi sono fatto problemi, non ricordi? >>, disse lui fingendo tranquillità e sicurezza, ma era parecchio preoccupato da quella situazione.

Le uscì una piccola risatina e si allontanò appena da lui per poterlo guardare in faccia. Era spaventato, poteva giurarlo, glielo leggeva negli occhi, quelli non mentono mai; sarebbe stato facile poterlo fare parlare, ma aveva già tutto quello di cui aveva bisogno e poi le era stato ordinato di farlo fuori. La ragazza era il vero problema, ma dopo aver visto il contenuto di quel computer non si sarebbe beccata una strillata per averla uccisa.

Lui pensava di averla in pugno, sarebbe caduta facilmente, era vicina al punto giusto da spararle con estrema precisione. Avrebbe gettato il suo corpo nel Tamigi, avrebbe chiamato Renè e sarebbe scappato dall'Inghilterra quella stessa notte. Si sarebbe salvato. Era così semplice.

Tirò fuori la pistola dalla fontina e l'appoggiò direttamente sul suo petto, diritto verso il cuore, tutto ad una velocità impressionante, che lei non ebbe nemmeno il tempo di fingersi sorpresa.

<< Devo ammettere che, in fin dei conti, è stati bello scoparti prima di ucciderti >> disse e poi sparò. Tutto era finito, aveva vinto. Doveva solo scappare.

Questo era quello che pensava lui, però. Dalla pistola non era uscito nessun proiettile, non aveva fatto nessun rumore, se non uno strano suono metallico.

Era vuota. ERA VUOTA.

Stavolta gli si mozzò il fiato in gola. Com'era possibile? L'aveva caricata come faceva ogni mattina prima di andare a lavoro. Non l'aveva mai lasciata, soltanto quando... dannazione.

<< Ho fatto sesso con te solo per svuotarti la pistola >> sorrise lei accarezzandogli una guancia dolcemente, << non pensavo che potessi passare così tanto tempo il bagno >> ridacchiò lei.

Era rosso dalla rabbia. Lavorare nei servizi segreti da 10 anni, non aveva mai sbagliato in tutta la sua carriera, eppure si era fatto fregare da una ragazzina.

<< North si è subito accorta che c'era qualcosa che non andava, non è mica stupida, è una veterana. Mi ha chiesto di occuparmi del tutto, ironico vero? Ah, mi sembra giusto dirti che anche quel Renè è stato fatto fuori >>.

Era fottuto. Avevano ucciso anche Renè, non aveva via di scampo.

Aveva una pistola nel cassetto del tavolino davanti a sé, poteva ancora prenderla e finirla.

<< Inutile dire che anche tutte le pistole che hai a casa sono scariche >> disse lei mettendosi le mani in tasca tirando fuori decine di pallottole.

Si alzò da sopra di lui e si avvicinò alla poltrona dove gli aveva ordinato di sedersi prima, si ci accomodò fuori e tirò fuori da sotto il cuscino la sua beretta con tanto di silenziatore.

<< Puttana >> ringhiò lui.

<< Ti prego, dii il mio nome, voglio sentirtelo dire un'ultima volta >>.

<< Sei solo una puttana >>.

<< Con un quoziente intellettivo di 170 >> si vantò lei, << non sono poi così stupida, non credi? >>

Era finito. Colton il doppiogiochista era finito. Si era fatto fregare da Kendall Fleming, una ragazzetta secondo il suo parere, ma che sua sfortuna non era per niente come l'aveva immaginata. Era stato uno stolto.

Lei allungò il braccio verso di lui, mirò e infine sparò.

Si alzò, si avvicinò all'attaccapanni dove aveva messo la sua giacca e la fondina ascellare, indossò entrambe, sistemò la sua pistola. Prese il computer e la 24ore di Sheepard e uscì fuori dall'appartamento con nonchalance e compose il numero del quartier generale sul suo telefono.

<< Kendall Fleming, ore 23.42, missione compiuta >>.

E si diresse verso casa.

  
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