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Autore: DarkDevil9700    16/05/2016    3 recensioni
{Storia temporaneamente sospesa}
E se Mikan non avesse vissuto la vita che tutti conosciamo? Se la sua storia fosse ben diversa?
Cosa succederebbe se una ragazza che per quindici anni ha vissuto nel terrore incontrasse un ragazzo deciso a liberarla dalle tenebre che la circondano?
Nessuno lo sa perché tutto può succedere...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13
La verità che conosci troppo tardi


(Mikan)

Hotaru era una ragazza estremamente silenziosa e, a mio parere, era una delle studentesse con più tatto e sicurezza di tutta l'Accademia. Mentre la osservavo nel suo laboratorio, presa a creare chissà quale invenzione, notavo la sua maestria con ogni attrezzo e l'attenzione che metteva in ogni più piccola mossa.
Eppure tutti quei gesti, nella mia mente, apparivano troppo perfetti e troppo studiati...erano semplicemente qualcosa di irreale e che non amavo vedere, per questo motivo cercavo di voltare il mio sguardo lontano da lei e dai suoi taglienti occhi viola.
"Tanto è inutile" pensai "in questo posto nulla mi può distrarre". 
Ed era vero. Tutto il suo laboratorio era ordinato e la posizione di ogni oggetto in quei pochi metri quadrati era studiata alla perfezione, tutto mi ricordava quanto la mia presenza fosse di troppo...non ero fatta per quel posto.
Ad un tratto sentii Hotaru ridere leggermente.
-Ti senti fuori posto, eh?- mi chiese.
-Come fai a...?-
-Non sembra, ma ti sto osservando da tempo. Ho notato il tuo sguardo...mi sembravi spaesata- mi disse semplicemente appoggiando la chiave inglese sul banco da lavoro e voltandosi verso di me.
-Non riesco a credere che tu sia riuscita a cambiare i suoi occhi- mi fece assumendo un volto serio, ma, al contempo, comprensivo e gentile.
-Di chi?- le chiesi curiosa.
-Di Natsume- rispose -Forse tu non te ne sei accorta, però...da quando sei arrivata...il suo sguardo è meno freddo rispetto al solito...sembra quasi... Cambiato-
Dopo aver detto quelle parole la "scienziata" dai capelli neri ritornò al suo lavoro e, fra di noi, calò nuovamente il silenzio.
"Chissà..." mi dissi riflettendo sulle parole di Hotaru e sorridendo leggermente.

-Non dirmi che ci credi davvero, Mikan-

La voce di un uomo, chiara e decisa, risuonò nella mia testa facendomi percorrere la schiena da un brivido. Chi era? Non riuscivo a capirlo...non conoscevo quella voce, quel timbro vocale così marcato.
Improvvisamente tutto intorno a me divenne un vortice confuso di immagini e colori che si sovrapponevano in una sorta di caos senza fine. 
Ogni cosa che i miei occhi avevano visto fino a quel momento scomparve lasciando spazio ad una stanza buia che mi opprimeva il respiro.
Udii dei passi, erano pesanti e rimbombavano in quell'ambiente vuoto nel quale ero "rinchiusa", se così si poteva dire.
-C-chi sei?!- chiesi con voce tremante, mentre una figura, celata dall'ombra, si avvicinava a me.
-Diciamo che sono un amico, Mikan- mi fece quello che, compresi, essere un uomo -Voglio solo aprirti gli occhi-.
"No" mi disse una voce nella mia testa "Non fidarti di lui, non ascoltarlo".
Eppure la curiosità che avevo dentro era più forte della ragione, così ignorai il mio "sesto senso" e rimasi in ascolto.
-Che intendi?- chiesi.
Lo sentii ridere e, in quella risata grassa e sguaiata, vedevo tutti i lati negativi di quell'essere, tratti che nemmeno Persona e il preside avevano mai mostrato.
-Sei curiosa, vero? Forse sei anche impaziente, eh?- mi fece lui cessando, in un modo che avrei definito inquietante, la sua risata malata.
-Beh, quello che intendo è che sei caduta troppo facilmente in un tranello-
Le sue parole mi pietrificarono.
"Un...tranello?" mi chiesi abbandonato in un angolo remoto della mia mente la voce della mia coscienza, quella voce che continuava a dirmi "Ignoralo, smettila di ascoltarlo, probabilmente sta mentendo".
-No, no...- negai io cercando di convincere più me stessa che il mio interlocutore. Non potevo accettare di essere finita, nuovamente, nella "tela del ragno", non volevo neanche lontanamente immaginare che qualcuno mi stesse controllando di nuovo.
-E invece si, Sakura. Ti sei fidata della persona sbagliata- mi disse mentre batteva ritmicamente il piede a terra.

-Fidarsi del gatto nero? Nessuno farebbe una scelta tanto sbagliata...-

Ed eccole lì, quelle catene, quelle che avevano oppresso il mio cuore per anni, le sentii nuovamente tirarmi verso il basso, con una forza così potente da farmi male.
-N-no... Natsume è...mio amico...- gli feci e lo sentii ghignare.
"Lui mi vuole bene. Me lo ha già dimostrato tante volte. Non mi farebbe mai del male. Giusto?" pensai.
-Un amico fa sempre il misterioso e ti nasconde cose importanti? E ti mente dicendoti "È per il tuo bene"? Io non credo- disse l'uomo.
"NON CREDERGLI!" mi disse la coscienza che sembrava essersi risvegliata dal suo sonno.
Scossi la testa. Stava mentendo e io non dovevo cascarci.
-LUI NON MI FAREBBE MAI NULLA! QUINDI SMETTILA DI MENTIRMI!- gridai con disprezzo.
Una nuova risata invase la stanza.
Probabilmente, se ne avessi avuto il coraggio, lo avrei ammazzato in quel preciso istante con qualunque mezzo a mia disposizione.
-Se vuoi puoi non credermi, ma, in caso ci ripensassi, sarò io stesso a contattarti di nuovo, Sakura. O forse dovrei dire Yukihara?- mi fece lui.
"Yukihara?" pensai mentre attorno a me la stanza spariva lasciando posto al laboratorio di Hotaru.
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(Natsume)

La vidi spaesata, come se fino a quel momento non fosse rimasta in quella stanza assieme ad Hotaru. Mikan era maledettamente pallida e stava tremando leggermente, come se un vento freddo l'avesse trapassata rapidamente, senza lasciarle il tempo di abituarsi alla sua presenza.
-Mikan? Stai bene?- le chiesi mettendole una mano sulla spalla.
Lei alzò lo sguardo verso di me e mi fissò con i suoi occhi color nocciola dove si rifletteva una confusione indescrivibile.
"Ma cosa...?" mi chiesi.
Fu allora che la sentii pronunciare quelle parole che mi lasciarono di sasso, quelle alle quali sbagliai a dare una risposta...

-Cosa mi stai nascondendo, Natsume?-

La sua voce, come il suo sguardo, era confusa ma anche lievemente arrabbiata e frustrata... Semplicemente non sembrava più se stessa.
-Niente...- mentii.
Mai in vita mia dissi qualcosa di più stupido...
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(Mikan)

Gli tirai uno schiaffo in pieno volto, non so nemmeno io con quale coraggio.

Mi aveva mentito, lo avevo visto perfettamente.
Quella sua risposta troppo vaga, quel suo sguardo tenuto basso, quel suo respiro che, alla mia domanda, si era affievolito drasticamente, quasi come se stesse cercando di svanire.
-BUGIARDO!- gridai alzandomi da terra.
Lo osservai: era arrabbiato, forse, e si massaggiava la guancia che gli avevo appena colpito senza alcuna esitazione.
-Mikan ma...- balbettò Hotaru che, purtroppo per lei, si trovava in una sorta di fuoco incrociato fra me e Natsume.
-Stanne fuori Imai- disse lui alzandosi e lanciandole un'occhiataccia che non ammetteva repliche.
-CREDI CHE MENTENDOMI MIGLIORERAI LE COSE?! CREDI CHE SIA UNA COSA GIUSTA, NEI MIEI CONFRONTI, RACCONTARMI CAZZATE?!- gridai sorprendendomi, sempre più, di quel carattere da "furia divina" che sembrava stessi sprigionando improvvisamente, senza un motivo.
-Raccontandoti "cazzate", come dici tu, cerco solo di proteggerti- mi fece lui in tono tranquillo, troppo tranquillo.
-CERCARE DI PROTEGGERMI?!- urlai fissandolo con disprezzo -NON SONO UNA BAMBOLA DI PORCELLANA, HYUUGA, SE È QUESTO QUELLO CHE PENSI!-.
-Comunque- ripresi calmandomi -io e te non abbiamo più nulla da dirci-.
-Ma che stai dicendo?!- disse lui.
Sembrava...triste? 
"Sì certo, come no..." mi dissi sbuffando.
-Quello che hai sentito. In parole povere? Vaffanculo- risposi secca e fredda per poi uscire dal laboratorio sbattendo la porta.
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(Natsume)

La porta si chiuse con un tonfo immergendo la stanza in un silenzio carico di tensione.
Faceva male, in modo surreale. Era come se mi fosse scivolato tutto fra le dita, una sorta di goccia di pioggia che mi era sfuggita lasciandomi senza più nulla.
"Ma perché?" pensai cercando di recuperare quello che, un tempo, era il mio cervello e che era diventato solo una sorta di display spento.
L'avevo persa, avevo perso la mia amica...

-No- fece Hotaru come se mi avesse letto nel pensiero -Hai perso molto di più, Natsume-.
Ed era vero.
Avevo perso lei, la sua luce, il suo sorriso, la sua innocenza... Tutto.
Il bisogno che avevo di impedire al mondo di crollarle addosso non faceva che confermare quella teoria che, oramai, stavo valutando da tempo: mi ero innamorato di Mikan e, per una stupida bugia, l'avevo persa per sempre.
-Sono uno stronzo- dissi sbattendo un pugno contro la parete.
-Sono d'accordo con te- mi rispose freddamente Hotaru.
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(Aya)

La testa mi faceva male, anzi, mi stava letteralmente scoppiando.
Continuavo a pensare, a ricostruire con la mente e i ricordi tutte quelle cartine che, per anni, avevo studiato cercando di scovarli. Avevo sempre saputo che avrebbero potuto passare all'azione, ma non credevo che avrebbero usato metodi così drastici e mai in vita mia avrei immaginato che quelle piantine di Tokyo, così schematiche e poco dettagliate, un giorno mi sarebbero servite e anche con la massima urgenza per giunta.
Sbattei un pugno sul letto arrabbiata e mi buttai a sedere su esso, mentre riassemblare lentamente ogni tassello del puzzle.
Quando il mio sguardo cadde su uno specchio poco distante per poco non mi venne da vomitare. Vidi i miei occhi grigi fissare freddamente il mio riflesso mentre i miei ciuffi azzurri si sparpagliavano sul materasso creando una sorta di cascata. 
"Il mio aspetto orribile doveva farsi vivo proprio ora?!" pensai frustrata mentre, con una rabbia che avevo represso per troppo tempo, tiravo la spazzola contro lo specchio. Questo si ruppe con un suono assordante e tutte le schegge si sparpagliarono sul pavimento.

-Non credi di star esagerando, mocciosa?- mi chiese una voce maschile.
Capii subito chi fosse.
-Esci dalla mia testa, stronzo, questo gioco non è divertente- dissi freddamente.
Lo sentii ridere di gusto.
-Allora è vero quello che dicono su di te, Shingetsu, riesci a restare fredda ed impassibile anche nelle situazioni dove sei in netto svantaggio-
-Cosa vuoi da me? Come fai a sapere che sono qui?- chiesi con rabbia.
-Ma quante domande- disse ridendo -Non ti dirò nulla, stupida, sappi solo che la tua "protetta" ha detto addio alla sua coscienza. Aveva una mente troppo debole la ragazza, è stato facile ingannarla-.
Rabbrividii e sgranai gli occhi involontariamente, come se un senso di paura mi avesse avvolta totalmente.
-Cosa hai fatto?!- gridai.
-Trai le tue conclusioni, Aya. O dovrei dire Hoshi?- 
Sentii la sua voce e la sua risata affievolirsi fino a sparire completamente, lasciandomi lì, ferma e...spaventata?
"Hanno tutti giocato dalla sua parte. Eravamo come pedine, ci osservava e ci controllava in silenzio. Sapeva di lei, sapeva che la stavano indebolendo psicologicamente... Sapeva tutto, questa è la verità..."
Quella che, purtroppo, conosci quando è troppo tardi per porvi rimedio...

  
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