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Autore: emma95    16/05/2016    3 recensioni
Dal 2° capitolo: "La porta d’ingresso si aprì improvvisamente e una folata di vento gelido annunciò l’arrivo degli originali. Elijah, Rebekah, Kol e Niklaus erano disposti quasi in fila davanti a loro. Elijah serio in volto. Rebekah irritata. Kol ghignante. Niklaus diffidente.
“Damon volevi forse fare un party? È per questo che ci hai invitati tutti qui?” chiese scocciata Rebekah.
“Perché siamo qui?” chiese Elijah.
Damon rimase in silenzio e Caroline capì che quello era il momento della sua entrata in scena.
“Per me…” disse la bionda girandosi lentamente. Caroline vide lo stupore sui loro volti. Erano così cambiati si ritrovò a pensare la vampira. Gli originali non accennavano a parlare e piccata Caroline fece un passo avanti. Sembravano così sconvolti come se avessero visto un…
“Sei un fantasma…” il sussurro debole di Rebekah raggiunse immediatamente Caroline lasciandola esterrefatta. " Caroline Forbes si risveglia grazie a Katerina Petrova dopo quasi 500 anni, confusa e stordita ma decisa a ritrovare il suo compagno e la sua famiglia, perchè lei è una Mikaelson nonostante tutto! Tra riconciliazioni, litigi e ricordi Caroline cercherà di riprendere il suo posto accanto all'uomo della sua esistenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Elijah, Klaus, Rebekah Mikaelson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sempre e per sempre
Always and forever
 
Capitolo uno
 
“Qualche volta c’è onore nella vendetta.”
 Elijah Mikaelson.
 
 
Quella stupida di Katerina, poteva almeno darle dei vestiti adatti, non che essere al centro dell’attenzione la mettesse a disagio, ma questo era troppo. Le persone la guardavano sorridendo e schiamazzando, divertite dal suo strano abbigliamento. La voglia di mettere fine alle loro vite era tanta ma si contenne solo perché era troppo felice. Felicità, che sensazione meravigliosa, sentiva brividi di adrenalina percorrere tutto il suo corpo, inalava aria con respiri lunghi e profondi anche se non ne aveva bisogno, all’attimo di smarrimento che l’aveva colta quando si era risvegliata era seguita la gioia di essere ancora viva –più o meno-. Il suo corpo era rigido quasi indolenzito dalla persistente immobilità a cui era stato costretto ma nonostante tutto non poteva impedire il sorriso smagliante che aveva in viso. Era felice semplicemente perché si era finalmente risvegliata dal sonnellino lungo 500 anni a cui Mikael l’aveva costretta. Appena aveva riaperto gli occhi si era ritrovata davanti la faccia di quella insulsa doppelganger, non riusciva a crederci, aveva perso 500 anni di vita, si era persa tutto e il mondo era così cambiato rispetto al 1500. Aveva ringraziato Katerina, sorpresa che si ricordasse di lei. D’altronde si erano viste solo una volta quando Niklaus aveva bisogno del suo sangue per spezzare la maledizione che incombeva su di lui, e l’unica volta che si erano parlate lei aveva anche cercato di uccidere la Petrova. La gelosia è una brutta bestia, e il tempo che suo marito –Niklaus- dedicava all’umana faceva ardere di gelosia Caroline. Per questo voleva ucciderla quel giorno di mezzo secolo fa, poi era arrivato Elijah e aveva salvato la povera sacca di sangue facendo andare su tutte le furie la cognata. Accidenti! Aveva trascorso 500 anni all’interno di una bara consapevole del divenire dei giorni, ma solo quando si era ritrovata in mezzo agli umani, in quella strada aveva capito che aveva perso tutto. Aveva perso la nascita di quello che Katerina le indicò come cellulare, l’evoluzione della musica, i cambiamenti dell’arte, tutti i fatti storici, per non parlare poi della moda! Quanto era cambiata rispetto al ‘500. Non si stupiva che il suo abito lungo e azzurro in pieno stile rinascimentale lasciasse perplessi le persone che incrociava. Dio! Odiava le doppelganger!.Dall’altra parte della strada vide una ragazza dai capelli corti e neri, la vittima ideale. Riuscì ad attirarla in un vicolo buio, soggiogandola. Mentre si toglieva l’abito che indossava osservò i vestiti che la ragazza portava, questa aveva dei pantaloni, a suoi tempi solo gli uomini potevano, ma questi erano più stretti e attillati di quelli maschili del ’500, indossava poi una camicia a scacchi e ai piedi portava degli strani stivali con dei tacchi altissimi. La moda è cambiata parecchio durante il mio sonnellino, pensò Caroline mentre con difficoltà si metteva i pantaloni dell’altra. Una volta vestita osservò l’abito che con non poca difficoltà si era tolta, si ricordava quando l’aveva visto per la prima volta. Era un regalo di Niklaus per lei, un regalo per farsi perdonare di qualche stupido litigio che avevano avuto, come sempre. Era così bello e raffinato quell’abito che non poteva lasciarlo li, decise quindi di infilarlo nella borsa della ragazza che ormai era diventata di sua proprietà. La ragazza che aveva soggiogato per rubarle i vestiti stava li impalata, aveva ancora addosso una maglietta e quelle che riconobbe come calze, la invito a dimenticare a ed andarsene e quella scalza ovviamente eseguì. Ora avrebbero riso di lei e non più di me pensò la vampira. Si mise la borsa sulla spalla pronta ad andarsene ma qualcosa la trattene, il suo riflesso sulla porta a vetro di un edificio li accanto. Quello che vide la consolò, erano 500 anni che non si specchiava ma non era cambiata,naturalmente essendo lei un vampiro. I boccoli biondi scendevano disordinati sulle spalle, gli occhi azzurri restituivano uno sguardo vivace e attento. Era ancora lei nonostante tutto e tutti. Era ancora lei, Caroline Forbes, pronta a riprendere in mano la sua vita e a ritrovare Niklaus, il suo adorato marito che non l’aveva salvata, non l’aveva cercata. Gliela avrebbe fatta pagare cara questa sua leggera indifferenza.
Stava ancora camminando per strada, senza la minima idea di dove andare, Katerina l’aveva poco gentilmente lasciata li, ad Atlanta senza spiegazioni. Maledetta Doppelganger! Aveva approfittato del suo momentaneo stato di confusione. Maledetta, maledetta, maledet… la stava insultando mentre con il piede tirava un calcio ad una lattina abbandonata sul marciapiede. Il calcio fu particolarmente forte, la lattina fece un lungo e veloce volo prima di finire a rotolare dall’altra parte della strada. Caroline segui il movimento e rimase paralizzata. Dall’altra parte della strada, in un parcheggio semi deserto c’era Katerina! La riconobbe subito, quei capelli bruni, gli occhi grandi color cioccolato da cerbiatta. Ricordava come a suo tempo usasse sbattere le ciglia dolcemente, lanciando sguardi languidi agli uomini per conquistarli, per ammaliarli. Ricordava bene gli sguardi languidi che lanciava a Niklaus, il modo in cui rideva civettuola a suo marito, e ricordava le parole d’amore che gli dedicava quando era ancora una semplice umana. Ricordava e se nel passato non l’aveva uccisa poteva sempre rimediare nel presente. La gelosia è una brutta bestia soprattutto quella che viene alimentata per 500 anni. Era finalmente arrivato il momento di vendicarsi. Con un ghigno perfido corse immediatamente da lei.
“Katerina…” sussurrò Caroline mentre il suo viso lasciava spazio ai tratti vampireschi. Katerina si girò e rimase paralizzata, Caroline poteva sentire il suo cuore pulsare frenetico, aspetta cuore che pulsa? Non è possibile!
“Io-io nnon ssono Kathrine” balbettò questa “Sono Elena Gilbert!” disse con maggior forza.
Non era Katerina, questo era evidente, la ragazza difronte a lei era umana! E poi osservandola bene notava delle lievi differenze, a partire dai capelli, Katerina qualche ora fa li avevi ricci mentre ora erano lisci, anche il vestire era diverso, quella che aveva davanti non aveva nulla a che fare con la Katerina elegante e sensuale che l’aveva risvegliata. Accidenti! Era… un’altra Doppelganger!
“Eh dimmi Elena per caso tu sai dov’è Niklaus?” chiese Caroline sinceramente curiosa. Niklaus non si sarebbe mai perso l’arrivo di una nuova doppelganger, erano parte della sua maledizione. Con il corso dei secoli aveva sviluppata una vera e propria ossessione per quelle creature. Era questo malsano attaccamento a loro che lei detestava, prima con Tatia poi Katerina, quando c’erano loro lei non poteva non sentirsi messa da parte, messa in secondo piano. Gli interessi e i pensieri di suo marito erano incentrati su di loro e lei ne aveva sofferto. Rammentava i numerosi scontri che erano avvenuti tra lei e Niklaus a causa di quelle donne, della sua gelosia, della sua indifferenza. Lei non aveva mai pienamente accettato la sua smania di voler rompere quelle catene che limitavano la sua natura da ibrido. Lei l’aveva sempre voluto per come era, l’aveva voluto quando era un semplice umano maltrattato dal padre, l’aveva voluto quando era diventato un vampiro, l’aveva voluto quando si era scoperto che in realtà era un ‘bastardo’, l’aveva voluto sempre e per sempre l’avrebbe voluto. Lei lo amava nonostante tutto.
Il volto di Elena passò dalla paura al terrore puro. La ragazza sbiancò improvvisamente tanto che Caroline temette in uno suo svenimento.
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“Grazie per quello che stai facendo” disse Caroline sorridendo alla ragazza che stava guidando quella che, l’umana stessa aveva chiamato automobile. Si era persa anche l’invenzione di quella durante la sua dormita! Che peccato!
“Figurati” disse un po’intimorita l’umana. Caroline si sforzò di capire la paura dell’umana. Era una doppelganger, e a giudicare dalla trasformazione in vampiro di Katerina, Niklaus non era riuscito a rompere la maledizione dell’ibrido nel 1500 e Caroline conoscendo il carattere o meglio l’ostinazione del marito capì che doveva aver torturato questa nuova doppelganger Elena, in tutti i modi possibili. Riusciva a capire la sua reazione davanti al nome di Niklaus. Tuttavia lei non voleva farle del male, almeno non per adesso dopotutto era una doppelganger e lei per principio le odiava. Ma adesso doveva sorvolare sui suoi sentimenti perché l’unica cosa che voleva era ricongiungersi con la sua famiglia. Non la famiglia migliore del mondo dato che erano abbastanza folli e psicopatici ma non l’avrebbe mai scambiata con altro. Doveva ritrovarli e se l’unico modo per rivederli era farsi aiutare da questa Elena lei lo avrebbe fatto. Chissà come erano cambiati loro, Elijah, Rebekah, e Niklaus… era forse diventato ancora più instabile e paranoico?
“Elena non devi aver paura di me, io non voglio farti del male” disse Caroline sforzandosi di usare un tono dolce. Quasi quello di una madre che si rivolge al figlio. Fu difficile usarlo, appena si era risvegliata aveva faticato a parlare, come se il suo cervello non conoscesse più le parole, come se la sua gola si fosse seccata. Per riacquistare le forze mentali e fisiche aveva dovuto nutrirsi di due umani, gentilmente offerti da Katerina.
“Io vorrei solo che tu mi raccontassi di Niklaus e di te…” continuò dolce. Elena la guardò stralunata, non riusciva a giustificarsi per aver accettato di dare un passaggio a quella strana vampira che voleva parlare di Klaus. Aveva paura ma il suo istinto le diceva di fidarsi di lei. Quella vampira conosceva Klaus e solo per questo doveva averne paura ma in realtà qualcosa negli occhi azzurri della ragazza l’aveva spinta a dirle che Klaus si trovava a Mistic Falls, la piccola cittadina in provincia dove lei abitava e dove era diretta. Quando aveva borbottato queste poche parole, la vampira aveva sorriso; un sorriso di quelli che se possibile abbagliavano e scaldavano più del sole. Con non pochi dubbi aveva deciso di portarla fino a casa, affidandosi all’istinto che le consigliava di aver fiducia nella sincerità della bionda. Tuttavia Klaus per Elena era un tasto dolente.
“Klaus è un assassino, ha ucciso mia zia Jenna, ha ucciso me, non si fa scrupoli per ottenere ciò che vuole!” sibilò inferocita l’umana.
Caroline la fissò stupita. Elena sembrava odiasse il suo Niklaus, e non le era difficile crederlo. Intimamente era contenta dell’odio che provava quell’umana questo voleva dire che non era interessata a lui. Quindi forse avrebbero potuto perfino essere gentile e amichevole con Elena una volta tornata nelle braccia di Niklaus.
“La tua morte non è colpa di Klaus, casomai della strega originaria che gli impose la maledizione… è stata lei a mettere in mezzo generazioni e generazioni di Doppelganger! Comunque riconosco che un uomo normale non avrebbe cercato di spezzare la maledizione, accontentandosi magari della sua natura ma Niklaus è…complicato, ecco!” disse ragionevolmente seria e dispiaciuta Caroline.
“è uno psicopatico!” continuò arrabbiata Elena.
Caroline sorrise.
“Sono pienamente d’accordo, per raggiungere ciò che vuole non si ferma davanti a nessuno, forse solo davanti a me…”
“Cosa?” urlò l’umana scatenando le risa della vampira.
“Oh si giusto non te l’avevo detto, una mia piccola mancanza… io sono la compagna di Niklaus!”.
Elena fermò la macchina di colpo sconvolta. Uscì di fretta dall’auto impaurita. Quella vampira era la compagna di Niklaus, voleva ucciderla, al diavolo il suo istinto, al diavolo la fiducia, doveva scappare, fuggire…
“Aspetta! Perché stiamo facendo questa scampagnata…” la voce e la mano della vampira fermarono Elena.
“Io…Tu sei…Non ci credo! Vuoi uccidermi!” disse confusamente.
Caroline sospirò, l’umana non l’avrebbe mai aiutata se non trovava un modo per convincerla.
“Ehi, Elena guardami…” disse prendendo il viso della mora tra le mani.
“Non puoi soggiogarmi, prendo la verbena…” disse con un coraggio apparentemente ritrovato.
“Non voglio soggiogarti” disse sbuffando “Non lo farei mai! Io voglio solo raggiungere la mia famiglia, Niklaus…tu puoi aiutarmi?”
Elena continuava a fissarla diffidente.
“Io, senti facciamo un patto, ti va?” chiese Caroline tornando a sorridere “Tu mi porti con te e io in cambio posso  fare qualcosa per te! Magari che ne so impedire a Niklaus di uccidere i tuoi amici o…”
“Potresti farlo?” chiese sorpresa Elena.
“Se accetti il nostro patto, mi impegnerò perché venga rispettato!” disse sorridendo amichevole.
“Perché dovrei fidarmi?”
“Ti do la mia parola, e questa vale come quella di Elijah!” disse ridendo Caroline “Hai avuto a che fare con Elijah, Elena?” chiese poi.
Elena la fissò.
“Io si, è stato molto onorevole” mormorò
“Già il solito vecchio Elijah” disse Caroline ripensando con affetto al fratello acquisito. “Allora accetti il patto?” chiese poi.
“Si, si lo accetto!”
Risalirono sull’auto e mentre Elena guidava, Caroline si perse ad osservare tutti quei bottoni che stavano davanti a lei, sotto lo sguardo attento dell’umana si avvicinò con il viso e premette qualche tasto a caso. All’improvviso un getto d’aria calda la travolse portandola a ritirarsi con un sobbalzo sul sedile, sorpresa. Pian piano diffidente avvicinò al getto d’aria una mano, saggiando la scoperta con diffidenza. Quando scoppiò a ridere. La risata della vampira era simile a mille campanellini, una musica dolce, che riempì l’abitacolo.
“Aria” disse la vampira sorridendo apertamente ad Elena. Quest’ultima non riuscì a trattenere una risata davanti alla gioia che quella vampira emanava. Come diavolo faceva ad essere la compagna di Klaus?.

Erano in viaggio da qualche ora, quando Elena interruppe il silenzio.
“Tra un ora saremmo a Mistic Falls, a casa”
Caroline alzò la testa e sorrise assumendo però un espressione tesa.
“Non mi hai ancora detto il tuo nome…” continuò Elena
Caroline la guardò.
“Io sono Caroline, Caroline Forbes” disse sorridendo “Beh…forse è meglio Caroline Mikaelson” aggiunse timidamente giocando con un anello che portava la dito.
Elena inghiottì silenziosamente la saliva.
“Elena devi raccontarmi cosa è successo a Mistic Falls a causa di Niklaus e dei Mikaelson in generale…” disse seria Caroline.
Elena si fece coraggio e iniziò a raccontare a quella sconosciuta tutti gli avvenimenti, le raccontò dell’accordo che aveva fatto con Elijah e del relativo fallimento, le raccontò della disperazione che aveva provato in quei momenti, dell’incantesimo con cui aveva rotto la maledizione, dell’arrivo di Rebekah, della creazione degli ibridi, di come avevano scoperto gran parte della storia degli originali, di Mikael, del loro piano per uccidere Klaus, della morte di Mikael… le raccontò tutto senza timore, senza paura. Caroline ascoltava attenta non mostrando nessuna emozione sul volto, ma dentro di se invece ribolliva di rabbia…Niklaus aveva creato degli ibridi, a cosa diavolo gli servivano? Era un’idiota! E poi questa mania di impallettare e risvegliare i suoi famigliari! Era impazzito, forse?. Il sangue delle doppelganger doveva avergli dato alla testa. Era l’unica soluzione plausibile.
“Capisco, gli Originali vi hanno creato un bel po’ di problemi…” disse alla fine cercando di contenere la rabbia che cresceva dentro di lei.
Elena continuò a fissare la strada.
“Tocca a te” disse l’umana dopo qualche secondo
“Cosa?” chiese stranita Caroline
“Raccontami la tua storia” parlò Elena sinceramente curiosa.                                                                                                                                                Caroline sospirò e disse:
“D’accordo! Sappi che è molto lunga però…”
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“Damon sei a casa?” urlò Elena entrando nel soggiorno di casa Salvatore.
“Elena finalmente!” disse il moro intimamente contento che fosse sana e salva. “Ci hai messo più del previsto per tornare da Atlanta! Cos’è Jeremy aveva bisogno della sua sorellina?” chiese sarcastico il moro sorseggiando il suo drink.
“No!” disse fiera Elena “Ho incontrato una persona durante il viaggio e l’ho invitata qui”
Damon stupito guardò la nuova ospite. Che meraviglia, pensò! Bionda, occhi azzurri, fisico atletico e sinuoso… la donna dei sogni di ogni uomo, beh tranne lui visto che si era innamorato di quella moretta/doppelganger/sacca di sangue/fidanzata del fratello… La nuova arrivata gli sorrise e allungò la mano per presentarsi. Damon camminò fino a raggiungerla e disse:
“Damon Salvatore, bionda”
“Caroline piacere” gli strinse la mano continuando a sorridere, illuminando la stanza.
Elena un po’infastidita dallo sguardo imbambolato di Damon si affrettò ad aggiungere.
“Caroline è la compagna di Niklaus” ecco sganciata la bomba. Damon rimase immobile con la mano ancora tesa sconvolto dalla frase di Elena. Gli occhi azzurro ghiaccio osservavano Caroline attentamente.
“Beh…allora è lei la vera Barbie-Klaus!” commentò infine sarcasticamente il moro.
Elena rimase sbigottita dalla battuta di Damon ma poi si rese conto che lui era sempre fuori luogo, Caroline invece sorrise interdetta, barbie che? Era forse un insulto?.
“Cos’è una barbie?” chiese curiosa alla fine. Scatenando la risatina sardonica di Damon e un sorrisino da parte di Elena.
                           

Buondì!
Nuova storia che è un po’ un esperimento, da fan Klaroline ho sempre immaginato una Caroline versione Original… come compagna di Klaus da secoli e dopo vari tentativi sono riuscita a pensare a questa storia! Questo è solo il primo capitolo, già dal prossimo si capirà meglio tutta la situazione :) Gradirei tanto sapere cosa ne pensate… se almeno l’idea vi incuriosisce o se invece no! Quindi recensite, recensite, recensite ;)
p.s. scusate gli errori
A presto!
Emma95
   
 
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