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Autore: VampireOfSuburbia    18/05/2016    0 recensioni
Di cosa parliamo oggi?
Della rabbia.
Dovete sapere che sono una persona particolare.
Oltre ad essere un cartone animato in carne ed ossa, sono apparentemente “tranquilla” e mi faccio sempre i fatti miei.
Apparentemente tranquilla perché in realtà non lo sono. Sono una delle persone più ansiose, agitate ed incazzate di questo mondo, ma semplicemente non espongo questi “disturbi” della mia personalità alle altre persone.
Sono perfettamente cosciente che non è giusto tenersi tutto dentro, ma fidatevi.. per me è meglio così.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di cosa parliamo oggi?

Della rabbia.

Dovete sapere che sono una persona particolare.

Oltre ad essere un cartone animato in carne ed ossa, sono apparentemente “tranquilla” e mi faccio sempre i fatti miei.

Apparentemente tranquilla perché in realtà non lo sono. Sono una delle persone più ansiose, agitate ed incazzate di questo mondo, ma semplicemente non espongo questi “disturbi” della mia personalità alle altre persone.

Sono perfettamente cosciente che non è giusto tenersi tutto dentro, ma fidatevi.. per me è meglio così.

Mi alzo al mattino, suona la sveglia alle 7.00 in punto. Il primo pensiero della giornata è “Che vita di merda” o meglio ancora “Voglio morire”.

Attendo nel mio letto l’arrivo delle 7.03 per poi cambiarmi, fare velocemente colazione ed andare in bagno a sistemarmi.

Alle 7.23 esco di casa e vado a prendere il bus con le cuffie nelle orecchie.

Ascolto la mia musica molto “leggera” ogni mattino nel tragitto casa – scuola.

Arrivo alla fermata, saluto l’unico mio compagno di classe che prende il bus con me e poi rimetto le cuffie, isolandomi dal mondo. Ciò non accade perché sono asociale, ma perché semplicemente alla mattina sono talmente scazzata che non ho voglia di parlare con nessuno.

Arriva il bus, salgo.

Tutto sembra procedere tranquillamente: Sono in piedi, mi reggo ad un sostegno per non perdere l’equilibrio, ascolto la mia musica. Tutto normale.

Poi l’autista frena improvvisamente.

“Dove ha preso la patente questo?”-Penso tra me e me-”Nell’ovetto Kinder?”

Mi sistemo nella mia postazione iniziale e continua a farmi gli affari miei fino a quando giungo in stazione.

Scendo dal bus ed aspetto che mi raggiunga il mio amico, così da poter fare la strada insieme.

Lui ha una concezione diversa del “fare la strada insieme”.

La mia concezione è “Okay, camminiamo insieme ma in silenzio.. Non ho voglia né di ascoltarti, né di parlare”.

La sua concezione è “Okay, la mia amica ha su le cuffie e sembra molto stanca e arrabbiata… Perchè non inizio a parlare ininterrottamente chiedendole anche di farmi delle domande sull’ultima spiegazione di diritto dato che dopo interroga?”

Ed ecco quindi il primo “incazzamento” vero e proprio della giornata.

Senza speranze e con molta voglia di vivere, metto via le cuffie e inizio a fargli le sue domande.

Entro nell’atrio della mia scuola.

Sono le 7.50 ed è completamente vuoto. La prima campanella suona alle 7.55.

Fuori fa freddo, quindi mi copro bene prima di uscire, ma dentro.. Dentro sembra di stare in Sud Africa.

7.54, l’atrio inizia a riempirsi.. Decido di entrare in classe, ma PUNTUALMENTE la bidella mi becca e mi minaccia, con tanto di scopa in mano, di tornare in corridoio perché la campana non è ancora suonata.

Irritata torno indietro ed improvvisamente vengo investita da un’orda incredibile di studenti di ogni età che si affrettano a raggiungere le loro aule.

Finalmente, dopo sei rampe di scale entro in classe.

Prendo il mio posto ed inizio una breve fase di preparazione psicologica per affrontare la giornata.

Per due minuti chiedo estremo silenzio.

Ovviamente il silenzio dura molto meno di due minuti a causa dei miei compagni che già di mattino sono belli carichi, felici e pieni d’energia.

Li guardo da lontano tenendomi a distanza da loro. Roba che neanche Leopardi.

Inizia dunque la mia giornata scolastica.

Fortunatamente ho due intervalli.

In qui brevissimi minuti esco nel cortile con il mio gruppetto e mentre gli altri fumano (anche se non si dovrebbe fare), io mi incanto via a guardare l’erba (del prato.. del prato..).

Salgo velocemente le scale per tornare in classe e super stressata ritorno al mio posto e mi preparo per le varie lezioni.

Il mio livello di rabbia e di stress dipende dai professori che ho in quella giornata.

Spesso mi capita di litigare con loro e quindi spesso sono molto arrabbiata.

Esco da scuola, vado in stazione,prendo il bus, metto le cuffie, scendo in fermata e faccio il giro più lungo per tornare a casa, così da godermi il più possibile le belle vie piene di alberi del mio paese.

Posso affermare che quella è la parte più bella della giornata.

Entro in casa, mangio, studio e di punto in bianco mi arriva un messaggio.

“Hey, ehm.. niente, per stasera tutto annullato. Il mio gatto Esmeraldo è diventato verde e mia madre teme che si possa trasformare in un lombrico. E’ meglio rimandare l’uscita. Non ti offendi, vero?”

Letto il messaggio, alzo lo sguardo e lo poso sul muro.

Mi alzo delicatamente dalla sedia, prendo in mano un libro e lo scaglio violentemente contro di esso.

Cosa importa a me se il tuo gatto è diventato un bruco? Dovevamo uscire, cazzo… Mi prendi in giro?

Passano così almeno cinque minuti di sole parolacce e poi decido di rispondere al messaggio.

“Ahah, ehm.. Faremo un’altra volta! No no, non mi offendo.. Avevo solo rimandato un impegno importante, ma fa niente!”

Nel momento esatto in cui scrivo il messaggio compare mia madre.

“Sempre al cellulare.. Poi ti lamenti se prendi i brutti voti!”

Ma seriamente? Cinque ore di studio e tre fottuti secondi per rispondere ad un messaggio in maniera più calma e tranquilla possibile e tu, si, TU grandissima donna entri in quei tre secondi nella mia stanza? Siamo seri?

La cosa che fa ridere è che su Facebook ci sono molti post che riguardano questo argomento e quindi potrebbe sembrare che io abbia messo questo spezzone prendendolo da lì.. Ma fidatevi, a me succede davvero e tutti i giorni!

Arriva l’ora di cena, mangio, aiuto mia madre a sistemare la cucina, preparo le mie cose e mi infilo nel letto, pronta a guardare una qualche serie tv.

...

Internet non funziona.







ANGOLO DELL'AUTORE:
Ciao ragazzuoli!
Ecco il mio secondo cortissimo e demenzialissimo testo!
Ho deciso di scrivere un qualcosa riguardante la rabbia, perchè sono davvero molto arrabbiata e quindi ho pensato "Hey, ma.. Se ora sono arrabbiata, potrei scrivere un breve testo "comico" rigardo alla rabba. Potrebbe funzionare!".
Come per il mio testo precedente, ripeto che sono consapevole che la rabbia è molto più complessa rispetto a quello che ho scritto. Volevo solo strapparvi un sorriso o una risata.
Ci tengo anche a precisare che non si tratta di una sorta di "biografia", perchè la maggior parte delle cose che ho scritto sono inventate.
Mi piacerebbe ricevere qualche recensione riguardante il testo, o anche qualche vostra esperienza e se avete altre idee per dei testi futuri, fatemelo sapere!
Ringrazio chi ha recensito il mio testo precedente (si chiama "Adolescenza") e vi invito a dargli un'occhiata.
Grazie per aver speso pochi minuti della vostra vita a leggere le mie parole.
Un abbraccio...
Adam.
..
..
..
..
Nah, scherzone.. Un abbraccio..

Vampire Of Suburbia.
 

 

 

 

 

   
 
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