18/05/2016
4 recensioniWELCOME BACK, HARLEY!
Il telefono squilla rumorosamente e mi fa sobbalzare mentre sono chino sulle mie scartoffie.Proprio ora che mi sentivo ispirato! Alzo la cornetta ringhiando come un rottweiler a cui hanno appena dato un calcio nei denti e prego che sia qualcuno che valga la pena ammazzare prima di sera. Sono così arrabbiato che non riesco nemmeno a parlare quando mi accosto il telefono all’orecchio.
-Mr J? Sei tu?- Chiede una vocetta squillante dopo un paio di secondi.
La rabbia si dissolve per un attimo e assumo un tono di voce melenso -Certo che sono io, Harley. Pensi che non ti avrei informato se avessi assunto un maggiordomo?- Alzo gli occhi al cielo.
La mia calma apparente la mette in agitazione, come sempre, e la sento esitare prima di dire altro. Harley è il tipo di femmina che preferisce uno schiaffo subito piuttosto che più tardi. La rispetto per questo. Ciò non toglie che quando rimetterà piede nella mia fogna gliela farò pagare per avermi abbandonato.
-Ehm…ti sei calmato Pasticcino? Posso…tornare a casa?-
-Ma ceeerto, è tutto ok! Vieni subito Harley- Faccio una pausa, e sento il sangue pulsarmi nelle orecchie -D’ACCORDO?-
Lei mi dice di si e poi riaggancia. Sento una risata sinistra arrampicarsi su per la mia gola e infine sgorgare fuori, suona come una promessa. Ci sarà da divertirsi, e questa volta mi divertirò fino in fondo.
Dopo quasi un’ora eccola qui, in piedi di fronte a me. Si tormenta una ciocca bionda che le pende da uno dei codini con cui si raccoglie i capelli. Una pettinatura ridicola, eppure mi è sempre piaciuta. Mi fa ridere.
-Allora, zuccherino…dove sei stata?- Inizio a camminarle intorno lentamente, voglio sapere ogni minimo dettaglio di ciò che ha combinato Harley durante quella settimana in cui non l’ho avuta sotto controllo.
-In giro, Mr J…io…volevo solo farti smaltire la rabbia prima di tornare da te. Non volevo correre il rischio che mi buttassi giù da una finestra o cose del genere!- Ride nervosamente, ma tenta comunque di avvicinarsi di più a me. Mi scosto con un balzo e le faccio un gesto con la mano per intimarle di non toccarmi.
-Oh, ingenua Harley…dovresti sapere che non sono il tipo che lascia correre certe cose, no?- La osservo, non sembra spaventata. Questo da un lato mi riempie di gioia, mentre dall’altro mi irrita.
-In ogni caso- Continuo -Non penserai di poter scappare e lasciarmi qui come un Bat-idiota tutte le volte che abbiamo una…discussione?-
Lei alza un sopracciglio e incrocia le braccia, risentita -Hai tentato di ammazzarmi perché per sbaglio ho bruciato qualche tuo foglio pieno di scarabocchi!-
-Oh, quello. Ma dai, dovresti sapere che stavo solo scherzando!- Rido di gusto, finchè non mi vengono le lacrime agli occhi. Non me ne importava granchè di quel foglio, ma la sua sbadataggine mi fa andare fuori di testa…diciamo che le avevo messo un po’ di paura. Era stato parecchio divertente.
Piano piano anche lei inizia a ridere e si rilassa, viene verso di me e mi abbraccia -Mi sei mancato Mr J…-
-Mmm…c’è una cosa che vorrei sapere, bellezza- La scosto bruscamente da me e la guardo dritta negli occhi –Non sarai per caso andata da quella rossa?-
-Ivy? Oh, no…non siamo più amiche…-
Sta mentendo. Non capisco perché insiste a voler fare amicizia con una pazza come quella! Mi manda fuori di testa!
-Harley Harley Harley…- E’ ancora così imprudentemente vicino a me che ci metto meno di mezzo secondo a prenderla per le spalle e a sbatterla contro il muro –Sarò anche pazzo, ma non sono stupido! Vuoi davvero avere a che fare con una che ha provato ad ammazzarmi? A fare fuori me? L’unica persona a cui importa qualcosa di te?-
Le salgono le lacrime agli occhi. Povera ragazza, mi crederebbe anche se le dicessi che gli asini volano -Devi stare con me…hai capito? Tu sei mia, ti ho creato io- Allento la presa su di lei e solo in quel momento mi accorgo che l’ho tenuta sollevata in aria per tutto il tempo -Per esempio, ora dovrei ammazzarti, non credi? Visto che sei roba mia e non mi piace come ti sei comportata. Sei scappata di nuovo, mi fai pensare che non sei più in grado di cogliere la mia vena comica!-
La tengo ferma contro il muro con una mano premuta sul suo collo, mentre con l’altra mi frugo in tasca e tiro fuori la prima cosa che trovo.
Un cavatappi. Come ci è finito un cavatappi li dentro?? Ci penso un attimo, ma in questo momento non ho voglia di architettare il sistema di cavarle un occhio con un cavatappi, quindi lo getto dietro di me e ci riprovo.
Un coltellino, perfetto. Ci sono una miriade di cose che si possono fare con una lama lunga dieci centimetri.
-Allora, Harls, cosa devo fare con te?- Parlo più a me stesso che con lei, che se ne sta li e mi fissa con una strana espressione stampata in faccia.
-Andiamo budino mio…ti prometto che farò la brava…-
Stringo la mano destra intorno al suo collo, mi piace vederla mentre annaspa alla ricerca di aria, ma continua a guardarmi con quell’espressione di delirante venerazione. Andrei avanti per tutto il giorno. Ho cambiato idea riguardo al coltello, così me lo rimetto in tasca, è molto più divertente tenerla li, farle prendere un po’ d’aria ogni tanto e poi togliergliela di nuovo. Così impara a chiamarmi budino.
Quando il suo viso diventa viola allento la presa e la bacio sulle labbra -Brava la mia ragazza. Adesso levati di torno, ho da fare…e domani forse finirò quello che ho iniziato con te. A proposito, secondo te come potrei ammazzare qualcuno con un cavatappi?-