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Autore: Lou Asakura    11/04/2009    9 recensioni
[UlquiHime, tributo ad Ulquiorra].
Allora, allunghi la tua mano in un ultimo e disperato tentativo di sfiorarlo, di sentire come possa essere la sua pelle a contatto con la tua, ma le dita stringono l’aria e si ricongiungono al palmo, sconfitte, mentre lui scompare, come cenere.
E tu non puoi più raggiungerlo, Orihime. [...]
«Ulquiorra...», sussurri, mentre anche gli ultimi granelli di cenere vengono trasportati via dal vento.
E ti lasci andare in un lungo pianto liberatorio, stretta tra le braccia rassicuranti della tua migliore amica, piangendo il quarto Espada che non c’è più.
»Spoilers capitolo 353
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Inoue Orihime, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Spoilers Capitolo 353, the ash. Requiem per un’ Espada.

Sconsiglio la lettura a chi non desidera anticipazioni. «

 

 

 

 

Everything divides us, like ash in the wind.

 

***

 

«Uccidimi».

La sua voce è roca e glaciale come al solito, e non puoi evitare di pensare che avresti voluto percepire una nota di gentilezza, in quella voce, anche una sola volta. Anche prima della fine.

Le altre sue parole scorrono via nel silenzio, udite e non assorbite dal tuo cervello. Se non lo fai ora potrebbe essere troppo tardi”, ti pare che abbia detto.

Troppo tardi per cosa? Troppo tardi per smettere di vivere?

«Non lo farò».

La voce di Kurosaki è ferma, nonostante si sia da poco ripreso dall’aggressione del suo hollow.

Trattieni il fiato: non lo farà. Kurosaki non permetterà che lui muoia.

«Cosa?».

Ancora quel tono glaciale. Potresti odiarlo, se non avessi imparato a rendertelo tanto caro, durante i lunghi giorni trascorsi in prigionia. Allora, la sua voce era l’unico suono gradito cui tu potessi anelare.

Kurosaki stringe i denti. «Ho detto di no. Questo...». Ora sta urlando. «...non è il modo in cui volevo vincere!».

Gli occhi di Ulquiorra si dilatano, per un attimo, e ti pare d’avervi colto qualcosa. Un guizzo d’emozioni. Sorpresa. Non sono più vuoti.

«Tsk», mormora, le ali nere che continuano intanto a disintegrarsi e sparire, come cenere al vento. «Fino alla fine... non fai quello che vorrei...». Si volta verso di te.

Resti immobile, le mani giunte in petto. Ti guarda con quegli occhi gialli e blu che non sono più vuoti, che ora celano qualcos’altro, che non riesci ad identificare.

«Finalmente, sto cominciando a provare interesse per voi ragazzi».

Resti ancora immobile.

Una parte di te, quella che ancora trema per i giorni trascorsi in gabbia a causa sua, ti urla che dovresti rallegrarti della sua imminente dipartita, eppure non lo fai. Lui ti ha protetta, quando il suo signore gli aveva ordinato di non farlo.

Lui...

Trattieni il fiato. La sua mano, pallida ed ossuta quanto il suo viso, ti si avvicina piano, quasi timorosa.

La sua voce vacilla, mentre ti fissa con occhi che ti vedono per la prima volta.

«... Hai paura di me... donna?».

La risposta ti giunge spontanea, prim’ancora che tu possa pensarci. Era li, sulle tue labbra, e sfugge via in un battito di ciglio, e allora non puoi più riprenderla.

«Non ho paura».

I suoi occhi non ti sono mai parsi meno vuoti d’adesso. Ti rivolge un ultimo sguardo, con quelle iridi non più verdi che non dimenticherai mai, le labbra articolano un silenzioso “capisco”.

Allora, allunghi la tua mano in un ultimo e disperato tentativo di sfiorarlo, di sentire come possa essere la sua pelle a contatto con la tua, ma le dita stringono l’aria e si ricongiungono al palmo, sconfitte, mentre lui scompare, come cenere.

E tu non puoi più raggiungerlo, Orihime.

 

 

Everything divides us,

like sand and sea,

like ash and heaven.

 

****

 

Tutt’attorno, il mondo continua a girare come se nulla fosse accaduto. Il vento soffia sul mucchietto di cenere ai tuoi piedi, spargendone i granelli al vento, cosicché tu debba proteggerla con le tue mani perché non voli via.

Non senti più niente.

Non t’importa dello sguardo che Kurosaki-kun ha rivolto a Kuchiki-san quando l’ha vista arrivare, insieme a Renji-kun e Sado-kun, come se in realtà vedesse solo lei.

Non t’importa di Ishida-kun, che continua a scuoterti e a dirti di alzarti, che adesso è tutto finito, che ti porterà a casa.

Ed Ulquiorra? Vorresti chiedergli, ma sei certa che non capirebbe.

Si allontana dopo un po’, rassegnato, va a salutare gli amici finalmente ritrovati. Senti Renji-kun parlare di un qualche rito propiziatorio che gli ha evidentemente portato fortuna, gli altri prenderlo in giro per questo.

Ed Ulquiorra?

Lui dov’è? Era li, Ulquiorra, fino ad un minuto fa. Era li e parlava e si muoveva e ti guardava con quegli occhi che non erano più vuoti, almeno alla fine, e tu ti chiedevi perché non potessi gioire della sua morte, della morte del tuo carceriere, insieme a tutti gli altri.

Sai che passerà.

Sai che tornerà tutto, torneranno tutte le emozioni, sai che devi aspettare quel momento.

Ma, fino ad allora, c’è qualcosa che devi fare.

Tremante, strappi un lembo del tuo mantello già lacerato e lo adagi sopra le ceneri, ciò che resta di un’ Espada. Tutti gli altri si voltano a guardarti, alcuni sorpresi, altri comprensivi.

Giungi le mani in preghiera e socchiudi gli occhi.

«Requiem per un’ Espada. Ulquiorra Shiffer, per avermi protetta». La tua voce s’incrina sulle ultime parole. Ora le tue gote sono umide di pianto. «Grazie. N-non... ti dimenticherò... m-mai».

Stringi gli occhi, per ricacciare indietro le lacrime che ormai sgorgano come un torrente in piena. Poi, qualcosa, un fruscio accanto a te, ti fa sobbalzare.

Kurosaki è inginocchiato davanti alla lapide improvvisata. Vi ha posto un fiore, uno di quei rinsecchiti fiori del deserto, e ora giunge per un attimo le mani.

«Grazie di tutto, Ulquiorra», dice, con voce roca.

Sollevi lo sguardo. Kuchiki-san ora è accanto a Kurosaki-kun. Anche lei pone un fiore. E lo stesso fanno Ishida-kun, Renji-kun, Sado-kun.

Tutti pregano e ringraziano Ulquiorra, alcuni senz’averlo mai conosciuto, altri essendosi scontrati con lui ed avendolo odiato, ma tutti con gli occhi vagamente lucidi.

«Grazie per averla protetta», sussurra Ishida-kun. Gli sei immensamente grata. Vorresti abbracciarlo.

Restate tutti in silenzio per qualche interminabile minuto, e già senti l’ultima immagine degli occhi di Ulquiorra svanire dalla tua memoria, come cenere trasportata via dal vento. 

Sai che prima o poi dimenticherai quegli occhi, e allora il suo ricordo non ti farà più soffrire.

Ma per adesso...

«Inoue».

Sollevi lo sguardo. Kuchiki-san è davanti a te, ancora stretta a Kurosaki-kun, mentre lui le cinge le spalle con un braccio. Ti guarda con gli occhi blu lucidi, ed un attimo dopo senti le sue piccole braccia che ti stingono.

«Per fortuna stai bene», ti dice, tra le lacrime. «Eravamo tutti tanto preoccupati...».

Allora, improvvisamente tutto ha di nuovo importanza. Sono tutti li, per te. Per salvarti. E capisci che Ulquiorra ha voluto proteggerti proprio fino alla fine, e che se n’è andato solo quando tu eri ormai al sicuro, insieme ai tuoi amici, gli stessi a cui lui ti aveva strappato...

E che forse, se anche non eri riuscita a toccare le sue dita prima che sparisse, avevi raggiunto il suo cuore.

«Ulquiorra...», sussurri, mentre anche gli ultimi granelli di cenere vengono trasportati via dal vento. E ti lasci andare in un lungo pianto liberatorio, stretta tra le braccia rassicuranti della tua migliore amica, piangendo il quarto Espada che non c’è più.

 

 

Requiem for Urukiora Shifa,

may you rest in peace.

You’ll be indelible

 

****

 

 

«Posso chiederti una cosa, Inoue?».

Sollevi lo sguardo dal tuo panino ai fagioli rossi. La guerra è finita da mesi, e Kurosaki-kun e Kuchiki-san sono venuti a trovarti, per farti un po’ di compagnia. Puoi vedere le loro dita intrecciate sotto il tavolo, ma non t’importa.

«Cosa c’è, Kuchiki-san?».

Chiedi sorridendo, dando un altro morso al panino.

«Quello li...». Indica col piccolo dito il vestito bianco e sbrindellato che indossavi nell’Hueco Mundo, appeso dietro la porta della tua camera, com’è da mesi.

«Perché lo tieni ancora? Pensavo che avresti voluto liberartene il prima possibile...».

Nella tua mente affiora un ricordo remoto. Giorni lontani, trascorsi in una cella bianca a contemplare un cielo nero, ed una voce roca e glaciale alle tue spalle... “il vestito ti dona”.

Rivolgi alla tua amica un sorriso forzato. «Certo, lo farò al più presto».

 

 

…like ash in the breeze.

 

 

 

 

 

Spazio dell’Autrice.

Okay, questo è diverso dai tributi scritti per Ichigo o Ikkaku, che si pensava fossero morti, quando invece sono ancora vivi e vegeti. Ulquiorra è morto davvero. Come al solito, i dialoghi [fino alla morte di Ulquiorra] sono quelli del capitolo, tradotti da me, poiché non l’ho ancora letto in italiano... il seguito è una sorta di “come mi piacerebbe che proseguisse la storia”, anche se so che non sarà cosi.

Rukia non arriverà e Ichigo dovrà consolare Inoue, e io mi suiciderò.

Oppure, semplicemente ad Inoue non importerà più di tanto della morte di Ulquiorra, e lo dimenticherà un attimo dopo <______<”.

Uh... devo postare in fretta, che B mi aspetta [capirete perché ùwù]. Quindi, beh, spero che vi sia piaciuto... e spero di non essere stata troppo buonista come al solito >__<”. E’ una mia bruttissima caratteristica >__<”.

P.S. Il titolo, Everything divides us, è una bellissima frase scritta da Kubo in non ricordo quale volume. Penso che sia perfetta.

 

See ya,

Lu.

 

 

 

 

   
 
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