Nodo allo stomaco. Crampi. Voglia di alzarsi e correre in bagno a vomitare, anche l'anima se necessario, nonostante la consapevolezza che fosse tutta una questione psicologica. Non stava male quindi non avrebbe neanche vomitato.
Era solo “semplice e normale stress” lo aveva rassicurato Rin.
Normale, certo. Non gli sembrava poi tanto vero visto che andava avanti così dall'ultima volta che aveva parlato con Makoto. O forse era più corretto il termine discusso.
Si poteva essere stressati per aver litigato con il proprio migliore amico? A quanto pare sì. Soprattutto se si ha paura di averlo perso, soprattutto se si ha paura di non rivederlo per chissà quanto per colpa degli studi, soprattutto se si è consapevoli che “migliore amico” era un termine alquanto riduttivo per descrivere il castano.
“Soulmate” aveva suggerito Rin, con quel suo odioso accento inglese che sfoggiava spesso a sfregio.
“Soulmate” aveva suggerito Rin, sottolineando che sapeva bene di cosa parlava visto che era certo di aver trovato la sua in Sousuke.
Ebbene, le discussioni con la propria anima gemella sono così estenuanti anche dopo che sono avvenute? E come ci si libera dallo stress che causano?
La risposta, per Haruka Nanase, arrivò al suo rientro in Giappone, nello stesso istante in cui i suoi occhi incrociano quelli di Makoto.
“Bentornato.”
Lo stomaco si calma, il peso opprimente dell'ansia si dissolve, il cuore, al contrario, comincia a battere all'impazzata.
“Sono a casa.”