Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Airknight    11/04/2009    1 recensioni
Terminate le vicende di "Kingdom Hearts: Shadow's Hope", l'avventura riprende con questa nuova storia. Dopo la sconfitta della Legione Nera, Sora deve ripartire per un nuovo viaggio, costretto a lasciarsi alle spalle i suoi amici. Numerosi ostacoli lo attenderanno, nuove sfide, nuove amicizie e vecchie conoscenze. La vera Oscurità deve essere annientata una volta per tutte. La seconda parte della trilogia, divisa in 70 capitoli.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Riku, Sora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Wecome To PageBreeze

Prologo


Alames era affacciato alla finestra del suo studio. Aveva scostato di lato le grandi tende rosse ed assisteva impotente alla rovina della sua città, all'assalto degli Heartless. Scuoteva lentamente il capo da destra a sinistra, balbettando parole incomprensibili. Non si era mai ritenuto un uomo coraggioso. Soprattutto in quei tremendi minuti, il suo poco coraggio venne meno.
- Non è possibile... Non è reale... - si disse. - Non può esserlo... -
Si diresse verso la sua poltrona dall'alto schienale e si sedette, barcollando, mentre alle sue spalle Linahar rischiava di essere rapidamente fatta a pezzi, sino ad essere ridotta a un cumulo di macerie. Appoggiò i gomiti sulla scrivania e si portò le mani alle tempie, sconvolto come non mai. Stava addirittura tremando.
All'improvviso, un boato. Alames sussultò, rizzandosi con la schiena ben appoggiata alla poltrona.
- No... Il cancello... - balbettò, senza voltarsi verso la finestra. - E' finita. Sono entrati -
Una risata riecheggiò tra le mura dello studio, accompagnata da alcuni passi. Passi pesanti. Passi lenti. Cadenzati. Un uomo varcò l'ingresso della stanza, come se nulla fosse, andando a pararsi davanti al tavolo del re.
- Da quanto tempo - esordì il misterioso individuo. - Da quanto tempo, Alames. Mi fa piacere vederti ancora in forma -
Alames avvertì una terribile sensazione. Un brivido gli percorse la schiena. Era come se una cupola di malvagità lo avesse appena circondato. La paura, l'orrore, la rabbia, l'odio. La tenebra più profonda e l'oscurità più minacciosa. Tutto ciò veniva invisibilmente esalato dalla figura del nuovo giunto.
- Sono passati un bel po’ d'annetti dall'ultima volta che ci siamo scambiati le ultime parole -
Il sovrano si alzò di botto, con aria furente. - Chi sei tu? Come ti permetti di varcare quella soglia senza un'autorizzazione? E come ti permetti, per giunta, di rivolgerti a me con quel tono? -
- Rilassati - continuò l'altro, dirigendosi verso l'unica sedia a pochi passi dalla scrivania. Si sedette, incrociando le mani all'altezza del ventre. - Risponderò alle tue domande, tranquillo. Una alla volta, però -
Ora che era uscito allo scoperto, lo si poteva chiaramente distinguere dal resto dell'ombra in cui era immersa la stanza. Era alto, completamente vestito di nero. Il volto era oscurato da un cappuccio e le mani protette da dei guanti. Al petto portava una catenina d'argento, un ornamento del soprabito, evidentemente, accompagnato da due laccetti lucenti.
- Sono un tuo vecchio amico, innanzitutto - rispose. - Ti dice nulla... -
Mosse la mano destra con gesto teatrale. Nel palmo apparve una sfera scura. Allungò il braccio e posò la sfera sul tavolo, attendendo una reazione da parte dell'interlocutore.
- ... Questa? -
Alames osservò attentamente l'oggetto, senza però osare sfiorarlo. Iniziò a sudare, avendo compreso l’identità di chi si trovava innanzi. Cercò di sembrare rilassato, anche se era teso come una corda di violino. Non s'aspettava una visita. Una sua visita.
- Perché sei venuto? - chiese, stringendo le mani sui braccioli.
- Vedo che allora ti ricordi ancora di me. Ottimo - commentò l'uomo, schioccando le dita. La sfera si dissolse nell'aria in una nuvoletta di fumo. - Sono venuto a farti visita -
- Farmi... visita? - domandò incerto Alames. - Cosa intendi dire? -
L'incappucciato si ricompose, mostrando i palmi di entrambe le mani. - Cosa intendo dire... Che sono venuto a farti visita... Un amico non può incontrare un altro amico dopo molti anni per sapere come sta, cosa fa, dove vive...? -
Alames scosse il capo. - No. Tu non sei venuto per quello -
- Indovinato. Non ti si può nascondere nulla - disse l'uomo, facendo cenno verso la porta.
Una seconda figura varcò la porta, vestita esattamente come il tale che l'aveva chiamata. Solo era un po’ più bassa e di corporatura meno robusta.
- Che significa? - chiese Alames alzandosi di nuovo, allarmato. - Ti sei portato dietro tutti i tuoi compagni? Sappi che non ho alcuna intenzione di collaborare con voi, mio caro... -
- No. Guai a te se osi pronunciare il mio nome - lo ammonì bruscamente l'incappucciato. - Ascoltami attentamente. Ho un compito da affidarti -
Fece nuovamente un segnale con la mano al nuovo arrivato. Questi si avvicinò silenziosamente, posando sul tavolo una gemma rosso sangue. Alames la guardò aggrottando la fronte.
- Non è un regalo per te. Questa gemma la dovrai consegnare ad un altro. Ad un ragazzino - disse l'uomo. - Appena ne avrai l'opportunità, consegnagliela, mi raccomando! -
- Tutto qui? -
- Tutto qui -
Il re rimase alquanto perplesso e silenzioso per parecchi minuti. Alle sue spalle, intanto, a Linahar infuriava la battaglia e Albaran si stava mostrando per ciò che era realmente; un mostruoso essere che rassomigliava ad un Heartless.
- Non mi fido di voi. Che cosa c'è sotto? - domandò Alames.
- Lo vuoi proprio sapere? - chiese il tale. - Te lo dirò. Ci serve a scoprire gli spostamenti del Custode del keyblade -
- Che cosa volete da lui? -
- Non è affar tuo - sbottò seccato l'ospite. - Tu limitati a dargliela o sai che cosa succederà -
- Certo, mi hai già minacciato più di una volta... Ma arrivi tardi! La città sta per essere distrutta! Per cui il tuo ricatto non ha alcun significato per me -
- Riponi troppa poca fiducia nei tuoi difensori -
L'uomo alzò il mento, come ad indicare la finestra. Alames si voltò nel preciso istante in cui la grande ombra di Albaran veniva sconfitta da Sora. Incredulo, si precipitò a guardare fuori. Con un misto di stupore e di gioia, si voltò verso l'ospite, lanciandogli un'occhiata di fuoco. Da sotto il cappuccio, il tizio sorrise.
- Ora il mio ricatto ha significato. Fa ciò che ti ho detto o penserò io stesso a terminare ciò che hanno iniziato loro -
- Mai! Non mi piegherò mai al tuo volere! Neanche... - si interruppe, dopo aver sbattuto i pugni sul tavolo.
Affianco a lui, l'altro incappucciato, rimasto in disparte sino a quel momento, gli puntò alla schiena qualcosa di affilato; una spada probabilmente.
- Neanche se rischiassi la morte? Ho mezzi piuttosto convincenti per obbligare qualcuno a fare ciò che comando. Che mi rispondi, ora? -
Il re si sedette, sempre con l'arma puntata addosso. Chinò il capo, riflettendo attentamente. Non poteva certo lasciare che la città sulla quale governava andasse in rovina. Dov'era l'amore per il suo popolo? Ma d'altronde, non poteva neanche tradire così coloro che avevano fatto tanto per proteggerlo.
"Non importa" pensò. "Loro sono in gamba, possono permettersi di rischiare. Io no"
- Il tempo stringe e ho bisogno di una risposta, Alames. Sbrigati -
- E va bene. Farò ciò che mi dici. Donerò la gemma al ragazzo - si arrese, infine, il re.
- Ottimo. Vedo che sei una persona ragionevole - si congratulò a modo suo l'incappucciato.
Si alzò e chiamò a sé il compagno, ordinandogli di riporre l'arma. Questi obbedì, avviandosi verso la porta ed uscendo. Ma l'uomo rimase sull'uscio.
- Non fare strani scherzi. Ordinerò ben presto a due miei subordinati di giungere qui in città per controllare il tuo operato. Una sola mossa falsa e io lo saprò. Intesi? -
- I-intesi... -

Alames rimase affacciato, come prima, alla finestra, rimuginando su ciò che era accaduto.
“In che guaio mi sono cacciato...” pensò. “Se loro scoprono che non collaboro, distruggeranno la città e poi uccideranno me”
Si voltò di scatto, richiudendo le tende. La stanza piombò in una semioscurità inquietante.
“Ma se collaboro, sarà Axander a capire cosa ho fatto. E lui è capace di uccidermi... Anche se salverei la città. Quindi, ho scelto il minore dei mali. Sì, ma... Se loro hanno in mente qualcosa? Potrebbero benissimo avermi mentito e distruggeranno lo stesso Linahar anche se li avrò aiutati... Devo essere fiducioso, sì!"
Si accomodò sul suo scanno, tremando ancor più di prima. “In fondo... Lui è sempre stato di parola... E questa volta non ho avuto la forza necessaria per oppormi. Come sempre, d’altronde”
- Vostra Maestà -
La figura di prima rientrò. Ma non era l’uomo dalla voce autoritaria, bensì l’altro. Non mostrava più la stessa sicurezza con la quale accompagnava il suo superiore. Pareva, anzi, più intimidito.
- Scusatemi, Vostra Maestà... -
- C-Che cosa volete ancora? - balbettò Alames. - Non ho più niente da darvi -
- Non temete. Lui non sa che sono tornata indietro. Ho poco tempo! - replicò il misterioso individuo, accostandosi al sovrano. - Consegnate la gemma a Sora, anche se questa sembra una pessima idea. Fidatevi! Se gliela donerete, avrò modo di contattarlo anche io -
Una voce femminile. Il re rimase alquanto sorpreso dalle parole di costei e la fissò a lungo.
- Chi mi dice che mi posso fidare? -
La figura allora abbassò il cappuccio. Il sovrano restò sbigottito a quella visione, ma poi sorrise compiaciuto.
- Tu! Sei quella che ha impedito la prima ondata di Heartless, qualche settimana fa! - esclamò Alames. - Non mi è ancora chiara la faccenda, ma sono contento di rivederti -
- Vi ringrazio, Vostra Maestà. Sora sta correndo un grave pericolo e ne correrà altri. So che può sembrare una pessima idea - ripeté la ragazza. - Ma quella gemma posso rintracciarla anche io e posso aiutare il Custode. Mi raccomando, acqua in bocca! -
- Muto come un pesce. Hai tutta la mia fiducia - sorrise Alames.
- Grazie ancora! Mi dispiace, ma non ho più tempo! Addio! -
A quel punto, la fanciulla si rimise il cappuccio ed uscì rapidamente, scomparendo alla vista del sovrano.
Alames restò immobile, puntando le sue stanche iridi sull'ingresso. Nonostante tutto, c'era ancora una qualche possibilità di salvezza. Per lui, per Linahar e per Sora.
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Airknight