Sono in una stanza con le pareti di legno.
Mi guardo intorno e vedo pennelli, colori e una grande tela bianca.
Allungo una mano verso uno dei pennelli e inizio a dipingere una prateria verde e lentamente finisco dentro il dipinto; vedo i fili d’erba muoversi insieme al vento e i bambini giocare fra gli alberi.
Alzo la mano con il pennello e dipingo in lontananza una montagna, finendo subito tra le sue rocce. Mi volto alzando lo sguardo: c’è un individuo che si sta arrampicando.
Mi avvicino a lui, voglio dirgli che è pericoloso ma lui non mi può vedere e dalla mia bocca non esce voce. Decido allora di facilitargli la strada, dipingendo per lui la scala di roccia e conducendolo in alto senza che lui se ne accorga.
Arriviamo in cima alla montagna e lo sento sospirare, contento del panorama che vede davanti a sé.
Lo vedo girarsi verso di me e guardarmi, pur nella mia invisibilità, e tendere una mano per toccarmi ma mi sveglio prima che ciò possa accadere.